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Una vita da prigioniera
Certe volte, mi sento come se avessi beccato un ergastolo e fossi ai domiciliari: quando hai delle catene invisibili che ti impediscono di vivere una vita normale, quando hai degli impedimenti mentali o materiali che ti costringono in una gabbia impedendoti di spiccare il volo, quando le giornate passano monotone una uguale all'altra, quando vedi la vita scorrere normale fuori dalla finestra di casa, pardon, fuori dalle sbarre della prigione, quando non vedi via d'uscita, non c'è possibilità di appello, sei prigioniera e sei condannata a restarlo, a prescindere dalla tua volontà di essere libera.
La colpa? Essere nata nella famiglia sbagliata, da genitori sbagliati. Essere nata fragile, incapace di ribellarmi ad una condanna ingiusta. Essere incapace di cambiare, schiacciata dalle circostanze. Che razza di vita è questa? |
Re: Una vita da prigioniera
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Bisognerebbe poter uscire, ma non si può uscire, dove si potrebbe mai andare? :nonso: Dovunque vai resti inevitabilmente dentro, l'unico modo per uscir fuori per me consiste nell'usare l'immaginazione. Si è finiti, tutto è finito, ma si può immaginare qualcosa che va oltre. Io non vivo per vivere, non ne sono capace, vivo solo per sognare qualcos'altro. E' l'unico senso positivo che ormai riesco a dare a tutta questa brutta storia. |
Re: Una vita da prigioniera
Mi sento anche io spesso così.
Vedo la vita come una pena da scontare |
Re: Una vita da prigioniera
Si, alla fine quando per colpa delle malattie e delle circostanze non puoi cambiare le cose più importanti ma tutt'al più qualche dettaglio di poco conto.. è come se avessi l'ergastolo.. almeno quelli al 41bis se la cantano e dopo 15-20 anni escono, per altri l'ergastolo è ostativo (fine pena mai).
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Re: Una vita da prigioniera
Spero di leggere la continuazione del primo post...per te e anche per tutti gli utenti che hanno descritto situazioni simili.
Spero che inizi con le seguenti parole: Fino a che un giorno mi resi conto che, se avessi voluto migliorare un poco la situazione...il modo non era quello di sperare che qualcosa cambiasse ma fare il primo passo del cambiamento e............. |
Re: Una vita da prigioniera
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Re: Una vita da prigioniera
Mi dispiace...
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Re: Una vita da prigioniera
Mi sento simile. Condannati per qualcosa che non abbiamo mai commesso.
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Re: Una vita da prigioniera
Io sto cercando di cambiare, ma i cambiamenti sono lentissimi, e l'impulso evitante è sempre molto forte, un mostro da combattere contro cui conduco una lotta quotidiana.
Come avevo scritto tempo addietro giusto su questo forum, se un giorno mi assegnassero agli arresti domiciliari, ora come ora nella mia vita cambierebbe poco... |
Re: Una vita da prigioniera
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Per quanto mi riguarda tempo fa quello che era necessario per la mia vita era di liberarmi dell'influenza che alcune persone tossiche avevano su di me. All'inizio è stato difficile capire anche questo ovvero che tutto doveva iniziare da lì, ovvero liberarmi di queste persone. Ho trovato il modo di farlo e poi il passo successivo era trovare qualcosa che mi piacesse davvero da fare al posto di stare con quella gente. All'inizio c'è voluto impegno visto che non ero abituato...ma poi diciamo è andata discretamente bene. Ora, non tutto è possibile fare....è buona cosa rendersi conto di quello che è alla nostra portata e di quello che non lo è.. |
Re: Una vita da prigioniera
Mi ritrovo nei tuoi tre punti,specie nell'ultimo,alla mia eta' è grave non saper reagire!
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Mi ci ritrovo un po' anche io.. Spesso mi sento intrappolata in una società dove non voglio vivere..
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Re: Una vita da prigioniera
siamo noi che creiamo la nostra realtà. Anche gli eventi negativi hanno un loro perchè. Se riusciamo a modificare pensieri e consapevolezza anche la realtà si modifica. A me aiutano meditazione e preghiera (e non c'entrano credenze religiose). Un'intelligenza superiore e amorevole esiste
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Re: Una vita da prigioniera
Si, ma, non hai spiegato cosa ti trattiene, patologia mentale, fisica, i tuoi genitori ti tengono segregata o sei figlia di genitori di qualche religione estremista? insomma, quello che hai scritto è molto astratto, privo di motivazioni matematiche. :pensando:
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Re: Una vita da prigioniera
Qualche anno fa uscii per un po' dal guscio, con scarsi risultati.
Ci sono rientrato in quel guscio, adesso però è più duro di prima. Magari lo sforzo iniziale lo faccio, mi manca però la perseveranza. |
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Re: Una vita da prigioniera
Finché si fanno sempre le stesse cose, stesse abitudini, stesso posto, stessa gente, e impossibile cambiare. Stessa vita stessi pensieri e quindi da qui incapacità di vedere, di pensare in modo diverso. Ci si convince di essere incapaci e buoni a nulla, con un autostima praticamente assente. Credere in se stessi e quindi credere di potercela fare sicuramente aiuta a mettersi in moto.
Venendo a mancare la spinta a mettersi in moto, nulla si muove e rimane tutto come è sempre stato. Ovviamente poi si arriva a credere di essere impotenti e in balia degli eventi. E la sensazione che descrivi di sentirti in carcere, dipendente e impotente. Siano esseri senzienti che hanno la possibilità di evolversi e di crescere così da essere capaci di orientarsi e governarsi, perché senza non possiamo arrivare dove vorremmo. |
Re: Una vita da prigioniera
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