Il bamboccionismo
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Non parlo ovviamente dei casi di oggettiva impossibilità, come mancanza di lavoro, oppure di problemi di fobia talmente invalidanti da rendere necessario un aiuto esterno. Parlo di persone in apparenza normalissime, con uno stipendio decente, che potrebbero andarsene di casa e fare qualche piccolo sacrificio, ma trovano conveniente la sistemazione coi genitori. Io sono uno di questi. (ancora per poco) Vedete, facevo questo ragionamento: prendo 1100 euro/mese, la benzina è sempre più cara, i genitori ce li ho, un tetto non mi manca, perché andare a spendere soldi altrove? Un viaggio a Londra mi ha fatto cambiare prospettiva. La mia sorellina, più giovane di me, è ormai lì da 3 anni. Lavora come cameriera, ha uno stipendio analogo al mio con un costo della vita da 2 a 3 volte superiore, vive col moroso pagandogli un oneroso affitto (è una persona fiera e orgogliosa, non le piace farsi offrire le cose) e prima di sistemarsi con lui ha vissuto in convivenza con altre persone, in appartamenti veramente fatiscenti, pagando cifre esagerate. Eppure l'ha fatto. Vedete, ne ho parlato con diverse persone all'estero, e per loro è inconcepibile ciò che avviene in italia: ragazzi che a 30, 35 anni non se ne vanno di casa. Mentre un'amica in america mi dice che non è inusuale a 18 anni chiedere indietro ai figli i soldi spesi per il loro mantenimento. E' certamente un caso limite, ma fa capire un paio di cose: 1) Noi italiani abbiamo un cuore d'oro, e questo ci penalizza. Ci manca, specialmente alla generazione dei miei genitori, un pizzico di sano egoismo che ci permette di goderci la nostra vita non necessariamente in funzione di quella altrui, che sia il partner o il figlio; 2) Senza quest'aiuto genitoriale, tutti quelli della mia generazione non avrebbero aspettato 18 anni di malapolitica per iniziare a pretendere un qualche cambiamento; se fossimo stati tutti costretti ad andarcene fòra di bàll, avremmo tutti preteso retribuzioni all'altezza delle nostre professionalità, delle nostre spese e dei nostri bisogni voluttuari. Perché non è ambizione di nessuno vivere a pane ed acqua. Penso inoltre che questa cosa sia legata al fatto che il nostro paese sia generazionalmente indietro di un salto rispetto alle altre nazioni: i miei genitori, classe '55, hanno esperito l'infanzia del dopoguerra e l'adolescenza/maturità nel boom economico, è piuttosto comprensibile che questi genitori non vogliano farci vivere le loro tribulazioni; la stessa situazione è stata vissuta in america dai nati negli anni 20/30, quindi una generazione prima. La capacità di avere un po' di sano egoismo è qualcosa che trascende queste persone, cresciute imparando a risparmiare su ogni cosa e a non buttare via niente. Quindi in conclusione, penso che il fatto che in italia abbiamo degli stipendi da fame non è solo colpa dei politici o di chi li ha votati. E' anche colpa nostra che bene o male ci siamo adattati, anziché cercare di adattare il sistema a come doveva andare. Pareri? Opinioni? Insulti? |
Re: Il bamboccionismo
Io dico solo che sono un bamboccione di 32 anni ho il conto corrente pieno a lavoro non possono ricattarmi perchè sanno che se mi licenziano non avrei problemi economici,anzi spesso sono io che minaccio loro,in estate casa mia nel week end è sempre libera perchè i miei vanno via,a me tutto sommato questa vita non mi dispiace e poi ad andare a vivere da solo soffrirei la solitudine,andrei fuori di casa solo per convivere.
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Re: Il bamboccionismo
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Re: Il bamboccionismo
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Re: Il bamboccionismo
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Re: Il bamboccionismo
bè chi ha un lavoro è non se ne và di casa quando potrebbe benissimo farlo è una persona immatura che presto o tardi lo prenderà brutalmente nel deretano dalla vita, perchè i genitori moriranno e quando la mammina che gli lava i vestitini non ci sarà, che gli prepara il pranzetto e tutto il resto saranno cazzi amari, alle donne poi gli uomini così non piacciono nemmeno un pò perchè il senso dell'indipendenza e di una vita propria viene proprio meno, Marco Russo anche se dovrai fare i salti mortali fai bene a schiodare senti a me.
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Re: Il bamboccionismo
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E ad un certo punto una persona, quindi anche un genitore deve trovare la propria autorealizzazione, a prescindere dai figli. Quote:
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Re: Il bamboccionismo
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Re: Il bamboccionismo
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Re: Il bamboccionismo
Io sono figlio unico credo che l'unica cosa che impedisca ai miei genitori di degenerare sia la mia presenza in casa,se dovessi andare via di casa la vedo male..
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Re: Il bamboccionismo
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Re: Il bamboccionismo
Io ho una paura atroce di ridurmi così, se ci penso vado totalmente in crisi per questo vorrei mobilitarmi in tutti i modi fin da subito anche con lavoretti da poco così nel giro di qualche anno mi metto da parte un gruzzoletto per partire e andarmene da qui,
E comunque mio padre ci ricorda sempre di come da giovane, prima di farsi la famiglia e anche per qualche anno dopo essersi sposato lavorasse e invece di tenersi i soldi li mandava ai suoi genitori, per lui era una cosa normale per noi è quasi inconcepibile! |
Re: Il bamboccionismo
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Ma sai cosa, in fondo non si può vivere solo per sacrificarsi no? Fino a qualche tempo fa di me non m'importava nulla, e reggevo volentieri le sorti (meschine, funeste) di questa casa e dei suoi abitanti.. Ho rinunciato a un sacco di cose che "mi sarebbero spettate" alla giusta età. E mi trovo ad iniziare (cercare di..) adesso qualcosa che per molti avviene subito dopo l'adolescenza. Per certi versi credo sia un bene. Il tempo non si perde ma va a creare degli strati di esperienze che, per quanto sembrino insoddisfacenti e inconcludenti, danno qualcosa alle tue azioni future. Tutto sta secondo me nel trovare quel po' di "egoismo", di amore per sé che ti spinge a pensare che gli altri devono occuparsi anche un po' da sé del proprio destino. E tu del tuo.. :bene: |
Re: Il bamboccionismo
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Re: Il bamboccionismo
aspetto un lavoro, per il resto mi va bene così...
sarà cultura? non me ne frega un cazzo, mi basta non starci male |
Re: Il bamboccionismo
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Re: Il bamboccionismo
Tempo al tempo.
Non è ancora ora. |
Re: Il bamboccionismo
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magari sarò rovinato :testata::testata: |
Re: Il bamboccionismo
Ormai penso che rinuncerò alla magistrale, mi prendo la laurea breve e appena posso sparisco. All'idea di essere ancora a casa dei genitori fra dieci anni mi viene la depressione.
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Re: Il bamboccionismo
Andarsene via di casa è un passo necessario per l'indipendenza e l'autonomia della persona, che non può essere influenzata dal volere dei propri genitori fino ai 35 anni.
Spesso sono proprio questi ultimi a non incentivare l'autonomia dei figli, scambiando la loro possessività morbosa e soffocante con affetto, impedendo così ai propri pargoli di crescere e maturare. Non ci credo alla tiritera e al mito della famiglia unita, alibi spesso tirato in ballo da chi dichiara di non volersene andare via di casa, se non si è quantomeno fidanzati o ammogliati. Non può essere il matrimonio o il partner l'unica molla che spinge l'individuo a voler abbandonare il proprio "nido di cuccioli". Per me - nel percorso di una persona - è necessario il passo dell'individuazione e della ricerca della propria identità attraverso l'organizzazione autonoma dei propri spazi e ritmi di vita. Volenti o nolenti, condividere spazio e tempo con i genitori ci obbliga a sottostare a dei ricatti emotivi e a dei patti che soffocano parte della nostra personalità o a vivere quotidiani e inconciliabili conflitti che alla lunga logorano. Io ho avuto la possibilità di andarmene di casa a 28 anni, vivendo 2 anni e mezzo in affitto e dopo avendo la possibilità di stare nella casetta che un tempo era di mio nonno; in questo sono stata fortunata. Da quando vivo sola, ho eliminato il nervosismo accumulato negli anni, derivante dalla gestione fuori controllo di una conflittualità esplosiva con i miei genitori, frutto di tensioni familiari decennali e di un rapporto genitori-figli fondato sull'autoritarismo e sull'incapacità ad accogliere l'altro senza giudicarlo. Ho iniziato a vivere finalmente secondo i miei ritmi e i miei desideri, evitando di subire continui giudizi da parte dei miei genitori, evitando la costrizione di dovermi sorbire il clima di tensione che è sempre esistito a casa mia e che da piccola mi ha di molto appesantito e soffocato. Certo, se non si hanno le possibilità economiche è difficile fare il grande passo e andarsene di casa, ma almeno chi ha un lavoro dovrebbe, per un suo percorso verso l'autonomia e l'indipendenza, quantomeno tentare di andare a vivere fuori casa, magari cercando dei coinquilini (magari degli amici) con cui dividere le spese. Una delle principali molle che mi hanno spinto al grande passo è stata la lontananza iniziale del posto di lavoro e soprattutto il desiderio di affrancarmi da una famiglia altamente disfunzionale che stava rovinando la mia vita e che ha solo contribuito a strutturare una personalità ansiosa e insicura. Certo, il malessere è una forte molla che spinge al cambiamento; chi sta bene dove sta, magari ha meno motivazioni interiori per farlo e sicuramente è maggiormente portato a impigrirsi sulla sua condizione, ma a volte stare apparentemente quieti non significa aver raggiunto un proprio equilibrio interiore, che può essere raggiunto solo sperimentando se stessi e la propria libertà di persone adulte, al di là della propria famiglia e dell'affetto che ci lega ad essa... |
Re: Il bamboccionismo
C'è da dire che in Inghilterra e negli Usa hanno grossi problemi con i ragazzetti sbattuti fuori di casa a 16-18 anni.
Un sano egoismo mi sembra una contraddizione in termini e penso ci sia più bisogno di persone buone che di persone indipendenti e forti. Altro discorso è quello che bisogna imparare ad essere autonomi (non indipendenti), che è sicuramente una cosa buona per sè e per gli altri. Conosco persone che sono state sbattute fuori di casa, o comunque costrette a vivere senza una famiglia e non gli ha giovato proprio per nulla. Non solo, invece che essere autonomi sono alla ricerca spasmodica di un qualsiasi legame, si attaccano morbosamente alle persone essendo continuamente alla ricerca di un surrogato di quel naturalissimo legame che gli è stato negato. Ma qui si parlava di un'uscita volontaria dal nido che è ovviamente condivisibile. |
Re: Il bamboccionismo
Purtroppo al momento non ho la possibilità economica per andarmene di casa,
comunque a quasi 36 anni so di essere un inutile bamboccione, e ne sono sempre più convinto di questo. In passato alcuni colleghi di lavoro felicemente sposati mi avevano affibbiato il sopranome di panzone-bamboccione, e di questo avevano ragione, ora non sono più un panzone ma rimango un bamboccione inutile alla società. |
Re: Il bamboccionismo
Ok. io sono ancora molto giovane per cui non è che abbia molta voce in capitolo (nella vita non si può mai sapere ) comunque a prescindere dal fatto che ai miei faccia piacere avem qui o meno,credo che ad un certo punto sai un dovere andarsene di casa. (Non è forse per questo che siamo stati creesciuti? per concquistare un giorno l'indipendenza? L'aquila che butta il pulcino dal nido...o il volo o la morte?) Io poi spero di non rimanere a casa allungo fosse anche solo per orgoglio mio personale e perchè in ogni caso mi sento in debito verso i miei genitori...è casa loro, io sono ospite, se non lo fossi potrei fare a modo mio..ma lo sono e nella definizione stessa di ospite è sottinteso che uno se ne debba andare...quanto al fatto del convivere va detto che già il vivere ancora con i propri genitori è un deterrente per le relazioni (almeno per me...io mi farei delle domande prima di uscire con uno che ad una certa età vive con i suoi) poi ognuno ha la sua opinione ed il mondo è vario...magari la mia idea dipende anche dal fatto che sono appena tornata dalla Germaniae :arrossire: ...( scusate per il pessimo italiano eheh siamo un pò fuori allenamento)
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Re: Il bamboccionismo
Secondo me è più sana la filosofia del "uscire di casa a 18 anni".
Perché è vero, non siamo animali, a una volta, la regola era la famiglia allargata, quindi il bamboccionismo era la regola, e la cosa più naturale del mondo, si viveva nella stessa casa dei bisnonni, assieme a fratelli e zii. Però una volta la vita era molto più dura. Oggi abbiamo mille comodità, e se non le bilanciamo con una filosofia più rude, ci ammosciamo. E infatti così accade, la nostra gioventù è senzapalle. Molti diranno "ma l'affitto è alto, ma i vecchi non ci danno spazi". E allora incazzatevi, prendeteveli i vostri spazi. Invece i pochi giovani d'iniziativa preferiscono fare i leccaculo dei vecchi, scimmiottarli e fare i finti giovani sperando di ricevere qualche briciola. Infatti i pochi che in Italia denunciano il bamboccionismo sono i più paraculi di tutti, i più figli di papà bamboccioni raccomandati di tutti, come Michel Stronzone. E' vero, uscendo di casa presto bisogna rinunciare a WoW e all'Ipad. Appunto per questo è bene uscire di casa prima possibile. |
Re: Il bamboccionismo
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Re: Il bamboccionismo
Ma secondo voi una donna tra un bamboccione di 30 e passa anni che però ha un pò di soldi da spendere per regali/viaggi/cene/bella vita in generale e un poveraccio che spende tutti i suoi soldi nell'affitto e non ha neanche i soldi per portarla fuori la sera chi preferisce:interrogativo:
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Re: Il bamboccionismo
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Re: Il bamboccionismo
Ma che poi non capisco in cosa uno è più libero ad andar via di casa,almeno nel mio caso vedo che quando sono da solo a casa mi sputtano anche quelle poche ore libere della giornata in cui non lavoro per tenere un minimo di ordine in casa,praticamente non avrei più tempo libero sarebbe una vita di sola sofferenza:nonso:
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Re: Il bamboccionismo
Si può dire che sono andato via di casa all'età di 23 anni per via del mio lavoro, a 29 ho comprato casa e me ne sono andato definitivamente.
Mangio sempre da loro e mi sdebito in mille modi, mettendo la benzina alla loro auto, comprando leccornie ogni tanto come forma di riscatto per il servizio ristorante:ridacchiare: Però i miei continuano a dirmi di dormire da loro...mia madre soprattutto mi promette che la mattina mi fà trovare una bella e buona colazione:pensando:. Di recente mi ha anche detto che dovevo restare a casa quel tempo in cui mi trovo in zona, che ho sbagliato ad andare a vivere per i fatti miei, che avrei risparmiato un sacco di soldi....eppure io non mi lamento:interrogativo: |
Re: Il bamboccionismo
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Con questa precisazione sottolineo che la locuzione "sbattere fuori di casa" non si esaurisce nel gesto finale, ma fa parte di un progetto ad ampio raggio. Una persona non può pretendere che un figlio cambi di botto al compimento del 18esimo. Ma se non tiene a mente il traguardo finale, come fa il genitore a sapere la giusta direzione educativa? Finirà come molti dei nostri, ad opprimere, comandare, iperproteggere, viziare, sminuire o sopravvalutare: ma non svilupperà mai l'indipendenza del figlio. Se poi un padre o una madre, dopo aver fatto tutto questo, sbattono pure fuori di casa allora sono cretini... |
Re: Il bamboccionismo
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La colpa è anche nostra che abbiamo lasciato che le cose andassero in quella direzione. Io poi credo fondamentalmente che i problemi tante volte basta affrontarli e l'ingegno, aguzzandosi, li risolva. Quanti di voi avrebbero la voglia, la forza e la pazienza di cercarsi dei lavoretti saltuari, oltre al principale, per arrotondare? Io ci ho pensato spesso, il tempo non mi manca, ma poi preferisco tornare a casa e guadarmi le serie televisive. Se la scelta tra fare o no dei lavoretti extra significa la differenza tra potersi pagare il dentista/meccanico oppure dover aspettare 2/3 mesi senza uscite la sera, la motivazione è ben altra. Quanti di voi, con un lavoro, tengono comunque sott'occhio gli annunci e fanno regolarmente colloqui? Io no, ho un posto fisso, mi sento già fortunato così e non penso che magari potrei andarmene in un'altra azienda a guadagnare di più. Eppure c'è chi lo fa. Smettiamo di dire "in america è così in inghilterra è pomì", perché in quei paesi succede anche questo: la gente si rimbocca le maniche in continuazione. |
Re: Il bamboccionismo
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Aggiungo una cosa. Una delle motivazioni più usate per giustificare l'andare a vivere da soli è: "Se voglio passare la notte con una ragazza posso farlo quando mi pare" (valido per entrambi i sessi). Per un uomo, la seduzione è anche mostrare libertà finanziaria, che in questo caso, non si ha. Se hai male a un dente e ti tocca andare dal dentista, in quel mese sei in perdita. Se hai un guasto alla macchina, il quel mese vai in perdita. Con quale senso di libertà pensate di girare per locali e ristoranti? |
Re: Il bamboccionismo
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Re: Il bamboccionismo
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Re: Il bamboccionismo
ragazzi, una 20enne magari vuole cene, regali, serate, ecc.
una trentenne italiana vive la vostra stessa situazione. Preferisce un uomo con la testa sulle spalle, anche se deve fare i sacrifici. Poi è chiaro che se guadagnate 700 euro è impossibile andar via di casa. Ma con 1000-1100 ce la si può fare. |
Re: Il bamboccionismo
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44 anni, due lauree, lavorava di fianco a me al call center dove ci pagavano 4 euro l'ora effettiva in una città in cui il prezzo di un monolocale non è mai più basso di 200.000 euro e 800/1000 per l'affitto. Uscita da lì correva in cantiere a lavorare gratis per uno stage. Spero vivamente per lei che i genitori campino e la campino il più a lungo possibile. Quote:
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Se guardi a quei pochi che hanno successo ti risulterà un sistema che funziona, ma se guardi alla percentuale di quelli che hanno successo ti risulterà come questo atteggiamento ideologico sia del tutto fallimentare. Mai detto che in America o in Inghilterra stiano meglio, è vero il contrario. L'America è l'unico paese occidentale oltre alla Grecia che attualmente ha problemi di sottoalimentazione infantile e in Inghilterra stanno iniziando a conoscere il fenomeno dei meninos de rua. Perchè fondamentalmente il problema è questo. Tutti questi discorsi sono retorici e ideologici. In altre parole vivete sulla luna. |
Re: Il bamboccionismo
mia sorella è andata in inghilterra senza un titolo di studi particolarmente brillante, s'è rimboccata le maniche e ha un lavoro.
In america pure. i problemi di cui parli niki sono dovuti alla mancanza di politiche educative efficaci, un problema che non c'entra niente col thread. Parliamo comunque di posti dove se hai voglia di fare vai avanti, certo non necessariamente diventi benestante, ma il lavoro lo trovi. Mentre qua la gente si scogliona coi call center a 500 euro/mese. Ma se il tuo conoscente è tanto intelligente da aver preso due lauree come mai è finito al call center? Forse ha preso lauree in fuffologia applicata? Di certo il suo è stato un pessimo investimento di tempo. Questa panzana poi che il lavoro ruba il tempo, non la sopporto. Il lavoro E' vita. Nel lavoro hai rapporti sociali, conoscenze, contatti. Certo non tutti i lavori sono uguali, alcuni lavori sono alienanti. Ma altri sono occasione per arricchirsi anche di spirito. Ad esempio io volevo buttarmi nelle riparazioni hw/sw dei pc, e il fatto di andare a casa di gente che non conosco e risolvergli dei problemi mi sembra un buon modo di passare il tempo! Non so che mercato ci sia per questo genere d'impiego perciò sto pensando di reinventarmi anche sui lavori di piccola manutenzione edilizia: imbiancare, mettere piastrelle, piccola idraulica, ecc. Non sono scemo e penso di poterlo fare senza troppi problemi. E' vita anche questa. Alla fine gli anni che dobbiamo vivere, trascorrono sia a lavorare sia a passarli davanti al computer. Certo mi piacerebbe anche a me prendere gli aperitivi al rotary club, ma la tessera mi è scaduta e pertanto per riempirmi la vita mi devo trovare altro da fare. |
Re: Il bamboccionismo
Ragazzi ci sono dei casi in cui è giusto andare via di casa, ci sono altri casi che è una cazzata gigatomica, ed è tutto deciso dal rapporto entrate/uscite.
Andare via così, con poco feedback lavorativo e poco feedback sentimentale (possibilità di due stipendi) è un suicidio volontario spesso e volentieri, inutile girarci attorno. Andare a vivere con dei coinquilini per me non è una scelta vincente visto che il lavoro ce l'ho dove abito e finisce che sputtanerei solo soldi. Se hai quelle cose di cui sopra è invece molto giusto e buono pensarci. Ci devono essere dei presupposti, se mancano quelli non è sano andare via. |
Re: Il bamboccionismo
A me farebbe bene andare via, appena posso vado. :perfetto:
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Re: Il bamboccionismo
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La questione è che nella morale calvinista che vede il fallimento (frequente) come una colpa e il successo, (infrequente, anche parziale) come un merito c'è qualcosa che non torna. Intanto si omettono una varietà di condizioni su cui la volontà non ha effetto bollandole come scuse, e poi si giustifica il discorso sulla base di risultati che sono quelli di una minoranza. Ora, credo sia logica che se si vuole portare avanti un'idea che valga per tutti, deve portare un effettivo vantaggio per tutti. Se non funziona per tutti, vuol dire che non funziona e non che non funzionano le persone rispetto a quell'idea. Quote:
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