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Vecchio 11-03-2012, 12:30   #1
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Mi spiego: aldilà del disagio che uno può provare in situazioni sociali critiche e via dicendo, qual'è il confine esatto che divide la paura di affrontare una situazione con la necessità di non voler affrontarla?
Personalmente non ho mai sentito tutta sta necessità di uscire di casa e divertirmi, questo fin da adolescente appena ragazzo, diciamo dai 13-14 anni in poi.
Adesso ne ho 21, e posso garantirvi con certezza di non essere mai uscito la sera con nessuno. Ma sapete una cosa, non mi pesa più di tanto. Quindi, mi chiedo: ma non è che sentire la necessità di instaurare rapporti e relazioni a tutti i costi sia solo una proiezione falsa, una convinzione della mente?
Non dico di rinchiudersi in casa, ma insomma, nà via di mezzo. Penso, eh.
Vecchio 11-03-2012, 13:01   #2
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Originariamente inviata da shady74 Visualizza il messaggio
Potresti avere ragione...
Io per anni vivevo abbastanza bene la mia solitudine, non cercavo compagnie o svaghi.
Poi all'improvviso ho deciso di cambiare... spesso mi chiedo se l'ho fatto per migliorare o solo, inconsciamente, per adeguarmi alle abitudini di coloro che vengono ritenuti normali...
Chi lo sa...
Anch'io per molti anni, vissuti in solitudine, non davo peso a questa situazione, pur dispiacendomene, ma non più di tanto ... andavo avanti per inerzia, diciamo.
Ma da almeno un anno sento questa necessità di far qualcosa di diverso, di aver qualcuno al mio fianco, di aver un amico, una lotta continua ... ma non so dire se sia una voglia dettata dall'adeguarmi alle abitudini dei 'normali' ... penso sia un'esigenza dovuta alla troppa solitudine.

Ultima modifica di Yannis Akis; 11-03-2012 a 17:14.
Vecchio 11-03-2012, 13:10   #3
Intermedio
L'avatar di pisquano
 

Neanche io prima dei 20 anni non uscivo mai, andavo a scuola, era già un'uscita per me...mi pesava però stare a casa il sabato sera. Avevo la volontà di uscire il sabato ma temevo di essere preso in giro, di apparire strano. Poi dai 20 anni in poi cominciai a uscire e stare meglio...ho sempre apprezzato la buona compagnia.
Devi chiederti in cuor tuo cosa vuoi davvero, a prescindere dai timori che hai e senza usare alibi vari.
Vecchio 11-03-2012, 13:10   #4
Esperto
L'avatar di unmalatodicuore
 

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Originariamente inviata da maury25 Visualizza il messaggio
Mi spiego: aldilà del disagio che uno può provare in situazioni sociali critiche e via dicendo, qual'è il confine esatto che divide la paura di affrontare una situazione con la necessità di non voler affrontarla?
Personalmente non ho mai sentito tutta sta necessità di uscire di casa e divertirmi, questo fin da adolescente appena ragazzo, diciamo dai 13-14 anni in poi.
Adesso ne ho 21, e posso garantirvi con certezza di non essere mai uscito la sera con nessuno. Ma sapete una cosa, non mi pesa più di tanto. Quindi, mi chiedo: ma non è che sentire la necessità di instaurare rapporti e relazioni a tutti i costi sia solo una proiezione falsa, una convinzione della mente?
Non dico di rinchiudersi in casa, ma insomma, nà via di mezzo. Penso, eh.
A quanto pare per te non è un problema, e quindi buon per te che non ne soffri!!!
Vecchio 11-03-2012, 13:16   #5
Avanzato
L'avatar di Keaton
 

Non è possibile vivere bene in solitudine, è contro la nostra natura, è una privazione. E' vero che il dolore di stare in solitudine a volte è minore di dover affrontare il mondo di fuori ed è anche vero che si passa un periodo in cui sembra di stare bene, ma è come una droga momentanea, è un'illusione. Non ho mai creduto davvero agli eremiti, poi che c'entra c'è anche chi ha fatto voto di castità, chi si fa le autoflagellazioni, ma questa è un'altra storia...
Vecchio 11-03-2012, 13:22   #6
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Si può provare avversione verso qualcosa senza averne paura nella mia esperienza. Ad esempio a me non piace il caffè, ma non ho paura di berlo... le emozioni che provo sono avversione, resistenza, disgusto, alla prospettiva di berlo ma non proprio paura (nella mia definizione ristretta di paura, distinta da avversione - ce ne sono di più allargate). Riguardo al filo io credo che dipenda dal tipo di evento. Avrei dovuto andare ad una nottata di bowling per esempio, ma ho annullato quando ho scoperto che saremo tornati alle 4 di mattina (solitamente tendo a crollare verso mezzanotte), e li metterei un 90% per la mia avversione e un 10% per la paura. Se si tratta di andare in discoteca il discorso è diverso, io personalmente mi metterei un 70% per la paura e un 30% per l'avversione. Sono sicuro che le due cose comunque coesistono nella maggior parte dei casi, in misure variabili.
Vecchio 11-03-2012, 13:24   #7
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Originariamente inviata da unmalatodicuore Visualizza il messaggio
A quanto pare per te non è un problema, e quindi buon per te che non ne soffri!!!
Non è sempre così. In linea di massima non sento la necessità di divertirmi. Preferisco che sò, un libro, ma non sono un robot; a volte anche io desidero parlare con qualcuno, o meglio, con qualcuna.

Quote:
Non è possibile vivere bene in solitudine, è contro la nostra natura, è una privazione. E' vero che il dolore di stare in solitudine a volte è minore di dover affrontare il mondo di fuori ed è anche vero che si passa un periodo in cui sembra di stare bene, ma è come una droga momentanea, è un'illusione.
Discorso complesso. Perchè secondo me anche desiderare le relazioni sociali è una forma di droga ed illusione. Vedo le due cose come due lati della stessa medaglia. Non riesco, sinceramente, a vedere il marcio in entrambe le opzioni. Secondo me è costruttiva la solitudine esattamente come lo può essere la compagnia, seppur in modi e forme diverse.
Il problema è che sono sbilanciato, non riesco a bilanciare le due cose, non ho un compromesso e tendo ad estremizzare la mia personalità verso la solitudine.
Vecchio 11-03-2012, 13:29   #8
Esperto
L'avatar di eVito Corleone
 

La necessità di divertirmi non la sento nemmeno io, e non ho mai capito cosa spinge i miei coetanei a cercare il divertimento ad ogni costo, però il bisogno di stare insieme ad altre persone ce l'ho, il problema è trovare persone che mi piacciono e a cui io piaccio, senza le persone giuste mi sentirei a disagio e preferisco stare solo.
Vecchio 11-03-2012, 13:30   #9
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Originariamente inviata da eVito Corleone Visualizza il messaggio
La necessità di divertirmi non la sento nemmeno io, e non ho mai capito cosa spinge i miei coetanei a cercare il divertimento ad ogni costo, però il bisogno di stare insieme ad altre persone ce l'ho, il problema è trovare persone che mi piacciono e a cui io piaccio, senza le persone giuste mi sentirei a disagio e preferisco stare solo.
D'accordissimo, parola per parola.
Vecchio 11-03-2012, 13:53   #10
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L'avatar di Keaton
 

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Originariamente inviata da maury25 Visualizza il messaggio


Discorso complesso. Perchè secondo me anche desiderare le relazioni sociali è una forma di droga ed illusione. Vedo le due cose come due lati della stessa medaglia. Non riesco, sinceramente, a vedere il marcio in entrambe le opzioni. Secondo me è costruttiva la solitudine esattamente come lo può essere la compagnia, seppur in modi e forme diverse.
Il problema è che sono sbilanciato, non riesco a bilanciare le due cose, non ho un compromesso e tendo ad estremizzare la mia personalità verso la solitudine.
Sono d' accordo è questione d'equilibrio. La verità è che ognuno di noi ha bisogno di tutto: sentirsi realizzati al lavoro, avere degli interessi, stare da soli, divertirsi per cazzeggiare, avere delle persone importanti con cui condividere il dolore, avere la tenerezza di un amore con una ragazza, ma anche trombare come un assatanato. E' nell' equilibrio di queste cose che si sta bene. Un eccesso ( o una totale mancanza) in ogni campo è una droga e un problema.
Vecchio 11-03-2012, 14:00   #11
Super Moderator
 

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Originariamente inviata da maury25 Visualizza il messaggio
Mi spiego: aldilà del disagio che uno può provare in situazioni sociali critiche e via dicendo, qual'è il confine esatto che divide la paura di affrontare una situazione con la necessità di non voler affrontarla?
Dipende molto dal contesto, dal tipo di evento, secondo me. Purtroppo alcune volte sei costretto ad affrontarla. Poi in verità non so se ho capito bene la domanda .

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Originariamente inviata da maury25 Visualizza il messaggio
Personalmente non ho mai sentito tutta sta necessità di uscire di casa e divertirmi, questo fin da adolescente appena ragazzo, diciamo dai 13-14 anni in poi.
Adesso ne ho 21, e posso garantirvi con certezza di non essere mai uscito la sera con nessuno. Ma sapete una cosa, non mi pesa più di tanto. Quindi, mi chiedo: ma non è che sentire la necessità di instaurare rapporti e relazioni a tutti i costi sia solo una proiezione falsa, una convinzione della mente?
Non dico di rinchiudersi in casa, ma insomma, nà via di mezzo. Penso, eh.
Troppo drastica questa frase. Non penso che la maggior parte di noi senta la necessità di instaurare rapporti a tutti i costi. Però, come scriveva qualcun altro prima, spesso dopo tempo passato in solitudine, essendo umana, ogni tanto io sento il bisogno di avere qualcuno affianco, qualcuno con cui parlare. Certo si sta bene anche da soli, però ogni tanto io sento il bisogno di contatto umano. Non sono un robot.

Quote:
Originariamente inviata da eVito Corleone Visualizza il messaggio
La necessità di divertirmi non la sento nemmeno io, e non ho mai capito cosa spinge i miei coetanei a cercare il divertimento ad ogni costo, però il bisogno di stare insieme ad altre persone ce l'ho, il problema è trovare persone che mi piacciono e a cui io piaccio, senza le persone giuste mi sentirei a disagio e preferisco stare solo.
D'accordissimo. Quoto tutto.
Vecchio 11-03-2012, 14:05   #12
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Originariamente inviata da maury25 Visualizza il messaggio
Mi spiego: aldilà del disagio che uno può provare in situazioni sociali critiche e via dicendo, qual'è il confine esatto che divide la paura di affrontare una situazione con la necessità di non voler affrontarla?
Personalmente non ho mai sentito tutta sta necessità di uscire di casa e divertirmi, questo fin da adolescente appena ragazzo, diciamo dai 13-14 anni in poi.
Adesso ne ho 21, e posso garantirvi con certezza di non essere mai uscito la sera con nessuno. Ma sapete una cosa, non mi pesa più di tanto. Quindi, mi chiedo: ma non è che sentire la necessità di instaurare rapporti e relazioni a tutti i costi sia solo una proiezione falsa, una convinzione della mente?
Non dico di rinchiudersi in casa, ma insomma, nà via di mezzo. Penso, eh.
immagino dalla tua età che vivi con la tua famiglia. Quando per un motivo o per un altro vivrai per conto tuo ti assicuro che sentirai delle necessità che ora non senti.
Vecchio 11-03-2012, 14:28   #13
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Originariamente inviata da maury25 Visualizza il messaggio
Mi spiego: aldilà del disagio che uno può provare in situazioni sociali critiche e via dicendo, qual'è il confine esatto che divide la paura di affrontare una situazione con la necessità di non voler affrontarla?
Personalmente non ho mai sentito tutta sta necessità di uscire di casa e divertirmi, questo fin da adolescente appena ragazzo, diciamo dai 13-14 anni in poi.
Adesso ne ho 21, e posso garantirvi con certezza di non essere mai uscito la sera con nessuno. Ma sapete una cosa, non mi pesa più di tanto. Quindi, mi chiedo: ma non è che sentire la necessità di instaurare rapporti e relazioni a tutti i costi sia solo una proiezione falsa, una convinzione della mente?
Non dico di rinchiudersi in casa, ma insomma, nà via di mezzo. Penso, eh.
è una dimensione tutta individuale, difficile dare risposte oggettive.
Però talvolta bisogna stare attenti a non darsi risposte compiacenti per autodifesa.
Es: se mi avessi chiesto, quando avevo 10 anni, perché volevo restare sempre a casa, ti avrei detto che preferivo stare a casa che giocare con gli altri bambini.
Era invece plateale che odiavo stare con loro perché mi sentivo inadeguato, perché temevo di essere preso in giro e perché mi sentivo molto differente da loro.

Io ho letto in alcuni post di alcuni utenti, una volontà di autodifendersi, talvolta platealmente in stile volpe&uva. I meccanismi di autodifesa, specialmente quelli sviluppati da piccoli, sono molto robusti e difficili da modificare.
Per cui, la domanda fondamentale è: quanto bene ci conosciamo per avere la certezza che quello che diciamo di apprezzare, ci piace veramente?

Tu, maury, sei sicuro che non utilizzi sistemi di autodifesa psicologica per accettare il fatto che non sei mai uscito, arrivando a credere in tutta sincerità che non ti interessa uscire? Ti conosci così bene?
Il dubbio che mi fai venire deriva da una locuzione verbale che hai usato: "non mi pesa più di tanto".
Secondo me su questo "più di tanto" ci dovresti lavorare con una profonda introspezione.

Poi magari hai ragione te, non contesto il fatto che ci possano essere persone differenti che apprezzino il loro essere patologicamente introversi o addirittura asociali.
Solo mi fa strano pensare che queste persone si iscrivano su FS: a che pro?
Vecchio 11-03-2012, 14:40   #14
Esperto
L'avatar di Boyyy82
 

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Originariamente inviata da maury25 Visualizza il messaggio
Mi spiego: aldilà del disagio che uno può provare in situazioni sociali critiche e via dicendo, qual'è il confine esatto che divide la paura di affrontare una situazione con la necessità di non voler affrontarla?
Personalmente non ho mai sentito tutta sta necessità di uscire di casa e divertirmi, questo fin da adolescente appena ragazzo, diciamo dai 13-14 anni in poi.
Adesso ne ho 21, e posso garantirvi con certezza di non essere mai uscito la sera con nessuno. Ma sapete una cosa, non mi pesa più di tanto. Quindi, mi chiedo: ma non è che sentire la necessità di instaurare rapporti e relazioni a tutti i costi sia solo una proiezione falsa, una convinzione della mente?
Non dico di rinchiudersi in casa, ma insomma, nà via di mezzo. Penso, eh.
Secondo me vale il motto "meglio soli che mal accompagnati"...
ci sono tanti che cercano rapporti e relazioni a tutti i costi, accontentandosi anche di stare in compagnia con gente con la quale non si trovano poi così bene (o non si trovano affatto bene).
per loro l'importante è uscire.
tra i due casi è meglio la solitudine, senza ombra di dubbio..
in ogni caso però se uno riesce a trovare le persone giuste con le quali si trova bene e c'è feeling il fatto di stare in compagnia è molto piacevole, questo nessuno lo può negare...
Nella vita però sono ben poche le persone con le quali ci si trova bene
Vecchio 11-03-2012, 14:47   #15
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Originariamente inviata da Boyyy82 Visualizza il messaggio
Secondo me vale il motto "meglio soli che mal accompagnati"...
ci sono tanti che cercano rapporti e relazioni a tutti i costi, accontentandosi anche di stare in compagnia con gente con la quale non si trovano poi così bene (o non si trovano affatto bene).
per loro l'importante è uscire.
tra i due casi è meglio la solitudine, senza ombra di dubbio..
in ogni caso però se uno riesce a trovare le persone giuste con le quali si trova bene e c'è feeling il fatto di stare in compagnia è molto piacevole, questo nessuno lo può negare...
Nella vita però sono ben poche le persone con le quali ci si trova bene
Esatto!
Vecchio 11-03-2012, 15:17   #16
Esperto
L'avatar di eVito Corleone
 

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Originariamente inviata da Taxi driver Visualizza il messaggio
Mi piacerebbe non dover fare tutto da solo, mi piacerebbe, almeno qualche volta, andare da qualche parte (viaggio, evento sportivo, cinema, teatro, pizzeria) e non essere solo.
Quoto, anche perché da solo non riesco proprio a fare nulla, non trovo la voglia e lo stimolo ad uscire di casa se non per andare all'università, fino a che ho avuto degli amici uscivo grazie a loro perché mi spronavano a farlo, poi senza amici sono diventato un condannato agli arresti domiciliari senza nemmeno accorgermene.
Vecchio 11-03-2012, 15:22   #17
Esperto
 

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Originariamente inviata da shady74 Visualizza il messaggio
io non uscirei con gente che non sopporto solo per dire che ho degli "amici" con cui uscire...
O trovo gente con cui mi sento a mio agio, oppure continuo a fare ciò che ho fatto per 37 anni... cioè starmene solo.
E' tristemente vera anche la tua conclusione...
sono d'accordo. Quindi il problema si sposta su come "trovare gente con cui uno si sente a suo agio". Risposta: si deve uscire di casa, si deve moltiplicare i propri contatti sociali, si deve viaggiare, si deve conoscere gente, si devono incontrare persone. Solo così la probabilità di incontrare qualcuno con cui ci si trova a proprio agio diventa maggiore di zero. E inoltre, occorre precisare che se si aspetta una persona che soddisfi a tutti i nostri requisiti stiamo freschi. Occorre una certa flessibilità, adattamento, lasciar da parte egoismi, fare in modo che i pregi di quella persona riscattino i suoi difetti, rendendoli sopportabili e accettabili.
Cmq la solitudine e le privazioni che comporta mi hanno prostrato, non mi sentirete mai farne un elogio.
Vecchio 11-03-2012, 15:36   #18
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da shady74 Visualizza il messaggio
Completamente d'accordo...
Per me non è facile mettere in pratica queste cose, però riconosco che sono l'unica via per uscire da questa cappa di solitudine, almeno in parte.
anche per me è difficile, richiede uno sforzo immane, e soprattutto devo cercare di agire più istintivamente, bypassando ansie anticipatorie, tentativi di autosabotaggio e tentazioni di evitamento. Ultimamente ho fatto passi avanti, l'è dura... in bocca al lupo a entrambi
Vecchio 11-03-2012, 15:46   #19
Super Moderator
 

Quote:
Originariamente inviata da Boyyy82 Visualizza il messaggio
Nella vita però sono ben poche le persone con le quali ci si trova bene
Anche per me vale questo. Nella mia vita sociale reale le persone con cui mi sono trovata a mio agio, con cui sono riuscita a essere veramente me stessa, si contano sulle dita di una mano, o poco più.

Quote:
Originariamente inviata da eVito Corleone Visualizza il messaggio
Quoto, anche perché da solo non riesco proprio a fare nulla, non trovo la voglia e lo stimolo ad uscire di casa se non per andare all'università,
Idem
Vecchio 11-03-2012, 16:46   #20
Banned
 

bah io sono sempre stato uno solitario, e la vivo anche abbastanza bene questa cosa, non mi pesa particolarmente anzi in certi momenti è anche abbastanza rilassante starsene un pò soli...
però secondo me le relazioni tra le persone fanno parte della natura dell'uomo, un pò di compagnia (desiderata è ovvio) fa sempre piacere, o no ?
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