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filosofo 09-08-2016 18:47

Psicologia evolutiva
 
Sto rileggendo a distanza di tempo i libri di Giulio Cesare Giacobbe.
La sua teoria, frutto dell'influenza di molte discipline, per farla breve, è la seguente:

sono presenti tre stadi di sviluppo che corrispondono a tre personalità: quella del bambino, quella dell'adulto e quella del genitore.

Il bambino è dipendente dagli altri e ha mille paure, poiché non è in grado di procacciarsi da solo ciò che ha bisogno, è necessario che qualcuno si occupi direttamente o indirettamente di lui.

L'adulto è colui che domina il suo territorio, riesce ad affermarsi, si prende ciò che vuole e non ha bisogno degli altri

Il genitore è colui ha superato il problema dell'autoaffermazione ed è capace di provvedere anche ad altre persone.

Queste personalità sono interscambiabili in un soggetto sano, a seconda delle circostanze.

Qual è il problema: specialmente nella nostra società dove i ragazzi rimangono in famiglia fino a tardi, spesso non si sviluppa la personalità adulta. E in molti casi, si passa dall'essere "bambini" all'avere materialmente dei bambini, diventando genitori solo sulla carta ma non a livello di personalità.

Il prof. Giacobbe sostiene che la personalità infantile è la più diffusa, arriva a parlare di nevrosi infantile ( = il permanere della personalità infantile anche in uno stadio cronologico in cui dovrebbe già essere superata), che è alla base di tutte le sciagure psicologiche (ansia, depressione, fobie, ecc.).

Lui ha elaborato un training (audio mp3 di ipnosi), l'ho preso, ma non è cambiato una fava.

Comunque trovo sensata e comoda questa categorizzazione - sebbene credo vi siano tot eccezioni - è molto terra terra, senza arzigogolii e sofismi inutili e dispersivi.

Penso che al di là del singolo problema (es. ho paura a provarci con questa persona) le cose vadano inquadrate un pò più dall'alto come fa Giacobbe.

Visti dall'alto, come siamo?

Ci prendiamo quello che vogliamo (specie quando è difficile)? Lo affrontiamo il mondo? Dominiamo il nostro territorio?

No? E allora siamo ancora "bambini" (anch'io ovviamente), non abbiamo ancora sviluppato la personalità adulta, e quella dovrebbe essere la priorità. Priorità assoluta, secondo Giacobbe.
Il sommo problema: non ci sono scorciatoie, pillole magiche o altri mezzi che possano facilitare il percorso.
Anzi, la cosa migliore sarebbe andarsi a "complicare" la vita.

Sono _azzi insomma... :huh:

mmmax 09-08-2016 19:46

Re: Psicologia evolutiva
 
Se tutto si potesse risolvere ascoltando un mp3 gli psicoterapeuti potrebbero cambiare mestiere...
In linea di massima sono d'accordo con Giacobbe ma secondo me ogni persona richiede un trattamento personalizzato. Per problemi strutturati bisogna andare alla fonte; se non sbaglio lo stesso autore pratica anche il cosiddetto "trapianto di memoria", per cambiare la percezione dei ricordi traumatici.

filosofo 09-08-2016 19:53

Re: Psicologia evolutiva
 
si, è lui. Per trapianto di memoria intende fondamentalmente delle visualizzazioni guidate in stato di trance dove va a "riscrivere" certe vicende del passato che hanno condizionato negativamente la persona.

l'mp3 a cui faccio riferimento invece è standardizzato e ti porta dallo stadio infantile all'incontro col "genitore" e poi con un modello di personalità adulta con cui avviene una sorta di compenetrazione. Però almeno per me non funzia. Poi essendo lo stesso pippone ogni volta, non ci sono sviluppi del tipo: "ok questa cosa l'ho fatta.. Passo successivo?".

Gira e rigira, la best practice è sempre quella di sfidare limiti, paure e difficoltà

mmmax 11-08-2016 15:43

Re: Psicologia evolutiva
 
Secondo me un trattamento del genere ha bisogno di essere completato con una successiva fase "comportamentale". Quindi bisogna poi mettersi alla prova per capire se il pensiero di crescita interiore aiuta ad affrontare meglio la realtà; in caso negativo si riascolta il cd per altre settimane.
Mi viene in mente quello che mi successe alla fine degli anni '90. Non avevo il coraggio di entrare nei negozi e quindi compravo tutto nei supermercati. Dopo aver provato senza successo una desensibilizzazione graduale in cui facevo un passo avanti e due indietro, mi chiesi cosa avrei detto ad un amico nella stessa situazione e trovai dentro di me la frase: "Max, sei un adulto, comportati da adulto".
Ripetei la frase davanti ad un negozio e superai il problema per sempre.


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