Vorrei raccontarvi una cosa accadutami l'altro giorno. Mi scuso in anticipo per il papiro.
Allora da un po' di tempo ho in affitto questo ufficio che è una stanza all'ultimo piano di un palazzo in un ufficio più grande composto da più stanze.
In altre stanze c'è uno studio di ragazze che si occupano di marketing e web e basta, siamo soli. Con queste ragazze mi vedo quasi tutti i giorni nei corridoi, in alcune zone a comune e spesso le incontro quando arrivo e vado via, c'è sempre stato un comune rispetto reciproco, con saluti, cortesie e anche qualche sorriso che fa sempre piacere.
Nei primi giorni, non sapendo bene come funziona, ho preso a prestito una cialdina del caffè e un rotolo di cartaigenica praticamente finito per il bagno dei maschi, visto che non c'era, oltre all'uso della scopa per dare una sistemata all'ufficio mio. Tutte queste cose sono conservate in uno sgabuzzino a comune, non c'era nome o riferimento e così, avendone bisogno e non potendo chiedere a nessuno perché ero solo in quei giorni, ho preso queste cose conscio di non procurare, in ogni modo, chissà quale danno a nessuno. E in effetti è così. Dopo qualche giorno, parlando con una una di loro scopro che quelle cose sono solo a loro uso, insomma se voglio un caffè, se ho bisogno della cartaigenica o di dare una pulita devo arrangiarmi. Ovviamente il discorso non era incentrato su queste cose, era molto più informale, tipicamente da pausa caffè tanto che scopro pure che ognuna di loro ha la sua macchinetta e le proprie cialde, quindi scopro di averla rubata a qualcuna di loro e glielo dico, combinazione scopro che la ho rubata proprio a lei che si mette a ridere dicendo che non se ne era neppure accorta, allora le dico che le offrirò un caffè ma ella mi fa cenno di non preoccuparmi e così faccio, non mi preoccupo.
Passano alcuni mesi è il rapporto tra di noi rimane sempre positivo, tanto che me ne meraviglio perché faccio una fatica terribile a mantenere un rapporto positivo, c'è sempre
il problema di non saper cosa dire ma per fortuna i momenti di scambio sono talmente pochi che non vi do peso, durante il giorni siamo chiusi tutti nei rispettivi uffici a lavorare quindi il contatto è veramente minimo da quel punto di vista.
Passano altri mesi e mi accorgo che pian piano qualcosa inizia ad incrinarsi ma non vi do peso, magari hanno qualche difficoltà nel lavoro ma non chiedo e non indago, saluto perché il saluto non lo nego mai a nessuno anche se spesso non mi escono le parole di bocca (tra l'altro ho il problema che quando qualcuno mi saluta io non so mai cosa dire e spesso scambio buongiorno per buonasera, per fortuna non buonanotte, oppure faccio un cenno con il capo e sorrido ma poi non capisco se il mio cenno e sorriso si sono visti oppure no).
Arriviamo all'altro giorno dove la tizia mi bussa all'ufficio e inizia ad inveirmi contro, senza parole sgarbate ma comunque con tono minaccioso e decisamente alterato dicendo che le è sparita quasi mezza scatola di cialde del caffè e che secondo lei quindi sarei stato io a sottrargliele. Rimango decisamente stupito, come può accusare me senza prove dato che sono sicuro di non avergliele prese (oltre alla prima già dichiarata). Al mio cenno di negazione questa si incazza ancora di più arrossendo dalla rabbia, e alludendo proprio al fatto che le avevo già sottratto in passato una cialda, che lei aveva fatto i calcoli e le mancavano un sacco di cialde, che non poteva spendere 1000€ in caffè perché non se lo poteva permettere ecc. Ma quanto le paga ste cialde? Alla fine per sta matta sono rimasto in tensione tutto il giorno con ansia a mille che ho ancora oggi anche se sono passati giorni. Quel giorno sono rimasto davanti al monitor tutto il tempo senza concludere nulla con una rabbia incredibile per non aver reagito a modo, anche con voce
grossa e violenta e mi sono sentito totalmente inadeguato e impotente con pure la paura di uscire dalla mia stanza per incontrarla. Il giorno seguente me la sono trovata davanti, completamente tranquilla e serena, alchè le ho chiesto delle cialde ed ella incredibilmente sorridente mi ha detto di non preoccuparmi esattamente come ai primi giorni per la cialdina che avevo preso. A questo punto non so davvero cosa potrebbe scatenare tra qualche periodo. Il problema è che ora io rimango comunque per loro colpevole del misfatto, accusato senza uno straccio di prova, impossibilitato nel chiarire e il suo comportamento, per quanto schizzato sia, le conferisce potere decisionale su di me tanto da vivere ora nella paura ed evitare di incontrarla anche per andare al bagno, tanto che già sto meditando il cambio ufficio.
Vabbè se avete letto fino qui vi offro un caffè... anzi no!