Sto rileggendo a distanza di tempo i libri di Giulio Cesare Giacobbe.
La sua teoria, frutto dell'influenza di molte discipline, per farla breve, è la seguente:
sono presenti tre stadi di sviluppo che corrispondono a tre personalità: quella del bambino, quella dell'adulto e quella del genitore.
Il bambino è dipendente dagli altri e ha mille paure, poiché non è in grado di procacciarsi da solo ciò che ha bisogno, è necessario che qualcuno si occupi direttamente o indirettamente di lui.
L'adulto è colui che domina il suo territorio, riesce ad affermarsi, si prende ciò che vuole e non ha bisogno degli altri
Il genitore è colui ha superato il problema dell'autoaffermazione ed è capace di provvedere anche ad altre persone.
Queste personalità sono interscambiabili in un soggetto sano, a seconda delle circostanze.
Qual è il problema: specialmente nella nostra società dove i ragazzi rimangono in famiglia fino a tardi, spesso non si sviluppa la personalità adulta. E in molti casi, si passa dall'essere "bambini" all'avere materialmente dei bambini, diventando genitori solo sulla carta ma non a livello di personalità.
Il prof. Giacobbe sostiene che la personalità infantile è la più diffusa, arriva a parlare di nevrosi infantile ( = il permanere della personalità infantile anche in uno stadio cronologico in cui dovrebbe già essere superata), che è alla base di tutte le sciagure psicologiche (ansia, depressione, fobie, ecc.).
Lui ha elaborato un training (audio mp3 di ipnosi), l'ho preso, ma non è cambiato una fava.
Comunque trovo sensata e comoda questa categorizzazione - sebbene credo vi siano tot eccezioni - è molto terra terra, senza arzigogolii e sofismi inutili e dispersivi.
Penso che al di là del singolo problema (es. ho paura a provarci con questa persona) le cose vadano inquadrate un pò più dall'alto come fa Giacobbe.
Visti dall'alto, come siamo?
Ci prendiamo quello che vogliamo (specie quando è difficile)? Lo affrontiamo il mondo? Dominiamo il nostro territorio?
No? E allora siamo ancora "bambini" (anch'io ovviamente), non abbiamo ancora sviluppato la personalità adulta, e quella dovrebbe essere la priorità. Priorità assoluta, secondo Giacobbe.
Il sommo problema: non ci sono scorciatoie, pillole magiche o altri mezzi che possano facilitare il percorso.
Anzi, la cosa migliore sarebbe andarsi a "complicare" la vita.
Sono _azzi insomma...