|
|
08-05-2020, 02:23
|
#81
|
Esperto
Qui dal: Nov 2008
Ubicazione: Jupiter and Beyond the Infinite
Messaggi: 19,230
|
Che approccio segue il tuo terapeuta, Edwin?
|
|
08-05-2020, 11:51
|
#82
|
Banned
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 5,525
|
Quote:
Originariamente inviata da Moonwatcher
La mia impressione è nettamente diversa, cioè non ho questa percezione che la psicoterapia, anche quella che va per la maggiore, affronti i problemi dell'individuo come malattie oggettive da guarire per condurre il soggetto verso la normalità.
|
Anch'io ho avuto questa impressione per quanto riguarda la pratica, inclusa un'esperienza di cc.
Resta però che a livello "divulgativo" la musica è diversa, e i discorsi che si leggono sono quasi univocamente incentrati su disturbi da cui è possibile "guarire", con tanto di omaggi al paradigma psichiatrico delle "cause" genetiche.
Anche solo che non ci sia una presa di distanze colpisce. In fondo non si tratta di questioni leggere, per cui può valere il principio del vivere e lasciar vivere, ma di idee che influiscono in modo piuttosto pesante sulla vita di chi si ritrova in un certo ruolo.
Io penso che chi cerca di esprimere al riguardo punti di vista "ragionevoli" e accomodanti eviti sotto sotto di riconoscere una notevole insofferenza.
|
|
08-05-2020, 11:57
|
#83
|
Esperto
Qui dal: Jun 2018
Ubicazione: Milano
Messaggi: 1,263
|
Quote:
Originariamente inviata da Moonwatcher
Che approccio segue il tuo terapeuta, Edwin?
|
Le sedute singole non ne ho idea, non so distinguere senza chiedere e non ho mai chiesto.
C'è da dire che è integrato al lavoro di gruppo, che è lo Psicodramma ( http://www.psicoterapiarca.it/181_0/default.ashx), quindi immagino sia Cognitivo-Comportamentale perchè mi pare affine, ma onestamente non ci metterei la mano sul fuoco.
Piccola parentesi sul lavoro di gruppo: iniziai come lavoro singolo e poi mi fu proposto. Da fuori sembra la cosa più anti-fobica del mondo eppure, mal grado lo spettro di persone che partecipa sia ampio, ho riscontrato che moltissime persone con questa linea di problematiche funzionano abbastanza bene. E' difficile da spiegare senza vederlo, però
Non ho mai parlato di che tipo di terapia di gruppo faccio perchè non credo ce ne siano molte e son facilmente sgamabile se dovessi essere letto, quindi non quotate anche solo il pezzo relativo al gruppo.
In caso forse cancellerò qualcosina
|
Ultima modifica di Edwin; 08-05-2020 a 12:01.
|
08-05-2020, 12:34
|
#84
|
Esperto
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Moana, Brunner lake (sì, come no)
Messaggi: 12,989
|
Quote:
Originariamente inviata da Edwin
C'è da dire che è integrato al lavoro di gruppo, che è lo Psicodramma ( http://www.psicoterapiarca.it/181_0/default.ashx), quindi immagino sia Cognitivo-Comportamentale perchè mi pare affine, ma onestamente non ci metterei la mano sul fuoco.
|
[OT] Ho guardato il link e ho visto il nome di Moreno, cosa che mi ha riacceso un ricordo che non ricordavo (scusate il bisticcio). Mario Moreno (credo non l'inventore dello psicodramma) era mio vicino di casa in montagna, un tipo assolutamente "fuori" ma aveva il senso dell'umorismo. Quando ero piccolo uscì uno dei primi videoregistratori portatili e un altro inquilino del palazzo ne aveva uno. Ce n'era un terzo ancora, che era un po' fifone su tutto e decisero di giocargli uno scherzo. Moreno era già noto quindi misero in piedi un falso servizio RAI in cui Moreno comparve come consulente di una fantomatica inchiesta che si occupava di costruzioni su suoli instabili. Moreno seriosissimo disse che oltre al danno economico ci sarebbero stati danni psicologici enormi per chi abitasse nel palazzo (che ovviamente inquadrarono) e fosse sopravvissuto al crollo, e ci andò un po' pesante. Una sera a cena della vittima staccarono l'antenna del TV e inserirono il videoregistratore, potete immaginare l'effetto. Naturalmente appena la vittima iniziò a prendere sul serio la cosa e a stare male gli rivelarono che era sull'antenato di "scherzi a parte".
Ricordo questo perché l'intera famiglia Moreno era fatta di persone una più strana e bizzarra dell'altra, però buone persone e simpatici tutti. Lo scherzo venne ricordato per oltre 15 anni, se ne parlava ancora. Poi piano piano gli appartamenti passarono di mano e con loro la memoria storica del condominio; ogni tanto, quando passo davanti alla porta mi ricordo di lui. Ma dello scherzo credo di essermi dimenticato fino a 5 minuti fa. Forse l'ho rimosso per l'invidia del fatto che allora era già famoso mentre io non ero né mai sarò nessuno
|
Ultima modifica di pokorny; 08-05-2020 a 12:59.
|
08-05-2020, 15:51
|
#85
|
Esperto
Qui dal: Nov 2008
Ubicazione: Jupiter and Beyond the Infinite
Messaggi: 19,230
|
Magari mi sbaglio ma lo psicodramma e la tcc mi sembrano due cose piuttosto distanti l'una dall'altra. Mi sembra più plausibile sia fatta da un terapeuta che utilizza l'approccio psicanalitico o altri in qualche modo "parenti" (psicodinamica, umanistico-esistenzialista, rogersiano...). Vabbè in realtà non so quanto c'abbiano a che vedere con la psicanalisi questi qua, ma cmq una terapia del profondo, ecco.
|
|
09-05-2020, 01:18
|
#86
|
Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Trani
Messaggi: 9,521
|
Quote:
Originariamente inviata da incompresa88
Come mai? Io per esperienza personale (magari non vale per gli altri) ho notato che da quando mi sono accettata vivo meglio e si sono ridotti anche i problemi. Invece di star lì a dannarsi perché non si riescono a fare le cose e cercare di "curare" il problema, l'ho accettato, e piano piano le cose sono leggermente migliorate. Ovviamente non sono guarita, e sono ancora fobica, ma l'accettazione mi fa vivere meglio la cosa. Mi espongo nei momenti in cui sento di poterlo fare, se invece sento di non poterlo fare evito.
|
Anche per me è lo stesso, certo di anni per arrivare ad accettarmi e capirmi ce ne sono voluti.
Ma per arrivare a un accettazione vera anche i miei limiti dovevano essere veri e l'unico modo per capirli è stato facendo esperienza nel mondo reale, così mi sono venuto a trovare nella condizione di dovermi confrontare con tante tipologie di persone e ho scoperto prospettive diverse, tutto questo mi ha arricchito perché ha contribuito a scardinare quelle mie credenze malsane e ha contribuito a capire meglio quali fossero i miei limiti reali e quali i miei limiti che erano frutto di condizionamenti inconsci e quindi di limiti che in realtà erano solo nella mia testa.
Non accettare mi ha anche spinto ad analizzarmi, a fare ricerca interiore, a documentarmi, perché io non mi davo pace, dovevo capire perché.
|
|
09-05-2020, 10:35
|
#87
|
Esperto
Qui dal: Mar 2012
Messaggi: 2,837
|
Con la psicoterapia ho sempre avuto uno strano rapporto e ora come ora non saprei che definizioni dare ad essa...
Premesso che attualmente mi trovo a fare qualche chiacchierata con una professionista privata (col Corona Virus ho interrotto non sono molto propenso ai colloqui a distanza via videoconferenza) non l'ho mai trovato utile per anni visto e considerato che sia le ragazze coi loro rifiuti, sia i ragazzi gettonati col loro bullismo fisico e psicologico e sia mio padre con la sua pragmaticità e la sua tendenza a non darmi alibi (Io ero un fallito ed una delusione per lui anche se mi ha sempre aiutato a livello pratico) mi hanno fatto capire chiaramente qual'era la situazione e quali erano le mie prospettive...
Poi l'arrivo dell'inferno in terra che è stato talmente tale e tanto almeno per le autorità sanitarie (anche se qui dentro mi definiscono un piagnina e le persone popolari con le ragazze, oltre ad alcune delle ragazze stesse, nel mio background sociale che negli ultimi anni si è esteso mi definiscono altresì uno sfigato che piange su cose su cui sono passati tutti con una malafede che li rende pure attraenti pare) che sono stato inserito insieme ai miei quando erano vivi in un percorso psicologico convenzionato con la locale ASL dove ho conosciuto una professionista con cui ho fatto delle chiacchierate...
Non saprei che metodo ha usato ma sul momento mi ha fatto sicuramente bene anche se non mi ha portato fortuna perchè ha sempre cercato di indurmi a pensare positivo con risultati infimi visto quanto è accaduto poi che non ripeterò...
Col tempo anche se poi sono uscito dalla convenzione dopo che sono morti i miei sono rimasto con lei anche se ho rarefatto le visite per motivi economici...
Non mi trovo male, uno sfogo mi serve e soprattutto lei sapendo perfettamente la mia storia non si permette di minimizzare il mio percorso negli inferi come viene fatto ovunque praticamente anzi..
In questo topic interessante mi ritrovo comunque in quanto scritto da Pokorny...
Condivido tutti i suoi interventi...
|
|
09-05-2020, 13:18
|
#88
|
Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 11,690
|
Sul tema dell'approccio terapeutico per "diagnosi e cura", di cui si parlava sopra, devo dire che capisco il problema, ma nella mia ridotta esperienza non ho percepito questa deformazione.
In una terapia che è durata comunque molto tempo (psicodinamica), non ho mai ricevuto nessuna diagnosi. Io non ne ho chieste, ma non è mai nemmeno capitato nel discorso. Ero semmai io stesso, nel parlare di me, che utilizzavo delle categorie di riferimento, ma questi spunti non venivano mai colti dalla psicologa.
Inoltre come ha osservato Moonwatcher, può sicuramente darsi che alcune persone soffrano in maniera particolare l'idea che le proprie difficoltà vengano trattate come disfunzionalità, e questo va rispettato, ma ci sono anche altre persone che non sentono questo problema.
Io sono sicuramente nella seconda categoria, ho un atteggiamento molto sereno in merito, riesco a concepire mentalmente, e sopportare emotivamente, il fatto che si possa vedere alcuni lati problematici della mia psiche come dei "difetti" (termine terribile che nessun terapeuta userebbe, ma io su di me sì), o comunque dei compagni di viaggio non desiderati.
Non temo che una terapia eroda parti importanti di me, non mi sento deprivato, semmai, al contrario, si tratta di permettermi di esprimere me stesso in maniera libera.
|
|
09-05-2020, 13:24
|
#89
|
Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 11,690
|
Quote:
Originariamente inviata da Edwin
[...]
Il secondo appunto è una considerazione sui benefici che posso dire di aver avuto, e ne ho effettivamente avuti.
Mi sento più aperto, con meno difficoltà a gestire certe situazioni sociali rispetto a prima. Per me rimane comunque a metà tra boff e non boff perchè non sono riuscito ad apprezzarne risultati tanto tangenti quanto avrei voluto, ma quel che sento di aver guadagnato è la spontaneità, e non di poco. Proprio una maniera diversa di affrontare le cose [...]
|
Bè stai descrivendo dei risultati, forse non tangibili è vero, però ottimi.
Se senti di aver guadagnato spontaneità, quindi di avere avuto un miglioramento che appartiene alla sfera delle sensazoini e dei pensieri automatici di fronte alle situazioni sociali, è un'ottima cosa.
|
|
10-05-2020, 05:13
|
#90
|
Banned
Qui dal: Apr 2015
Ubicazione: Ovunque ma non qui
Messaggi: 14,396
|
Quote:
Originariamente inviata da Blue Sky
Sul tema dell'approccio terapeutico per "diagnosi e cura", di cui si parlava sopra, devo dire che capisco il problema, ma nella mia ridotta esperienza non ho percepito questa deformazione.
In una terapia che è durata comunque molto tempo (psicodinamica), non ho mai ricevuto nessuna diagnosi. Io non ne ho chieste, ma non è mai nemmeno capitato nel discorso. Ero semmai io stesso, nel parlare di me, che utilizzavo delle categorie di riferimento, ma questi spunti non venivano mai colti dalla psicologa.
Inoltre come ha osservato Moonwatcher, può sicuramente darsi che alcune persone soffrano in maniera particolare l'idea che le proprie difficoltà vengano trattate come disfunzionalità, e questo va rispettato, ma ci sono anche altre persone che non sentono questo problema.
Io sono sicuramente nella seconda categoria, ho un atteggiamento molto sereno in merito, riesco a concepire mentalmente, e sopportare emotivamente, il fatto che si possa vedere alcuni lati problematici della mia psiche come dei "difetti" (termine terribile che nessun terapeuta userebbe, ma io su di me sì), o comunque dei compagni di viaggio non desiderati.
Non temo che una terapia eroda parti importanti di me, non mi sento deprivato, semmai, al contrario, si tratta di permettermi di esprimere me stesso in maniera libera.
|
A me gli psicologi non hanno mai usato neanche il termine introverso o estroverso..lo usavo io con loro
|
|
11-05-2020, 12:07
|
#91
|
Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 65,154
|
Quote:
Originariamente inviata da Blue Sky
Inoltre come ha osservato Moonwatcher, può sicuramente darsi che alcune persone soffrano in maniera particolare l'idea che le proprie difficoltà vengano trattate come disfunzionalità, e questo va rispettato, ma ci sono anche altre persone che non sentono questo problema.
Io sono sicuramente nella seconda categoria, ho un atteggiamento molto sereno in merito, riesco a concepire mentalmente, e sopportare emotivamente, il fatto che si possa vedere alcuni lati problematici della mia psiche come dei "difetti" (termine terribile che nessun terapeuta userebbe, ma io su di me sì), o comunque dei compagni di viaggio non desiderati.
Non temo che una terapia eroda parti importanti di me, non mi sento deprivato, semmai, al contrario, si tratta di permettermi di esprimere me stesso in maniera libera.
|
Io non sopporto che si possano considerare come "difetti" alcune mie caratteristiche e non altre caratteristiche di altre persone. Se devo andare a fare psicoterapia per rimuoverle, per giustizia dovrebbero andarci anche altri (ma di solito quelle altre caratteristiche non vengono considerate problematiche al punto da richiedere una psicoterapia, solo perché "nella norma"). Il pensiero di essere io quello "sbagliato" o tra quelli più "sbagliati", solo per un criterio di maggioranza, perché sono sulla coda della gaussiana, per me è intollerabile. C'è gente che spara o fa minchiate vergognose come salvini (uso lui perché è un esempio noto a tutti, nel quotidiano invece potrebbe trattarsi chessò di quelli che lasciano i bidè vicino al bidone dell'indifferenziato, true story): quando tutta 'sta gente si farà la sua dose di psicoterapia, dopo potrei prendere in considerazione l'ipotesi di andarci io, sarò mica più "sbagliato" di loro?
|
Ultima modifica di Winston_Smith; 11-05-2020 a 12:10.
|
11-05-2020, 12:25
|
#92
|
Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: Trani
Messaggi: 9,521
|
Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith
Io non sopporto che si possano considerare come "difetti" alcune mie caratteristiche e non altre caratteristiche di altre persone. Se devo andare a fare psicoterapia per rimuoverle, per giustizia dovrebbero andarci anche altri (ma di solito quelle altre caratteristiche non vengono considerate problematiche al punto da richiedere una psicoterapia, solo perché "nella norma"). Il pensiero di essere io quello "sbagliato" o tra quelli più "sbagliati", solo per un criterio di maggioranza, perché sono sulla coda della gaussiana, per me è intollerabile. C'è gente che spara o fa minchiate vergognose come salvini (uso lui perché è un esempio noto a tutti, nel quotidiano invece potrebbe trattarsi chessò di quelli che lasciano i bidè vicino al bidone dell'indifferenziato, true story): quando tutta 'sta gente si farà la sua dose di psicoterapia, dopo potrei prendere in considerazione l'ipotesi di andarci io, sarò mica più "sbagliato" di loro?
|
Peró va distinto tra chi è consapevole di avere un problema che non gli permette di fare odi essere quello che desidererebbe o fare cose che gli permetterebbero almeno di sopravvivere e quelli che non si rendono conto di avere dei problemi.
|
|
11-05-2020, 12:37
|
#93
|
Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,198
|
Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith
IC'è gente che spara o fa minchiate vergognose come salvini (uso lui perché è un esempio noto a tutti, nel quotidiano invece potrebbe trattarsi chessò di quelli che lasciano i bidè vicino al bidone dell'indifferenziato, true story): quando tutta 'sta gente si farà la sua dose di psicoterapia, dopo potrei prendere in considerazione l'ipotesi di andarci io, sarò mica più "sbagliato" di loro?
|
Non si parla di essere giusti o sbagliati ma, detto proprio con parole terra terra, di essere in pace con quello che si dice e si fa. Nel senso che lo si accetta senza sentirsi sbagliati. Senza andare nel caso di Salvini o di altri personaggi pubblici che dicono cose sul filo dell'illegalità, se io ho uno stile di vita e non voglio cambiarlo, ma al contempo mi vergogno e lo tengo nascosto agli altri, e le osservazioni più o meno critiche provenienti dall'esterno mi ferisco, allora c'é qualcosa che non va. Il mio lifestyle non fa male a nessuno, non è eticamente sbagliato, non danneggia i normali contribuenti...perché me ne devo vergognare? C'é gente che invece fa lo stile di vita opposto, e non se ne vergogna. Poco importa che lo stile di vita opposto sia più diffuso e approvato nel sentire comune. Forse che noi basiamo la convinzione nelle nostre idee politiche, per dirne una, su quanto sono diffuse e approvate dalla massa?
|
|
11-05-2020, 12:44
|
#94
|
Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 65,154
|
Quote:
Originariamente inviata da muttley
Non si parla di essere giusti o sbagliati ma, detto proprio con parole terra terra, di essere in pace con quello che si dice e si fa. Nel senso che lo si accetta senza sentirsi sbagliati.
|
Se vado in psicoterapia è per correggere un "difetto" o no?
Il sentirsi in pace con quello che si fa e soprattutto si è purtroppo non dipende solo da me ma dipende anche da quanti e quanto accettano le mie "deviazioni" dalla "normalità", a meno di non fare l'eremita.
Quote:
Originariamente inviata da muttley
Senza andare nel caso di Salvini o di altri personaggi pubblici che dicono cose sul filo dell'illegalità, se io ho uno stile di vita e non voglio cambiarlo, ma al contempo mi vergogno e lo tengo nascosto agli altri, e le osservazioni più o meno critiche provenienti dall'esterno mi ferisco, allora c'é qualcosa che non va. Il mio lifestyle non fa male a nessuno, non è eticamente sbagliato, non danneggia i normali contribuenti...perché me ne devo vergognare? C'é gente che invece fa lo stile di vita opposto, e non se ne vergogna. Poco importa che lo stile di vita opposto sia più diffuso e approvato nel sentire comune.
|
Importa eccome invece, non mi risulta che la psicoterapia si imponga di cambiare comportamenti molto diffusi ma eticamente sbagliati, invece si concentra sulle "deviazioni" dalla "normalità". E secondo me è una sua grossa carenza.
Quando manderanno dallo psicologo, anche in maniera coatta, tutti quelli che lasciano il bidè per strada et similia, dopo allora forse ci andrò anch'io.
|
|
11-05-2020, 12:50
|
#95
|
Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,198
|
Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith
Se vado in psicoterapia è per correggere un "difetto" o no?
Il sentirsi in pace con quello che si fa e soprattutto si è purtroppo non dipende solo da me ma dipende anche da quanti e quanto accettano le mie "deviazioni" dalla "normalità", a meno di non fare l'eremita.
|
Veramente no, non l'ho mai vista così. Io vado a correggere un dissidio con me stesso. Se sto bene a stare a casa da solo senza vedere nessuno, non vado dallo psicologo. Se sto a casa senza vedere nessuno ma mi offendo quando me lo dicono è forse perché non accetto fino in fondo la mia condotta di vita. Allora vado dallo psicologo perché capirci qualcosa, per capire perché mi sento a disagio alle osservazioni altrui e per capire quale strategia adottare dopo aver fatto un po' di chiarezza. Mi offendo perché sono suscettibile? Faccio terapia per esserlo di meno. Mi offendo perché in verità non accetto io per primo questo stile di vita e vorrei aprirmi ma non ce la faccio per una serie di irrisolti psicologici? Faccio terapia per scovarli e vedere se riesco a trovare una mediazione tra comportamenti (aprirmi all'altro mantenendo in maniera il più possibile integra certe abitudini) e così via.
Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith
Importa eccome invece, non mi risulta che la psicoterapia si imponga di cambiare comportamenti molto diffusi ma eticamente sbagliati, invece si concentra sulle "deviazioni" dalla "normalità". E secondo me è una sua grossa carenza.
Quando manderanno dallo psicologo, anche in maniera coatta, tutti quelli che lasciano il bidè per strada et similia, dopo allora forse ci andrò anch'io.
|
Andare in psicoterapia è un atto volontario, non ci vai se non sei tu il primo a volerli cambiare.
|
|
11-05-2020, 13:24
|
#96
|
Esperto
Qui dal: Oct 2014
Messaggi: 12,268
|
Quote:
Originariamente inviata da muttley
Se sto bene a stare a casa da solo senza vedere nessuno, non vado dallo psicologo. Se sto a casa senza vedere nessuno ma mi offendo quando me lo dicono è forse perché non accetto fino in fondo la mia condotta di vita.
|
Eh ma qui la faccenda è troppo semplificata: il modo in cui viene alzata una critica è determinante, es. se uno ti dice che sei un misantropo di m**** perché non ti piace uscire e vedere gente mi pare normale che uno si incazzi, non mi pare neanche il caso di andare in psicoterapia per questo
Inviato dal mio SM-J510FN utilizzando Tapatalk
|
|
11-05-2020, 13:51
|
#97
|
Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 11,690
|
Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith
Io non sopporto che si possano considerare come "difetti" alcune mie caratteristiche e non altre caratteristiche di altre persone. Se devo andare a fare psicoterapia per rimuoverle, per giustizia dovrebbero andarci anche altri (ma di solito quelle altre caratteristiche non vengono considerate problematiche al punto da richiedere una psicoterapia, solo perché "nella norma"). Il pensiero di essere io quello "sbagliato" o tra quelli più "sbagliati", solo per un criterio di maggioranza, perché sono sulla coda della gaussiana, per me è intollerabile. C'è gente che spara o fa minchiate vergognose come salvini (uso lui perché è un esempio noto a tutti, nel quotidiano invece potrebbe trattarsi chessò di quelli che lasciano i bidè vicino al bidone dell'indifferenziato, true story): quando tutta 'sta gente si farà la sua dose di psicoterapia, dopo potrei prendere in considerazione l'ipotesi di andarci io, sarò mica più "sbagliato" di loro?
|
Capisco il tuo punto di vista, e naturalmente non posso entrare nel merito di ciò che per te risulta intollerabile o insoportabile.
Io però seguo una prospettiva diversa. Non mi concentro sulla giustizia (riprendendo una parola che hai usato tu). Io penso che ognuno si trovi nella situazione di doversi fare carico di se stesso. Non devo pensare che altri dovrebbero migliorare prima che lo faccia io. Posso farlo, certo. Ci sono tante persone che dovrebbero lavorare su se stesse oltre a noi e anche più di noi? certamente. Ma l'unica cosa che posso concretamente fare nella mia vita è pensare a come migliorare me stesso e avere un influsso positivo sul contesto in cui vivo.
Non si tratta di correggere comportamenti che vanno fuori dallo spettro della normalità. Si tratta di correggere comportamenti che causano difficoltà, malessere o frustrazione nella propria persona.
La psicologia non serve solo a correggere la timidezza e l'ansia, ma partiamo pure da questa prospettiva.
Scusa la lunghezza, ma sto esponendo un ragionamento anche per me stesso.
Ebbene, se io in vista di un impegno lavorativo normale muoio d'ansia, ho somatizzazioni, problemi gastrointestinali, brividi, bruxismo e chi più ne ha più ne metta, non riesco a essere sereno nei giorni prima con la mia famiglia, mi abbuffo di cibo e alcol per calare la tensione, non riesco a staccare e dedicarmi alle mie passioni... vorremmo pur convenire che è un problema che mi fa stare male, e che peggiora la qualità della mia vita?
E si badi che spesso queste preoccupazioni non dipendono dal fatto che il mondo è brutto e cattivo, e che al lavoro ci sono tanti Salvini (lo uso ben volentieri come UDM per antonomasia, lo disprezzo): molto spesso ci si preoccupa per spinte interne, per pressioni interne al proprio equilibrio psicologico, e a fronte di situazioni in cui si interagisce con persone che si comportano correttamente, e non hanno particolare interesse a disapprovarci.
Ancora, guidare un'automobile. E' comodo no? quella di poter guidare non è un'imposizione prepotente che ci fanno i tanti Salvini in giro. I mezzi esistono anche se ce ne vorrebbero di più. Guidare è solo un'abilità che semplifica enormemente la vita. Ma se io ho difficoltà a gestire l'agitazione, ho attacchi di panico, non riesco ad acquisire la naturalezza nei movimenti, anche qui vorremo convenire che si tratta di un mio problema, e che se un terapeuta mi aiuta a risolverlo ne trarrò beneficio per la mia vita?
La lista può essere lunga... interagire con l'altro sesso: perché dovrei morire d'ansia e sentirmi mancare il respiro quando lo faccio? se posso trovare un terapeuta che mi aiuta ad accettare me stesso e ad espormi con naturalezza accettando il giudizio altrui, perché non farlo?
Capisco bene quanto sia importante cercare di seguire una coerenza logica nei propri pensieri, e aderire sempre ai propri principi, però io vedo le cose da una prospettiva più banalmente pragmatica. Ho una difficoltà che mi pregiudica le possibilità di fare una vita serena, esistono strumenti per aiutarmi a superarla, ci provo.
|
Ultima modifica di Blue Sky; 11-05-2020 a 13:56.
|
11-05-2020, 14:33
|
#98
|
Esperto
Qui dal: Jun 2018
Ubicazione: Milano
Messaggi: 1,263
|
La psicoterapia non è riabilitazione, ha lo scopo di farti star bene con te 'stesso e con gli altri, di farti accettare.
Tanto che mi è stato più volte detto in sedute che ognuno ha il proprio carattere e che quindi ci 'sta che io sia introverso, per cui di accettare la mia introversità e di lavorare sulla questione debilitante di ciò.
Se fosse vero che si vuole correggere chi è fuori dalla Guassiana, non mi sarebbe stato detto ciò.
La definizione stessa dei vari disturbi psicologici è centrata sul fatto che essi siano debilitanti per la vita dell'individuo, non sul fatto che sei "differente dalla massa", tant'è che l'entrata in terapia è del tutto volontaria a meno di casi particolarmente gravi proprio perchè è il malessere del paziente a spingerlo in terapia, non il fatto che debba essere in qualche modo corretto.
Insomma la terapia non cambierà mai i tuoi gusti, non renderà mai un introverso un estroverso, non modificherà il tuo carattere in modo da renderti uguale agli altri.
Non capisco questa cosa per cui bisogna mandare gli incivili in psicoterapia, non è lo scopo che si propone, per lo meno non quella delle sedute individuali "classiche" (immagino che psicologi da riabilitazione esistano). Poi è vero che magari facendo vivere meglio con sè stessa una persona certi comportamenti si risolvono perchè sintomo di un disagio, ciò non significa che la terapia abbia lo scopo di correggere le persone.
|
Ultima modifica di Edwin; 11-05-2020 a 14:40.
|
11-05-2020, 14:52
|
#99
|
Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 65,154
|
Premessa: quanto dirò non ha validità generale né vuole averne, parlo esclusivamente a titolo personale, chi vede la psicoterapia diversamente da me fa benissimo ad andarci se gli è di giovamento.
Per farmi star bene con gli altri servono le persone giuste, quelle che non scassano la minchia, alzano il sopracciglio, sgranano gli occhi o fanno battute del cazzo se mi comporto in maniera da coda della gaussiana, non la psicoterapia. Questa è una verità fondamentale alla quale sono giunto dopo anni. E una volta che viene irrevocabilmente e definitivamente stabilito ciò allora non ci saranno più riserve nello star bene con me stesso, in quanto non ci sarà più dubbio al mondo che io abbia qualcosa che non va, e che essere sulla coda della gaussiana non vuol dire proprio nulla.
Altrimenti torno al concetto del me "sbagliato" o quantomeno "difettato" che non "riesce" a star bene perché qualcosa non gli funziona e ha bisogno di aggiustarlo.
Esempio: guidare mi fa innervosire? E chi ha detto che guidare deve essere un'abilità imprescindibile? Chi l'ha deciso? Sono io sbagliato perché guidare mi crea disagio o è sbagliato pensare che uno debba saperlo fare per forza? E così con altro.
Anche l'esempio di muttley è illuminante, se qualche commento mi offende non si prende neanche in considerazione il fatto che possa essere un commento fuori luogo: non sia mai, per carità, Vulgata vult, o sono io permaloso e suscettibile oppure sono io che non accetto certi miei comportamenti, e quindi in un modo o nell'altro sono sempre io che devo modificare qualcosa che non va di me.
Quote:
Originariamente inviata da Edwin
Non capisco questa cosa per cui bisogna mandare gli incivili in psicoterapia, non è lo scopo che si propone
|
E fa male secondo me.
Se ci vado io devono andarci 1000 volte di più loro, i miei comportamenti non sono certo più da correggere dei loro, anche se io ho il grave torto di essere "deviato" dalla norma sociale.
Quote:
Originariamente inviata da Blue Sky
Non si tratta di correggere comportamenti che vanno fuori dallo spettro della normalità. Si tratta di correggere comportamenti che causano difficoltà, malessere o frustrazione nella propria persona.
|
Sempre di correggere i miei comportamenti si tratta (che poi difficoltà e malessere nel mio caso derivano dall'essere in minoranza e dal fatto che comunemente si ritiene che sanity is statistical).
Nella mia visione si correggono i comportamenti sbagliati, cioè quelli che provocano danno agli altri. Se non lo sono non c'è problema e ognuno fa quel cavolo che gli pare.
|
Ultima modifica di Winston_Smith; 11-05-2020 a 15:03.
|
11-05-2020, 15:05
|
#100
|
Banned
Qui dal: Dec 2009
Ubicazione: Inferno
Messaggi: 2,713
|
Quote:
Originariamente inviata da Winston_Smith
Se vado in psicoterapia è per correggere un "difetto" o no?
Il sentirsi in pace con quello che si fa e soprattutto si è purtroppo non dipende solo da me ma dipende anche da quanti e quanto accettano le mie "deviazioni" dalla "normalità", a meno di non fare l'eremita.
Importa eccome invece, non mi risulta che la psicoterapia si imponga di cambiare comportamenti molto diffusi ma eticamente sbagliati, invece si concentra sulle "deviazioni" dalla "normalità". E secondo me è una sua grossa carenza.
Quando manderanno dallo psicologo, anche in maniera coatta, tutti quelli che lasciano il bidè per strada et similia, dopo allora forse ci andrò anch'io.
|
Ma che si facciano curare gli altri, infatti. Alla fine, tanto, è sempre il timido/introverso che si ritrova in terapia, chissà come mai. Invece, quelli davvero gravi, stanno tutti lì fuori e campano senza problemi. La sensazione è sempre quella che ci vogliono tutti omologati. Se parli poco, non sei normale, e devi cambiare. Ma anche no. Io poi non ho problemi perché non mi accetto. E' che non mi accetta la società. Perché dovrei curarmi io? Pensa che c'è pure chi vorrebbe curare l'asessualità, ad esempio. Io la vivo benissimo, e non è un problema per me, ma alcuni specialisti ancora non la considerano a volte, e se trovi quello sbagliato si fanno più danni che altro. Pure qui, sono da curare io o quelli che mi insultano perché non provo attrazione sessuale e non faccio sesso?
|
Ultima modifica di incompresa88; 11-05-2020 a 15:35.
|
|
|
Discussioni simili a Psicoterapia boff
|
Discussione |
Ha iniziato questa discussione |
Forum |
Risposte |
Ultimo messaggio |
La psicoterapia
|
Anonymous-User |
Trattamenti e Terapie |
1 |
21-12-2008 09:49 |
psicoterapia
|
no_fun |
Contatti |
2 |
20-02-2008 14:56 |
psicoterapia...
|
lalla |
Trattamenti e Terapie |
36 |
20-02-2008 14:10 |
Psicoterapia...
|
Saggio |
Trattamenti e Terapie |
17 |
29-10-2007 20:43 |
CHI E' IN PSICOTERAPIA?
|
Graziepapi |
Timidezza Forum |
4 |
28-08-2007 16:32 |
|