Re: Minneapolis, razzismo, violenza di strada
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Re: Minneapolis, razzismo, violenza di strada
Diverse persone accoltellate in un parco in Inghilterra https://www.tgcom24.mediaset.it/mond...-202002a.shtml
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Re: Minneapolis, razzismo, violenza di strada
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Re: Minneapolis, razzismo, violenza di strada
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Perlomeno è così che la vedo da questa parte dell'Atlantico |
Re: Minneapolis, razzismo, violenza di strada
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Re: Minneapolis, razzismo, violenza di strada
L'Occidente sta esalando i suoi ultimi respiri:
- Modello economico capitalista che è arrivato alla frutta, con sempre più persone fuori mercato che non troveranno più un'occupazione, e uno stato sociale sempre più inesistente. - Rimbambimento ricevuto dai vari media, che ci riempiono la testa di buonismo e cazzate; emblema di tutto il cattivone uomo bianco colpevole di tutto (che tra parentesi grazie al quale i leoni da tastiera di tutto il mondo possono scrivere le loro puttanate) in favore dei "nuovi arrivati diversamente bianchi" dalle qualità umane e lavorative molto dubbie (eufemismo). - Forze dell'ordine sempre più con le braghe calate, anche per via di leggi sempre più permessive nei confronti dei crimini. Si inginocchiano dove dovrebbero manganellare o sparare. Dove non c'è controllo e anzi c'è perbenismo e lassismo la società collassa. Siamo in un momento storico, anche se purtroppo negativo per noi. |
Re: Minneapolis, razzismo, violenza di strada
Purtroppo (per noi bianchi) sarebbe anche ora: non perché noi siamo cattivi e loro buoni ma perché abbiamo fatto i padroni del mondo per gran parte della storia dell'umanità.
Parlate tanto di buonismo, io in giro vedo solo molta cattiveria becera e codarda. |
Re: Minneapolis, razzismo, violenza di strada
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Siete come canne al vento. |
Re: Minneapolis, razzismo, violenza di strada
Il capitalismo non esiste non è un sistema politico, è un sistema economico dove vige il 'libero mercato' che poi è una cosa teorica come teorico è il comunismo, in realtà non esiste neppure una vera società capitalista.
Poi dipende con che cosa lo riempi questo capitalismo, capitalista è stata l'Inghilterra imperialista delle Compagnie dell Indie, L'America di Kennedy , L'italia di De Gasperi, Il Cile di Pinochet e la socialdemocrazia scandinava. Pure la China attuale può essere una manifestazione di capitalismo... Insomma dire capitalismo vuol dire tutto o nulla |
Re: Minneapolis, razzismo, violenza di strada
C'é poco da dire: ha completamente ragione lui.
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Re: Minneapolis, razzismo, violenza di strada
Un mio contatto fb americano, che reca il mio stesso cognome perché faccio parte di un gruppo chiamato tipo "i muttleys nel mondo", ha pubblicato una foto in b/n risalente forse al periodo della Grande Depressione, in cui si vedono dei bambini di etnia caucasica scalzi, vestiti di stracci in un contesto di povertà, con sotto scritto "ecco i privilegi dei bianchi" o qualcosa di simile. Ha poi aggiunto che i suoi parenti vennero dall'Italia per lavorare nelle miniere di carbone e lui non si è mai sentito un privilegiato anzi ne ha approfittato per ripagare i suoi genitori del duro lavoro, impegnandosi, studiando, prendendo il college degree e trovandosi un lavoro da professionista che gli ha garantito un buon tenore di vita.
E allora cosa aspettano i perfidi nekkri a fare altrettanto invece di piangersi addosso? La spiegazione sta tutta nel video che ho postato sopra, dove il signor Trevor Noah spiega perché la situazione tra un povero di colore e un povero di un'altra etnia non sia esattamente paragonabile, dal momento che i primi partono da una condizione di schiavismo, che ha dato luogo poi a tutta una serie di conseguenze che influiscono anche sul presente. Ecco qui un altro video che approfondisce altri dettagli della situazione: Agli Stati Uniti va però riconosciuto il merito di portare spesso avanti la discussione sul sistema che svantaggia determinate categorie di persone a scapito di altre, diversamente da altri paesi in cui, forse per motivi di minore esposizione, il dibattito non sembra essere così costantemente in fermento. Prendiamo il Brasile, assieme a tanti altri paesi del Sudamerica: la costruzione della nazione brasiliana si originò sullo stesso problema di quella americana, ovvero lo schiavismo, con numeri addirittura maggiori: si dice infatti che la quantità di schiavi portata dal continente africano fosse otto volte superiore. Questo ha generato situazioni di disenfranchisement che vediamo tutt'oggi con la realtà delle favelas e delle grandi disparità economiche e sociali del paese. Ogni nazione ha una sua storia, una sua infanzia per così dire: se l'infanzia del paese non è stata esageramente traumatica, il progresso e lo sviluppo seguiranno derive lineari e senza troppe fratture diversamente, come nel caso di Stati Uniti e Brasile per dirne solo due, gli strascichi si vedranno anche nel momento presente. Come l'infanzia di una persona: se hai subito abusi, molestie, maltrattamenti, ne recherai i segni anche in età adulta a meno che non inizi ad affrontare un percorso di risanamento che ti porta in primis ad ammettere l'esistenza di un problema...è questo che devono fare certi paesi ed è quello che sostiene Trevor Noah nel filmato che ho linkato: un paese nato sullo schiavismo ha un problema, se questo problema non viene affrontato in maniera dettagliata e sistemica, non se ne uscirà mai fuori. Non basta aver eliminato la schiavitù, i segni di quella divisione societaria tra cittadini liberi e non liberi si fanno sentire ancora oggi. |
Re: Minneapolis, razzismo, violenza di strada
Però se uno dei problemi è legato al fatto che si parte da una condizione economica svantaggiata, non si può catalogare questo problema sotto l'etichetta di "razzismo".
L'operazione del dividere le persone in due classi e mostrare che una delle due è piú ricca per poi concludere che è la piú povera che ha bisogno di aiuto perché l'altra è "privilegiata" secondo me è un operazione scorretta. Magari in quella privilegiata c'è una parte che è ricca e un'altra che è povera comunque. Si vogliono aiutare le persone? Si aiutino tutti quelli con reddito basso indipendentemente da sesso, colore e cosí via. Secondo me bisogna arrivare a separare i vari elementi che producono svantaggi sociali in questa o quella comunità, soprattutto se sono elementi distinti. Poi insomma se si dividono bene le cose l handicap si capisce che non consiste piú nell essere nero, di handicap ce ne sono diversi e distinti e colpiscono poi singolarmente anche altre persone. Posso fare mille altri esempi per mostrare che questo modo di impostare le cose è fallace. Ad esempio può capitare che tutta un etnia, per motivi storici o altro, si trovi a vivere in una zona dotata di poche risorse, che si fa? Si ragionerá allo stesso modo "vedi che se si appartiene a questa etnia si è svantaggiati?". Ma potrebbe capitare che anche altri vivono in zone depresse e sono svantaggiati allo stesso modo, ma spinti e forzati da questa classificazione fallace dello svantaggio, si percepiranno le cose diversamente "i restanti stanno meglio, sono privilegiati perché non vivono tutti in zone depresse". |
Re: Minneapolis, razzismo, violenza di strada
Era ciò che pensava anche Italo Calvino quando scrisse "Diario di un ottimista in America", taccuino di viaggio redatto tra il '59 e il '60, durante il suo soggiorno come cronista oltreoceano. Imbevuto com'era di cultura marxista, non sembrava percepire il problema se non come un problema di classe e non di "razza". Dedicò un intero capitolo a questo tema, spiegando come era arrivato a ricredersi dopo aver assistito a certe situazioni incredibili nel sud degli Stati Uniti.
Per il resto mi affido alle spiegazioni fornite nel video che ho linkato: non è solo un problema di classe, ricchi vs poveri, è un problema che riguarda chi è stato schiavo e chi non lo è stato. Che poi questa distinzione coincida con il colore della pelle e che la si voglia chiamare razzismo è un altro discorso, ma resta un conto aperto nella memoria degli States che non si può sorvolare riducendo tutto a un fatto di reddito e possibilità economiche. |
Re: Minneapolis, razzismo, violenza di strada
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Re: Minneapolis, razzismo, violenza di strada
Qui spiega ancora meglio il concetto di redlining:
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Re: Minneapolis, razzismo, violenza di strada
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http://religiopoliticaltalk.com/redl...thomas-sowell/ https://www.nationalreview.com/2008/...thomas-sowell/ Non esprimo ancora un giudizio definitivo su questa cosa, qua bisogna proprio analizzare tutti i dati e capirci qualcosa per vedere se davvero c'è discriminazione irrazionale e legata a un qualche sentimento di disprezzo o se questi provvedimenti sono utili nell'insieme ai creditori per limitare le perdite. |
Re: Minneapolis, razzismo, violenza di strada
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Quindi si, hai ragione. Roma é come un rullo compressore che distrugge tutto quello che trova sulla sua strada. C'é però un dibattito sulla possibile influenza dei popoli italici su Roma in uno scambio che secondo alcuni non é poi così unilaterale. Ps: io quasi quasi un topic lo apro davvero; é troppo divertente parlare di Storia con altri appassionati. Solo che ci riesco solo su internet :D |
Re: Minneapolis, razzismo, violenza di strada
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