bisogna avere la faccia come il culo.ecco cosa ci vuole.sbattersene se le persone ti odiano o se gli fai schifo.pensare prima di tutto a se stessi prima che agli altri.e sopratutto non esitare mai nelle propie scelte.fare quello che ti và di fare.tanto le persone continueranno a parlare a parlaree e a parlare e sei solo tu che puoi decidere se dare un peso alle loro parole o no.
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Re: Il mio vero DISAGIO è...
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Ho letto il sito della lega degli introvwersi che hai scritto sull'altro topic, li dice che l'introverso puo evolvere in 2 modi 1) vede la sua introversione come un valore e si convince di essere superiore ad altri....forse è il nostro caso? 2) dall'altra si sforza di essere come un estroverso ma fingendo sempre Probabilmente dovremmo scendere uno scalino da una parte e salire dall'altra per equilibrare un pò le cose |
Re: Il mio vero DISAGIO è...
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grande pride sei il numero 1, 2, 3 e 4 |
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a queste domande x ora non c'è risposta di tuoi simili cmq il forum è pieno, solo che siamo sparsi un po' in tutta italia magari al posto di regalare soldi a psicologi, si potrebbe creare una comunità, non più virtuale, ma reale fobicland :lol: una casa nella prateria, o na roba del genere tipo il film the village, ma senza i mostri ;) |
il signore mi dispiace dirtelo ma non esiste, perciò io eviterei di affidarmi ad una cosa inesistente, che tenta di governarmi con le sue regole del cazzo, tutti quei comandamenti, pregiudizi, imposizioni sulla vita che ti imprigionano e ti minacciano con la dannazione eterna..ma peeerfaaavore!! non è il signore che ci ha fatto nascere con dei "geni asociali", ma sono stati tutti quei fattori che hanno contribuito alla nostra crescita, l'ambiente, l'educazione, la situazione familiare, esperienze traumatiche....quindi questi geni probabilmente erano già dentro il nostro codice genetico, ma tutti questi fattori hanno contribuito a peggiorare la nostra situazione iniziale che già ci poneva in svantaggio nei confronti della società, perchè noi facciamo fatica ad addentrarci in essa e a mimetizzarci con la "normalita"....io sono una di quelle persone che si sforza, troppo, troppo e non ne ha mai abbastanza, mi sforzo di sembrare socievole, di interessarmi alle futili e superficiali questioni che impegnano gli altri, fingendo sempre, mi tengo tutto dentro e assorbo come con una calamita e custodisco i miei pensieri, le mie convinzioni, i miei disagi, dentro di me, come segreti inconfessabili....mi sforzo di intervenire, di parlare,ma gli altri si dimostrano sordi e indifferenti, non mi ascoltano neanche, oppure mi squadrano dall'alto al basso e con lo sguardo mi trasmettono questo : aliena, tornatene sul tuo pianeta, lontano da noi sei diversa e il tuo posto non è qui.....ma questo pensiero è probabilmente solo frutto della mia mente che però trasferisco in quella degli altri, dando loro la colpa, di questa sensazione di alienazione...io non sopporto più questa situazione, essere sempre preoccupata del giudizio altrui...ragazzi dobbiamo farci tutti un clistere di strafottenza e ce ne dobbiamo fregare di quello che pensano gli altri....questo è uno degli ostacoli più insormontabili per me, e credo anche per molti altri..
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ma l'ho citato io? :lol: cmq, non si è mica capito se ti associ o meno, perchè sembra che il tuo metodo non porti in tasca nulla, se non fatica e sofferenza tra l'altro sei pure della città giusta, vieni al prossimo raduno tra simili? :wink: |
ma infatti non ho nessun metodo, forse perchè non l'ho ancora trovato...all'alba dei miei sedici anni....ho detto che un clistere di strafottenza me lo farei pure solo che non ci riesco, sono sempre condizionata dal pensiero negativo degli altri e del loro giudizio.. comunque dov'è questo raduno di preciso?
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domenica prossima posto preciso e nomi in codici son dati a chi conferma la sua presenza http://www.fobiasociale.com/postt3772.html pensaci e se decidi di venì, rispondi li ciau |
Una volta raggiunto diciamo un certo equilibrio, che secondo me non può prescindere dall'avere un posto di lavoro dove ci si è ambientati e si sta decentemente bene, allora si, si può decidere se volersi immergere ulteriormente nel mondo sociale oppure continuare la propria vita seguendo la propria natura, le proprie inclinazioni, anche se queste riguardano tutto meno che i rapporti sociali.
Penso che noi introversi non siamo affatto male, in genere, il nostro mondo non è quello delle relazioni e della vita sociale, in cui probabilmente molti di noi resteranno inetti e fuori luogo a vita "prendendole" dai sociali, che nel mondo esterno sono e saranno sempre più forti di noi, ma è quello dell'introspezione e del dialogo interiore che può essere comunque ricco e variegato, anche nella sofferenza e nella tempesta, confusione. E onestamente, se deve essere sofferenza, preferisco soffrire interiormente e forse crescere anche un pò, perdermi nei meandri dell'introspezione in cui ci sono anche cose belle, momenti di soddisfazione, piuttosto che soffrire andando contro la mia natura, cercando di stare con persone che non hanno nulla a che fare con me e che non mi possono apprezzare (ad esempio branco scolastico, o colleghi di lavoro), solo perchè così "sarei sociale". Chi se ne importa di essere socializzato o socializzante :D, sono contento perchè penso di essere una persona leale, onesta e sensibile, e non permetterò a nessuno, nemmeno a me stesso, di snaturarmi o adottare compromessi pur di diventare sociale. Nuotare contro corrente per me è davvero un'ottima metafora; è faticosissimo, porta a brevi o comunque illusori risultati, basta poco per ritornare al punto di partenza, e dopo un certo tempo non si può che rinunciare per sfinimento, rendendosi conto che la direzione è una. Ed è un pò quello che un fobico o una persona non socializzata prova quando vuole fare il sociale; se non siamo adatti, e da sempre siamo diversi, è meglio seguire quello che siamo e basta. Vedere i nostri punti forti, prendere coscienza delle nostre debolezze, e rendersi conto che ci sono tante cose da fare anche da soli. Se poi arrivano anche persone simili con cui essere amici, o addirittura una compagna, allora sarebbe perfetto come dice calimero, perchè ci si crea una nicchia ecologica di rapporti non opprimenti e allo stesso tempo non si va contro la propria natura. Non è rassegnarsi (a cosa poi? ad essere sè stessi? a non prendere orribili compromessi sulla propria integrità morale e natura pur di entrare in branchi sociali - dove peraltro anche potendo non entrerei -??), è semplicemente prendere atto di un modo di essere, che anche se demonizzato in modo violento dalla società del consumo, del tutto-e-subito, del non andare oltre la scorza esterna, è spesso caratterizzato da estrema sensibilità, valori, pregi e da un vibrante e profondo mondo interiore. |
Re: La nostra vera malattia è...
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Cosa vuol dire che lo schizoide sta bene da solo,O COSì CREDE?
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visto che siamo sulla stessa barca...
tanto vale remare tutti dalla stessa parte? usate anche voi i raduni di zona, prima o poi troverete i compagni che compenseranno il fatto che non avete amici magari si ridurranno le giornate di sole passate in casa e tra l'altro, quando verrà l'estate, si pensava di fare un raduno internazional, ma per ora è ancora un'idea :idea: |
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ste cacchio di etichette dei manuali di psichiatria in base a quelle,io soffro sicuramente di disturbo schizoide della personalità non ci sono cure :o |
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Io sono giunto alla conclusione che vivere cosi' non è normale,non è affrontare la vita.E' una "malattia" ,su questo non ci piove, è inutile nascondersi dietro al "siamo speciali",siamo piu' "profondi" e meno superficiali.La verita' è che non sappiamo interagire e vivere nel mondo.Preferiamo il nostro guscio protetto che è solo una prigione e crea molta piu' sofferenza di quanta ne crei la vita la' fuori.
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Non ho mai ringraziato Dio in vita mia,ma questa volta voglio proprio ringraziarlo per avermi creato come sono,e non come certa gente che si vede in giro (perché io la società la osservo,sono le persone estroverse che spesso non osservano il mondo intorno a loro). |
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meglio così che come tanti "sociali" ma assolutamente spietati o minus habens. |
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tuttavia anche riuscire a trovare la propria strada e non andare contro la propria natura di fobico, è un buon compromesso solo con l'allenamento continuo si riescono ad affrontare le cose ma non si guarisce, perchè basta fermarsi sufficientemente a lungo x degenerare di nuovo perchè dovremmo lottare tutta la vita x qualcosa che gli altri hanno di defaulf? forse noi siamo nati così x altri scopi, o magari siamo uno scherzo della natura, poco importa quel che conta è spuntarla voi volete vivere tutta la vita stando allerta? o peggio ancora sorretti dai medicinali? |
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