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CamillePreakers 28-09-2020 17:19

Re: La carriera normaloide
 
Quote:

Originariamente inviata da clizia (Messaggio 2516562)
Sai che per me è una domanda difficile? E ti spiego perchè:

mi sono sentita schiacciata sin da bambina, non mi veniva permesso di esplorare il mondo in modo libero, in modo tale da indirizzarmi spontaneamente verso la cura delle mie naturali inclinazioni.
Sono stata invece sempre molto "plagiata"a seguire determinate direzioni; ad esempio pur essendo sempre stata portata per le materie umanistiche, sono stata comunque obbligata a fare il liceo scientifico.
Poi da grande ho scelto sì una materia umanistica all'università, ma ero ormai così "condizionata" dalle mie paure da non riuscire a capire realmente dentro me stessa cosa mi piacesse e cosa no. Tornassi indietro, farei sempre una facoltà umanistica, ma di tipo diverso da quella scelta da me: sceglierei qualcosa di più particolare e o stimolante, come lingue orientali, psicologia o archivistica.

Però ho fatto scelte sbagliate sia pressata dalla famiglia, sia spinta dalle mie paure a non affrontare certi ostacoli che mi hanno precluso quello che forse era più vicino alle mie corde.

Il problema principale però è questo: ho sempre fatto fatica a riconoscere cosa mi piacesse veramente, appunto perchè sono stata condizionata, negli anni, sia dalla famiglia, sia dalla paura, evidenziando una chiara difficoltà a fare scelte libere e sentite.

La bassa autostima mi porta ad essere indolente e ho perso recentemente una ghiotta occasione lavorativa appunto perché ho dato l'impressione di essere poco interessata alla cosa o poco convinta. Così è stata scelta una tizia più "aggressive" e decisa di me.

Negli ultimi dieci-dodici anni ho scoperto che mi piace scrivere di letteratura; tutti ma proprio tutti mi dicono di coltivare questo aspetto o di provare a inviare i miei pezzi a riviste letterarie; eppure la scarsa fiducia - unitamente a una sorta di "noia e fatica esistenziale" - mi porta inevitabilmente a volare basso e a sentire la fatica per qualsiasi cosa io faccia o provi a fare....boh...

Sono arrivata a un punto che non posso prendermela più con nessuno perché sono io che mi auto-saboto.

Ogni tanto mi dico che vorrei fare un dottorato, ma anche qui non capisco se lo sceglierei per il piacere di farlo o solo per dimostrare a me stessa di sapermi sfidare e mettere in gioco, rispondendo inconsciamente al modello genitoriale che ha sempre voluto vedermi dedita allo studio e alla ricerca.....mi sento alquanto contorta e confusa...:pensando:

Dio santo, non sai quanto ti capisco. E' uguale per me. Al di là di ogni altro problema ho difficoltà ad avere interesse per alcunchè, e se si capire da dove venga. Se è realmente mio oppure no.

Locharb 28-09-2020 17:50

Re: La carriera normaloide
 
Sinceramente non saprei risponderti... Non riesco a immaginarmi senza fobia sociale e depressione

clizia 28-09-2020 17:51

Re: La carriera normaloide
 
Quote:

Originariamente inviata da Dahmer (Messaggio 2516585)
Dio santo, non sai quanto ti capisco. E' uguale per me. Al di là di ogni altro problema ho difficoltà ad avere interesse per alcunchè, e se si capire da dove venga. Se è realmente mio oppure no.


Penso che sia il mio dilemma esistenziale....e presa dai dubbi mi lascio un po' andare, perché è come se sentissi poco lo stimolo ad agire, presa dalla morsa dell'apatia e dall'incapacità ad avvertire una motivazione realmente profonda...

clizia 28-09-2020 17:54

Re: La carriera normaloide
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 2516583)
Era solo uno stage, dovevo restare lì sei mesi e basta. E comunque non è che solo perché sei figlio di un ex dipendente non ti possono cazziare.
E' stato nelle altre aziende che sono accadute le cose peggiori comunque.


Nei diari pure raccontavi che tuo padre si arrabbiò quando seppe che ti licenziarono, appunto perché conosceva la capa, mentre tu gli spiegasti che vi eravate accordati.
Ovvio che ti possono cazziare anche se sei figlio di un ex dipendente, ma almeno grazie a questo trampolino di lancio familiare ti viene data un'opportunità per iniziare in qualche azienda e farti un curriculum. Non a tutti succede. :pensando:

alien boy 28-09-2020 17:58

Secondo me è la depressione e demotivazione, che ti viene per non avere altri rapporti oltre a quelli lavorativi che spesso non permette quel minimo di entusiasmo e di buona disposizione al lavoro, e poi c'èla paura del giudizio sul tipo di persona che sei che ti rende nervoso (e il nervosismo non è ben visto in questi ambienti di gente sedata). Purtroppo questo rende meno insensate le domande indiscrete di certi selezionatori, anche se io le trovo comunque odiose e da contrastarne il ricorso appellandosi alla privacy o facendole rientrare nelle informazioni di carattere molto personale.
Comunque ci sono settori che non richiedono grandi capacità sociali, non diventerai team leader ma se sei bravo vieni riconosciuto.
Io non sono molto bravo, sono evitante ed isolato, eppure qualcosa la sto facendo, anche se sono stato avvantaggiato dallo smartwork richiesto dall'attuale situazione (e dal fatto che è un lavoro che si può fare a distanza). Già adesso mi rendo conto di fare cavolate nelle interazioni, immagino che se inizio a lavorare in ufficio le cose peggiorino.

claire 28-09-2020 18:06

Re: La carriera normaloide
 
Vabbè sta di fatto che a 18 anni non volevo lavorare a 23 nemmeno, a 30 manco, a 37 refresho compulsivamente la mail per vedere se arriva qualcosa e poi se arriva mi fingo morta :D

cancellato21736 28-09-2020 19:23

Re: La carriera normaloide
 
Quote:

Originariamente inviata da Masterplan92 (Messaggio 2516343)
Uguale uguale..spirale di disperazione..non fai per depressione>ti senti indietro>ti escludi per inferiorità>rimani indietro>rimuginazione..

Sì entra in questo loop e non se ne esce più, non c'è farmaco o psicoterapia che tenga.
Bisognerebbe poter resettare tutto e ripartire da zero.


Quote:

Originariamente inviata da FolleAnonimo (Messaggio 2516332)
È tremendo leggere di tutti questi disagi, mi sono chiuso in casa fin da subito per evitarmelo e credo puoi capire.

Sì, l'evitamento è stata la prima soluzione, o meglio una compulsione.

Quote:

Non capisco perché ti sei messo in quella posizione di tortura.
Non lo so neanche io, mi viene in automatico sminuirmi, mortificarmi, biasimarmi...è come una forma di autolesionismo ossessivo compulsiva (anche se credo che questo disturbo lo sia già di per sé).



Comunque dopo il disagio di ieri (e come ieri è successo tante altre volte prima, con altre discussioni), ho parlato di questo topic con la psicologa e gli infermieri del ricovero.
Mi hanno tutti sconsigliato di allontanarmi da questo forum, soprattutto per il fatto che non è gestito da terapeuti o persone con competenze in ambito clinico e situazioni come queste potrebbero compromettere il mio equilibrio emotivo/psicologico già troppo alterato.

Nightlights 28-09-2020 20:12

Re: La carriera normaloide
 
A me ora, da disoccupato, crea un po' di ansia il fatto di dover ritornare ad interagire con colleghi che magari ti fanno domande personali, e che venga fuori il grosso divario tra la loro vita e la mia.
Magari è una cosa stupida, sono solo colleghi alla fine non amici, però non mi piacerebbe entrare in un ambiente dove sia consuetudine parlare troppo della propria vita privata.

Inviato dal mio SM-J510FN utilizzando Tapatalk

Masterplan92 28-09-2020 20:18

Re: La carriera normaloide
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 2516391)
Difficile capire cosa si vuole fare da grande quando si vive nell'isolamento. Il desiderio di auto realizzazione è direttamente proporzionale alla socialità. Tutti i ricconi, tycoon, magnati eccetera sono persone ipersociali, mentre la maggioranza degli homeless sono persone con disturbi della sfera affettiva, tra cui quello schizoide secondo uno studio uscito qualche anno fa.

Ovvio..perché a questo mondo o sei ipercompetitivo o vieni fatto fuori..te credo che quelli erano estroversoni..vorrei vedere anche la loro vita sociale e sessuale fin da giovani..le cause non sono mai uniche..ci sono tanti fattori
Se vieni apprezzato solo in certi modi e con certi status e poi non reggi i ritmi è chiaro che esplodi o ti escludi..

Masterplan92 28-09-2020 20:27

Re: La carriera normaloide
 
Quote:

Originariamente inviata da clizia (Messaggio 2516609)
Penso che sia il mio dilemma esistenziale....e presa dai dubbi mi lascio un po' andare, perché è come se sentissi poco lo stimolo ad agire, presa dalla morsa dell'apatia e dall'incapacità ad avvertire una motivazione realmente profonda...

Io credo che non avere una vocazione chiara o un desiderio o un sogno abbastanza chiaro su cosa si voglia fare nella vita sia circa il 70% del disturbo depressivo..facendo e credendo in qualcosa fortemente anche illudendosi secondo me si vivrebbe meglio indipendentemente da ciò che accade fuori

Equilibrium 28-09-2020 20:37

Re: La carriera normaloide
 
Più che altro quello che mi ha spinto a fare sono stati i sogni, ma per arrivare ai sogni ci volevano pure i money.
Ho fatto un lavoro dove era permesso fare carriera e io la carriera l ho fatta, ho raggiunto il massimo, spinto dal volere raggiungere obbiettivi materiali, perché obiettivi sociali non li vedevo alla mia portata.
Ma nel mentre raggiungervi molti obiettivi mi son reso conto che quello di che maggiormente desideravo di più era l'affetto, la condivisione, sentirmi libero e senza paura.
E devo dire che grazie al lavoro e all'aver fatto carriera molte abilità sociali le ho acquisite e mi hanno permesso anche di accedere alle altre cose.
Tutto questo mi é costato in termini di ansia e di pannolini, machevvelodicoaffare.
20 anni fa mai avrei pensato di raggiungere veramente tutto questo. Anzi sono andato ben oltre.

muttley 28-09-2020 20:38

Re: La carriera normaloide
 
Quote:

Originariamente inviata da clizia (Messaggio 2516612)
Nei diari pure raccontavi che tuo padre si arrabbiò quando seppe che ti licenziarono, appunto perché conosceva la capa, mentre tu gli spiegasti che vi eravate accordati.
Ovvio che ti possono cazziare anche se sei figlio di un ex dipendente, ma almeno grazie a questo trampolino di lancio familiare ti viene data un'opportunità per iniziare in qualche azienda e farti un curriculum. Non a tutti succede. :pensando:

Veramente lì era un'altra azienda, con cui mio padre non aveva alcun legame. Ne ho girate millemila prima di approdare al pubblico.

clizia 28-09-2020 20:41

Re: La carriera normaloide
 
Quote:

Originariamente inviata da Masterplan92 (Messaggio 2516709)
Io credo che non avere una vocazione chiara o un desiderio o un sogno abbastanza chiaro su cosa si voglia fare nella vita sia circa il 70% del disturbo depressivo..facendo e credendo in qualcosa fortemente anche illudendosi secondo me si vivrebbe meglio indipendentemente da ciò che accade fuori

Sì, concordo. Più che altro direi che manca una volontà abbastanza forte da farti perseverare in una direzione. Magari ti piacciono delle cose ma non in maniera abbastanza forte da provarci, oppure il fioco desiderio viene stritolato dalle maglie dell'ansia e della paura.
Non so se parlerei proprio e sempre di depressione, quanto anche di distimia e anedonia. Il depresso (quello grave) non riesce nemmeno ad alzarsi dal letto: il distimico e l'anedonico invece fa tutto in maniera strascicata e poco convinta.
In realtà sul lavoro sembro una molto addentro a quello che faccio ma in realtà il mio è solo senso del dovere che urge.
Forse la spinta vitale più forte che ho è quella del viaggiare...
Quest'anno però ho deciso di mettermi in gioco per impegnarmi su alcune cose e buttarmi un po' di più...

clizia 28-09-2020 20:42

Re: La carriera normaloide
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 2516717)
Veramente lì era un'altra azienda, con cui mio padre non aveva alcun legame. Ne ho girate millemila prima di approdare al pubblico.

Ma ti sei trovato sempre male o non ti piaceva quello che si faceva?
Cos'è - secondo te - che non è andata? :interrogativo:

muttley 28-09-2020 20:42

Re: La carriera normaloide
 
Quote:

Originariamente inviata da Masterplan92 (Messaggio 2516707)
Ovvio..perché a questo mondo o sei ipercompetitivo o vieni fatto fuori..te credo che quelli erano estroversoni..vorrei vedere anche la loro vita sociale e sessuale fin da giovani..le cause non sono mai uniche..ci sono tanti fattori
Se vieni apprezzato solo in certi modi e con certi status e poi non reggi i ritmi è chiaro che esplodi o ti escludi..

Avranno anche avuto figure parentali e non in grado di valorizzarli invece di aver avuto genitori ultracritici, autoritari o assenti come molti di noi.

muttley 28-09-2020 20:45

Re: La carriera normaloide
 
Quote:

Originariamente inviata da clizia (Messaggio 2516720)
Ma ti sei trovato sempre male o non ti piaceva quello che si faceva?
Cos'è - secondo te - che non è andata? :interrogativo:

Mi trovavo male perché vivo (vivevo) il rapporto col prossimo come un continuo remainder della mia inadeguatezza, specie nei contesti in cui bisogna essere operativi e produrre risultati. Se tu pensi di non valere granché in termini operativi perché proveniente da un'educazione volta esclusivamente al contenimento e alla critica (negativa), leggerai nelle reazioni degli altri solo quello che conferma questo tipo di rapporto.

Masterplan92 28-09-2020 20:52

Re: La carriera normaloide
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 2516721)
Avranno anche avuto figure parentali e non in grado di valorizzarli invece di aver avuto genitori ultracritici, autoritari o assenti come molti di noi.

Anche.. è probabile

Wrong 28-09-2020 20:53

Re: La carriera normaloide
 
Non avrei combinato niente comunque perché sono una persona mediocre con o senza patologie.

clizia 28-09-2020 20:54

Re: La carriera normaloide
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 2516725)
Mi trovavo male perché vivo (vivevo) il rapporto col prossimo come un continuo remainder della mia inadeguatezza, specie nei contesti in cui bisogna essere operativi e produrre risultati. Se tu pensi di non valere granché in termini operativi perché proveniente da un'educazione volta esclusivamente al contenimento e alla critica (negativa), leggerai nelle reazioni degli altri solo quello che conferma questo tipo di rapporto.

Ma non è solo nel privato. Le mie amiche e mia sorella che lavorano nel pubblico sentono anch'esse la pressione del carico di lavoro che cade sulle loro spalle. Poi mi dicono che c'è chi non fa nulla, ma se sei un tipo serio e ansioso vivi delle stesse ansie anche nel pubblico, penso. C'è una mia amica che è esaurita perché svolge il lavoro di 3 persone, boh...:nonso:
Comunque sì, ovvio, se ti senti di valere poco, l'altro vedrà in te poco valore. Mi è accaduta proprio recentemente un'esperienza simile.
Inoltre se vieni da una famiglia iper-critica interiorizzi questa severità e di ciò che fai ti fa schifo tutto, ti senti inefficiente sempre. Le persone carine che ti stanno accanto ti valorizzeranno (mi è successo con tante colleghe) quelle str*** invece prenderanno la palla al balzo per fare leva sulla tua insicurezza per sfogare le loro frustrazioni.
Comunque un mio problema è l'aver poco lavorato sulle capacità pratiche. Nell'ambito speculativo faccio spesso bella figura, ma poi sulle cose concrete crollo miseramente se sono nuove o richiedono skills mai collaudate prima.

claire 28-09-2020 20:54

Re: La carriera normaloide
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 2516725)
Mi trovavo male perché vivo (vivevo) il rapporto col prossimo come un continuo remainder della mia inadeguatezza, specie nei contesti in cui bisogna essere operativi e produrre risultati. Se tu pensi di non valere granché in termini operativi perché proveniente da un'educazione volta esclusivamente al contenimento e alla critica (negativa), leggerai nelle reazioni degli altri solo quello che conferma questo tipo di rapporto.

Tuttavia dal momento che volere è potere, avresti dovuto risolvere prontamente la cosa con la forza della mente e fare la carriera che volevi...


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