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calimerlo 19-05-2008 20:58

codice magnum

con swarzy

http://www.castlerock.it/dbimg/medium/gallery9874.jpg

ogni tanto è bello rivedere i film d'azione senza impegno, ottimi per rilassarti quando sei stanco :)
ps in passato ho scritto migliaia di recensioni, ora non ho più la forza di scrivere, ma chissà, un giorno forse mi tornerà la vena artistica 8)

mefiori 30-05-2008 18:04

Benvenuta, solo una cosa però...qui solo link di film e no commenti...

per evitare di creare caos, grazie

bardamu2 31-05-2008 23:59

Il Divo

http://bp0.blogger.com/_CrRLcgmnRFQ/.../s320/divo.jpg

La figura di uno dei personaggi che con più forza ha segnato la storia repubblicana, Giulio Andreotti, viene osservata con spirito da entomologo e messa in scena da Sorrentino con uno stile sempre più personale, che ricalca quello delle due opere precedenti, Le conseguenze dell'amore e L'amico di famiglia. Quello che va in scena qui, come già s'è detto da più parti, è l'emblema in persona, ciò che l'uomo Andreotti rappresenta in cinquanta e rotti anni di repubblica e di italianità. Gli omicidi Dalla Chiesa e Pecorelli, il sequestro Moro, Tangentopoli, il bacio di Riina, tutti gli eventi sfilano e passano nella vita di questo essere imperturbabile (che sente quasi il bisogno di giustificare la propria umanità elencando i 3 momenti in cui nella vita ha versato lacrime) e indecifrabile persino per la compagna di una vita. Se è sempre difficile cercare di rappresentare in un'opera o quantomeno fermare e fare il bilancio eventi ravvicinati, tentare di farlo con un materiale talmente ingarbugliato come il filo dei misteri d'Italia è impresa titanica. Sorrentino evita abilmente la trappola del film indagine e cerca di elevarlo ad un livello virtuosamente macchiettistico, dato che il personaggio principale è forse la più grande macchietta della storia nazionale, col suo fisico (le mani a tre diversi stati) e la sua patologica battuta pronta che si fondono in un tutt'uno magnetico e definitivo. Toni Servillo offre una prova magistrale, in un ruolo molto difficile (cosa c'è di più difficile del parodiare un uomo che è già la parodia di sé stesso?). Per forza di cose non c'è una vera e propria trama con sviluppo e conclusione, il film mostra gli anni che vanno dagli omicidi Dalla Chiesa e Pecorelli fino all'apertura del processo Andreotti, ma il film rimane comunque godibilissimo dall'inizio alla fine, senza mai un momento morto o un calo di ritmo. Una successione di scene memorabili, una dopo l'altra, alcune surreali (l'incontro col gatto al Quirinale, lo skateboard che entra in scena), altre semplicemente intense (la confessione del "segreto" a Cossiga, il breve monologo sul finale). Un film in un certo senso gemello rispetto a Gomorra, per quanto la pellicola di Garrone mette in scena la manovalanza e la base della piramide di ciò che è sporco in Italia, così Il Divo mostra ciò che sta in alto, laddove tutto si fa più confuso e bianco e nero non esistono più...tutto si fa più complesso, come sottolinea il protagonista concedendo un'intervista a Scalfari. E' da notare anche il fatto che entrambi i film cerchino di discostarsi dai classici esempi di film di denuncia che li hanno preceduti, per cercare un linguaggio diverso, che punti il dito non solo contro i personaggi in scena, ma anche contro il paese intero. Una sorta di "come siamo" implicito, non urlato ma sussurrato fra le righe.
Con questa doppietta il cinema italiano conferma il suo ottimo momento. Parlare di rinascita mi sembra alquanto esagerato, ma diversi lavori recenti stanno finalmente cercando di uscire dai classici generi italici per proporre un'idea di cinema più libero e moderno. Mi riferisco, oltre a questo film e a Gomorra, all'esordio di Zanasi con Non pensarci e al mockumentary Riprendimi, oltre alle conferme più classiche dell'ultimo Virzì o di Moretti in Caos calmo.

VOTO: 8+

fuxxxia82 07-06-2008 20:46

oggi è morto dino risi.
lo ricordo consigliando a tutti coloro che non l'hanno già visto "Il sorpasso".
un capolavoro.
http://www.film.it/fnts/film/immagin...orpasso201.jpg

bardamu 08-06-2008 23:26

C'era una volta il west, di Sergio Leone

http://www.sindromedistendhal.com/Ci...leone-west.jpg

Ho visto tre spolverini proprio come questi tempo fa. Dentro c'erano tre uomini. E dentro agli uomini tre pallottole.

Epocale.

Redman 14-06-2008 01:14

http://www.20thfox.it/content/fox_fi...ges/poster.jpg
La pellicola narra gli eventi che avvengono "dietro le quinte" (e che rimangono spesso invisibili) in un'unica giornata per collegare i punti tra loro e rivelare come un ambizioso e potente politico che compie delle scelte rischiose a Washington, una giornalista televisiva che insegue una storia importante sotto grande pressione e due soldati coraggiosi spediti in una pericolosa missione segreta, sono tutti collegati ad un giovane in procinto di comprendere il vero potere della libertà, dell'impegno e dell'importanza delle proprie convinzioni. La storia si svolge su tre fronti, ugualmente tesi ed emozionanti, ognuno presenta degli importanti ostacoli personali. In un ufficio del Congresso, il Senatore che aspira alla Presidenza Jasper Irving (Tom Cruise) sta per fornire una storia sensazionale su una nuova strategia bellica ad una giornalista televisiva che svolge delle ricerche (Meryl Streep): i due portano avanti un feroce gioco tra gatto e topo utilizzando arguzia, fascino e vari sotterfugi. Alla West Coast University, un professore un tempo idealista, il dottor Malley (Robert Redford) si confronta con uno studente capace e smaliziato (Andrew Garfield), che ha bisogno di una spinta perché rischia di non sfruttare tutto il suo enorme potenziale. Nel frattempo, dall'altra parte del mondo, nel cuore della battaglia in Afghanistan, due ex studenti di Malley, Arian (Derek Luke) ed Ernest (Michael Peña), vivono sulla propria pelle i dibattiti e i discorsi dei mentori e dei politici in un acceso combattimento per la sopravvivenza, con delle conseguenze strazianti che avranno ripercussioni sulle vite di tutti loro.

calimeno 15-06-2008 19:44

Vanilla sky, semplicemente geniale

http://img518.imageshack.us/img518/9...featuregz9.jpg

Fear 19-06-2008 19:49

Quote:

Originariamente inviata da bardamu2
Il Divo

http://bp0.blogger.com/_CrRLcgmnRFQ/.../s320/divo.jpg

La figura di uno dei personaggi che con più forza ha segnato la storia repubblicana, Giulio Andreotti, viene osservata con spirito da entomologo e messa in scena da Sorrentino con uno stile sempre più personale, che ricalca quello delle due opere precedenti, Le conseguenze dell'amore e L'amico di famiglia. Quello che va in scena qui, come già s'è detto da più parti, è l'emblema in persona, ciò che l'uomo Andreotti rappresenta in cinquanta e rotti anni di repubblica e di italianità. Gli omicidi Dalla Chiesa e Pecorelli, il sequestro Moro, Tangentopoli, il bacio di Riina, tutti gli eventi sfilano e passano nella vita di questo essere imperturbabile (che sente quasi il bisogno di giustificare la propria umanità elencando i 3 momenti in cui nella vita ha versato lacrime) e indecifrabile persino per la compagna di una vita. Se è sempre difficile cercare di rappresentare in un'opera o quantomeno fermare e fare il bilancio eventi ravvicinati, tentare di farlo con un materiale talmente ingarbugliato come il filo dei misteri d'Italia è impresa titanica. Sorrentino evita abilmente la trappola del film indagine e cerca di elevarlo ad un livello virtuosamente macchiettistico, dato che il personaggio principale è forse la più grande macchietta della storia nazionale, col suo fisico (le mani a tre diversi stati) e la sua patologica battuta pronta che si fondono in un tutt'uno magnetico e definitivo. Toni Servillo offre una prova magistrale, in un ruolo molto difficile (cosa c'è di più difficile del parodiare un uomo che è già la parodia di sé stesso?). Per forza di cose non c'è una vera e propria trama con sviluppo e conclusione, il film mostra gli anni che vanno dagli omicidi Dalla Chiesa e Pecorelli fino all'apertura del processo Andreotti, ma il film rimane comunque godibilissimo dall'inizio alla fine, senza mai un momento morto o un calo di ritmo. Una successione di scene memorabili, una dopo l'altra, alcune surreali (l'incontro col gatto al Quirinale, lo skateboard che entra in scena), altre semplicemente intense (la confessione del "segreto" a Cossiga, il breve monologo sul finale). Un film in un certo senso gemello rispetto a Gomorra, per quanto la pellicola di Garrone mette in scena la manovalanza e la base della piramide di ciò che è sporco in Italia, così Il Divo mostra ciò che sta in alto, laddove tutto si fa più confuso e bianco e nero non esistono più...tutto si fa più complesso, come sottolinea il protagonista concedendo un'intervista a Scalfari. E' da notare anche il fatto che entrambi i film cerchino di discostarsi dai classici esempi di film di denuncia che li hanno preceduti, per cercare un linguaggio diverso, che punti il dito non solo contro i personaggi in scena, ma anche contro il paese intero. Una sorta di "come siamo" implicito, non urlato ma sussurrato fra le righe.
Con questa doppietta il cinema italiano conferma il suo ottimo momento. Parlare di rinascita mi sembra alquanto esagerato, ma diversi lavori recenti stanno finalmente cercando di uscire dai classici generi italici per proporre un'idea di cinema più libero e moderno. Mi riferisco, oltre a questo film e a Gomorra, all'esordio di Zanasi con Non pensarci e al mockumentary Riprendimi, oltre alle conferme più classiche dell'ultimo Virzì o di Moretti in Caos calmo.

VOTO: 8+

Ottima recenzione, i miei complimenti :wink:

Melina 20-06-2008 18:24

http://imagecache2.allposters.com/im...ts-Posters.jpg

Jimmy Rabbitte, che vive in un quartiere popolare di Dublino, si è messo in testa di organizzare una piccola band. A suo parere, la gente povera e senza lavoro della città ha bisogno di soul. Grazie ad un annuncio sul giornale, Rabbitte comincia a selezionare disoccupati, più o meno talentosi: Dean, Fay, Outspan, l'occhialuto Steven Clifford, Deco il ciccione (istrione, ma bravo a cantare), Bllly il batterista e Joey "The lips" (un bizzarro e più anziano suonatore di tromba). In più, Natalie, Imelda e Bernie, tre vistose e grintose ragazze come trio vocale. Procuratasi l'attrezzatura necessaria, impegnando tutti nelle prove e cominciando a prodursi in pubblico in capannoni e locali popolarissimi, l'entusiasta manager riesce a trasmettere al gruppetto fuoco ed ambizioni. Questa band dilettantesca e provinciale, che sembra lanciata verso il vertice, finisce invece nel fallimento: dissapori, inconcludenza, piccole gelosie (Joey ottiene a turno i favori di Natalie, Imelda e Bernie) e rivalità minano il complesso. E' il batterista che per primo si allontana. Il sogno ambizioso di Jimmy Rabbitte evapora nel nulla. Per colpa di tutti, - ridottisi poi a cantare e suonare all'angolo delle strade o nelle balere di periferia - quel piccolo patrimonio che la band aveva nelle mani e che poteva fruttare quattrini e successo si disperde nel nulla.

rivisto ieri,mi piace moltissimo e ne consiglio la visione!

Amylee17 20-06-2008 21:53

LANCILLOTTO E GINEVRA

di ROBERT BRESSON

http://img45.imageshack.us/img45/773...7lrgqs4.th.jpg


http://img157.imageshack.us/img157/5...vra2uk3.th.jpg

Le vicende del ciclo bretone come metafora della condizione umana.
Dopo due anni trascorsi alla vana ricerca del Santo Graal, Lancillotto del Lago - il più valoroso dei cavalieri della Tavola Rotonda - e i suoi uomini tornano alla corte di re Artù. Convinto che il fallimento dell'impresa sia un castigo divino per la sua relazione con Ginevra, moglie di Artù, Lancillotto tenta di spezzare quel legame. Costretti all'ozio forzato, i cavalieri si abbandonano a rivalità e inimicizie: uno di loro - Mordred, ostile a Lancillotto - rivela al re il segreto del suo ex compagno d'armi...
Bresson firma una severa metafora sull'infelicità degli esseri umani, che a causa del peccato hanno finito per perdere la Grazia.

Amylee17 20-06-2008 22:05

AMERICAN HISTORY X

http://img119.imageshack.us/img119/2...oryxqf5.th.jpg



Recensione

American history X è una riflessione sull’odio e in questo caso è in scena il razzismo. Kaye presenta la storia di un ragazzo, orfano di padre e deluso dalle “ingiustizie” sociali, che canalizza la rabbia verso il mondo nell’attività “politica” di un hate group, dove crede di trovare forza e sicurezza. Il punto forte di American history X sono proprio i flash-backs, da cui lo spettatore può apprendere le cause della sorte di Derek. Ripercorrendo i fatti che hanno fatto incarcerare il fratello, Danny viaggia nei ricordi per trovare la “radice del male”. Ma è proprio Derek che, rivelando la violenza subita in carcere dai membri dell’Aryan Brotherhood, spiega come l’odio verso tutto e tutti lo avesse accecato. Nella spiegazione di quanto gli è successo, Derek non vuole dire al fratello cosa non fare o fare; in quel momento l’unica cosa che conta per l’ex-skinhead è che Danny capisca che prima o poi nella vita tutto si paga; e il finale tragico lo conferma. American history X non è solo un’analisi del fenomeno degli skinheads neofascisti, ma anche una condanna del pregiudizio razziale, tematica molto discussa negli USA. Il film è reso ancora più “poetico” da un’accurata fotografia e da una sceneggiatura che esprime perfettamente il tema narrato.

Amylee17 21-06-2008 17:13

HAIR

di Milos Forman

http://img131.imageshack.us/img131/1...8373yt3.th.jpg

Recensione

Scritto dal trio Gerome Ragni, James Rado e Galt MacDermont, e rappresentato per la prima volta sul palcoscenico americano nel 1967, il musical più hippie di tutti i tempi era la testimonianza ingenua ed entusiasta di un'epoca precisa. Quando nel 1979 Milos Forman, già autore del grande “Qualcuno volò sul nido del cuculo” (One flew over the cuckoo’s nest, 1975) ne fece un musical per il cinema, la stagione del "flower power" si era ampiamente esaurita ed i giorni di pace, amore e musica si erano persi nel vortice di guerra, cinismo e droga.

Il campagnolo Claude Bukowski (John Savage), che va a visitare New York prima di partire per il Vietnam, e il fricchettone George Berger (Threat Williams) che lo incita in tutti i modi a restare per vivere in pieno la sua vita e l'amore, facevano ormai sorridere, probabilmente, anche chi hippie lo era stato davvero. Anche chi aveva amato il musical nella sua versione teatrale, tanto da farlo diventare un vero e proprio manifesto della contestazione e innalzarne la splendida colonna sonora allo status di culto.

Ma è proprio qui il fascino di "Hair" sul grande schermo: il suo essere datato, inattuale, ingenuo. Quasi completamente ballato e cantato con una densità estenuante e avvolgente, zeppo di ogni luogo comune possibile su figli dei fiori, esercito, società, "Hair" sembrava, alla fine degli anni '70 come oggi, un affettuoso gioco esplosivo sul passato recente. Ma l'ironia di cui "Hair" si serve per completare questo gioco manca completamente di nettezza: non si capisce mai dove finisce la riflessione affettuosa e sopra le righe nei confronti degli anni sessanta e dove invece comincia lo sberleffo, oppure quanto i realizzatori del musical cinematografico fossero consapevoli di creare un’ opera tanto teneramente inattuale.

A nostro avviso i grandi musical che negli anni ’70 hanno preceduto la fatica di Forman, regista sempre e comunque capace di fornire un prodotto intelligente ed esteticamente coinvolgente, hanno avuto a loro vantaggio l’inserimento in un contesto socio-politico più omogeneo ed in sintonia con la loro stessa natura; pensiamo ad esempio al “Jesus Christ Superstar” (id., 1973) di Jewison, al “Tommy” (id., 1975) di Russell, e soprattutto al manifesto anarchico-liberatorio di “The rocky horror picture show” (id., 1975) di Sharman: tutti questi capolavori, che hanno ribaltato in un certo senso la storia del musical hollywoodiano e non, erano stati ideati e realizzati in un periodo assolutamente adatto e capace di decretarne il successo; lo stesso probabilmente non si può dire per “Hair”, oggetto senza dubbio affascinante ma fuori tempo.

"Hair" è il canto del cigno dello spirito creativo che il film stesso rievoca: la fantasia al potere senza freni, anche negli eccessi, senza cinismi, anche nel ridicolo, purché completamente immersa in uno slancio di affetto verso ciò che viene raccontato. Uno slancio che si potrebbe anche dire amore puro. Che, in tempi dominati da paranoie minacciose e paralizzanti, non è davvero poco...

Amylee17 22-06-2008 19:00

SOLARIS


http://img78.imageshack.us/img78/5931/solarisxb2.th.jpg


Recensione:

In un futuro non precisato, il Dr Chris Kelvin,( George Clooney la cui moglie si è suicidata), è chiamato per portare soccorso al suo amico Gibarian che si trova nella stazione spaziale Prometheo in orbita attorno al pianeta Solaris dove si presentano degli strani fenomeni.

Si tratta di un film di fantascienza che vuole avvicinarsi al film di Kubrick : 2001 odissea nello spazio. Per questo la sua lentezza, l'universo che rende complesso il racconto, i vari enigmi che scaturiscono da questo film, i pochi personaggi presenti dal regista.
La sceneggiatura è veramente enigmatica con allusioni sia poetiche sia fiabesche e la musica è lancinante.

Il film (ma bisogna aspettare la fine per scoprirlo) è costruito come un riccio che si rinchiude rievocando così il tema dell'eterno ritorno, così che, senza svelare i dettagli della storia, si potrebbe pensare che il preambolo del film è anche l'epilogo e l'inverso.
Tuttavia, lontano da ogni schematismo narrativo, la realizzazione di Soderbergh si appoggia soprattutto sulla poetica e sulla nostra immaginazione.
Il sangue dovuto al taglio che si fa Chris all'inizio del film fa da preambolo al sangue che si scopre nella stazione Prometeo e al nuovo taglio che Chris si fa ancora, alla fine del film, che però non sanguina più.
Questa ripresa in tre momenti è un'evocazione unicamente visuale della sofferenza di Chris, che rivela una specie di riconciliazione con sé stesso nell'accettazione dei suoi ricordi, che vanno oltre a quella forma di squilibrio psichico nato dalla sofferenza per il suicidio della moglie, della quale sente una mancanza sempre più accentuata e il desiderio di ritrovarla.
I movimenti lenti e silenziosi della navetta e della stazione orbitale possono essere letti come una specie di metafora di un viaggio iniziato anche all'0interno della mente del protagonista e nel suo inconscio più profondo.
Il film è infarcito di immagini doppie riflesse da uno specchio che vogliono significare una realtà presente sulla terra contrapposto al sogno di felicità e malasorte, un gioco tra la vita e la morte. "Non cerchiamo altri mondi, cerchiamo altri specchi", ci viene detto da una voce che rimbomba nella stazione spaziale.
Questa ricerca è una ricerca di amore, un amore che lega indissolubilmente Chris Kelvin e Reha (Natasha McElhone) fino alla tomba, al di là della stessa morte.
Il pessimismo è raccapricciante, nello stesso modo in cui kevin non è riuscito ad impedire il suicidio della moglie, non riuscirà nemmeno a portare soccorso al suo amico, altra metafora: l'uomo è solo nell'universo, il tempo altera ogni cosa, tutto è destinato all'insuccesso. E tutto questo pessimismo viene rappresentato anche con la visione delle gocce di pioggia che passano metaforicamente attraverso il finestrino e trasformate fatalmente in un sentimento di colpevolezza nell'essere sopravvissuto alla donna amata.
E la resurrezione attraverso le immagini dei ricordi di kelvin non può che negativizzare ancora di più e qui un'altra voce si fa sentire "' non ci sono risposte, hai solo scelte" .
Quest'interrogazione sul senso dell'esistenza è allusiva e ci viene trasmessa anche con la bellezza della fotografia.
Soderbergh con i suoi colori diversifica tre universi, le scene che si svolgono sulla terra sono colorate con tinte morte per presentarci la vita di Kevin come cupe e melanconica senza la moglie, l'interno della stazione spaziale dominata dal grigio che dà risalto alla freddezza disumana della tecnologia, infinei colori di Solaris fatti di forme fluttuanti e mutevoli di malve, rose e verdi.
Questa sinfonia di colori è perfettamente accompagnata da una colonna sonora che ci fa sentire la respirazione degli oceani, coi sui flussi e riflussi, ora lontani, ora dolci.

Con questo film Soderbergh vuole sicuramente ricordare 2001 Odissea nello spazio, l'osso preistorico che si trasforma in un'astronave, ma di simile c'è solo l'individuo, un individuo che spazia nel tempo, nello spazio, nella sua introversione ma che ci ispira tanto e tanto malessere.
Per ultimo ricorderei che c'era già stata una risposta russa al film di Kubrick con lo stesso titolo di questo, infatti nel 1972 Andrej Tarkovskjij aveva girato un film con lo stesso titolo "Solaris"

Amylee17 22-06-2008 19:22

AU HASARD BALTHAZAR

di Robert Bresson

http://img502.imageshack.us/img502/3...etv5rz6.th.jpg


http://img502.imageshack.us/img502/1...ard2rw4.th.jpg

Recensione:

Vita, patimenti e morte dell'asino Balthazar, vittima della malvagità umana nella campagna francese, in parallelo con l'esistenza, altrettanto infelice, di Maria, la sua prima padroncina. Una delle vette del cinema, e della visione pessimistica del mondo e dell'umanità, di Bresson che ha come punti di riferimento letterario Bernanos e Dostoevskij: è un mondo senza la Grazia osservato dall'occhio obiettivo di un asino; una riflessione cristiana (giansenista?) sull'esistenza del male; un viaggio sconvolgente attraverso i vizi umani narrato con un linguaggio spoglio e una concretezza che lascia parlare la realtà (le sue immagini) senza emettere giudizi. Lo scrittore Klossowski v'interpreta il mercante di grano. Esordio di A. Wiazemsky, futura interprete di Godard.

mefiori 23-06-2008 09:19

http://www.l-aura.com/wp-content/upl...ain-755837.gif

LA MONTAGNA SACRA


In una emblematica nazione latinoamericana, repressa e sottosviluppata, un giovane ladro e nove potenti ricorrono a un alchimista perché li faccia partecipi del segreto dell'immortalità. Devono raggiungere nove saggi che da tremila anni vivono in cima a una mitica montagna... Frutto di una cultura sincretica in cui sembra di ravvisare le tracce lasciate da Bunuel, Dali, Fellini, Topor e Arrabal insieme, questo film surreale e simbolista può sconcertare o avvincere.

mefiori 23-06-2008 09:21

http://thecia.com.au/reviews/m/image...o-poster-0.jpg

EL TOPO


Surreale, sanguinario, tragicamente arido...
Viaggio all'interno dell'anima

mefiori 23-06-2008 09:25

http://www.blockbuster.it/Filmimages/img_183201_lrg.jpg

ALLEGRO NON TROPPO

Fantasia musicale d'animazione. Come "Fantasia" di Disney, ma fatto a Milano. Le musiche tradotte in disegni sono di Debussy, Dvorak, Ravel (Bolero), Sibelius, Vivaldi, Stravinski (L'uccello di fuoco). Tre anni di lavoro. Terzo lungometraggio di Bozzetto. È la sua opera più matura, in cui vanno a nozze l'invenzione grafica e la riflessione morale, congiunte nel sacro vincolo dell'ironia. Gustosi gli intermezzi dal vivo di Maurizio Nichetti con un'orchestra di vecchiette.

Video:

mefiori 23-06-2008 09:29

http://www.dvdessential.it/collezion...angelheart.jpg

ASCENSORE PER L'INFERNO

Il misterioso Louis Cyphre incarica il detective Harry Angel di ritrovare Johnny Favorite, un cronista scomparso legato a lui per contratto. Angel giunge a New Orleans, sulle tracce di un uomo sfigurato durante la guerra e rapito da una giovane donna; qui scopre che lui e Johnny sono la stessa persona e che Cyphre è Lucifero, a cui Johnny aveva venduto l'anima; scopre anche che la ragazza, di cui è diventato amante, è sua figlia...

mefiori 23-06-2008 09:33

http://www.antoniogenna.net/doppiagg...ucinazione.jpg


STATI DI ALLUCINAZIONE


Lo scienziato ricercatore Eddie Jessup (William Hurt) è convinto che gli altri stati di coscienza siano reali quanto la realtà di tutti i giorni. Utilizzando la deprivazione sensoriale e aggiungendo potenti sostanze allucinogene, Jessup esplora questi stati di alterazione...e sopporta prove che fanno sembrare la pazzia una benedizione. Il vincitore dell’Oscar® William Hurt (al suo film d’esordio) guida nei panni di Jessup un solido cast di cui fanno parte Blair Brown, Bob Balaban e Charles Haid. Lavorando sul romanzo di Paddy Chayefsky, il regista Ken Russell ci conduce con l’abilità di uno stregone attraverso il viaggio magico e orrendo di Eddie, regalandoci STATI DI ALLUCINAZIONE con abbaglianti effetti visivi e un efficace impatto emozionale.

Amylee17 23-06-2008 13:36

PERSONA

di INGMAR BERGMAN


http://img49.imageshack.us/img49/692...6986bz4.th.jpg

http://img261.imageshack.us/img261/7...3494vy1.th.jpg

http://img49.imageshack.us/img49/843...na11hw4.th.jpg


Intorno a uno scambio di identità fra un’attrice perseguitata da accessi di follia e l'infermiera che la cura, Bergman ha costruito una delle sue opere più inquietanti, tutta ordine e bellezza, che si spalanca a tratti sulle profondità di un inconscio appena intravisto. Il titolo fa riferimento alla maschera che portavano gli attori del teatro romano. «Non è propriamente una sceneggiatura quella che ho scritto» disse Bergman mentre stava girando il film «ma è piuttosto una partitura che spero con l'aiuto dei miei collaboratori di orchestrare al momento delle riprese». Questo film coincise anche con l'ultima recensione della lunga carriera di Georges Sadoul, che annotava: «L'incomunicabilità lascia il posto alla, per così dire, "permeabilità", all'identificazione fra due esseri, fra due donne, fra la piaga e il coltello, fra la malata mentale e la sua infermiera, fra la maschera e il volto».

"Persona" dice che l'uomo del nostro tempo, angosciato dal dualismo tra le esigenze dell'essere e del sembrare (forse anche dell'avere?) è sull'orlo della disperazione esistenziale. Rifiuta la strada dell'autodistruzione nel suicidio, ma rischia di chiudersi in una cupa incomunicabilità, di non riconoscere nel prossimo barlumi d'amore, anzi di prevaricare il prossimo costringendolo a somigliare a se stesso. Ma l'uomo così angosciato riassume in sé l'angoscia globale di un mondo inquieto, senza pace.

Amylee17 04-07-2008 12:59

IL DIARIO DI UN CURATO DI CAMPAGNA

di ROBERT BRESSON

http://img60.imageshack.us/img60/1373/a597ae0.th.jpg

http://img381.imageshack.us/img381/9...agneko1.th.jpg

http://img60.imageshack.us/img60/655...0254bd1.th.jpg


TRAMA E RECENSIONE:
Un giovane parroco frequenta un castello il cui padrone, un conte, inganna la moglie con grande pena del figlio. Il prete si attira l'ostilità di entrambi. Malato di cancro, va a morire in casa di un prete spretato. Splendida, austera trasposizione del romanzo (1936) di Georges Bernanos. “Un'opera tutta fatta di verità interiore ha potuto per la prima volta passare sullo schermo senza la più piccola concessione” (Julien Green). Indimenticabile. (MORANDINI 2007)

Tutto è sempre visto attraverso gli occhi del protagonista, così come, attraverso quegli stessi occhi, sono visti i drammi singoli degli altri personaggi. Il merito poetico di questo audacissimo linguaggio che ha portato sul piano universale un problema unicamente confinato negli abissi dell’individuale, è nell’equilibrio perfetto di ogni suo termine e nella tesa, dolente atmosfera drammatica che sa suscitare senza sforzo attorno ai personaggi con una semplicità così alta e solenne da conferire alla nuova fatica di Bresson un’ assoluta nobiltà di espressione, di stile e di tecnica, un vigore emotivo che pienamente convince e conquista quanti credono nel cinema come arte e in Bresson e in pochissimi altri i profeti di un nuovo, più puro linguaggio cinematografico. (Gian Luigi Rondi)

Chioccioccolata2 04-07-2008 17:02

http://img78.imageshack.us/img78/883...giuratitg9.gif
Di Sidney Lumet,1957,titolo originale "12 angry man",interpreti: Henry Fonda,Martin Balsam,Lee J. Cobb,Ed Begley,E.G. Marshall,Jack Klugman,Jack Warden,Robert Webber,Joseph Sweeney,John Fiedler,George Voskovec,Edward Binns-

Trama:12 uomini vengono chiamati a fare i giurati per un processo che vede coinvolto un ragazzo imputato di patricidio.ll film si svolge quasi interamente dentro una stanza dove i giurati devono decidere la sorte del ragazzo:l'assoluzione o la condanna a morte.Poco a poco vengono fuori da un lato i dubbi e i tentativi di chiarimento su una soluzione che da principio sembrava così palese,dall'altro il carattere,i problemi e la fragilità di ognuno,con scontri e confronti reciproci.Così un giudizio processuale si trasforma in un giudizio spietato ma anche amorevole sull'essere umano,con tutte le sue luci e ombre.

La bravura degli interpreti,le musiche,le inquadrature che seguono i "12 uomini arrabbiati" come un implacabile osservatore invisibile e i tempi,serrati e incalzanti,impeccabilmente dosati:un film veramente spettacolare,per chi ama i gialli ma anche semplicemente i buoni film.

http://img356.imageshack.us/img356/6...ngrymenfz3.jpg

caliserio 05-07-2008 23:18

la capagira, simpatico film su un mondo pittoresco :lol:

http://www.piva.it/lacapagira/indice.htm

http://www.cinecitta.it/news/documen...LACAPAGIRA.jpg

Redman 05-07-2008 23:40

http://upload.wikimedia.org/wikipedi...ilm_poster.jpg
Il 25enne Wesley Gibson fa un lavoro opprimente e noioso con un capo che non perde occasione per vessarlo, la fidanzata lo tradisce con il suo migliore amico ed è lo zimbello del quartiere dove abita. Improvvisamente, la sua vita prende una piega completamente diversa. Alla morte del padre, che lui non ha mai conosciuto perché lo ha abbandonato alla nascita, Wes non solo riceve un'eredità miliardaria ma anche un lascito molto speciale: un superpotere che lo trasforma nel killer più letale e infallibile della Terra. Wes viene così arruolato da una società segreta di vendicatori guidata dal potente ed enigmatico Sloan e al suo fianco viene messa la bella e potente Fox, incaricata del suo addestramento... 8)

Vento_del_Sud 10-07-2008 14:18

Quote:

Originariamente inviata da caliserio

E' tutto quello che hai da dire su questo film? :lol:
Visto che ormai conosco a memoria tutti i dialoghi, mi sa che mi tocca scrivere una recensione...

Opera prima del regista Alessandro Piva, La Capa Gira è un film interamente ambientato a Bari. I dialoghi sono in dialetto barese, ragion per cui si è resa necessaria la sottotitolazione in italiano. In questo modo il film è diventato visibile...nel resto d'Italia!!! :lol: Anche gli attori sono tutti "glorie locali", quello più conosciuto è sicuramente Paolo Sassanelli (il medico gay della fiction Un medico in famiglia :wink:).
Sullo sfondo della Bari di periferia, degradata e degradante, il film segue le vicende di un sottobosco malavitoso e delinquenziale, avente come primo obiettivo il recupero di una partita di droga, ma ben sistemato anche nell'ambito del gioco d'azzardo e delle sigarette di contrabbando.
Vite dal destino segnato si trovano a combattere una guerra quotidiana con le forze dell'ordine, nonchè con i clan rivali.
Il film ha partecipato ad un'edizione del Festival di Berlino.

Avviso per tutti coloro che guardano questo film e vivono da Roma in su: Non vi fate strane idee su Bari o sulle altre città meridionali, non viviamo in mezzo al far west...Bari negli anni Cinquanta era la città più sicura d'Italia, si viveva con le porte aperte e i suoi giovani erano lo zoccolo duro dell'Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza...
La delinquenza (vale lo stesso per Napoli) è sopraggiunta con il boom economico, con la fine di secolari mestieri e con il consumismo di massa, specie quello tecnologico. Delle sacche di sottoproletariato urbano non hanno saputo resistere alla tentazione del benessere e dei soldi facili: l'unico modo per conseguire questo obiettivo era il malaffare. Per il resto...Buona visione!! :wink:

xanaxworship 10-07-2008 18:53

"Le buttane" di aurelio grimaldi - (1993)





trama:
Liuccia e Blu Blu "battono" per strada; Veronica e Minuccia esercitano in un bordello clandestino, Orlanda a casa sua; Maurizio ha come cliente un maturo benestante (che ucciderà); il travestito Kim si pubblicizza mediante annunci sui giornali. Le loro esistenze, il loro mestiere, i rapporti con la loro clientela, gli inconvenienti, i drammi (e le tristi soddisfazioni) del loro essere quello che sono.

film stupendo.l'ho visto oggi.per anni mi e scappata sta perla di cinema italiano.certo i gusti son gusti.non sò se definirlo neorealista sia corretto, nonostante non sono un esperto in materia di cinema.l'uso del biancoenero secondo me e davvero azzecato.buon film.
http://www.filmisnow.it/images/big/mil0039nn.jpg

valmor 15-07-2008 20:06

http://img208.imageshack.us/img208/3804/killnq4.th.jpg

Una struggente storia di amicizia davvero accaduta tra un repoter del NY Times e Dith Pran, giornalista/fotografo e interprete Cambogiano. Ma anche una storia di guerra e delle conseguenze/atrocità di questa sulle persone, ambientata in Cambogia durante il regime di Pol Pot e le sue campagne di pulizia etnica. Per molti è tra i migliori film mai fatti sulla guerra e peraltro con una delle storie di amicizia più commoventi e struggenti. Infatti la recitazione a mio avviso è meravigliosa e tra le più trascinanti di sempre, in particolare l'attore Haing S Ngor, così come gli scenari spettacolari e la colonna sonora.

muttley 23-07-2008 13:15

http://www.iproceed.com/images/bubble-movie-poster.jpg
In una cittadina dell'Ohio, Martha e Kyle lavorano in una fabbrica di bambole. La loro vita è grigia, sempre uguale a se stessa. Lavoro, junk food per pranzo, ancora lavoro, e poi a casa davanti alla televisione. Una linea piatta. Senza ritorno. L'amicizia che li lega, rifugio della rispettiva malinconia, viene improvvisamente minacciata per l'arrivo di una nuova operaia, Rose, che suscita interesse in Kyle. Una mattina Rose viene trovata morta, strangolata. Chi sarà l'assassino?
Ho apprezzato questo film per il modo in cui affronta tematiche quali l'ansia sociale e la solitudine, per il suo tono minimale e distaccato, assai lontano dall'enfasi di buona parte del cinema americano.

calipelo 30-07-2008 20:46

http://www.cinemovie.info/Blog/Il-Ca...ovo-Poster.jpg

il cavaliere oscuro

visto con ben 4 fobic
medio, troppo lungo per i miei gusti
poi non riesce a suscitare quei sentimenti di vendetta necessari x farti odiare il nemico, forse perchè non c'è un vero nemico, a parte la donna, causa di molti mali
notevole la comparsata dell'agente animalone di prison break

bardamu 06-08-2008 11:58

I Goonies, oggi:

http://img390.imageshack.us/img390/6...s2maybeta0.jpg

Link 08-08-2008 14:19

Due film che mi sono piaciuti moltissimo sono:


STALKER di Andrej Tarkovskij

In una regione imprecisata dell'Unione Sovietica a carattere industriale esiste la Zona , un territorio recintato e controllato da soldati all'interno del quale anni prima e' caduto qualcosa, un meteorite si dice, ma molti pensano sia qualcosa di diverso. La zona e' disabitata ed irragiungibile, ma gli Stalker, una sorta di guide illegali della Zona, sono disposti ad accompagnare delle persone in una stanza particolare della zona, una stanza all'interno della quale gli uomini possono esaudire i loro desideri. O almeno cosi' si dice.


i 7 Samurai di Akira Kurosawa

Un villaggio di contadini poverissimi è continuamente vessato da una banda di criminali che lo priva del magro prodotto dei campi. Il più anziano dei coltivatori suggerisce ai più giovani di cercare un samurai, un esperto di arti marziali, in grado di proteggere il villaggio. In cambio, potranno però solo offrirgli un magro pasto. La ricerca tuttavia avrà fortuna: un samurai non più giovane risponde all'appello e accetta di schierarsi con i contadini contro i banditi, insegnando ai primi a difendersi da soli. Nell'impresa l'anziano combattente sarà aiutato da altri sei avventurieri, portando così a sette il magico numero dei difensori degli oppressi

cali 08-08-2008 23:59

funny games

http://wildaboutmovies.com/images_6/...amesPoster.jpg

quando il mio corpo smetterà di disobbedirmi
allora nessuno potrà fermarmi

Amylee17 09-08-2008 11:51

VIALE DEL TRAMONTO

di Billy Wilder


http://img516.imageshack.us/img516/4...r740fl9.th.jpg


http://img181.imageshack.us/img181/4...den1wd5.th.jpg


http://img516.imageshack.us/img516/2...ltrawp1.th.jpg


http://img516.imageshack.us/img516/4...tramgl0.th.png

Intrigante, cupo, affascinante, delirante, inquietante, geniale, folgorante… Quanti sono gli aggettivi che i critici hanno utilizzato per descrivere questo capolavoro?
E quante interpretazioni sono state date…
"Viale del Tramonto" è una tragedia dell'ambizione e dell'erotismo? una storia a metà tra il thriller, il noir e il melodramma? una parabola amara sul mondo del cinema, o un'appassionata dedica a esso? un ritratto spietato, e al contempo sarcastico e sardonico, di Hollywood? l'incontro -scontro tra rappresentazione e realtà? un atto d'accusa contro una società commercialista e insensibile? la premonizione che la fine di un certo tipo di "sogno americano" sta per arrivare?
Probabilmente ha ragione Pino Farinotti:
Questo film non è un noir, non è drammatico tradizionale, non è fantasy, è semplicemente "Viale del tramonto" (MyMovies).

Cinema sul cinema, microcosmo di personaggi spesso grotteschi ma mai irrealistici - sempre credibili, humour nero a profusione, ironia e cinismo mirabilmente miscelati, struttura narrativa circolare (prologo ed epilogo sono pressoché identici) caratterizzano questa pietra miliare mai troppo esaltata

Strabiliante il cast che vede la partecipazione di grandi personaggi della "prima" Hollywood" come Eric von Stroheim, Buster Keaton, Cecil B. De Mille.
Giganteggiano Gloria Swanson e William Holden: per la Swanson, dalla recitazione intensa e drammatica, il film fu la consacrazione a icona intramontabile del cinema; per Holden fu la prima occasione di affermarsi come meritava e che fece di lui un divo (sostituì all'ultimo momento il complicato Montgomery Clift, intimorito dal ruolo).

"Viale del tramonto" ebbe 9 nomination agli Oscar (vinse quelli per la sceneggiatura, la scenografia e le musiche) e due Nastri d'Argento (miglior attrice straniera, miglior regia film straniero).

infelice1 09-08-2008 18:24

IL PIANISTA di Roman Polanski

http://img291.imageshack.us/img291/5...dinapg1px5.jpg

Ambientato a Varsavia fra il 1939 (data dell’invasione della Polonia e dell’inizio della Seconda Guerra Mondiale) ed il 1944 (l’arrivo dell’Armata Rossa e la liberazione della città), “Il pianista” segue le vicende del personaggio di Wladyslaw Szpilman, che sullo schermo ha il volto smagrito e lo sguardo dolente dell’americano Adrien Brody, premiato con l’Oscar come miglior attore per la sua intensa interpretazione. Nella prima parte, il film ci descrive l’impatto delle persecuzioni antisemite sulla comunità ebraica di Varsavia e sulla famiglia del protagonista; nella seconda parte, invece, assistiamo alla solitaria odissea di Szpilman che, animato unicamente da un disperato istinto di sopravvivenza, si aggira come uno spettro in una città-fantasma devastata dalla guerra. E a tendergli la mano, nel momento del bisogno, sarà il Capitano Hosenfeld (Thomas Kretschmann), un ufficiale dell’esercito tedesco che, in nome dell’amore per la musica, gli offrirà un aiuto assolutamente inaspettato.


uno dei film piu' belli che ho mai visto;toccante,struggente,crudo,realistico,un capolavoro che consiglio a tutti,alcune scene sono molto forti.voto:10

Amylee17 14-08-2008 22:19

Altri di Polanski:



Rosemary's Baby


http://img292.imageshack.us/img292/5...babymi2.th.jpg

Amylee17 14-08-2008 22:20

Chinatown

http://img186.imageshack.us/img186/8...fullys5.th.jpg

Amylee17 14-08-2008 22:22

L'inquilino del terzo piano


http://img292.imageshack.us/img292/5...5lrghl9.th.jpg

Amylee17 14-08-2008 22:24

Repulsion

http://img359.imageshack.us/img359/4...sionnb5.th.jpg

VeryFobic 15-08-2008 00:10

gomorra
http://diggy358.files.wordpress.com/2008/06/gomorra.jpg
figata di film, fa riflettere sulla fortuna di non esser nati in certi luoghi :D

riccio_toro 24-08-2008 17:09

http://www.mymovies.it/filmclub/2006/03/297/imm.jpg

L'ho visto di recente,dopo la richiesta di mia madre che lo voleva vedere...sono rimasto stupefatto!è un capolavoro!

Trama:Danny Boodman, un macchinista nero del transatlantico Virginian, trova un neonato abbandonato in una cassetta di limoni nella prima classe della nave. Gli dà come nome il proprio, Danny Boodman, aggiungendovi la dicitura presente sulla cassetta in cui lo ha trovato ("T.D. Lemon") ed il secolo dell'anno in cui è nato ("Novecento"): Danny Boodman T.D. Lemon Novecento. Decide di allevarlo in segreto, per impedire che possano portarglielo via. Il bambino vive così i primissimi anni della sua infanzia nella sala macchine del piroscafo, salvo poi uscirne conoscendo e conquistandosi la simpatia dei restanti membri dell'equipaggio. In seguito alla morte accidentale del padre adottivo, dovuta soprattutto ai grossi lavori nella sala macchine, il fanciullo riesce a sottrarsi ai poliziotti che, dietro ordine del capitano, dovevano prelevarlo e consegnarlo presso un orfanotrofio; scompare per giorni interi, ma infine, con somma sorpresa di tutti, si fa ritrovare una notte in prima classe mentre suona il pianoforte con eccezionale bravura. Col passare degli anni diventa il pianista della nave, suonando per i passeggeri durante le serate e per conto proprio, in terza classe, con un altro pianoforte. Molti anni dopo, senza essere nel frattempo mai sceso dal transatlantico, conosce Max Tooney, un trombettista con il quale suonerà per molti anni e stringerà una solida amicizia. La notizia della sua bravura come improvvisatore ed esecutore si diffonde, al punto di condurre da lui un altro pianista, il famoso Ferdinand "Jelly Roll" Morton, che lo sfiderà in un duello all'ultima nota. Novecento non cede alle ripetute esortazioni dell'amico a scendere dalla nave ed andare incontro alla fama ed al successo, e resta a bordo anche quando Max lo lascia, all'alba della Seconda Guerra Mondiale, per andare a cercare fortuna altrove. Diversi anni dopo, quando il transatlantico è in disarmo e ormai prossimo ad essere distrutto, Max vi ritrova l'amico, facendo un ultimo disperato tentativo per convincerlo a scendere dalla nave, tentativo che con sua grande amarezza si rivelerà vano.


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