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entrando in biblioteca...
Entro in biblioteca, e alla reception c'è chi ritira il mio tesserino con un bel sorriso, e io saluto e il mio saluto è ricambiato, e poi ringrazio quando mi si dà il cartoncino col numero di posto, e in cambio ricevo ancora un altro bel sorriso, un sorriso semplice e sereno, forse un po' timido.
Questo accade circa un'ora fa. Ora sono in biblioteca, primo piano, semi deserta come ogni sabato mattina. Fuori delle grandi finestre che corrono identiche lungo tutta la parete posso vedere un cielo azzurro macchiato dalle fitte foglie d'un sempreverde. Tra un'ora la biblioteca chiuderà, come ogni sabato mattina. E mi chiedo se quando passerò di nuovo alla reception, troverò la stessa persona di prima, a cui consegnerò il cartoncino col numero di posto, e mi verrà ridato il tesserino, e ancora si ripeterà lo scambio di saluti e ringraziamenti convenzionali, e di sorrisi; convenzionali anch'essi? E uscirò dalla biblioteca e tornerò a casa, nella solitudine, la solitudine di un altro fine settimana. E ancora starò a chiedermi se la stessa solitudine non la proverà e vivrà anche quella persona che, all'ingresso della biblioteca, m'ha accolto con la gentilezza dovuta al suo ruolo e al suo dovere, starò a chiedermi se quella stessa persona non avrà tentato, anch'essa, disperatamente, di far filtrare in quella cortesia convenzionale qualcosa di più, qualcosa di vivo e sentito, la richiesta di comunicazione, di compagnia, la necessità di qualcosa che possa riempire il vuoto interiore. Eppure entrambi, alla fin dei conti, bloccati e impediti prima ancora che dalle nostri gabbie interiori, dai dettami collettivi che bollano previamente come scortese e maleducato, o infetto da chissà quali turpi doppi fini, qualunque approccio che esuli dai luoghi convenzionalmente deputati alla conoscenza reciproca, quei luoghi di socialità ai quali mai riuscirò ad appartenere. Ma forse, anzi, assai probabilmente, è tutto sogno e illusione. E io, per quella persona, non rimarrò che una delle tante comparse, presto dimenticate, in una sua giornata di lavoro opaca come altre. E quel suo sorriso, per me così raro e inusuale, uno dei tanti dispensati alle cose che, ricche, riempiono il suo mondo. E mai il mio. |
E' quello che mi chiedo anch'io.Spesso.
Basterebbe a volte un po' di coraggio,una parola in piu' per aprirsi. Vogliamo comunicare con gli altri per vincere un po' la nostra solitudine ma spesso siamo cosi' presi dalle convenzioni e dai ruoli che ne subiamo gli effetti. |
Re: entrando in biblioteca...
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-Posso chiederti una cosa?- Lei risponderà sì. -Potrei sapere come ti chiami?- Lei te lo dirà. Vedi con che espressione te lo dice. Se vedi filtrare qualcosa ringraziala con un altro sorriso. la prossima volta le chiederai se ha voglia di fare un aperitivo con te. Fidati. ciao rob |
Re: entrando in biblioteca...
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... ... 1. Non avrei *MAI* il coraggio di fare una cosa simile, a partire da chiedere il nome. :oops: 2. Non avrebbe senso chiedere il nome, perché gli addetti hanno tutti già un cartellino con il nome ben visibile scritto sopra. :( Al massimo, se fosse un nome un po' particolare, potrei provare a fare qualche commento scherzoso a proposito... a volte lo faccio... 3. C'è un ricambio molto veloce negli addetti alla reception (sono quasi tutti ragazzi e ragazze che fanno semi-volontariato per un tot di ore), quindi è assai probabile che la prossima volta non riveda la stessa persona. 4. Non potrei invitarla in un locale pubblico. I locali pubblici mi mettono un fortissimo disagio, e non ricordo nemmeno più l'ultima volta che ci sono entrato. E poi... non bevo alcolici, al massimo acqua, latte, succhi di frutta......... |
Sono cose belle, siamo cosi sensibili e non ci sfuggono nei momenti di serenità queste esternazioni, ma sono tutto o niente, non lo possiamo mai sapere.io mi trovo piu a mio agio in incontri simili, lei luoghi piu impensabili.dove la stessa persona che posso avere di fianco o davanti, nonostante non conosco la sua vita nè altro, mi appare sola e bisognosa di compagnia.ma e al 95%un illusione.a me piace chiacchierare al bar o pub, con qualche barista, senza insistenza, d'altronde deve lavorare.ma mai una volta ho notato una partecipazione, solite frasi fredde e scontate.le occasioni che sogniamo, restano nei nostri sogni , non marciscono mai, restano ...io quando spesso sono a milano, gironzolo mezzo ubriaco e con la sigaretta in bocca, e vedo se con qualcuno attacco bottone alla stazione.mi e capitato alcune volte, ma dopo una conversazione di 5 minuti finiva li.l'alcol e anche le sigarette, sono dannose in tutto, tranne che nei rapporti sociali, la gente si ferma ti chiede una sigaretta mentre aspetta treno o altro(bum...puoi tentare un approccio)e l'alcol sei talmente rincoglionito che non hai stupide inibizioni e sei piu sciolto nel parlare.
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Re: entrando in biblioteca...
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-posso chiederti una cosa lei risponderà sì - Potrei sapere se sei vaginale o clitoridea? Lei ti dirà: perchè non controlli tu stesso? uahahahahahahah |
in effetti ..grande capacità di scrittura ..quindi potenzialmente anche grande capacità comunicativa... non aver paura
..che è facile a dirsi :) mi ritrovo sempre in queste situazioni ..in cui mi limito a pensare quanto sarebbe bello riuscire a comunicare con la stessa facilità con cui non riesco a farlo ..il fatto è che penso continuamente solo al fallimento di ogni ipotetica comunicazione e l'unica conseguenza è che niente cambia |
Re: entrando in biblioteca...
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La mia parte razionale mi dice che effettivamente gli strumenti espressivi non mi mancherebbero, e riuscirei a produrre materiale pregevole e apprezzabile dal pubblico. La mia parte emotiva mi dice che riesco a far solo schifezze(TM) che non interesserebbero a nessuno, che tanto non riuscirei mai a completare nulla di sufficientemente articolato e organico, che quel che penso e provo è così assolutamente insignificante da non meritare che gli si dia una qualche forma, che l'odio che provo per il Mondo e la gente mi farebbe partorire solo piccoli mostriciattoli informi e patetici e non degni lavori d'arte. ...devo forse dire quale, di queste due parti, ottiene la vittoria nella disputa? Sia quel che sia, la sconfitta è sempre e comunque la mia...... |
Re: entrando in biblioteca...
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È anche vero che l'obiettivo d'una buona scrittura dovrebbe esser quello di procurare piacere alla lettura, e non tanto di comunicare alcunché... ma qui si aprirebbe un discorso lunghissimo. Comunque di norma la soddisfazione che provo per ciò che scrivo è assai bassa, anche perché sono estremamente esigente nei miei stessi confronti. La mediocrità non mi basta, ma intanto non posso fare a meno di constatarla constantemente. Quote:
Oppure smollo una cosa per mesi e poi la riprendo all'improvviso, e dopo la mollo di nuovo. Quindi... non ti potrei garantire molto. Però ammetto che la cosa mi incuriosisce. Intanto spiegami di cosa si tratta. Spiegami soprattutto s'è qualcosa che prende tanto tempo e impegno... spero di no, ovviamente... |
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