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Vecchio 29-04-2012, 17:31   #21
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Quintuplo, grazie ancora del contributo, ho modificato i due punti da te consigliatimi e, anche se non mi metto a cambiare i vecchi post prima o poi metterò un link alla versione "definitiva", il mio 2.0. In ogni caso ecco il III parte 2

Il giorno seguente arrivò molto prima di quello che avevo sperato, e con lui Jared, la carta igenica, le sigarette, l'alcool, il pane e anche qualche lattina di Diet Coke e di Seven Up. Anche il resto c'era tutto.
Ce ne stavamo lì, in piedi, l'uno di fronte all'altro e io non sapevo se avrei dovuto invitarlo ad entrare oppure no: l'educazione lo avrebbe richiesto, ma l'educazione avrebbe richiesto anche una casa pulita e presentabile, chiamare qualcuno che conosci appena per farti portare la spesa a casa poi era assolutamente fuori discussione. Che fare allora? Di certo non potevo starmene lì impalato come uno stoccafisso, per cui alla fine decisi di far scegliere lui.
“Vuoi venire dentro?” gli chiesi e subito mi affrettai ad aggiungere che comunque l'appartamento era in condizioni pessime e non era cambiat granchè dall'ultima volta che lo aveva visto, “comunque ti posso sempre offrire qualcosa e se vuoi, ti posso pagare, per il disturbo. Al momento vedi non ho molti soldi, ma qualcosa lo si trova”.
Lui fece cenno di no con la testa e assunse un'aria pensierosa mentre io me ne stavo lì di fronte senza dire una parola, immobile, semplicemnente aspettando; dietro di me la porta gemeva e si apriva lentamente, come se ci stesse invitando dentro.
Nel complesso la scena aveva assunto un'aria piuttosto inquietante e al tempo stesso solenne : qualsiasi gesto avessimo fatto in quel momento sarebbe sembrato intriso di significato, definitivo. L'atmosfera tutt'attorno era tesa e statica, quasi pesante, come se il nulla che ci circondava avesse acquistato una nuova dimensione e ora gravassse su di noi, deciso a schiacciarci entrambi.
Tutto dipendeva da Jared e da quello che avrebbe detto fra qualche istante: una cosa però era certa, se avesse deciso di entrare nell'appartamento non avrebbe più potuto uscirne.
Non si trattava semplicemente di accettare o meno un invito, ma di prendere una vera e propria decisione: fuori dalla porta del 27b, al 15 di Newbourgh Street c'era un mondo, dentro, ce n'era un altro.
Per lui in quel momento, entrare in casa mia voleva dire entrare nella mia vita, nella mia mente, ed io sapevo bene quanto era facile perdecisi.
Forse avrei dovuto avvertirlo, prendere le mie buste e cacciarlo via, la cosa migliore sarebbe stata mettergli in mano due lattine di Diet Coke e andarmene, ognuno per la sua strada, arrivederci e tante grazie, invece non feci nulla di tutto ciò e come al solito presi la decisione peggiore che avrei potuto.
...il fatto è che sapevo che una volta dentro lui sarebbe stato in qualche modo legato a me. Non lo era forse già? Altrimenti perchè avrei trovato il coraggio di chiamarlo? Perchè sarebbe venuto fin qui?
Il mio non era un gioco pulito, lo sapevo, e per tutto il tempo che jared stette in casa mia non riuscii a liberarmi della fastidiosa sensazione di averlo imbrogliato.
Era così? ....
....
....
Per tutto il pomeriggio cercai di non pensarci , ma non potevo e i rimorsi mi tormentarono fino a notte fonda, quando finalmente, preso dalla stanchezza, crollai.
Ora come ora non posso fare a meno di pensare che se avessi tenuto di più a Jared mi sarei comportato diversamente. Se l'avessi considerato un amico, lo avrei spinto fuori a calci. Invece allora non me ne importava nulla di lui, anzi, il motivo per cui lo avevo scelto era proprio il fatto che era praticamente uno sconosciuto, una persona come un'altra: insignificante, sostituibile...in più avevo un disperato bisogno di qualcuno a cui potermi aggrappare, chiunque, non importava chi.
Vecchio 29-04-2012, 17:32   #22
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Non sapevo se lui sarebbe stato o meno capace di sopportare il mio peso, ma d'altro canto non mi sarebbe iportato nemmeno se si fosse spezzato nel tentativo.
Dopotutto nessuno lo obbligava a starmi vicino no? Se voleva andarsene non sarei certo stato io a trattenerlo pensavo, ed era un bel ragionamento, comodo soprattutto dal momento che fin dall'inizio avevo avuto l'impressione che sarebbe rimasto.
La maggior parte della gente non l'avrebbe fatto, lui sì. Non dirò che era un angelo o cazzate del genere, nè sono così stupido da credere che la sua disponibilità derivasse dal buon cuore, credo piuttosto che lui si fosse in qualche modo rivisto in me.
Guardandoci dall'esterno, sia io che lui potevamo sembrare persone più o meno normali, ma dentro... è difficile da spiegare e ancora di più da comprendere, ma è così, fra scoppiati ci si riconosce: noi eravamo quelli che da bambini giocavano sempre soli, quelli che avevano amici immaginari fino ai dodici anni, quelli con l'apparecchio ai denti e e le allergie. Quelli che a diciassette anni non andavano mai in discoteca e non avevano mai avuto una ragazza.
Eravamo quelli persi, andati, bruciati, fottuti, anche se ognuno a modo suo, e queste sono cose che si possono solo nascondere, mai cancellare.
Per quanto tu possa farti una vita ormale e cercare di passarla in relativa tranquillità rimarrà sempre qualcosa in fondo ai tuoi occhi,come un'ombra scura, qualcosa di cupo e amaro che solo chi ti è simile riuscirà ad intuire, e camminando per strada ti capiterà ogni tanto di trovare qualcuno come te e di scambiarci uno sguardo veloce, uno sguardo che dice “ti ho visto” “lo so”: questo era successo a me e Jared ed ognuno ora era attratto dalla zona d'ombra dell'altro; lui da quella che aveva visto in me, io da qulla che ero convinto di aver scorto in lui.
Aveva tentato di resistere, di allontanarmi, e sarebbe bastato che quel giorno se ne fosse andato via subito perchè ci riuscisse, ma alla fine era rimasto: il patto era stato suggellato.
Guardavo i suoi lineamenti delicati,gli occhi chiari e placidi come due specchi d'acqua e non potevo fare a meno di immaginare cosa nascondessero. Chissà cosa giaceva sul fondo di quelle iridi, chissà quali paure e quali orrori, quanti demoni e quanti fantasmi.
Ricordo che ce ne stavamo seduti nella penombra, intorno a noi la decadenza più totale, stavamo bene: non ero più solo...io, proprio io,ora avevo qualcuno...
Sentivo di potermi fidare d quell'individuo che si era affacciato sul baratro che avevo dentro e vi era entrato, seppur con un poco di esitazione.
Vecchio 29-04-2012, 17:33   #23
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Volevo rimanere con lui, sentire il suo vuoto, sprofondarvi: volevo capire come mai un ragazzo dal viso così innocente e dall'aria così buona si trovasse perfettamente a suo agio in mezzo a tutto questo.
Perchè la stessa cosa che consumava me pareva addirittura farlo brillare? La sua era una luce fredda, che non avevo ma visto prima, costante, controllata, mi metteva quasi a disagio...era come sentire la cantilena di un pazzo, esattamente la stessa cosa, ed io non potevo fare a meno di ascoltare.
Jared mi affascinava, questa è la verità, e per la prima volta da quando era iniziata la mia reclusione ebbi la sensazione che qualcosa si fosse “smosso”.
Il tempo, che fino ad allora era stato come fermo, pareva essersi rimesso in moto, ed ora, lentamente ma inesorabilmente stava incominciando a riprendere il suo corso.
C'erano di nuovo un oggi e un domani, un futuro che forse valeva la pena di vedere, e presto sarebbe tornata anche la luce, per lo meno quella elettrica: qualcuno sarebbe andato ad incassare i soldi del bonifico di mamma e per un altro mese si sarebbe potuto tirare avanti.
C'era sempre la possibilità che il Rosso se la desse a gambe con i miei soldi, tuttavia io non sarei andato di certo in banca a ritirarli, e che rimanessero lì a far la muffa o che se li prendesse lui per me non faceva molta differenza, quindi decisi di fidarmi.
In un altro momento, in altre circostanze, con qualcun altro, in un'altra vita o forse in questa stessa probabilmente ci sarei rimasto fregato, ma quella volta no.
Lui tornò e ancora oggi non mi capacito del perchè. Forse perchè pensava che venire derubato mi avrebbe spinto definitivamente al suicidio? E se anche fosse stato? La gente si uccideva per denaro fin dalla notte dei tempi; per quello e per il sesso...che nel mio caso il gioco non valesse la candela? I soldi che avrebbe ricavato dalla mia eventuale morte in fin dei conti non sarebbero stati poi molti e di certo non abbastanza da acquietargli la coscienza...chissà...forse tornò perchè eravamo giovani ed avevamo la testa piena di principi e di valori, roba che tutto sommato potevamo ancora permetterci....sogni.
Di norma questo dovrebbe rappresentare il momento della svolta: la musica crescerebbe fino a farsi martellante ed in sala la gente distoglierebbe per un attimo l'attenzione dalla confezione di pop corn maxi formato, le bocche si staccherebbero dalle cannucce: il protagonista, bellissimo, inizierebbe una corsa disperata; nessuno sa dove stia andando nè perchè abbia tanta fretta, ma la sua espressione decisa non lascerebbe alcun dubbio: centra la bionda.
Forse deve correre all'aeroporto per impedirle di partire per sempre, forse invece deve fare irruzione in una chiesa e lì, recitare un lungo monoglogo per impedirle di sposarsi con qualche milionario incravattato, chi lo sa. Quel che è certo è che succederebbe tutto nel giro di pochi attimi, è a questo che siamo abituati, a cambiamenti veloci dopo i quali tutto si risolve. Magnifico, perfetto.
Un Oscar! Due Oscar! Premiatelo! Premiatelo!
Io la mia parte la farei interpretare a Russel Crowe, che mi è sempre piaciuto, o a Robbie Williams, anche se è leggermente invecchiato. Invece no, niente... niente cambiamento istantaneo, niente svolta e niente miliardi.
Il mio “momento magico” si riduce a Jared che entra dalla porta con diversi sacchi neri fra le mani.
“La corrente torna entro mercoledì, e qui ci sono i tuoi soldi...io torno appena posso e per allora vedi di aver sistemato un pò questo porcile” ciò detto mi tira addosso i sacchi dell'immondizia e se ne va.”
Io inizio a lavorare, strano a dirsi, ma ne ho voglia.
Vorrei vedere un pò d'ordine e sedermi su un divano comodo ed accogliente, vorrei non dovere spostare robaccia dal mio cammino ad ogni due passi, anche sei il la vita non ha senso, anche se aspettarsi un futuro è inutile.
Sono semplicemente stanco di essere stanco. Sì, è il momento di uscire. Io voglio...io voglio vivere!
Prendo tutto ciò che riesco ad afferrare e lo butto nei sacchi neri, giro su e giù per la casa come colto da una sorta di frenesia. Deve sparire tutto, tutto!
È l'inizio di un nuovo me!
Via i le cartacce del cibo! Via le vecchie riviste! Via i vestiti troppo distrutti per essere lavati! Via le vecchie confezioni di pizza da asporto! Via...le ciotole di Rusty...
Non c'erano iù scuse: dovevo andare a riprendermelo e questa volta niente e nessuno mi avrebbero fermato.
Siamo solo io e la porta, l'uno di fronte all'altra, di nuovo. Io ed il pomello lucido di ottone, ancora una volta. Però...ora è diiverso.
Ora non fallirò...
Vecchio 29-04-2012, 17:47   #24
Intermedio
 

...sondaggino per gli utenti buoni di cuore che hanno letto: fin ora come vi sembra stia andando? Lo chiedo perchè anche uno pseudo autore come me ha bisogno di molte opinioni per capire se sta facendo bene oppure no, se la trama risulta noiosa in concludente o altro,,,, mi affido a voi popolo del forum
Vecchio 30-04-2012, 08:30   #25
Esperto
 

Premettendo che che un autore, o pseudo tale, dovrebbe infischiarsene del pubblico perchè deve scrivere per sè stesso... (tanto al "pubblico" non va mai bene niente, a meno di certe insulse cavolate... vedi gran parte dei bestsellers...)

se proprio devo criticare (mi sa che non sto facendo altro ) direi che fino ad ora c'è una certa monotonia: non nel senso di noia, ma di mono-tono nel racconto... è come guidare lungo una strada rettilinea, che per quanto sia bello il paesaggio attorno, magari anche vario, dopo un po' stufa... non so se riesco a spiegarmi... è una questione di ritmo del racconto, non di quantità o varietà di eventi.
Magari è solo una mia sensazione.

Per capire se la trama sia inconcludente, c'è da vedere che sviluppi avrà, quale sarà il colpo di scena finale. Ma tu hai in mente una trama ben precisa? Un messagio tra le righe?

...adesso magari esagero, però, se scrivessi io un racconto del genere, visto che il personaggio, immagino passerà la gran parte del tempo chiuso nel suo mondo, magari metterei la sua storia in parallelo a qualche grande avvenimento storico del mondo esterno (vero o inventato), che gli faccia da sfondo e da contrappunto. Dici che è chiedere troppo?
Vecchio 30-04-2012, 09:56   #26
Intermedio
 

Quote:
Originariamente inviata da Quintuplo Visualizza il messaggio
Premettendo che che un autore, o pseudo tale, dovrebbe infischiarsene del pubblico perchè deve scrivere per sè stesso... (tanto al "pubblico" non va mai bene niente, a meno di certe insulse cavolate... vedi gran parte dei bestsellers...)

se proprio devo criticare (mi sa che non sto facendo altro ) direi che fino ad ora c'è una certa monotonia: non nel senso di noia, ma di mono-tono nel racconto... è come guidare lungo una strada rettilinea, che per quanto sia bello il paesaggio attorno, magari anche vario, dopo un po' stufa... non so se riesco a spiegarmi... è una questione di ritmo del racconto, non di quantità o varietà di eventi.
Magari è solo una mia sensazione.

Per capire se la trama sia inconcludente, c'è da vedere che sviluppi avrà, quale sarà il colpo di scena finale. Ma tu hai in mente una trama ben precisa? Un messagio tra le righe?

...adesso magari esagero, però, se scrivessi io un racconto del genere, visto che il personaggio, immagino passerà la gran parte del tempo chiuso nel suo mondo, magari metterei la sua storia in parallelo a qualche grande avvenimento storico del mondo esterno (vero o inventato), che gli faccia da sfondo e da contrappunto. Dici che è chiedere troppo?
No non è chiedere troppo anzi...comunque vedi ho bisogno di opinioni altrui proprio per questa ragione...gli altri vedon quello che a me sfugge (perchè ogi scarrafone è bello a mamma sua ) e le critiche costruttive sono utili a migliorarsi ...vedrò che riesco a fare
Vecchio 04-05-2012, 16:12   #27
Esperto
L'avatar di Allocco
 

A me piace molto.
L'obiezione del ritmo ha senso, in effetti... l'inizio del secondo atto se non erro, col sogno, mi smosse un secondo.
Per il resto succede poco, è chiaro.
Perché anche lo stile di un racconto fa bene a seguire ciò che narra.
Una trama che segue un tizio in preda agli alti e bassi della depressione, nei bassi, necessiterà di una narrazione monotona e "vuota".
In questo momento il protagonista sembra alzare la testa, anche se ci ha già svelato che tutto è destinato a finire (del resto..).
Magari riuscirà a vivere qualche esperienza, anche minima, osservandola con occhi positivi, e tutto si vivacizzerà un po'. Speriamo per lui

-

I miei appunti sono legati alla sparizione dell'alter-ego (buona idea), sostituito con le divagazioni mondane (tipo quella del cinema).
Questa sostituzione potrebbe dare il tono al racconto.
Nei momenti neri l'alter potrebbe fare capolino, come il corvaccio che martella la testa del protagonista; nelle fasi ascendenti lo stesso protagonista, con la sua voce controllata e razionale, potrebbe deliziarci con qualche succosa deviazione dalla vicenda.
Boh, io l'ho buttata li..
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