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E' tanto brutto non voler bene ad un genitore?
Prima di essere giudicato voglio raccontare la mia storia, e soprattutto alcune cose che ho scoperto a 25 anni da altre persone (differenti, quindi non può essere frutto dell'immaginazione o della menzogna atteso che è stato constatato dal sottoscritto).
Venendo mia madre da una situazione difficile in casa (glielo riconosco, mia nonna materna era un orco per certi versi) a 17 anni fugge in Calabria con mio padre di dieci anni più grande (originario della Calabria che nel frattempo lavorava in Lombardia e aveva ottenuto il trasferimento vicino casa), rimane incinta e si sposano dopo pochissima convivenza (solo perché pareva brutto al paese che era incinta e non sposata). Nei 4 anni che ho vissuto giù mia madre faceva beatamente i fatti suoi uscendo con compagnie poco raccomandabili, ubriacandosi, amanti ed altro, lasciandomi a mia nonna paterna o mia zia paterna senza spiegazioni e tornando dopo giorni talvolta. Poi decide che io non devo più stare con mia nonna ed inizia a lasciarmi da una sua vicina di casa. Mio padre che lavorava a un'ora e mezza di auto tornava, giocava con me, mi coccolava, mi faceva dormire, anche se doveva fare il mattino il giorno dopo e stava sveglio la notte, perché non aveva molto istinto materno mia madre, lasciandomi spesso nella culla. In tutto ciò mia madre era mantenuta da mio padre, in quanto le erano stati proposti lavori dai miei zii, ma ha sempre rifiutato. Ad un certo punto "si stanca di stare nel paese di mille abitanti", e decide di tornare in Lombardia con l'amante e me, ovvero mentre mio padre era a lavoro mi preleva, mi porta sù e per quattro mesi stacca il telefono, non facendomi vedere e sentire a mio padre. Mi trovo distaccato da mio padre a vivere con un uomo che non conoscevo e che fino a poco tempo fa credevo fosse stato un padre per me, semplicemente perché avevo rimosso dei ricordi in cui mi alzava le mani. In tutto ciò ho vissuto molto serenamente quegli anni nella falsa illusione che fosse una figura paterna, finché a 12 anni non si lascia e da un giorno all'altro mi trovo a vivere da mia nonna (l'orco). Vengono anni difficili, perché mia nonna mi ha sempre voluto molto bene, ma mi ha tagliato gambe e braccia essendo fissata con le pulizie, non potevo invitare amici, non potevo stare in sala, non potevo cucinare io, non potevo, non potevo, non potevo. Però fino ai 21 anni ammetto di aver avuto la convinzione di aver una madre perfetta, migliore amica con cui confidarmi, con cui uscire, con cui bere, che ha sempre fatto di tutto per me, e il dentista, e la palestra, e i libri, e il motorino. Peccato che poi vengo piano piano a metabolizzare che si, materialmente non mi è mai mancato nulla da una che faceva le pulizie, che i sacrifici li ha fatti, ma di concreto, ovvero di affetto materno, nada. Mi ha spesso trattato come un cret^ino, andando a rendermi insicuro ("vengono gli zii, le lasagne a te le scaldo al microonde, a loro nel forno che non c'è spazio per tutti", "eh i soldi che ti manda il papà servono per te", "mi sono lasciata col papà perché gli chiedevo di andare via dal paesino, quindi poi abbiamo fatto il divorzio", "a pasqua vado con il mio compagno, stai con la nonna" e tante tante menzogne, tanto vanto "io faccio tanto per mio figlio", "io ho cresciuto da sola mio figlio, non mi ha aiutato nessuno", "mio figlio è tutto", non sto ad elencare tutto). Quando ho 20 anni inizia ad uscire con un cugino con cui riprende a bere ed ubriacarsi, e diventa assente. Se non è col cugino è sul letto perché non può alzarsi. Poi dal cugino passa a frequentare pregiudicati e a portarli in casa, scoprendo che uno di questi l'aveva ricattata minacciando di morte me e non me ne ha mai parlato nonostante adulto. Mi perde un documento importante di lavoro mentre è ubriaca, rischio il posto e tenta il suicidio scenico facendomi sentire in colpa, poi di nuovo il pregiudicato, poi si alcolizza e fa un incidente in auto facendo pagare una salata multa a mia nonna e distruggendo la macchina di famiglia. Il tutto giustificando che è depressa! Non si è mai fatta curare. Non si è mai cercata un vero lavoro ora piange che non la assume nessuno e che non sa come fare quando muore la nonna. Io non la voglio in casa mia con la mia compagna! Anche se nonostante tutto non mi sento di lasciarla sotto un ponte un domani, ma la detesto. |
Re: E' tanto brutto non voler bene ad un genitore?
Storia e situazione molto complicata.
Comunque rispondo alla domanda del topic: no, per me non è brutto non volere bene a un genitore (o a un parente stretto in genere). I parenti sono persone come tutte le altre, che solo il caso ha voluto mettere sulla nostra strada tramite i legami genetici. Al di là dei pezzi di DNA che si condividono, io non ho mai visto che differenza ci sia rispetto a degli estranei. Se una persona ti ha obiettivamente rovinato la vita non hai nessun obbligo a volergli bene, anzi, e questo a prescindere dai legami di sangue che ci sono. |
Re: E' tanto brutto non voler bene ad un genitore?
Se sia bello o brutto non lo so, ma ho un ricordo di mio padre che non è esaltante. Potrei valutare i dispiaceri ricevuti da lui un ottavo della tua storia, quindi non so mettermi nei tuoi panni. Però se guardo onestamente in me stesso non mi manca e quando ho capito che mi aveva in un certo senso abbandonato, dirottando affetto e aiuti di ogni genere altrove, compresi soldi a palate "regalati" allo stato per le sue impuntature imprenditoriali, ho iniziato una fase di distacco emotivo e affettivo.
Se penso che sto in una casa microscopica e in cui ci piove dentro, e se penso a quello che gli è passato per le mani ma mai ha ritenuto degno di aiutarmi a impostare la mia vita non me ne vergogno, ed è più o meno quello che posso rispondere alla tua domanda. |
No...
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Re: E' tanto brutto non voler bene ad un genitore?
Io non credo che tu non le voglia bene o non staresti qua a preoccupartene.
Da quello che racconti sembra che sia stata una ragazzina costretta a crescere troppo presto ma senza averne voglia. Dovresti provare a convincerla a farsi curare e ad andare in terapia in modo da far stare meglio lei e, di conseguenza, anche te. |
Re: E' tanto brutto non voler bene ad un genitore?
dal mio punto di vista, forse datato e di parte, cerco di aiutarti a trovare un equilibrio puntualizzando:
1) nessuno può dare quanto non ha mai ricevuto; 2) l'errore (se così si può dire) è stato essenzialmente di tuo padre, di 10 anni più anziano di tua madre, che avrebbe dovuto proteggere da una gravidanza in età ancora adolescenziale; 3) non c'è niente di male se non senti un grande coinvolgimento emotivo nei suoi confronti: i sentimenti sono impulsi spontanei, di cui avere consapevolezza, senza che debbano per forza o per dovere essere "costruiti", diventando adulterati; 4) premesso che, non avendo chiesto di nascere, in effetti non dovresti avere obblighi nei suoi confronti, resta però a te valutare quanto il suo impegno a carattere economico nei tuoi confronti abbia migliorato la tua crescita, seppur maldestramente. considera se la riconoscenza è parte del tuo modo di essere. se sì, cerca di rstituirle, nei limiti delle tue possibilità, quanto in passato ti ha dato, anche solo con un aiuto a carattere economico (restituendo, dal più al meno, quanto hai ricevuto). si ha diritto di giudicare i genitori quando si è sperimentato cosa significa esserlo sulla propria pelle. meglio sarebbe sempre, in ogni caso, cercare di comprendere, che in gran parte significa anche perdonare. |
Anche se non la vuoi a casa tua, e hai tutte le ragioni, non so se da un punto di vista legale ti toccherà averla. Perchè se tua madre si sente male per esempio e la portano in ospedale e lei gli dice che tu non ti curi di lei ti possono denunciare ai servizi sociali per abbandono di un genitore. Purtroppo anche se una se ne va di casa o non ha contatti coi genitori, per lo stato esiste sempre un legame giuridico, e quindi ai figli tocca mantenere o far curare un genitore indigente.
Nel tuo caso, visto che tua madre ha una condotta personale patologica e autolesionista, potresti parlarne con una psicologa e cercare di capire cosa si può fare, se farla curare dentro una struttura, se nella tua zona ci sono servizi di assistenza domiciliare o di tutela. Questo non te lo posso dire io ma ti devi informare tu. Dipende anche dalle tue risorse economiche e dal tuo stato. Devi informarti bene perchè se succede qualcosa a tua madre purtroppo la responsabile sei sempre tu. |
Re: E' tanto brutto non voler bene ad un genitore?
Ma in casi del genere mi meraviglierebbe di più il fatto che uno voglia bene a questo tipo di genitori.
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Re: E' tanto brutto non voler bene ad un genitore?
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Re: E' tanto brutto non voler bene ad un genitore?
In una famiglia normale è difficilmente comprensibile e accettabile non amare i propri genitori, ma, in una famiglia disfunzionale lo è.
È butto? sì, ma puoi farci qualcosa? Per esempio nella mia famiglia ci sono dinamiche spiacevoli complesse di tipo loop cicliche, situazioni, comportamenti e discorsi ripetitivi. Quando ho cominciato a sviscerare la mia identità su chi sono diventato, cosa penso, perché agisco così di riflesso ho cominciato un po' a farlo anche coi miei familiari e ho cominciato a predirne i comportamenti. A maggior accuratezza maggiore è diventata la sensazione di essere dentro un teatrino di burattini che seguono un copione, ogni tentativo di alterarne gli eventi inutile e con il tempo mi sono spostato come punto di vista, ho cominciato a percepirmi come nel pubblico piuttosto che sul palco. Ho smesso di partecipare e sono diventato spettatore, questo mindset mi ha portato a diventare freddo emotivamente. Sono coinvolto ma fino ad un certo punto. |
Re: E' tanto brutto non voler bene ad un genitore?
No non lo è. Dal racconto hai elencato una molteplicità di elementi che motiverebbero il rancore verso tua madre e probabilmente fra questi ce n'è uno più rilevante degli altri sul quale riflettere più approfonditamente per capirne i nessi.
Non si sceglie di voler bene a una persona. L'affetto o lo si prova o non lo si prova. Diverso discorso è la compassione (di cui ha fatto cenno anche jr reloaded), ovvero tentare di penetrare il vissuto di tua madre e capire anche la coerenza interna di certi comportamenti che sono assurdi o criticabili. Già un passo in questa direzione lo si evince quando hai scritto: "Venendo mia madre da una situazione difficile in casa (glielo riconosco, mia nonna materna era un orco per certi versi)". Se potessi darti un consiglio sarebbe proprio questo, abbi compassione, per quanto puoi. Questo ti evita sia di attribuire più colpe di quanto sia necessario, sia di trovare un modo per, non dico volerle bene, ma di non volerle troppo male (che sarebbe l'obiettivo più realistico da perseguire). |
Re: E' tanto brutto non voler bene ad un genitore?
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Re: E' tanto brutto non voler bene ad un genitore?
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Re: E' tanto brutto non voler bene ad un genitore?
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Re: E' tanto brutto non voler bene ad un genitore?
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Re: E' tanto brutto non voler bene ad un genitore?
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Re: E' tanto brutto non voler bene ad un genitore?
Settimane fa mi chiama mia madre, dopo che lo screening annuale della mammografia ha dato esito sospetto:
> Mi hanno richiamata e subito fissato un incontro. > Ti aspetti la brutta sorpresa? > (...) > L'erba cattiva non muore mai. Stai tranquilla. > (......) > Mi accompagni domani a comprare un vestito? > Ok Penso sia molto peggio odiare e voler bene allo stesso tempo. Non voler bene e basta è più rassicurante. |
I legami di sangue sono una stronzata...puoi non volere bene a un genitore o a un parente se questo non ti ha rispettato e voluto bene, non devi volergli bene a forza solo perché ti è genitore.
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Re: E' tanto brutto non voler bene ad un genitore?
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quanto al giustificare o meno, forse è una questione di temperamento e/o di esperienze, solo immaginate immedesimandosi o vissute nella realtà sulla propria pelle. |
Re: E' tanto brutto non voler bene ad un genitore?
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provo a spiegarmi meglio: il sostegno può essere dato per volontà di dare, apprezzabilissima, ma quasi sempre tesa a un qualche ritorno. invece, purtroppo per me, la tenerezza che è mancata a mia madre, a me, e che non ho saputo dare a mio figlio, portando avanti proprio quella catena che sarebbe stato giusto spezzare, non mi è riuscita. non c'era in me, e non ho saputo inventarmela. quasi certamente a causa dei miei limiti in quanto non mi era spontaneo. ho dato a mio figlio dal più al meno, quello che ho avuto dai miei genitori. ti auguro di tutto cuore di fare di meglio e di più. sul giustificare, concordo che sarebbe indispensabile valutare l'entità del danno inflitto o ricevuto. mi sento impotente quando mi rendo conto di non essere capace di odiare ma così è, anche se negli ultimi anni sono riuscita ad odiare... un personaggio virtuale. sembra poco ma per me è stato il massimo! scusa se scrivo e ragiono in modo puramente soggettivo. dovrò imparare a ampliare il raggio dei pensieri... |
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