Condivido quello che dice Antares. Aggiungo anche che moltissime giornaliste lottano accanitamente per difendere quelli che sono praticamente dei privilegi. Leggete ad esempio cosa scrive questa giornalista di repubblica, riguardo all'assegnazione della casa coniugale, in un articolo in cui tenta di criticare il sacrosanto ddl Pillon:
L’ulteriore devastante (e maschilista) novità sancita dal disegno di legge riguarda il principio dell’assegnazione della casa coniugale. Oggi l’assegnazione avviene a favore del genitore collocatario dei minori in via prevalente. Quasi sempre la madre, giacché è in linea di massima lei il genitore di riferimento. Tale principio, pertanto, perde la sua ragion d’essere con la previsione di un calendario di affidamento paritetico e, conseguentemente, l’obiettivo di “due case” per i bambini. Pertanto, fatta salva l’ipotesi nella quale sia il giudice a precisare chi può continuare a vivere nella casa coniugale, tutte le questioni relative alla proprietà o alla locazione saranno risolte in base alle norme civilistiche vigenti in materia di proprietà e comunione
https://www.repubblica.it/economia/2...44/?refresh_ce
Questo è solo uno dei tanti privilegi ingiusti di cui godono le donne. Poi: perché le donne vanno in pensione prima rispetto agli uomini (se non mi sbaglio c'è una differenza per quanto riguarda i requisiti per il pensionamento anticipato)? Si discute da tempo sul fatto che, al fine di garantire la sostenibilità del sistema pensionistico, sia fondamentale che l'età pensionabile segua l'andamento dell'aspettativa media di vita; noi sappiamo che le donne vivono mediamente 6/7 anni in più rispetto agli uomini: perché quindi non lavorano di più? Chi prende 90 versa 90, chi prende 100 versa 100: è consequenziale. Chiaramente il fatto che la donna vada in pensione prima, anziché dopo (come sarebbe giusto che fosse), dipende da una concezione retrograda che la società ha della donna stessa: la concezione fascista dell'angelo del focolare che, a una certa, deve ritirarsi dalla vita pubblica (prima dell'uomo) per badare ai nipotini dei pargoli. Le femministe su questo non si pronunciano.
Non bisogna giustificare né la violenza, né tantomeno la misoginia (e neanche la misandria), ma è evidente come l'anti femminismo diffuso sia anche il frutto di un'opposizione ad un femminismo di parte con la bava alla bocca. L'indipendenza della donna consiste nel lavorare e potersi mantenere da sola, consiste anche nel poter mandare a cagare liberamente il compagno, certo, ma non consiste nel farsi mantenere da lui, e poi, quando arriva l'amante, con la scusa dei figli, scroccargli casa e stipendio. Lo so che l'esperienza personale non fa statistica, ma davvero io sento troppe donne che, dopo il divorzio, inviperite in stile BDSM (boh, forse dall'impotenza del marito), mirano a rovinarlo con ogni mezzo (e ci riescono). Io mi sento minacciato non dall'indipendenza femminile (l'indipendenza di mia madre, ad esempio) ma dal tentativo di alcune donne di ottenere privilegi che non meritano.
E poi, ultima cosa, Sickle ha ragione quando dice che le donne si mettono in ghingheri per farsi notare; negarlo è abbastanza ipocrita. Io sono rimasto esterrefatto ad esempio dallo sguardo malevolo che mi ha lanciato una ragazza stupenda, con due tette pazzesche, che a Zante faceva il bagno senza costume. Cosa si aspettava, di nuotare in mezzo a un branco di eunuchi? Io davanti alle mele mi eccito ancora (per fortuna). Nulla autorizza gli uomini alla violenza, chiaro, ma se tu mostri il seno io te lo guardo e continuerò a guardarlo anche qualora mi fissassi con gli occhi di Clark Kent.
Sono andato un po' OT, scusate. Vi abbandono con un video del maestro:
https://m.youtube.com/watch?v=azDqb_1s0Ts