A me invece penso sia successo questo... il disagio fortissimo e la fatica che ho provato nel reagire a un ingiustizia o a una prevaricazione (a volte non ho reagito è vero ma è stato secondario nella mia esperienza) , hanno comunque intaccato profondamente quello che sono perchè ho rifiutato per tantissimo tempo le reazioni del mio corpo.
Raggiunti livelli pesi ho iniziato a essere più accondiscendente e alla fine più giusto con me stesso, in linea del resto con la buona opinione che ho di me: se costa fatica o risulta difficile qualcosa la vedo più come una difficoltà e non come una colpa :? Spero di mettermi definitivamente d'accordo con me stesso 8) |
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Volevo dire questo: mi sono spesso forzato a reagire a ingiustizie e piccoli soprusi in nome di un comportamento che reputavo ideale, ma nel farlo magari mi scoprivo a sudare freddo, mi sembrava di parlare con una voce non mia, e di muovermi in modo ridicolo, sentivo gli occhi 'bassi'...
Il brutto è stato che ho iniziato a dirmi, anche se sembra deficiente: io ho il carattere giusto ma sono intrappolato in un corpo che non risponde a tono, la mia mente e il mio corpo sono 2 cose completamente separate e così via. In questo senso 'ho rifiutato per troppo tempo le reazioni del mio corpo'. Adesso accetto ben volentieri di non essere una macchina e non penso più che avere difficoltà significhi non essere forte o faccia di me o degli altri persone peggiori di chi non le ha, anzi spesso è il contrario... :roll: 'Intaccato quello che sono' cmq non era l'espressione giusta perchè non è che sono mai stato un monolito e menomale... volevo dire che sono stati eventi che mi hanno profondamente cambiato per come li ho vissuti (e 'rielaborati') nel corso della mia vita... ecco così va meglio :? :wink: |
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Invece, secondo me, e secondo un punto di vista moralmente più giusto, i normali devono sentirsi in dovere di capire i fobici sociali, di smetterla di considerarli asociali, o compagnia non interessanti. Come i membri di una famiglia si aiutano tra di loro, così dovrebbe essere per le persone socialfobiche e estroverse, invece di pensare ognuno al proprio comodo. |
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Questa non è una richiesta assurda, utopistica, viene sentita come un sacrificio solo da chi è abituato a pensare ai suoi diritti e poco ai suoi doveri, allora sì che è un sacrificio. |
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I forum infatti inducono anche le persone più egocentriche ad adottare nuovi punti di vista, a ascoltare nuove informazioni, rifletterci sopra, e modificare il proprio atteggiamento. All'inizio questo meccanismo viene indotto da stimoli passivi, come l'effetto-dipendenza da internet, che li costringe a leggere informazioni che istintivamente neanche colpirebbero la loro attenzione, poi, a forza di rielaborare queste informazioni, cominciano a rifletterci su e relazionarsi in modo diverso con la vita sociale. Se per esempio su un forum si conosce uno che ha la fobia sociale, che informa il forum su cosa sia, tutti i partecipanti del forum, se hanno capito le argomentazioni del socialfobico (e se il socialfobico le ha spiegate bene, in modo non ambiguo), quelle persone, nella vita reale, saranno preparate ad affrontare una socializzazione con un socialfobico. Non solo, ma se, quelle persone, incontrassero nella vita reale dei loro amici che non sanno cos'è la fobia sociale e interpretano male la condizione di chi ne è affetto, provvederanno probabilmente a informare questi loro amici del giusto modo di interpretarla, secondo quanto hanno imparato sul forum, e così, a macchia d'olio, grazie alla comunicazione sul forum è possibile divulgare con un effetto a catena quelle informazioni che, in condizioni normali, non passerebbero. |
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