Ciao a tutti,
Ho 30 anni e vi ho trovato facendo ricerche online sulla fobia sociale. Leggendo qualche argomento su questo forum mi sono sentita meno sola, scoprendo che non sono l'unica ad avere disagi, a covare malessere, a provare certe cose. Ho sentito come il brutto anatroccolo che vede i suoi simili cigni, ecco! Quindi ho deciso di iscrivermi perché questo mondo fa parte di me.
In questo momento mi trovo in un periodo delicato e difficile della mia vita. Vorrei riuscire a trasmettervelo, descriverlo con chiarezza. In questo momento più che mai ho iniziato a prendere coscienza di possedere tratti di fobia sociale ed altre cose.. Bassa autostima, insicurezza, conseguente depressione e sbalzi di umore. Sto scoprendo queste cose grazie alla psicoterapia ed a ciò che mi è accaduto in relazione al mio lavoro. Ho sempre avuto difficoltà nel buttarmi nel sociale, aprirmi alle persone, dialogare, creare e mantenere relazioni. Riesco solo con le persone con cui riesco a sentirmi a mio agio, "al sicuro", quindi pochissime essendo io molto selettiva. Questo fin da piccola, dall'asilo, ma ora ne sto prendendo coscienza. All'asilo se non c'era la mia amichetta andavo in crisi, alle medie sono capitata in una classe di persone totalmente dissimili a me che mi prendevano in giro e mi emarginavano, ricordo passavo le ricreazioni in bagno con altre ragazze col mio stesso disagio. Al liceo ho indossato varie maschere. L'università la abbandonai per il troppo carico emotivo. E poi sono diventata un'estetista, mi sembra incredibile! Ho trovato la forza mossa dalla mia forte determinazione di voler imparare un mestiere, dal crederci, dalla passione, e poi ero fidanzata, ho avuto una storia di sette anni che da tre anni ho interrotto io. Poi ho provato a conoscere nuove persone ma ho sempre abbandonato dopo poco perché non ho trovato chi riesce a farmi innamorare.
L'essere fidanzata mi ha fatto passare quegli anni in una sorta di protezione data dalla coppia, non mi sono buttata nel sociale perché stavo sempre con lui (e non avrei voluto fare altrimenti, mi stava bene così) e non mi ha fatta concentrare sui miei disagi. Da singol è cambiato tutto poiché sono in contatto con me, sola e non più in coppia.
Essere estetista è un lavoro in cui si è continuamente a contatto con le persone: doppio sforzo per una col mio carattere, non solo il rapporto coi colleghi e l'ambiente di lavoro ma anche coi clienti e l'essere in continuo giudizio sulla mia performance, accontentarlo, il dover dialogare, toccare le persone, essere precisa, professionale, vendermi, trasmettere sicurezza. Ho lavorato per 7 anni in un grande centro dove ero apprezzata ed abile in tutto. Poi mi sono licenziata per via dei continui ritardi nel ricevere lo stipendio e per altri motivi che mi hanno fatto rendere conto che stavo accumulando troppo carico emotivo. La passione per il mio lavoro non riusciva più a compensare i disagi, inoltre da singol la mia vita extra lavorativa non compensava il sopportare lo stress del lavoro. Finché ero fidanzata ce l'ho fatta. Ho combattuto con ansia, attacchi di panico, vampate di calore e diventare rossa nelle situazioni di disagio, ma sempre col mio autocontrollo x risultare impeccabile agli altri ma dentro provavo l'inferno. Ecco lo sfociare di disturbi psico somatici quando arrivavo al limite (ciclo mestruale che se ne va, labirintite, febbre, irritazione agli occhi, somatizzo all'intestino, ecc..). Dopo il licenziamento ho vissuto mesi di vita tranquilla fatta di passeggiate col cane, uscite semplici con mia sorella, cose tranquille. Ho pure fatto il mio primo viaggio da sola. Da ultimo però mi sentivo depressa, frustrata dal non avere un lavoro stabile, se non qualche cliente amica, mi sentivo sola, annoiata.. Ho ritrovato lavoro in un salone di estetica e parrucchieri e ho deciso di ributtarmi. Ma è andata malissimo, i colleghi sono totalmente dissimili a me e non è come lavorare in un centro estetico in cabina con appuntamenti fissati, qui lavoro sotto i riflettori, sotto gli occhi di tutti e non ci sono appuntamenti fissati, qui devo essere io a presentarmi alle clienti che vengono per farsi i capelli e fargli venire voglia di fare anche i servizi di estetica. Il continuo cicaleccio, la musica a tutto volume, il rumore dei phon, i titolari che mi dicono di andare dalle clienti e instaurare dialoghi per poi farmi conoscere come una grande professionista, è una clientela esigente e coi soldi, ecc.. No, non fa proprio per me. Già ero in crisi verso il mio lavoro, questo salone mi ha dato il colpo di grazia. Passare dall'essere disoccupata da mesi, ad una full immersion del genere è stato un passo estremo. Ho resistito quasi due mesi sforzandomi di compiacere titolari e clienti. Ma non sono io quella e non mi piace lavorare così, non mi piace passare la giornata a pulire ed inventarmi cosa fare x non farmi vedere ferma quando non ci sono clienti, non mi piace ridere alle battute che non trovo divertenti, non mi piace forzare i dialoghi, essere costretta a dialogare. Ho tirato troppo la corda e ora sto male. Mi devo riprendere e risolverò anche questa ma per ora sono debole.
Noi abbiamo una grande intelligenza emotiva ed una grande sensibilità, siamo speciali nella nostra diversità.