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cringe 27-09-2020 21:50

Re: La carriera normaloide
 
il manager senza scrupoli e che inveisce e sfrutta il prossimo per il profitto

Stasüdedòs 27-09-2020 21:53

Re: La carriera normaloide
 
Da normaloide credo avrei proseguito gli studi (università) e lavorato poi in negozio anzichè nell'industria come operaio (a parità di settore).

claire 27-09-2020 21:59

Re: La carriera normaloide
 
Quote:

Originariamente inviata da Delta80 (Messaggio 2516266)
Se si è depressi oppure si hanno problematiche varie , se non si ha vita sociale e magari nessuno a cui volere bene o che ci voglia bene , dove si trova la motivazione di fare cose , di migliorarsi o di fare bene un attività? Credo sia difficile trovare queste motivazioni

Con la depressione o problemi invalidanti è dura.

Per il fatto di non avere vita sociale e affetti, molti si motovano proprio con quello: visto che non ho altro, mi concentro completamente sul lavoro.

Delta80 27-09-2020 22:05

Quote:

Originariamente inviata da claire (Messaggio 2516282)
Con la depressione o problemi invalidanti è dura.

Per il fatto di non avere vita sociale e affetti, molti si motovano proprio con quello: visto che non ho altro, mi concentro completamente sul lavoro.

Si vero se il problema fosse solo non avere vita sociale ci si concentrerebbe sul lavoro, è anche vero che una persona così isolata a livello sociale è più difficile abbia le caratteristiche per fare bene al lavoro , a meno che non sia un lavoro dove lo puoi svolgere in solitaria o quasi

gaucho 27-09-2020 22:06

Re: La carriera normaloide
 
Probabilmente sarei un manager di successo di respiro internazionale, invece faccio inserimento dati e mi va bene visto che non sopporto nessuno.

Guybrush 27-09-2020 22:40

Re: La carriera normaloide
 
Sarei diventato un programmatore o un videomaker di un certo livello

lonely heart 27-09-2020 23:03

Re: La carriera normaloide
 
Qualcosa nel sociale per sentirmi utile. Sarà che sono abbastanza educata e se mi capita qualche episodio in cui posso essere d'aiuto poi mi sento un pochino meglio. Purtroppo sono fobica e pure un po' egoista, quindi niente ma in un'altra vita probabilmente avrei scelto questa strada.

Masterplan92 27-09-2020 23:08

Re: La carriera normaloide
 
Giornalista dopo laurea umanistica e scuola giornalistica di Perugia..magari al corriere della sera..un bel lavoro secondo me

Masterplan92 27-09-2020 23:14

Re: La carriera normaloide
 
Quote:

Originariamente inviata da Architeuthis- (Messaggio 2516232)
Mi stupisce serenità e il non avere rimpianti che traspare da molti post, io non ci dormo la notte.

Purtroppo la mancanza di ingelligenza e la mancanza di qualsiasi competenza mi hanno rovinato la vita.

Ti capisco.. è brutto sentire di non essersi realizzati e aver buttato la propria vita nel cesso

cancellato21736 27-09-2020 23:14

Re: La carriera normaloide
 
Quote:

Originariamente inviata da Architeuthis- (Messaggio 2516241)
Questo Thread mi ha buttato troppo giú.

Anche a me, è bastato leggere l'incipit.

Fa troppo male pensare a queste cose; troppi rimpianti, troppe sconfitte, troppe delusioni, troppo tempo sprecato, troppa sofferenza...
Me lo sconsigliano pure i medici.

So solo che al momento vado avanti per inerzia, arrivando a sera grazie ai farmaci e alle attività della struttura di ricovero che scandiscono il mio tempo.
Non ho più motivazioni, passioni, prospettive, soddisfazioni, tutto sembra inutile ed insensato. Non ci sono più sogni o speranze.
Non riesco più a vedere oltre i miei disturbi.

Pablo's way 27-09-2020 23:17

Re: La carriera normaloide
 
Non lo so con certezza, so che all'università scartai alcune facoltà tipo architettura perché lontane da casa (le fobie ovviamente me la rendevano una prospettiva troppo stressante), poi nel lavoro attuale ho rinuciato ad un possibile sviluppo che mi era proposto e che mi avrebbe fatto guadagnare qualche centinaio di euro in più al mese.

Devo dire che a fenarmi non sono state solo le fobie ma anche i problemi di salute.

Onizuka 27-09-2020 23:39

Re: La carriera normaloide
 
Forse avrei studiato giapponese, ma è davvero difficile immaginare cosa avrei davvero fatto perché non ho mai avuto una ispirazione fortissima in particolare, un qualche sogno lavorativo specifico.

OtherWorld 27-09-2020 23:44

Re: La carriera normaloide
 
Fin da piccolo volevo fare lo psicologo, o casi estremi l'avvocato.
Almeno nel periodo al CSM ho avuto la soddisfazione di avere metà gruppo diurno nel chiedermi consigli più di quanto facessero con la psicologa dell'SSN, non che lei fosse capace però, quindi vittoria amara.
Chissà quanto è vera la storia dei casi umani a frotte nelle facoltà di psicologia :interrogativo:

pure_truth2 28-09-2020 01:13

Quote:

Originariamente inviata da OtherWorld (Messaggio 2516314)
Chissà quanto è vera la storia dei casi umani a frotte nelle facoltà di psicologia :interrogativo:

Ha il suo fondamento di verità diciamo,e non è difficile capire il perché. Io stesso l'ho preso in considerazione,pur non considerandomi un "caso umano",e tutt'ora mi interessa quella materia.
Ma è un interesse dettato dalla contingenza dei problemi che si hanno. Tuttavia chi meglio di chi li ha, può avvicinarsi alla comprensione?

Io comunque avrei continuato l'università,in ambito sanitario, essendo che nello studio almeno me la cavo bene.
Ma la depressione mi ha ucciso ogni motivazione,e negli anni successivi ritentare non è più stata un'opzione (dato che ogni fallimento costa,e una sana determinazione non è mai arrivata) Altrimenti mi sarei adattato ad un qualsiasi lavoretto come fanno tutti, invece di perdere anni su anni a non fare niente, mentre persino il più stupido dei miei conoscenti era in grado di fare qualcosa.
Un paragone impietoso,una "fine" triste,uno spreco.

Sto pensando di scrivere un libro sulla mia vita,a questo proposito,il titolo sarà:

"Eppure i presupposti c'erano tutti"

Questa l'ho rubata da uno stupido Post di Facebook 😆

cancellato21736 28-09-2020 02:57

Quote:

Originariamente inviata da Noradenalin (Messaggio 2516304)
Anche a me, è bastato leggere l'incipit.

Fa troppo male pensare a queste cose; troppi rimpianti, troppe sconfitte, troppe delusioni, troppo tempo sprecato, troppa sofferenza...
Me lo sconsigliano pure i medici.

So solo che al momento vado avanti per inerzia, arrivando a sera grazie ai farmaci e alle attività della struttura di ricovero che scandiscono il mio tempo.
Non ho più motivazioni, passioni, prospettive, soddisfazioni, tutto sembra inutile ed insensato. Non ci sono più sogni o speranze.
Non riesco più a vedere oltre i miei disturbi.

Questa domanda mi ha fatto rimuginare e star male fino ad ora.
Sono anche ritornato a guardare le pagine e i video degli artisti che seguivo, i siti delle scuole e delle accademie che mi sarebbe piaciuto frequentare...
E quando inizio, lo faccio in maniera compulsiva; mi ci vuole un po' per controllarmi e riassestarmi.

Se solo fossi riuscito a concludere le superiori, o almeno qualche tavola, qualche progetto, per un portfolio personale, per un po' di autostima, un piccolo traguardo, una piccola soddisfazione...
Sono riusciti a concludere persino ex compagni che per venire a scuola bisognava trascinarli e dopo mesi non conoscevano ancora l'orario delle lezioni o che libri dovessero portare...sono riuscito a fare peggio di loro.

Mi ritornano in mente le educatrici e le infermiere della struttura di ricovero, più giovani di me è già in carriera lavorativa o sulla strada della laurea.

Quando ho avuto la crisi epilettica e il giorno dopo mi hanno trasferito da un ospedale all'altro per fare la risonanza magnetica, sull'ambulanza che mi ha accompagnato c'era un infermiera giovane, che leggendo le mie carte se n'è uscita dicendo: "ah sei del 19**, anch'io, abbiamo la stessa età!"

[È andata bene che fossi legato sulla barella altrimenti avrei aperto la porta e sarei saltato dall'ambulanza in corsa per quanto mi vergognavo, questo l'avevo già detto in un altro post]

Lei infermiera del 118 (e porca miseria tutte belle le becco, come se non mi sentissi già abbastanza a disagio), io nullità, inetto, sdraiato sulla barella per colpa dei miei disturbi che mi hanno rovinato la vita e fatto perdere gli anni migliori in cui una persona normale avrebbe dovuto crearsi un futuro.

OtherWorld 28-09-2020 03:49

Re: La carriera normaloide
 
Quote:

Originariamente inviata da pure_truth2 (Messaggio 2516326)
Ha il suo fondamento di verità diciamo,e non è difficile capire il perché. Io stesso l'ho preso in considerazione,pur non considerandomi un "caso umano",e tutt'ora mi interessa quella materia.
Ma è un interesse dettato dalla contingenza dei problemi che si hanno. Tuttavia chi meglio di chi li ha, può avvicinarsi alla comprensione?

Io comunque avrei continuato l'università,in ambito sanitario, essendo che nello studio almeno me la cavo bene.
Ma la depressione mi ha ucciso ogni motivazione,e negli anni successivi ritentare non è più stata un'opzione (dato che ogni fallimento costa,e una sana determinazione non è mai arrivata) Altrimenti mi sarei adattato ad un qualsiasi lavoretto come fanno tutti, invece di perdere anni su anni a non fare niente, mentre persino il più stupido dei miei conoscenti era in grado di fare qualcosa.
Un paragone impietoso,una "fine" triste,uno spreco.

Sto pensando di scrivere un libro sulla mia vita,a questo proposito,il titolo sarà:

"Eppure i presupposti c'erano tutti"

Questa l'ho rubata da uno stupido Post di Facebook 😆

Sì, con "caso umano" ero ironico, visto quanto gira ultimamente.
Io non so, volevo farlo proprio fin da piccolo, quando mi andava ancora tutto alla grande... credo fossi predisposto all'empatia, ero tipo uno di quelli che non rideva fragorosamente del compagno caduto dalla sedia alle elementari, ma si dispiaceva. Purtroppo si è messo in mezzo il destino, poi quando potevo non c'erano più i mezzi (economici, logistici) e soprattutto sembrava l'ennesimo fallimento annunciato (ehhhh inizierai a quell'età, vai a Ingegneria) e ovviamente la depressione che mi ha distrutto del tutto alla fine.

'Sto topic ha fatto male pure a me, ogni volta che noto una delle mie poche predisposizione, sto malissimo per non averle sfruttate. Fanno uscire tutti quei video e articoli sulla "paura del tempo perduto", che è solo un'ansia astratta e immotivata, come se non fosse davvero così. Se perdi il treno o hai la pecunia o ti reinventi tutt'altra cosa

Black_Hole_Sun 28-09-2020 07:19

Re: La carriera normaloide
 
Mai pensato a una carriera, sempre fatto lo stesso lavoro che è già tanto viste le mie "competenze".

SamueleMitomane 28-09-2020 07:20

Re: La carriera normaloide
 
Io non ho mai avuto prospettive concrete quando ero più giovane. Era un "vabè vediamo dopo", nel mentre cercavo di interpretare tutto il bordello che mi accadeva intorno. Robe normali però, fino a che non sono diventate più serie più avanti.
Comunque, mi sono accorto tardi che mi sarebbe piaciuto molto fare musica. Potrei iniziare adesso ma, è diverso. Il tempo libero assicurato che avevo da giovane nessuno me lo ridà più, e nemmeno le possibilità sociali, che comunque non avrei preso appunto. Ma in realtà sono stato anche io pigro, e lo sono tutt'ora.
Ora credo di aver scoperto la mia passione, ovvero le lingue, e fare il traduttore di testi scritti sarebbe il top. Ma mi permetterebbe, in teoria, anche di viaggiare e di espandere i miei orizzonti. Mi sono iscritto all'Uni, quest'anno dovrò fare le lezioni a distanza (per fortuna o per sfortuna?). La prenderò questa occasione? O la butterò nel cesso come l'esperienza da fuori sede che avrebbe potuto rivoluzionarmi l'esistenza? Ecco, questa è stata la mia delusione più grande dovuta alle mie pare mentali. Come uscire di prigione e poi ritornarci da solo.

Ho scelto inglese (che già sono ad un buon punto, me la faccio più facile) e tedesco, di cui non so assolutamente nulla e manco mi muovo a studiare.

Crepuscolo 28-09-2020 07:49

Re: La carriera normaloide
 
Quote:

Originariamente inviata da claire (Messaggio 2516089)
Molti hanno avuto un percorso lavorativo diverso dal previsto a causa dei problemi psicologici intercorsi.É difficile immaginarsi senza fobie, depressioni e disagi che impediscono, perché li abbiamo da una vita e ci siamo adattati ad essa, scelte e sogni compresi.

Ma siete in grado di dire, se non aveste avuto i problemi limitanti ma solo le vostre risorse e inclinazioni, che lavoro sareste arrivati a fare?

Le mie ansie e i miei disagi dipendono anche dal fatto che non credo in me stesso perché non ho nessuna qualità o risorsa. Quindi nel mio caso la domanda andrebbe posta in maniera opposta. Se tu avessi avuto risorse e qualità avresti tutti i disagi, le ansie, i sensi di inferiorità... Che hai oggi? Forse no, sarei solo una persona molto chiusa con qualche piccola difficoltà di adattamento alla vita ma non ai livelli in cui mi trovo ora.

Masterplan92 28-09-2020 08:01

Re: La carriera normaloide
 
Quote:

Originariamente inviata da Noradenalin (Messaggio 2516304)
Anche a me, è bastato leggere l'incipit.

Fa troppo male pensare a queste cose; troppi rimpianti, troppe sconfitte, troppe delusioni, troppo tempo sprecato, troppa sofferenza...
Me lo sconsigliano pure i medici.

So solo che al momento vado avanti per inerzia, arrivando a sera grazie ai farmaci e alle attività della struttura di ricovero che scandiscono il mio tempo.
Non ho più motivazioni, passioni, prospettive, soddisfazioni, tutto sembra inutile ed insensato. Non ci sono più sogni o speranze.
Non riesco più a vedere oltre i miei disturbi.

Uguale uguale..spirale di disperazione..non fai per depressione>ti senti indietro>ti escludi per inferiorità>rimani indietro>rimuginazione..non ho ancora trovato un modo per uscirne..ma più pensi così più invece di fare e rimetterti in cammino ti blocchi


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