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Autobiografia come terapia
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Re: Autobiografia come terapia
Idea interessante, seguo. Non penso che mi metterò a scrivere un'autobiografia, ma sono curioso di sentire gli altri pareri.
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Re: Autobiografia come terapia
Ho il diario qui: costa meno dello psicologo e, non dovendolo vendere a nessuno, posso anche permettermi strafalcioni, sintassi contorta e racconti di episodi assolutamente irrilevanti. :D
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Re: Autobiografia come terapia
le confessioni di rousseau, i saggi di montaigne e non me ne vengono altri in mente adesso. poi ci sono i diari. io ho letto quello di kierkegaard e i quaderni di kafka. le memorie di casanova (!) e la vita di cellini sono altrettanto famose
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Re: Autobiografia come terapia
Per quanto riguarda me e il mio carattere sarebbe solo una potente e deleteria cassa di risonanza dei miei problemi e difetti. Oppure con un'immagine visiva sarebbe come rivestire di specchi un labirinto, eliminando quella possibilità su cento non dico di uscirne ma di spostarsi in una zona meno scomoda.
Ho sempre pensato che al fondo dei problemi di una fetta di utenti non piccola stia un'eccessivo senso del sé, dell'ego. Non parlo della comune accezione nel senso di cattiveria, ma di un centraggio eccessivo verso sé stessi, le proprie reazioni e aspettative. Ho sempre notato che cose che mi feriscono profondamente, alle persone normali scivolano addosso o comunque le gestiscono meglio, forse proprio perché hanno innescato la famosa reazione a catena che per dirla in soldoni fa sì che un rifiuto in qualche sfera (relazioni, lavoro, opportunità) non pesi perché si possono afferrare altre occasioni in tempi brevi. Questo è un fatto a modo suo oggettivo, indipendente dalla volontà e da quello che vorremmo essere. Ma se c'è qualcosa di vero, mettersi a scrivere è un atto di volontà e come se non lo è, quindi non ci sono più scusanti. Poi c'è un fatto di indole; molti dei miei problemi sono derivati dalla convinzione di essere importante, per esempio quando me la prendevo perché non invitato alle feste. Ci ho messo tempo per capire che nessuno mi deve niente e che persone la cui biografia avrebbe meritato di essere narrata sono morte senza che se ne sapesse il nome (penso per esempio a tecnici che hanno creato sistemi di lavorazione industriali che oggi sono vitali; di molte soluzioni che consideriamo geniali non si conosce l'inventore). Se io pensassi di dovere o voler lasciare una traccia di me senza aver fatto qualcosa di così importante che merita di lasciare traccia per disinnescare problemi futuri al genere umano, so benissimo che riattizzerei delle braci sotto la cenere che se pure soffocate ancora sono accese. Faccio ovviamente eccezione per casi mirati; che so, si vuole imparare a mettere ordine nell'espressione dei propri pensieri e si scrive di sé stessi come esercizio tecnico. Ma secondo me è come dare un potentissimo assist alle problematiche di cui sopra. My 5 cents. Quanto detto vale per me, se a qualcuno scrivere di sé stessi fa bene posso solo che esserne contento. |
Re: Autobiografia come terapia
Ho tenuto a lungo un diario, aggiornandolo con più o meno costanza nel corso degli anni. Poi ho smesso di tenerlo, sia perché stavo attraversando un periodo orrendo e fuggivo anche dal confronto con me stesso, sia perché da un certo punto in poi la mia vita s'è fatta davvero vuota di eventi, com'è tutt'ora, e quindi non ho quasi più nulla da scrivere, se non fatti pedestri e ininteressanti (il rinnovo del contratto d'affitto, l'arrivo di nuovi lavori, ecc.).
Qualche tempo fa ho pensato non di riprendere il diario, ma di cominciare a scrivere una sorta di autobiografia, anche per colmare tutte le lacune che il mio diario non copriva, specie nei primi anni in cui lo tenevo (l'avevo cominciato in terza media). Poi mi sono detto che sarebbe tempo sprecato: chi leggerebbe mai una mia autobiografia? Attualmente mi dico invece che se mai arrivassi a pubblicare qualcosa di narrativo (su questo non ho ancora gettato la spugna) raggiungendo così una fetta discreta di pubblico, allora potrei riprendere in considerazione l'idea di un'autobiografia, potrebbero pubblicarla postuma per i miei lettori, se mai ne avrò. Per quanto riguarda il come, io penso che in questo caso non ci siano delle regole da seguire: ci si mette davanti al foglio (o allo schermo con tastiera) e si comincia a scrivere quel che viene in mente, lasciandosi andare al flusso delle concatenazioni mentali; penso che in questo modo scrivere venga molto spontaneo. |
Re: Autobiografia come terapia
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E allo stesso tempo sto facendo una traduzione che volevo sottoporre a una casa editrice specialistica. Persino in quel caso, dove teoricamente ho tutta una serie di vincoli, quando leggo quel che scrivo sono un po' imbarazzato. Mi sembra davvero di riuscire a intromettermi in qualcosa in cui dovrei fare solo il passamano, dato che non stiamo certo parlando dei lirici greci tradotti anzi riscritti da Quasimodo, oppure i fiori blu. Invidio un po' voi umanisti; quando leggo un saggio scritto bene mi scatta un po' di bonaria invidia. |
Re: Autobiografia come terapia
Anni fa ci ho provato, stava venendo anche una cosa discreta ma visto che non sono costante praticamente in nulla, ho abbandonato dopo poco. Però quasi quasi provo a riprendere.
Faccio però un'altra cosa, una specie di diario. Ho iniziato a scriverci qualcosa ormai 4 anni fa e ogni tanto rileggo le cose che scrivevo. Al di là del dolore, che è sempre stata una costante nalla mia vita, rileggendo le prime pagine ho realizzato di quanto siano cambiate le mie esigenze, il mio stato d'animo, i miei desideri e le mie prospettive. Quelli che per me erano dei problemi insormontabili, ora non lo sono più. Da questo punto di vista è sicuramente un aiuto. Non quotare. |
Va bene farlo anche su Tinder a scopo terapeutico? :mrgreen:
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Re: Autobiografia come terapia
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Re: Autobiografia come terapia
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Re: Autobiografia come terapia
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Poi devo dire che, nel corso degli anni, sulle cose più personali che ho scritto (ora cancellate) non ho ricevuto alcun feedback, mentre sulle sciocchezze pure troppi :D quindi alle volte basta un wall of text per nasconderci dentro le robe più scabrose che nessuno leggerà. O magari qualcuno leggerà, ma alle volte c'è anche poco da rispondere, e questo l'ho sperimentato in prima persona nel ruolo di lettore di diari altrui. |
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