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Vecchio 01-05-2005, 10:04   #1
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In base alle disposizioni delle autorità nordamericane, sono state inserite nuove avvertenze sui pericoli indotti dagli inibitori selettivi della serotonina (SSRI). La FED raccomanda che quando compaiono sintomi negativi la terapia venga sospesa.

Antidepressivi a rischio, più cautela nell'uso delle pillole


di Susanna Jacona Salafia

Antidepressivi sotto esame: su disposizione della Food and Drug admìnistration (Fda), l'ente statunitense preposto all'approvazione e al controllo di farmaci e terapie negli Usa, dal mese scorso sulle scatole degli antidepressivi Prozac, WellButrin, Celexa e Paxil, o le cosiddette "happiness pills", pillole della felicità, ci deve essere questo avverti*mento: «Due bambini su 100 che usano questi antidepressivi (negli Stati Uniti il Prozac è stato approvato nel 2003 anche per bambini e adolescenti da 7 ai 17 an*ni affetti da sindrome gravi di depressione) hanno più probabilità di pensare o commettere il suicidio da adulti, a cau*sa dell'uso del farmaco».
Questa nuova avvertenza è solo l'epi*logo di un acceso dibattito, che in Usa e nel mondo dura da qualche anno, sulla presunta dannosità degli antidepressivi - prescritti ad oltre 35 milioni di persone nel mondo secondo stime Oms - a base di Ssri ("selective serotonin reuptake inhibitors"), che farebbero registrare un alto tasso di suicidi, non solo tra chi li ha usati da bambini ma anche tra gli adul*ti. Si tratta di una classe di psicofarmaci, diversa dai tradizionali "triciclici", basa*ta su cinque molecole principali (Fluoxetina, Fluvoxamina, Paroxetina, Sertralinae e Citalopram). Inibiscono il riassorbimento della serotonina, un neurotrasmettitore del cervello coinvol*to nello sviluppo della depressione.

Il libro di un famoso psichiatra britannico ("Let them eat Prozac" di David Healy) denunda decine e decine di suicidi di pazienti "on Prozac" descrivendone i casi singolarmente. Dopo una serie di aspre polemiche e accuse (l'ultima delle quali suscitata dalla pubblicazione sul British Medicai Journal di alcuni do*cumenti riservati che testimonierebbero il più alto tasso di suicidi rilevato anche in fase di sperimentazione del farmaco, prima della sua approvazione nel '87), la Fda ha aggiornato le avvertenze sull'uso delle pillole della felicità.

Già dallo scorso anno, con una lettera inviata alla case produttrici di 10 antidepressivi Ssri (oltre al Prozac e gli altri adesso controindicati nell'uso pediatrico anche Zoloft, Luvox, Lexapro, Effexor, Serzone e Remeron, la Fda ha racco*mandato una particolare allerta da parte dei medici curanti, su eventuali sintomi di peggioramento della depressione e l'emergenza di attacchi suiddi dei pa*zienti in terapia con psicofarmad Ssri.

Secondo le nuove linee guida, dunque,«ansia, agitazione, attacchi di panico, insonnia, irritabilità, iperattività, ostilità e impulsività sono sintomi che compaiono nei pazienti trattati». Sebbene la Fda non affermi che i sintomi citati siano chiari segni di un peggioramento o della possibile insorgenza di impulsi suicidi, «c'è il timore che chi mostra uno o più di questi sintomi possa avere un maggiore rischio di aggravamento della sindrome depressiva o impeti suicidi». La terapia in questi casi dovrebbe essere rivista o sospesa, soprattutto se i sintomi sono acuti.
Interessante la storia di come il Brìtish Medicai Journal abbia ricevuto il materiale poi pubblicato il primo gennaio 2005. La rivista riceve il testo da un anonimo. Si tratta di uno dei primi studi sulla fluoxetina, la sostanza Ssri del Prozac, che portarono all'approvazione del farmaco. Secondo questi dati in circa il 19% dei pa*zienti inclusi negli studi della Eli Lilly, la casa farmaceutica del Prozac, si erano ma*nifestati gravi disturbi comportamentali che in alcuni casi avevano portato al suicidio. Lo studio faceva parte del fa*scicolo di una causa intentata contro la multinazionale, dai familiari delle vittime di Joseph Wesbrecker che nel 1989 uccise 8 persone e ne ferì 12 e si trovava in te*rapia Prozac. Il Bmj sosteneva che questo documento fosse andato perduto dal fascicolo di quel processo. La Ely Lilly in una lettera di smentita ha invece dimostrato che i docu*menti furono regolarmente esaminati al pro*cesso e che nessuno li aveva sottratti né smarriti. La polemica è finita con le scuse all'azienda pubblicate dalla rivista.
In questi anni, comunque, gli studi sugli effetti della "selective serotonin reuptake inhibitors" Ssri, sono stati molteplici: solo sul Bmj ci sono più di 700 ricerche diniche pubblicate dal '94 a oggi. Proprio da questo enorme mole di studi (sperimentazioni singole non sufficienti a provare la dannosità del farmaco) un team di studiosi dell'Univer*sità canadese di Montreal e Ottawa, tra cui David Healy autore del saggio best-seller sul Prozac, ha ricavato il dato complessivo in una ricerca pubblicata recentemente. Gli studi monitorati riguardano ricerche diniche sul Prozac e gli Ssri su un totale di 87.650 pazienti in 702 sperimentazioni in 36 anni, controllate a doppio cieco, con somministra*zione di placebo o psicofarmad non Ssri.
Un'analisi statistica comparata dei risultati di tutte le sperimentazioni che ha permesso al team di ricerca di stabilire che il campione che ha ricevuto psicofarmaci (sia della classe Ssri che i triciclici) ha fatto rilevare un tasso suicidalità (tentativo di suicidio) maggiore di più del doppio in percentuale rispetto al campione a cui era stato somministrato placebo 0 terapie non farmacologiche. I ricercatori scri*vono che ci sono diversi limiti nei metodi delle sperimentazioni stesse che tendevano a rilevare solo in parte i casi di tentativi di suid*dio: urgono quindi ulteriori studi.
Di diverso tenore l'altra metanalisi, pubblicata sullo stesso numero del Bmj, che ha invece monitorato i dati di più di 40 mila pa*zienti di 477 studi clinici compiuti in passato, cioè i dati che le case farmaceutiche hanno sottoposto all'Mhra britannico( il corrispettivo della Fda americana). Negli studi si mettevano a paragone gli antidepressivi Ssri con placebo in adulti depressi o affetti da altri disturbi mentali. David Gunnell, professore di Epidemiologia al dipartimento di Medicina sodale del*l'ateneo di Bristol e il suo team, al contrario dei colleghi canadesi, dichiara di non aver trovato alcuna evidenza che gli Ssri aumentino l'impeto alla suicidalità. Nelle conclusioni, si afferma che effetti rischiosi «non possono essere esclusi».
Un altro recente studio, su topi, dell'Università del Tennessee, (pubblicato su Neuron) spiega l'azione con*temporanea del farmaco sulla serotonina e su un altro neurotrasmettitore, la dopamina. Una "cosegnalazione" che ha effetti sul normale funzionamento del cer*vello. «Questo co-rilascio», spiegano i ricercatori su Neuron, «potrebbe spiegare la sindrome del pericolo di vita da serotonina», ovvero l'aumento di peso riscontrato nei pazienti curati con antidepressivi Ssri.
Vecchio 01-05-2005, 10:39   #2
Intermedio
 

Mah...eppure gli inibitori selettivi della serotonina li spacciavano quasi come immuni da effetti collaterali al contrario dei vecchi antidepressivi triciclici 8O . In ogni caso leggendo vari articoli si parla di calo di appetito e nausea soprattutto durante la fase iniziale della cura, (tuttavia sono effetti destinati a scomparire con il proseguimento nell'assunzione) quindi nella peggiore delle ipotesi potrebbe verificarsi un calo del peso corporeo tant'è che questi farmaci spesso vengon utilizzati anche nei pazienti bulemici.
Quanto al suicidio sono dati che dovrebbero far riflettere...
Vecchio 01-05-2005, 12:15   #3
Guest
 

sinceramente penso che un po' tutti i farmaci hanno effetti collaterali... per esempio anche una semplice aspirina.. con il tempo puo' farti venire l'ulcera!
ci sono a volte momenti nella vita in cui vedi tanto buio quindi si ricorre ai farmaci per migliorare .. e in molti casi l'effetto si riscontra in maniera positiva!

i faramci non sono caramelle e vanno presi nella giusta dose sotto controllo medico!

per quanto riguarda i farmaci antidepressivi di nuova generazione penso che probabilmente lo studio americano si riferisse a bambini! è da tenere presente che l'adolescenza è un periodo della vita di ogni singola persona molto particolare!!!
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