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Diagnosi varie e problematiche di accettazione
Ciao.
Nel giro di pochi mesi ho avuto diverse diagnosi: - da parte dello psichiatra e della psicoterapeuta, disturbo da stress post traumatico; - da parte dello psichiatra, ADHD; - da parte della psicoterapeuta, disturbo schizotipico di personalità e disturbo paranoico. Il punto è che, se mi metto a riflettere su tutto questo, o se mi informo su i vari disturbi, mi sento sempre più "sbagliato", come se da ogni problematica che mi riguarda io avessi preso il peggio. Sono solo io a sentirmi così? |
Re: Diagnosi varie e problematiche di accettazione
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A me la diagnosi di disturbo di personalità ha aiutato a conoscere il mio avversario, lo chiamo avversario perché sebbene faccia parte della mia identità e mi possa aver aiutato a modo suo in passato.. ad oggi mi rovina la vita. E' un difetto non è un pregio e conoscerlo mi aiuta a mitigarlo ma non bisogna cercare di distruggerlo perché potrebbe rendere instabili alla fine è una parte di se stessi perché una volta adulto ormai il carattere, la plasticità neuronale ha fatto il suo corso e si è fissata così.. è una parte che va accettata e con cui bisogna scendere a compromessi. |
Re: Diagnosi varie e problematiche di accettazione
Anche io mi sono sentito sbagliato quando ho ricevuto le diagnosi, ma poi alla fine a mio parere ci si convive, è semplicemente uno schema di pensiero deviato, che ti rende meno funzionale, ma alla fine si vive uguale, basta cercare il proprio spazio di serenità.
Io ho diagnosi multiple, e anche qualche problema al cervello organico, però che ci devo fare? Più che andare dalla psicoterapeuta e prendere i farmaci non posso fare altro per risolverlo, ovviamente nel mondo normale e nei confronti con gli altri cerco di farmi vedere normale. |
Re: Diagnosi varie e problematiche di accettazione
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Re: Diagnosi varie e problematiche di accettazione
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Re: Diagnosi varie e problematiche di accettazione
Il punto è che tentare di accettare determinati "limiti" personali mi fa sentire sempre più inadeguato e "incompleto", ed invece sentirmi meglio accade il contrario...
Boh, non so perché mi sento così: razionalmente so che è normale dover sempre lavorare su me stesso, ma dall'altro lato non riesco ad accettarlo e mi vorrei solo isolare e non aver a che fare con nessuno. Me compreso. |
Non credo che le limitazioni siano condanne. È che medicalizzando la propria sofferenza c'è il rischio di identificarla con una serie di difetti che ci rendono inadeguati. Però (lo dicevo anche in un altro thread) non si può pensare che siamo solo le nostre limitazioni. In quanto esseri umani siamo tanto di più, e forse a volte le altre persone lo vedono meglio di noi. È la questione della distinzione tra liberi da e liberi di. Se non avessimo queste limitazioni, che cosa vorremmo fare? E che cosa possiamo comunque fare, cercando di aggirarle? Perché anche questo è ciò che siamo
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Re: Diagnosi varie e problematiche di accettazione
Non è incompatibilità con la società, è incompatibilità con la propria famiglia di origine.
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Re: Diagnosi varie e problematiche di accettazione
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