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piocca 15-10-2008 21:45

Cosa significa vivere?
 
Sapreste darmi una definizione di cosa significhi vivere?
Io non ci riesco....
Certo, si potrebbe sempre dire che un essere è vivente se nasce, cresce, mangia, si riproduce e muore...
ma questo vale per un qualsiasi animale...ma per l'uomo?
L'essere razionale e superiore......il dominatore del mondo......per lui cosa significa vivere? Non si abbasserà di certo a questi livelli primitivi....

Monet 15-10-2008 21:51

E' una domanda da un milione di sterline.
E' una definizione discussa se rifletti su temi come eutanasia o aborto ti accorgi che la definizione di cos'è vita e cos'è vivere è non banale.

Per me non basta avere un cuore che batte, devi avere la libertà di ricercare la tua felicità.

Poison 15-10-2008 21:53

..................................

Prassi 15-10-2008 22:54

Non so quante volte ho riscritto sto post, comunque non lo so.
l'importante PER ME è vivere bene, trovare quelle cose che facciano vivere bene e coltivarle, e prendere quelle che fanno vivere male e scartarle.

SuperFobic 15-10-2008 23:22

significa non saper recitare
http://im0.freeforumzone.it/up/15/37/637365348.jpg

thx1138 16-10-2008 08:14

Quote:

Originariamente inviata da SuperFobic

Significa NON recitare ma appropriarsi del proprio ruolo di protagonista nel palcoscenico, senza la luce dei riflettori.

ciao

rob

KOBE 16-10-2008 09:29

Re: Cosa significa vivere?
 
Quote:

Originariamente inviata da piocca
Sapreste darmi una definizione di cosa significhi vivere?
Io non ci riesco....
Certo, si potrebbe sempre dire che un essere è vivente se nasce, cresce, mangia, si riproduce e muore...
ma questo vale per un qualsiasi animale...ma per l'uomo?
L'essere razionale e superiore......il dominatore del mondo......per lui cosa significa vivere? Non si abbasserà di certo a questi livelli primitivi....

Nascere crescere, mangiare, riprodursi=sopravvivere.
VIVERE? Bhò

J4ck 16-10-2008 10:52

Secondo me:

vivere = conoscere

(in senso molto ampio del termine)

Zed 16-10-2008 11:44

Re: Cosa significa vivere?
 
Quote:

Originariamente inviata da piocca
Sapreste darmi una definizione di cosa significhi vivere?
Io non ci riesco....
Certo, si potrebbe sempre dire che un essere è vivente se nasce, cresce, mangia, si riproduce e muore...
ma questo vale per un qualsiasi animale...ma per l'uomo?
L'essere razionale e superiore......il dominatore del mondo......per lui cosa significa vivere? Non si abbasserà di certo a questi livelli primitivi....

Se ti può consolare, nemmeno i più grandi filosofi della Storia sono riusciti a trovare una risposta :wink:

soloio 16-10-2008 17:53

"...la vita è un brivido che vola via, è tutto un equilibrio sopra la follia".

cmq. la tua domanda è troppo impegnativa ed oggi non ho tempo, oggi voglio stare spento.

JohnReds2 16-10-2008 18:03

Re: Cosa significa vivere?
 
Quote:

Originariamente inviata da piocca
Sapreste darmi una definizione di cosa significhi vivere?
Io non ci riesco....
Certo, si potrebbe sempre dire che un essere è vivente se nasce, cresce, mangia, si riproduce e muore...
ma questo vale per un qualsiasi animale...ma per l'uomo?
L'essere razionale e superiore......il dominatore del mondo......per lui cosa significa vivere? Non si abbasserà di certo a questi livelli primitivi....

Io ho riflettuto molto su questa cosa...e sono giunto(non da solo he, quello che penso è condiviso anche da altri ben più "grandi e saggi" di me) alla conclusione che vivere ha per noi lo stesso significato che per gli animali: ovvero seguire le proprie pulsioni naturali...e godersele il più a lungo e intensamente possibile...

Mangiare, dormire, crescere, riprodursi....ma l'uomo sai in cosa è diverso dagli animali? dal fatto che ha molte più pulsioni, quindi ha una vita più ricca.

Avere dei figli, mangiare non sono piaceri della vita? c'è gente che sul cibo ci costruisce la vita: pensa a uno chef!
Cercare l'amore, innammorarsi, leggere un libro, vedere un bel film, fare una passeggita, uscire con gli amici, suonare uno strumento, fare sesso, fare paracadutismo, fare sport in generale, fare un lavoro che ci piace...sono tutte pulsioni che seguiamo, sono "istinti" nè più ne meno che per gli animali!

Te ti sai dare una spiegazione razionale perchè ti piace disegnare? no ti piace è basta! allo stesso modo in cui a un gatto piace giocare con un gomitolo!

Anche un filosofo segue l'istinto! l'attività in sè di filosofeggiare, pensare e ragionare è molto razionale, ma l'istinto di passione che spinge a intraprenderla lo definirei molto "animalesco", cioè per niente ragionato.

Secondo me l'uomo si rovina quella bella vita molto più stimolante rispetto agli animali perchè non si concentra sul vivere, pensa pensa pensa...e si rovina la vita riempendola di complessi!

il fobico-timido poi è esperto a bloccarsi la vita e pensare a vuoto, inutilmente, facendosi le seghe mentali e perdendo tutte occasioni belle che la vita gli propone...

1897 16-10-2008 18:19

Soffrire!

LeopardiTheBest 16-10-2008 20:12

inserire sostanze nella bocca e ricacciarle dal culo ammorbando l'aria intorno a te

1897 16-10-2008 20:28

Quote:

Originariamente inviata da 1798Leopardi_the_best1837
inserire sostanze nella bocca e ricacciarle dal culo ammorbando l'aria intorno a te

Oggi piove e il sole è una stella.

piocca 16-10-2008 22:02

Re: Cosa significa vivere?
 
Quote:

Originariamente inviata da JohnReds2

Secondo me l'uomo si rovina quella bella vita molto più stimolante rispetto agli animali perchè non si concentra sul vivere, pensa pensa pensa...e si rovina la vita riempendola di complessi!

il fobico-timido poi è esperto a bloccarsi la vita e pensare a vuoto, inutilmente, facendosi le seghe mentali e perdendo tutte occasioni belle che la vita gli propone...

Che bella teoria ....è anche un po' come la penso io!!! :D
un filosofo e genio del passato, che io stimo molto (Pascal),diceva che nulla è cosí insopportabile all'uomo come essere in un pieno riposo, senza passioni, senza faccende, senza svaghi, senza occupazione.
Egli sente allora la sua nullità, il suo abbandono, la sua insufficienza, la sua dipendenza, la sua impotenza, il suo vuoto. E subito sorgeranno dal fondo della sua anima il tedio, l'umor nero, la tristezza, il cruccio, il dispetto, la disperazione.
Allora gli uomini, non avendo potuto guarire la morte, la miseria, l'ignoranza, hanno risolto, per viver felici, di non pensarci, si sono dedicati in modo incondizionato al divertissement (il divertimento), uno stato di oblio e stordimento di sé, che principalmente si basa sul fatto che le persone preferiscono non pensare ai problemi che non riescono a risolvere, preferiscono deviare il pensare alla propria miseria.....dandosi da fare, essendo attivi, per non lasciare neanche uno spazio di tempo nella propria vita per pensare a se stessi.....
Ma il divertissement, così come illude di essere felici, porta inavvertitamente alla morte, senza che l'uomo se ne accorga....per questo costituisce anche la più grande miseria dell'uomo, perchè gli toglie la propria dignità di essere razionale... :roll:

Ecco, noi fobici, siamo completamente privi di divertissement e per questo abbiamo raggiunto una dimensione più profonda ma più tormentosa che non ci permette di essere felici.... :!:

cancellato2369 16-10-2008 22:30

Re: Cosa significa vivere?
 
Quote:

Originariamente inviata da piocca
Sapreste darmi una definizione di cosa significhi vivere?
Io non ci riesco....
Certo, si potrebbe sempre dire che un essere è vivente se nasce, cresce, mangia, si riproduce e muore...
ma questo vale per un qualsiasi animale...ma per l'uomo?
L'essere razionale e superiore......il dominatore del mondo......per lui cosa significa vivere? Non si abbasserà di certo a questi livelli primitivi....

per un momento mi sembrava una domanda del mio ex prof di 3° e 4° di filo...mi viene il magone :lol:

allora partiamo dal presupposto che al mio interno ho 2 spiriti esattamente opposti l'uno all'altro.
Partiamo dal primo? quello più concreto? quello che ha una visione della vita molto anarchica:
a suo modo nache un pedofilo, uno stupratore, un killer vive....e non mi posso sbilanciare più di tanto nel dire se il suo atteggiamento sia più o meno naturale.
Semplicemente sente i suoi istinti primari e li valuta superiori ad ogni altra sorta di principio; in fondo la società è un patto tra individui...ma concretamente nessuno mi può obbligare a starne all'interno (ovvio che se non ci voglio stare e se devo convivere con altri 2 milioni di persone diventà difficile relazionarsi e viver ein armonia se ho un atteggiamento deleterio).
Quindi detto questo io tendo a far vigere una sorta di legge naturale? perchè lo stupratore ha torto? non perchè ha torto in generale...in fondo facciamo finta che lui sia un leone: perchè mai non dovrebbe sbranare il leoncino dell'altro branco? è un istinto naturale
Perchè però non è ammissibile in questa società?perchè io membro della mia comunità comunque è ovvio che entro per difendere gli altri membri e quindi se ti rendi pericoloso io sono costretto ad eliminarti dalla scena.

Perchè questo discorso? per chiarire che io non sono uno di quelli che dice "al rogo chi pratica incesto, gli omosessuali, chi vuole l'eutanasia ecc...ecc...".
Anzi, prendiamo il primo caso (forse uno dei più forti tabù della nostra società): lo sappiamo che in italia ci sono diversi casi di incesto tra cugini, ma anche tra familiari più stretti come fratelli e sorelle. In Francia ad esempio è legalizzato (ed io dico giustamente).
L'importante è che ci sia consapevolezza da ambo le parti e non ci sia violenza.
Ora se io avessi una sorella...se fin da piccoli ci fossimo coccolati, avessimo scherzato e riso insieme....se crescendo avessimo acquistato qualità fisiche che facevano in modo di sentire un'attrazione da ambo le parti...perchè mai in caso di un amore di diverso genere (a 360°) ci sarebbe dovuto essere impedito?
Una domanda che faccio spesso è: "il tuo ragazzo....che lo conosci da quando siete piccoli...non l'avresti fatto diventare il tuo ragazzo, il tuo fidanzato e tuo marito per un "particolare" del genere se fosse stato tuo fratello? Cosa comandi i tuoi sentimenti? Avresti rinunciato a quella bellissima persona che hai accanto perchè hai avuto la "sfortuna" di nascere dallo stesso suo grembo? mi pare un'assurdità pazzesca...crescete? vi amate reciprocamente rispettandovi? e allora vivete felici e contenti..."
E allo stesso modo sul piano sociale con questo spirito più concreto e libertino: il lavoro? tutta questa importanza al lavoro?
fermiamoci un attimo.
Pensiamo sempre ad un leone: il lavoro è per noi quello che per il leone è la caccia. Il leone si sveglia alla mattina e inizia a correre perchè se non acchiappa la gazzella muore di fame. E se un giorno si svegliasse e la gazzella fosse lì al suo fianco già stecchita?
Quindi da questo lato mi infastidisce chi ved enel lavoro la "salvezza della vita", i discorsi da genitore del tipo "pensa a studiare prima di tutto che poi la vita diventa dura"...no la risposta è sempre "penso a divertirmi, penso ad AMARE, penso a PENSARE...questo è vivere...se devo vivere per lavorare e per una posizione prendo una pistola e BUUMMM....la vita diventa dura? Non aspetto di deprimermi....la faccio finita".
Allo stesso modo quindi non comprendo il masochismo di dire "vivi sempre e comunque...no....
ho 30 anni? ho una moglie e una figlia? vengono investite da un auto e crepano?STOP è finità!non ci sono scappatoie....i discorsi del tipo "i ltempo guarisce....prova a rifarti una vita e non pensarci...". No...perchè mai? perchè mai mentirsi? perchè mai fingere di stare bene? perchè sforzarsi di stare bene? non ci si deve sforzare....o è spontaneo o sei fuori dai giochi.
Se io non voglio viver eil resto dei miei giorni con il chiodo fisso che quella donna e quella bimba non le rivedrò mai più? magari avrei pure la possibilità di rifarmi una famiglia...ma quella famiglia?quegli occhi che vedevo ogni mattina?

Dall'altra parte quindi subentra l'altro lato di me: "quello romantico e un po' idealista", quello che sogna l'amore unico che ti divora da dentro per sempre....quello che ti fa piangere anche dopo 1 anno e mezzo che hai rotto il tuo rapporto...quello che andrebbe a leccare la strada per far nascere un figlio...quello che odia fermarsi all'apparenza, quello che odia discutere sempre di banalità (della manicure, del parrucchiere, della serata, della scuola guida) ecc...ecc...

JohnReds 16-10-2008 22:40

Re: Cosa significa vivere?
 
Quote:

Originariamente inviata da piocca
Quote:

Originariamente inviata da JohnReds2

Secondo me l'uomo si rovina quella bella vita molto più stimolante rispetto agli animali perchè non si concentra sul vivere, pensa pensa pensa...e si rovina la vita riempendola di complessi!

il fobico-timido poi è esperto a bloccarsi la vita e pensare a vuoto, inutilmente, facendosi le seghe mentali e perdendo tutte occasioni belle che la vita gli propone...

Che bella teoria ....è anche un po' come la penso io!!! :D
un filosofo e genio del passato, che io stimo molto (Pascal),diceva che nulla è cosí insopportabile all'uomo come essere in un pieno riposo, senza passioni, senza faccende, senza svaghi, senza occupazione.
Egli sente allora la sua nullità, il suo abbandono, la sua insufficienza, la sua dipendenza, la sua impotenza, il suo vuoto. E subito sorgeranno dal fondo della sua anima il tedio, l'umor nero, la tristezza, il cruccio, il dispetto, la disperazione.
Allora gli uomini, non avendo potuto guarire la morte, la miseria, l'ignoranza, hanno risolto, per viver felici, di non pensarci, si sono dedicati in modo incondizionato al divertissement (il divertimento), uno stato di oblio e stordimento di sé, che principalmente si basa sul fatto che le persone preferiscono non pensare ai problemi che non riescono a risolvere, preferiscono deviare il pensare alla propria miseria.....dandosi da fare, essendo attivi, per non lasciare neanche uno spazio di tempo nella propria vita per pensare a se stessi.....
Ma il divertissement, così come illude di essere felici, porta inavvertitamente alla morte, senza che l'uomo se ne accorga....per questo costituisce anche la più grande miseria dell'uomo, perchè gli toglie la propria dignità di essere razionale... :roll:

Ecco, noi fobici, siamo completamente privi di divertissement e per questo abbiamo raggiunto una dimensione più profonda ma più tormentosa che non ci permette di essere felici.... :!:

Secondo me il divertissment non è uno stato di oblio e stordimento, anzi uno stato di chiarezza( e ora entrano in gioco le mie simpatie buddistico-zenistiche :P )

Cioè senza tutti i pensieri sul futuro, se stessi, la morte, ecc.. vedi con più chiarezzza il mondo intorno a te.

La morte non esiste in quetso momento piocca! Quando pensi alla morte non pensi a una cosa che c'è, ma a una cosa che il tuo cervello immagina ci sarà-->ergo è una crazione artificiosa del tuo cervello.

Esiste solo l'istante, non esistono nè futuro nè passato. Ecco perchè godere, apprezzare il vento che ti passa accanto, il sapore del cibo, un bel paesaggio, una bella canzone, la sensazione fisica di una corsa, eliminando i pensieri artificiali e finti è il vero vivere...il resto è un arrovellarsi su sè stessi.

La dimensione più profonda che tu dici non la vedo così bella o così "profonda", mi sembra più che una dimensione profonda una costruzione caotica e arzigogolata che noi poniamo a sbarramento di una vita lineare e semplice, oppure come una lente che distorce la realtà facendola sembrare più brutta, triste e piatta quando in realtà è bellissima e colorata.

Io a volte riesco a cogliere questa bellezza, purtroppo dura poco, ma in quei momenti mi convinco sempre più della validità di questo pensiero...

cancellato2369 16-10-2008 22:56

Re: Cosa significa vivere?
 
Quote:

Originariamente inviata da JohnReds
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Originariamente inviata da piocca
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Originariamente inviata da JohnReds2

Secondo me l'uomo si rovina quella bella vita molto più stimolante rispetto agli animali perchè non si concentra sul vivere, pensa pensa pensa...e si rovina la vita riempendola di complessi!

il fobico-timido poi è esperto a bloccarsi la vita e pensare a vuoto, inutilmente, facendosi le seghe mentali e perdendo tutte occasioni belle che la vita gli propone...

Che bella teoria ....è anche un po' come la penso io!!! :D
un filosofo e genio del passato, che io stimo molto (Pascal),diceva che nulla è cosí insopportabile all'uomo come essere in un pieno riposo, senza passioni, senza faccende, senza svaghi, senza occupazione.
Egli sente allora la sua nullità, il suo abbandono, la sua insufficienza, la sua dipendenza, la sua impotenza, il suo vuoto. E subito sorgeranno dal fondo della sua anima il tedio, l'umor nero, la tristezza, il cruccio, il dispetto, la disperazione.
Allora gli uomini, non avendo potuto guarire la morte, la miseria, l'ignoranza, hanno risolto, per viver felici, di non pensarci, si sono dedicati in modo incondizionato al divertissement (il divertimento), uno stato di oblio e stordimento di sé, che principalmente si basa sul fatto che le persone preferiscono non pensare ai problemi che non riescono a risolvere, preferiscono deviare il pensare alla propria miseria.....dandosi da fare, essendo attivi, per non lasciare neanche uno spazio di tempo nella propria vita per pensare a se stessi.....
Ma il divertissement, così come illude di essere felici, porta inavvertitamente alla morte, senza che l'uomo se ne accorga....per questo costituisce anche la più grande miseria dell'uomo, perchè gli toglie la propria dignità di essere razionale... :roll:

Ecco, noi fobici, siamo completamente privi di divertissement e per questo abbiamo raggiunto una dimensione più profonda ma più tormentosa che non ci permette di essere felici.... :!:

Secondo me il divertissment non è uno stato di oblio e stordimento, anzi uno stato di chiarezza( e ora entrano in gioco le mie simpatie buddistico-zenistiche :P )

Cioè senza tutti i pensieri sul futuro, se stessi, la morte, ecc.. vedi con più chiarezzza il mondo intorno a te.

La morte non esiste in quetso momento piocca! Quando pensi alla morte non pensi a una cosa che c'è, ma a una cosa che il tuo cervello immagina ci sarà-->ergo è una crazione artificiosa del tuo cervello.

Esiste solo l'istante, non esistono nè futuro nè passato. Ecco perchè godere, apprezzare il vento che ti passa accanto, il sapore del cibo, un bel paesaggio, una bella canzone, la sensazione fisica di una corsa, eliminando i pensieri artificiali e finti è il vero vivere...il resto è un arrovellarsi su sè stessi.

La dimensione più profonda che tu dici non la vedo così bella o così "profonda", mi sembra più che una dimensione profonda una costruzione caotica e arzigogolata che noi poniamo a sbarramento di una vita lineare e semplice, oppure come una lente che distorce la realtà facendola sembrare più brutta, triste e piatta quando in realtà è bellissima e colorata.

Io a volte riesco a cogliere questa bellezza, purtroppo dura poco, ma in quei momenti mi convinco sempre più della validità di questo pensiero...

io invece mi sono convinto che sono belli entrambi:
da una parte mi ricordo bene di come estroversavo in passato e di come mi sento felice e sicuro quando estroverso con le estroversone oggi; dall'altro io non mi sentirei più me stesso senza i miei 1000 pensieri, senza quella poesia che si crea dentro di me.
Credo che non sia bene nè l'uno nè l'altro portati all'eccesso.
Il primo perchè ti fa vivere con enorme superficialità e non ti fa comprende nel suo tutto il mondo, la vita e le persone;
il secondo eprchè si può rivelare un'arma a doppio taglio...
sisi è interessante pensare e stupendo emozionarsi, scrivere poesie...ma se non stai attento ti può corrodere irrimediabilmente l'animo.
Non a caso molti dei più grandi letterati e artisti passati e recenti si sono o suicidati o comunque erano depressi e avevano una vita opaca(vedi 88....ehmmm...Leopardi :P) o considerati mezzi folli (vedi la Merini).

Detto questo se devo scegliere io per come sono oggi preferisco più la follia dei secondi, preferisco più il rischio di diventare depresso, pippaiolo (non in quel senso :P ) e con una personalità problematica, piuttosto di diventare banale buttandomi solo nel divertimento.

Tanto il mio pensiero è sempre quello: un estroversone insensibilone difficilmente può scrivere una poesia vera o arrivare a capire certi ragionamenti (magari può farli, ma non comprenderli in ogni aspetto); l'introversone artista se si impegna può fare l'estroversone (a me - egocentrismo MODE ON - mi viene :P)

EDIT: prima che qualcuno dica qualcosa a qualcuno su qualcosa 8)
la crusca ha detto che a "me mi" si può usare :twisted:

JohnReds 16-10-2008 23:11

@Giova88

8O 8O Ho letto ora il tuo papirone.. e il papirone numer two.

Attenzione a non confondere l'avere pensieri "alti" con le seghe mentali.
Io non dico diventare superficiali, ma bensì il contrario, profondi e capaci di percepire il mondo nella loro interezza...quello che voglio eliminare sono le angosce, il peso del passato e del futuro, i dubbi(inutili) su quello che potrebbero pensare gli altri...non le riflessioni intellettuali o "alte": sono due cose ben diverse!

Il modello di vita da me proposto(e che non ho raggiunto però) è semplicemente un avere il cervello sgombro, apprezzare il mondo, godersi le sensazioni al meglio...anche quelle più "alte": quindi non c'è contraddizione tra l'essere romantici ed essere un "illuminato" .

Io ad esempio per poter apprezzare un bel tramonto, oppure per apprezzare una poesia o una canzone devo essere libero dalle seghe mentali, anzi diciamo che ci sono cose, come la musica o i film, che mi aiutano a dimenticare il mondo esterno--->in quei momenti non penso e non mi arrovello, mi godo il libro/canzone/film/etc., ecco perchè sto bene.

Il "trucco" quindi sarebbe avere sempre e in qualsiasi situazione quella pace e serenità che ottengo quando leggo un bel libro, guardo un bel film, o vado veloce la notte in macchina con i finestrini aperti e la musica a palla :P .

Per fare un paragone, l'ideale sarebbe avere perennemente uno stato di "ubriachezza da alcool": sentirsi sempre liberi, rilassati e positivi come quando si è briai-->quando sei briao te sei superficiale? io no, anzi a volte quando sono alterato, non solo per l'alcool, faccio elucubrazioni molto "elevate" :P .

cancellato2369 16-10-2008 23:26

Quote:

Originariamente inviata da JohnReds
@Giova88

8O 8O Ho letto ora il tuo papirone.. e il papirone numer two.

Attenzione a non confondere l'avere pensieri "alti" con le seghe mentali.
Io non dico diventare superficiali, ma bensì il contrario, profondi e capaci di percepire il mondo nella loro interezza...quello che voglio eliminare sono le angosce, il peso del passato e del futuro, i dubbi(inutili) su quello che potrebbero pensare gli altri...non le riflessioni intellettuali o "alte": sono due cose ben diverse!

Il modello di vita da me proposto(e che non ho raggiunto però) è semplicemente un avere il cervello sgombro, apprezzare il mondo, godersi le sensazioni al meglio...anche quelle più "alte": quindi non c'è contraddizione tra l'essere romantici ed essere un "illuminato" .

Io ad esempio per poter apprezzare un bel tramonto, oppure per apprezzare una poesia o una canzone devo essere libero dalle seghe mentali, anzi diciamo che ci sono cose, come la musica o i film, che mi aiutano a dimenticare il mondo esterno--->in quei momenti non penso e non mi arrovello, mi godo il libro/canzone/film/etc., ecco perchè sto bene.

Il "trucco" quindi sarebbe avere sempre e in qualsiasi situazione quella pace e serenità che ottengo quando leggo un bel libro, guardo un bel film, o vado veloce la notte in macchina con i finestrini aperti e la musica a palla :P .

Per fare un paragone, l'ideale sarebbe avere perennemente uno stato di "ubriachezza da alcool": sentirsi sempre liberi, rilassati e positivi come quando si è briai-->quando sei briao te sei superficiale? io no, anzi a volte quando sono alterato, non solo per l'alcool, faccio elucubrazioni molto "elevate" :P .

beh john...sì ora ho capito la differenza, però io in fondo sono convinto che "queste seghe" aiutano in parte a rinfolitire anche i pensieri "alti".
Almeno...nella mia persona le due cose sono andate di pari passo e non so quanto avrei fatto senza le pippe dei miei pensieri aulici.

Perchè un'artista finisce per diventare depresso? perchè si fa anche tante seghe mentali...perchè l'arte è anche quello...
quando sei felice e sereno (appunto non ti fai le pippe) non ti viene da pensare "devo scrivere una poesia".
Quando sei felice e sereno (esempio stai ridendo con le tue amiche o stai baciando la ragazza che ami) desideri solo protrarre più a lungo possibile quel momento e soprattutto goderti quel momento.
L'arte e quel genio folle nasce in parte da angosce, dal peso del passato e del futuro, dai dubbi anche futili.

Io quando scrivo una poesia, infatti, è perchè mi sto arrovellando tra mille seghe mentali....tra mille dispiaceri...mille delusioni e amarezze...
è raro che io scriva una poesia del tipo "ma che bel castello marcondiro-ndiro-dello".
Anche quando parla di sentimenti positivi come l'amore vissuto, una nottata di sesso con la persona che ami lo faccio spesso con quella sensazione di fitta al petto che ti fa ricadere su te stesso.

John: è completamente differente fare da spettatore e invece essere l'autore.
Pure io se ascolto ligabue, Masini devo cercare di sgombrar eun minimo la mente per ascoltar ele parole e sentirle dentro;
ma quando le parole le elabori tu per farle uscire spontanee devi lasciarle una piccola "muffa" da cui possano proliferare.

Poi almeno questo dal mio punto di vista

JohnReds 16-10-2008 23:35

Quote:

Originariamente inviata da giova88
beh john...sì ora ho capito la differenza, però io in fondo sono convinto che "queste seghe" aiutano in parte a rinfolitire anche i pensieri "alti".
Almeno...nella mia persona le due cose sono andate di pari passo e non so quanto avrei fatto senza le pippe dei miei pensieri aulici.

Perchè un'artista finisce per diventare depresso? perchè si fa anche tante seghe mentali...perchè l'arte è anche quello...
quando sei felice e sereno (appunto non ti fai le pippe) non ti viene da pensare "devo scrivere una poesia".
Quando sei felice e sereno (esempio stai ridendo con le tue amiche o stai baciando la ragazza che ami) desideri solo protrarre più a lungo possibile quel momento e soprattutto goderti quel momento.
L'arte e quel genio folle nasce in parte da angosce, dal peso del passato e del futuro, dai dubbi anche futili.

Io quando scrivo una poesia, infatti, è perchè mi sto arrovellando tra mille seghe mentali....tra mille dispiaceri...mille delusioni e amarezze...
è raro che io scriva una poesia del tipo "ma che bel castello marcondiro-ndiro-dello".
Anche quando parla di sentimenti positivi come l'amore vissuto, una nottata di sesso con la persona che ami lo faccio spesso con quella sensazione di fitta al petto che ti fa ricadere su te stesso.

John: è completamente differente fare da spettatore e invece essere l'autore.
Pure io se ascolto ligabue, Masini devo cercare di sgombrar eun minimo la mente per ascoltar ele parole e sentirle dentro;
ma quando le parole le elabori tu per farle uscire spontanee devi lasciarle una piccola "muffa" da cui possano proliferare.

Poi almeno questo dal mio punto di vista

Io vivo diversamente...io per vivere le sensazioni d'innamoramento, "auliche" devo cancellare le seghe mentali...ma forse per la mia storia personale questa filosofia va bene, per la tua no: ognuno, giustamente, ha delle caratteristiche diverse. anche perchè te sei nato estroversone e sei diventao introverso, io sono nato superintroverso e, piano piano, sto "imparando a estroveggiare"...io sento forte il bisogno di dissociarmi dalle mia abitudini profondamente chiuse e solitarie...

In ogni caso, non me ne è mai fregato nulla della poesia, anzi a sentire la parola leopardi mi vien l'aonco, come si dice da me, l'unico che ho letto volentieri è stato cecco angiolieri(tanto per darti un'idea :) )

Poi nulla toglie che legga, m'interessi di cultura a tutto tondo, etc...ma fare l'artista maledetto non è nelle mie aspirazioni anche perchè a mio parere quelli sono i veri spettatori, che non si godono la vita ma si limitano a descriverla anche se nei modi più strani e belli(mi dicono)...

cancellato2671 16-10-2008 23:50

Quote:

Originariamente inviata da JohnReds
Quote:

Originariamente inviata da giova88
beh john...sì ora ho capito la differenza, però io in fondo sono convinto che "queste seghe" aiutano in parte a rinfolitire anche i pensieri "alti".
Almeno...nella mia persona le due cose sono andate di pari passo e non so quanto avrei fatto senza le pippe dei miei pensieri aulici.

Perchè un'artista finisce per diventare depresso? perchè si fa anche tante seghe mentali...perchè l'arte è anche quello...
quando sei felice e sereno (appunto non ti fai le pippe) non ti viene da pensare "devo scrivere una poesia".
Quando sei felice e sereno (esempio stai ridendo con le tue amiche o stai baciando la ragazza che ami) desideri solo protrarre più a lungo possibile quel momento e soprattutto goderti quel momento.
L'arte e quel genio folle nasce in parte da angosce, dal peso del passato e del futuro, dai dubbi anche futili.

Io quando scrivo una poesia, infatti, è perchè mi sto arrovellando tra mille seghe mentali....tra mille dispiaceri...mille delusioni e amarezze...
è raro che io scriva una poesia del tipo "ma che bel castello marcondiro-ndiro-dello".
Anche quando parla di sentimenti positivi come l'amore vissuto, una nottata di sesso con la persona che ami lo faccio spesso con quella sensazione di fitta al petto che ti fa ricadere su te stesso.

John: è completamente differente fare da spettatore e invece essere l'autore.
Pure io se ascolto ligabue, Masini devo cercare di sgombrar eun minimo la mente per ascoltar ele parole e sentirle dentro;
ma quando le parole le elabori tu per farle uscire spontanee devi lasciarle una piccola "muffa" da cui possano proliferare.

Poi almeno questo dal mio punto di vista

Io vivo diversamente...io per vivere le sensazioni d'innamoramento, "auliche" devo cancellare le seghe mentali...ma forse per la mia storia personale questa filosofia va bene, per la tua no: ognuno, giustamente, ha delle caratteristiche diverse. anche perchè te sei nato estroversone e sei diventao introverso, io sono nato superintroverso e, piano piano, sto "imparando a estroveggiare"...io sento forte il bisogno di dissociarmi dalle mia abitudini profondamente chiuse e solitarie...

In ogni caso, non me ne è mai fregato nulla della poesia, anzi a sentire la parola leopardi mi vien l'aonco, come si dice da me, l'unico che ho letto volentieri è stato cecco angiolieri(tanto per darti un'idea :) )

Poi nulla toglie che legga, m'interessi di cultura a tutto tondo, etc...ma fare l'artista maledetto non è nelle mie aspirazioni anche perchè a mio parere quelli sono i veri spettatori, che non si godono la vita ma si limitano a descriverla anche se nei modi più strani e belli(mi dicono)...

ma infatti Leopardi non piace per nulla nemmeno a me :P
lo trovo troppo troppo strutturato/complesso e poco spontaneo...e per me la poesia è naturalezza e spontaneità.
Per me la poesia è andare dalla ragazza che ami è dirle "vorrei sfiorare le tue labbra 100 volte e 1000 volte baciarti fino ad aver finito il fiato...poi vorrei dartene ancora altri 1000 per nutrirmi dei tuoi sospiri".

Per me la poesia non è niente del:
A silvia rimembri ancora quel tempo della tua vita mortale quando giocavamo a scacchi nei tuoi occhi ridenti e fuggitivi
e tu annoiata e pensosa per colpa delle mie frasi romanzate, te ne sei giustamente andata e hai preferito la morte piuttosto che guardarmi ancora in faccia.

Per me la poesia è esprimere le emozioni così come vengono:
ti guardo negli occhi? la prima emozioni che mi viene in mente e la prima parola a cui riesco ad associarla:
"fremo su questa terra, io cavallo imbizzarrito per il tuo sguardo".

Piace, non piace....segue una metrica, non la segue...diventerà illustre e famosa o meno? chissene....

P.S: quando diventerò famoso però il mio libro l'ho compri :lol:

P.S2: è in parte vero che per scrivere sei in un certo senso spettatore, ma da un altro devi aver vissuto (oppure avere tanta poesia).
Ma l'esperienza non ti toglie l'arte; è il tempo necessario per avere esperienze che toglie tempo all'arte--> ed infatti ribadisco che chi è felice raramente prendere su carta e penna per scrivere una poesia (lo farà nei momenti tetri)

Milo 17-10-2008 00:46

Vivere significa combattere per cambiare il proprio destino...

Who_by_fire 17-10-2008 01:06

Re: Cosa significa vivere?
 
Quote:

L'essere razionale e superiore......il dominatore del mondo......per lui cosa significa vivere? Non si abbasserà di certo a questi livelli primitivi....

http://samueljscott.files.wordpress....er_simpson.jpg


Dehèhihò....Passami un'altra birra Maarge! (cit.)

gattasilvestra 18-10-2008 08:21

OFF TOPIC

Quote:

Originariamente inviata da 3giova88
ma infatti Leopardi non piace per nulla nemmeno a me :P

Per me la poesia è esprimere le emozioni così come vengono:
ti guardo negli occhi? la prima emozioni che mi viene in mente e la prima parola a cui riesco ad associarla:
"fremo su questa terra, io cavallo imbizzarrito per il tuo sguardo".

sei più un tipo da poesie di Byron, di Whitman forse...
di poesia non me ne intendo e non so consigliartene altri =)

Quote:

Originariamente inviata da Lord Byron
Il tempo non lascia traccia
sulla tua fronte azzurra.
Come ti ha visto l'alba della Creazione,
così continui a essere mosso dal vento.
E io ti ho amato, Oceano,
e la gioia dei miei svaghi giovanili,
era di farmi trasportare dalle onde
come la tua schiuma;
fin da ragazzo mi sbizzarrivo con i tuoi flutti,
una vera delizia per me.
E se il mare freddo faceva paura agli altri,
a me dava gioia,
Perché ero come un figlio suo,
E mi fidavo delle sue onde, lontane e vicine,
E giuravo sul suo nome, come ora...
(Ondeggia Oceano)

E sulla fronte, lungo le guance
Calme e dolci, eppure eloquenti,
Sorrisi docili e colori ardenti
Parlano solo di giorni puri,
E di una mente serena e sovrana,
E di un cuore che ama innocente.
(Lei Splendida Incede)

Quote:

Originariamente inviata da Whitman
L’amore del corpo di un uomo o di una donna è al di là di ogni descrizione, il corpo stesso ne è al di là, quello del maschio è perfetto, perfetto quello della femmina.

L’espressione del volto è aldilà di ogni descrizione, ma l’espressione di un uomo ben fatto non appare soltanto sul suo volto,

è anche nelle membra e nelle giunture, stranamente ènei suoi fianchi, nei suoi polsi, nel suo passo, nel modo di portare il collo, nel flettere la vita e le ginocchia, i vestiti non lo nascondono, la forte buona qualità che possiede erompe da sotto il cotone e il panno nero vederlo passare trasmette quanto la migliore poesia, forse anche di più, ti soffermi a guardare la sua schiena, la sua nuca, le spalle.
(Canto il corpo elettrico)

Leopardi mi piaceva per alcuni canti, come quello di Saffo. Per me però leggere stili ricercati o antichi è come decodificare un testo, mi sento arricchita dall'"impresa"...

Quote:

Originariamente inviata da GIACOMINO
...e quante volte
Questa mia vita dolorosa e nuda
Volentier con la morte avrei cangiato.


Nè mi diceva il cor che l'età verde
Sarei dannato a consumare in questo
Natio borgo selvaggio, intra una gente
Zotica, vil; cui nomi strani, e spesso
Argomento di riso e di trastullo,
Son dottrina e saper; che m'odia e fugge,
Per invidia non già, che non mi tiene
Maggior di se, ma perchè tale estima
Ch'io mi tenga in cor mio, sebben di fuori
A persona giammai non ne fo segno.
Qui passo gli anni, abbandonato, occulto,
Senz'amor, senza vita
; ed aspro a forza
Tra lo stuol de' malevoli divengo
(LE RICORDANZE)

Quote:

Originariamente inviata da GIACOMINO
Qual fallo mai, qual sì nefando eccesso
Macchiommi anzi il natale, onde sì torvo
Il ciel mi fosse e di fortuna il volto?
In che peccai bambina?

... Morremo. Il velo indegno a terra sparto,
Rifuggirà l'ignudo animo a Dite,
E il crudo fallo emenderà del cieco
Dispensator de' casi. E tu cui lungo
Amore indarno, e lunga fede, e vano
D'implacato desio furor mi strinse,
Vivi felice, se felice in terra
Visse nato mortal.

(ULTIMO CANTO DI SAFFO)


cancellato2968 18-10-2008 14:22

Quote:

Originariamente inviata da gattasilvestra
OFF TOPIC

Quote:

Originariamente inviata da 3giova88
ma infatti Leopardi non piace per nulla nemmeno a me :P

Per me la poesia è esprimere le emozioni così come vengono:
ti guardo negli occhi? la prima emozioni che mi viene in mente e la prima parola a cui riesco ad associarla:
"fremo su questa terra, io cavallo imbizzarrito per il tuo sguardo".

sei più un tipo da poesie di Byron, di Whitman forse...
di poesia non me ne intendo e non so consigliartene altri =)

Quote:

Originariamente inviata da Lord Byron
Il tempo non lascia traccia
sulla tua fronte azzurra.
Come ti ha visto l'alba della Creazione,
così continui a essere mosso dal vento.
E io ti ho amato, Oceano,
e la gioia dei miei svaghi giovanili,
era di farmi trasportare dalle onde
come la tua schiuma;
fin da ragazzo mi sbizzarrivo con i tuoi flutti,
una vera delizia per me.
E se il mare freddo faceva paura agli altri,
a me dava gioia,
Perché ero come un figlio suo,
E mi fidavo delle sue onde, lontane e vicine,
E giuravo sul suo nome, come ora...
(Ondeggia Oceano)

E sulla fronte, lungo le guance
Calme e dolci, eppure eloquenti,
Sorrisi docili e colori ardenti
Parlano solo di giorni puri,
E di una mente serena e sovrana,
E di un cuore che ama innocente.
(Lei Splendida Incede)

Quote:

Originariamente inviata da Whitman
L’amore del corpo di un uomo o di una donna è al di là di ogni descrizione, il corpo stesso ne è al di là, quello del maschio è perfetto, perfetto quello della femmina.

L’espressione del volto è aldilà di ogni descrizione, ma l’espressione di un uomo ben fatto non appare soltanto sul suo volto,

è anche nelle membra e nelle giunture, stranamente ènei suoi fianchi, nei suoi polsi, nel suo passo, nel modo di portare il collo, nel flettere la vita e le ginocchia, i vestiti non lo nascondono, la forte buona qualità che possiede erompe da sotto il cotone e il panno nero vederlo passare trasmette quanto la migliore poesia, forse anche di più, ti soffermi a guardare la sua schiena, la sua nuca, le spalle.
(Canto il corpo elettrico)

Leopardi mi piaceva per alcuni canti, come quello di Saffo. Per me però leggere stili ricercati o antichi è come decodificare un testo, mi sento arricchita dall'"impresa"...

Quote:

Originariamente inviata da GIACOMINO
...e quante volte
Questa mia vita dolorosa e nuda
Volentier con la morte avrei cangiato.


Nè mi diceva il cor che l'età verde
Sarei dannato a consumare in questo
Natio borgo selvaggio, intra una gente
Zotica, vil; cui nomi strani, e spesso
Argomento di riso e di trastullo,
Son dottrina e saper; che m'odia e fugge,
Per invidia non già, che non mi tiene
Maggior di se, ma perchè tale estima
Ch'io mi tenga in cor mio, sebben di fuori
A persona giammai non ne fo segno.
Qui passo gli anni, abbandonato, occulto,
Senz'amor, senza vita
; ed aspro a forza
Tra lo stuol de' malevoli divengo
(LE RICORDANZE)

Quote:

Originariamente inviata da GIACOMINO
Qual fallo mai, qual sì nefando eccesso
Macchiommi anzi il natale, onde sì torvo
Il ciel mi fosse e di fortuna il volto?
In che peccai bambina?

... Morremo. Il velo indegno a terra sparto,
Rifuggirà l'ignudo animo a Dite,
E il crudo fallo emenderà del cieco
Dispensator de' casi. E tu cui lungo
Amore indarno, e lunga fede, e vano
D'implacato desio furor mi strinse,
Vivi felice, se felice in terra
Visse nato mortal.

(ULTIMO CANTO DI SAFFO)


sì infatti...l'avevo detto....sia nella concezione dell'amore, sia nello stile delle mie poesie assomiglio molto ad uno stile del periodo romantico.
E adoro anche poeti recenti del calibro della Merini, Neruda, poi un Lorca e Ungaretti (anche se è completamente diverso dalla poesia romantica diciamo che Ungaretti è stato il poeta che al tempo delle medie m'ha fatto innamorare della poesia).

Uno stile ricercato e antico mi sa sia di troppo artificioso e innaturale sia di roba per pochi.
Per me la poesia invece deve arrivare ad ogni spettatore che è disposto a fermarsi per ascoltarla (anche qui mi avvicino molto all'idea romantica); quindi niente arcaismi, pochi riferimenti ad una cultura particolare e/o riferimenti all'antichità.

Soprattutto non seguire una metrica particolare: magari una qualche poesia può venire spontanea ricrearla seguendo un qualche schema, ma le più sicuramente meglio se fatte di getto e comunque senza stare lì a contare le sillabe e a rigirarla fino alla morte

piocca 18-10-2008 22:00

X Giova: Io credo che tu abbia ragione con tutta la storia dei comportamenti del leone ecc....gli animali sono liberi di seguire i loro istinti, mentre gli uomini sono frenati dalle convenzioni e regole imposte dalla società....una colpa primaria io la darei anche alla chiesa, con tutte le sue idee di castighi per i peccatori, di continuo soppesaggio del bene e del male, senso di colpa e vergogna per l'uomo.....

Appunto: Cos'è la vergogna (giusto x fare un esempio) ...è una sentimento che negli animali non esiste, la società lo ha introdotto nella comunità degli uomini, tutto questo senso di pudore e castità.... :roll:
Tutte cose che vanno contro la natura, sono forzate, per un essere che in fondo è un animale anche lui.

E allora si capisce che tutti i pedofili, gli assassini, i soggetti considerati pericolosi dalla società, sono in un certo senso anche giustificati, in quanto la loro immoralità deriva semplicemente da istinti repressi, ma che sono naturalissimi..... :x
Si cerca quindi di abolire la stessa natura dell'uomo per conformarlo ad un soggetto con caratteristiche tutte inventate....

In conclusione: la grande civiltà umana costruita su una favola che mostra la sua bella faccia al mondo ma che in fondo all'anima è sconvolta e lacerata da contraddizioni e ferite insanabili :twisted:

X Jhon: Io col dire che noi fobici siamo più "profondi", non intendevo sotto intendere che questo sia un aspetto positivo....anzi :?
Inutile dire che avrei preferito non diventare mai fobica, non conoscere mai questo sito, amalgamarmi per tutta la vita con la gente normale....perchè solo loro sono i "sani", sono i soli che sanno godersi la vita realmente...non come fanno i poeti o gli artisti che sfogano le proprie insoddisfazioni e dolori su un foglio di carta o su una tela per dipingere....

"Quando scrivo sono normale, equilibrato, sereno" (cit. Pavese)

Ecco appunto, per sentirsi sereno un artista ha bisogno di professare la sua arte, ma questo è come dire: "mi sento realmente realizzato in una vita, effimera, inventata, che esiste solo nella mia testa" :evil:

Quindi su questo punto non sono d'accordo con Giova (mi spiace..ehehe) e concordo con John.
Se mi si presentasse un bivio davanti: scegliere se vivere una vita da Blaise Pascal o da una donna comune di 1 tonnellata che vende dolci e ogni giorno accende un cero ai suoi cari....senza indugio io sceglierei la seconda 8)

Credo che se si potesse sapere in questo momento chi è la persona più felice al mondo, verrebbe fuori un individuo poco istruito e che dedica la sua vita in valori come il lavoro manuale e la famiglia.... :roll:

piocca 18-10-2008 22:09

"Ero morbosamente sviluppato, mentre loro erano tutti ottusi e uguali l'uno all'altro come una mandria di montoni. Eppure ero un vile e uno schiavo. Ma ogni uomo del nostro temo che si rispetti deve essere un vile e uno schiavo. Io ero appena una mosca rispetto a tutta quella gente, una sudicia e brutta mosca, più intelligente di tutti loro, più evoluta, più nobile, va da sè, ma insomma una mosca, che a tutti cedeva il passo di continuo, da tutti umiliata e da tutti offesa" (cit.dostoevskij)

mariobross 18-10-2008 22:33

Re: Cosa significa vivere?
 
Quote:

Originariamente inviata da piocca
Sapreste darmi una definizione di cosa significhi vivere?
Io non ci riesco....
Certo, si potrebbe sempre dire che un essere è vivente se nasce, cresce, mangia, si riproduce e muore...
ma questo vale per un qualsiasi animale...ma per l'uomo?
L'essere razionale e superiore......il dominatore del mondo......per lui cosa significa vivere? Non si abbasserà di certo a questi livelli primitivi....

Mia cara amichetta,
dare una definizione al vivere è una tra le cose più difficili secondo me....
potrei dirti tutto e niente.... perchè comunque parliamo di un concetto molto elevato.... che potrebbe essere visto diversamente a seconda delle scuole di pensiero... E allora, tagliamo la testa al toro... e vediamo un pò cosa disse un nostro amico approposito del vivere.... Un amico di molti di noi, nelle cui parole mi identifico. E spero che come me molti altri prenderanno spunto da qui per capire tante cose.

Vivere
è passato tanto tempo
Vivere!
è un ricordo senza tempo
Vivere
è un po' come perder tempo
Vivere.....e Sorridere!.......
VIVERE!
è passato tanto tempo
VIVERE!
è un ricordo senza tempo
VIVERE!
è un po' come perder tempo
VIVERE....e Sorridere dei guai
così come non hai fatto mai
e poi pensare che domani sarà sempre meglio
OGGI NON HO TEMPO
OGGI VOGLIO STARE SPENTO!

Vivere!
e sperare di star meglio
Vivere
e non essere mai contento
Vivere
come stare sempre al vento
VIVERE!......COME RIDERE!!!

VIVERE!
anche se sei morto dentro
VIVERE!
e devi essere sempre contento!
VIVERE!
è come un comandamento
VIVERE..... o SOPRAVVIVERE....
senza perdersi d'animo mai
e combattere e lottare contro tutto contro!.....
OGGI NON HO TEMPO
OGGI VOGLIO STARE SPENTO!.....

VIVERE
e sperare di star meglio
VIVERE VIVERE
e non essere mai contento
VIVERE VIVERE
e restare sempre al vento a
VIVERE.....e sorridere dei guai
proprio (così) come non hai fatto mai
e pensare che domani sarà sempre meglio!!!!!

cancellato3011 18-10-2008 22:34

Quote:

Originariamente inviata da piocca
X Giova: Io credo che tu abbia ragione con tutta la storia dei comportamenti del leone ecc....gli animali sono liberi di seguire i loro istinti, mentre gli uomini sono frenati dalle convenzioni e regole imposte dalla società....una colpa primaria io la darei anche alla chiesa, con tutte le sue idee di castighi per i peccatori, di continuo soppesaggio del bene e del male, senso di colpa e vergogna per l'uomo.....

Appunto: Cos'è la vergogna (giusto x fare un esempio) ...è una sentimento che negli animali non esiste, la società lo ha introdotto nella comunità degli uomini, tutto questo senso di pudore e castità.... :roll:
Tutte cose che vanno contro la natura, sono forzate, per un essere che in fondo è un animale anche lui.

E allora si capisce che tutti i pedofili, gli assassini, i soggetti considerati pericolosi dalla società, sono in un certo senso anche giustificati, in quanto la loro immoralità deriva semplicemente da istinti repressi, ma che sono naturalissimi..... :x
Si cerca quindi di abolire la stessa natura dell'uomo per conformarlo ad un soggetto con caratteristiche tutte inventate....

In conclusione: la grande civiltà umana costruita su una favola che mostra la sua bella faccia al mondo ma che in fondo all'anima è sconvolta e lacerata da contraddizioni e ferite insanabili :twisted:

X Jhon: Io col dire che noi fobici siamo più "profondi", non intendevo sotto intendere che questo sia un aspetto positivo....anzi :?
Inutile dire che avrei preferito non diventare mai fobica, non conoscere mai questo sito, amalgamarmi per tutta la vita con la gente normale....perchè solo loro sono i "sani", sono i soli che sanno godersi la vita realmente...non come fanno i poeti o gli artisti che sfogano le proprie insoddisfazioni e dolori su un foglio di carta o su una tela per dipingere....

"Quando scrivo sono normale, equilibrato, sereno" (cit. Pavese)

Ecco appunto, per sentirsi sereno un artista ha bisogno di professare la sua arte, ma questo è come dire: "mi sento realmente realizzato in una vita, effimera, inventata, che esiste solo nella mia testa" :evil:

Quindi su questo punto non sono d'accordo con Giova (mi spiace..ehehe) e concordo con John.
Se mi si presentasse un bivio davanti: scegliere se vivere una vita da Blaise Pascal o da una donna comune di 1 tonnellata che vende dolci e ogni giorno accende un cero ai suoi cari....senza indugio io sceglierei la seconda 8)

Credo che se si potesse sapere in questo momento chi è la persona più felice al mondo, verrebbe fuori un individuo poco istruito e che dedica la sua vita in valori come il lavoro manuale e la famiglia.... :roll:

ma.....in fondo l'ho detto pure io...
in off topic ho riportato su un thread intitolato "tra realtà e follia".
Lì nel primo post e poi nei miei test successivi avevo esplicitato un po' la mia idea del poeta.

Il poeta/artista è visto dall'esterno spesso come figura particolare dall'esterno.
Esempio banale? il commento della prof.
I miei compagni di classe: "prof...ma uno creativo in classe c'è...è giova! E' un poeta....anche durante di filo si stava annoiando e ha scritto una poesia "
la prof: "ma davvero? dai perchè non la leggi...."
io (ovviamente ho fatto il finto timido...tutto sommato quando leggo una mia poesia anche se da quanto tremo per l'emozione non riesco a tenere il foglio in mano mi sento più forte....mi sento salire l'autostima): "prof....ma adesso? qui? ma veramente....va beh se proprio devo"
Allora blabla blablabla bla
blabla
blabla

risultato? i compagni/e di classe a dire qualcosa del tipo "però niente male..." e la prof a sua volta "niente male davvero....hai un talento davvero nascosto...ma perchè hai scelto il liceo? dovevi scegliere qualcosa di diverso"
io "forse ha ragione...ma infatti già penso al dopo io...con l'uni...il problema è finire solo il liceo prof"

L'esterno...gli altri....non lo capiscono il disagio....le emozioni che ti distruggono davvero l'animo.
Per gli altri uno che scrive poesie (dire "un poeta" mi pare brutto...sembra quasi etichettare come fosse una professione ---> tu sei un poeta e tu no....semplicemente scrivi poesie) è uno che magari nell'arco della giornata si prende il suo bel tempo libero e come uno scrive una barzelletta, tu ti diverti a cercare i paragoni e le figure più astruse...ma pensano che lo fai con uno spirito sereno e tranquillo.

Invece....invece non è così...se scrivi una poesia non lo fai per vantartene come ti chiamassi Marco Carta e dovessi cantare 'na filastrocca....lo fai perchè ti stai corrodendo da dentro....ti stai spezzando e con quelle parole scritte su carta vuoi urlare a te stesso e al mondo tutto quel disagio, quella sofferenza, quella rabbia, quella paura (o in altri casi anche quell'amore e quella felicità).
E infatti l'ho detto....difficilmente è poeta chi è felice. Quando sei felice pensi a viverti quel momento di felicità. Se sei a letto con la donna che ami non stai a pensare tanto a frasi del tipo "e sulle colline candide mi nutrivo di latte e blablabla"...pensi semplicemente a sbaciucchiarti e coccolarti....o almeno questo è quello che facevo io...per come ho la testa ad oggi non mi sorprenderei se iniziassi a pensare pure in quella situazione....
L'arte nasce spesso dalla depressione,dal dolore, dalla sofferenza....

Sotto questo punto di vista non c'è alcun dubbio: io stesso apro post su post in cui dico di rimpiangere com'ero fino a 4-5 anni fa....con il cervello quasi vergine...senza pensieri....
però allo stesso tempo dico che questo dolore, questo disagio, questa introversione, questa rabbia tra me e me m'ha sensibilizzato e m'ha fatto maturare nell'ottica della vita in un modo incredibile.
Magari se fossi rimasto l'estroversone che ero oggi non sarei molto differente da altri coetanei immaturi che a 18-20 anni ancora guardano le cinture, se la tirano per idiozie, fanno a gara a chi "se ne è fatte di più" come fosse un gioco...
tutto sommato quindi mi va bene anche essermi introversato in buona parte per aver raggiunto il mio stato psicologico/emotivo di oggi che io considero a tutti gli effetti più "alto".
Ciò che invidio del giova di qualche anno fa era solo la capacità di svuotare la mente dai problemi....puf....e in un lampo facevo lo scemo a meraviglia...cosa che invece oggi riesco a fare spontaneamente molto, ma molto più di rado per via dei mille dubbie e i mille pensieri che mi attraversano.

L'ho ripetuto anche nel thread aperto sul teatro...

piocca 19-10-2008 23:32

Quote:

Originariamente inviata da giova88-7messaggi

Esempio banale? il commento della prof.
I miei compagni di classe: "prof...ma uno creativo in classe c'è...è giova! E' un poeta....anche durante di filo si stava annoiando e ha scritto una poesia "
la prof: "ma davvero? dai perchè non la leggi...."
io (ovviamente ho fatto il finto timido...tutto sommato quando leggo una mia poesia anche se da quanto tremo per l'emozione non riesco a tenere il foglio in mano mi sento più forte....mi sento salire l'autostima): "prof....ma adesso? qui? ma veramente....va beh se proprio devo"
Allora blabla blablabla bla
blabla
blabla

risultato? i compagni/e di classe a dire qualcosa del tipo "però niente male..." e la prof a sua volta "niente male davvero....hai un talento davvero nascosto...ma perchè hai scelto il liceo? dovevi scegliere qualcosa di diverso"
io "forse ha ragione...ma infatti già penso al dopo io...con l'uni...il problema è finire solo il liceo prof"

Il solito egocentricone.... :lol:

Comunque quoto tutto quello che hai detto....tu dici però che sei contento di essere diventato come sei ora, ma ci sono molti fobici che la vivono in maniera diversa dalla tua....tu hai mantenuto la tua dignità, il tuo onore e riesci ad essere te stesso con gli altri come hai detto nell'altra discussione...mentre altri fobici la vivono in maniere tormentata, concepiscono la vita come un supplizio e una continua lotta contro se stessi....è diversa la cosa....

quanto darei per essere come te... :)

cancellato2671 20-10-2008 00:06

Quote:

Originariamente inviata da piocca
Quote:

Originariamente inviata da giova88-7messaggi

Esempio banale? il commento della prof.
I miei compagni di classe: "prof...ma uno creativo in classe c'è...è giova! E' un poeta....anche durante di filo si stava annoiando e ha scritto una poesia "
la prof: "ma davvero? dai perchè non la leggi...."
io (ovviamente ho fatto il finto timido...tutto sommato quando leggo una mia poesia anche se da quanto tremo per l'emozione non riesco a tenere il foglio in mano mi sento più forte....mi sento salire l'autostima): "prof....ma adesso? qui? ma veramente....va beh se proprio devo"
Allora blabla blablabla bla
blabla
blabla

risultato? i compagni/e di classe a dire qualcosa del tipo "però niente male..." e la prof a sua volta "niente male davvero....hai un talento davvero nascosto...ma perchè hai scelto il liceo? dovevi scegliere qualcosa di diverso"
io "forse ha ragione...ma infatti già penso al dopo io...con l'uni...il problema è finire solo il liceo prof"

Il solito egocentricone.... :lol:

Comunque quoto tutto quello che hai detto....tu dici però che sei contento di essere diventato come sei ora, ma ci sono molti fobici che la vivono in maniera diversa dalla tua....tu hai mantenuto la tua dignità, il tuo onore e riesci ad essere te stesso con gli altri come hai detto nell'altra discussione...mentre altri fobici la vivono in maniere tormentata, concepiscono la vita come un supplizio e una continua lotta contro se stessi....è diversa la cosa....

quanto darei per essere come te... :)

se tutti i fobici fossero come me i fobici sarebbero al potere e gli estroversoni sarebbero timidi :lol:

non ho detto però che riesco ad essere sempre me stesso....altrimenti non mi ritroverei forse nemmeno a scrivere su questo forum e non mi sarei ripetuto tante volte "sgombra la mente" (a mo di Neo in matrix prima di saltare dal palazzo 8) ).
Io non ho alcun vantaggio....solo il vantaggio che riesco a far passare le mie fobie con freddezza agli occhi dell'altra gente...e quindi invece di essere etichettato come fobico sono etichettato come quello dal carattere particolare....
dentro rodi comunque perchè sai di non stare dando comunque ciò che vorresti...
c'è sempre da lavorare insomma...


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