Essere se stessi significa accettarsi per ciò che si è
Siano dati due soggetti X e Y ed una situazione S nella quale X e Y interagiscano. Cosa significa dire che i soggetti sono se stessi all'interno della relazione?
Definendo un comportamento come una azione che scaturisce da un pensiero e/o da una emozione, sia C(X) = {a, b, c, … } il set di comportamenti possibili del soggetto X e sia C(Y) = {a’, b’, c’, … } il set di comportamenti possibili del soggetto Y, io affermo che non è possibile definire: 1) un set di comportamenti per i quali X è se stesso = C’(X) http://www.batmath.it/images/simgifs/sube.gif C(X); 2) un set di comportamenti per i quali X non è se stesso = C’’(X) http://www.batmath.it/images/simgifs/sube.gif C(X); 3) tali che C’(X) ∩ C’’(X) = http://www.batmath.it/images/simgifs/empty.gif e C'(X) U C''(X) = C(X); in altre parole costituiscano una partizione P(X) di C(X) e che tale partizione sia non banale, ovvero che sia C’(x) che C’’(X) siano diversi dall’insieme vuoto. Si supponga per assurdo che una tale partizione esista. C’(X) è dunque l’insieme dei comportamenti che scaturiscono da un pensiero e/o da una emozione del soggetto X. Tale insieme per la definizione di comportamento esiste ed è non vuoto. Ma noi stiamo supponendo (per assurdo) che esista anche una partizione P(X) definita come sopra, per cui esisterebbe anche un insieme C’’(X) non vuoto dei comportamenti che non scaturiscono da un pensiero e/o da una emozione del soggetto X. Ciò però va contro la definizione di comportamento che lo definisce come una azione che scaturisce da un pensiero e/o da una emozione. Ne deduco che C’’(X) non può essere altro che l’insieme vuoto, per cui la partizione P(X) come definita non può esistere e che il soggetto X non può far altro che essere se stesso. Ditemi se vi sembra corretto o dove sbaglio se vi sembra che sbaglio qualcosa. |
Re: Essere se stessi significa accettarsi per ciò che si è
Ora però basta con la psicomatematica (per chi non se ne fosse reso conto erano tutte cazzate :D)! Inizia la parte seria del mio topic... :D
Ciò che vorrei dire è che penso che, banalmente, essere se stessi è facile e non ci vuole nulla. I problemi sono altri due e cioè: 1) farsi accettare dagli altri per come si è (il soggetto Y in questo caso); 2) accettare che gli altri (il soggetto Y in questo caso) accettino come siamo. Sul punto 1) si può agire poco, in effetti non si può far altro che fare cose che non hanno nulla a che vedere con l’essere se stessi, cioè darsi un’aggiustata sia fuori che dentro, curarsi del proprio aspetto, cercare di essere empatici e capire chi si ha di fronte e modulare i propri comportamenti sulla base di ciò e della situazione (ad esempio aggressivo con una persona, gentile con un’altra secondo le necessità), etc. Se il se stesso che si è piace a pochi, pazienza, vorrà dire che sarà più difficile trovare persone che ci accettino (il che comunque non voglio dire che sia un problema da poco!). Io penso che sul punto 2) ci sia invece da fare un grande lavoro. In cosa consiste questo lavoro? Consiste innanzitutto nel fatto che il soggetto X non fraintenda la reazione di Y (pensiero disfunzionale del primo tipo). Ma questo non basta: X può non fraintendere la reazione di Y, ma - pur essendo positiva - tale reazione può scatenargli comunque una emozione negativa, ad esempio una emozione di vergogna e di umiliazione (pensiero disfunzionale del secondo tipo). La tensione che si scatena in entrambi i casi porta ai blocchi psicologici e alla fobia sociale. In ogni caso all’origine c’è una scarsa autoaccettazione di ciò che si è. In conclusione: quando si dice impropriamente “essere se stessi” in realtà si intende “accettarsi per ciò che si è”. Siete d’accordo? (magari ora qualcuno mi dirà che ho detto cose banali, ma io c’ho messo N anni, 5 mesi e 22 giorni ad arrivarci [con 25 <= N <= 35] :clap:, non smontatemi troppo per favore! :D) |
Re: Essere se stessi significa accettarsi per ciò che si è
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Re: Essere se stessi significa accettarsi per ciò che si è
Per me questi simboli sono arabo, fattostà che secondo me un uomo è sempre "sé stesso" per definzione, anche quando finge, poichè anche la più palese e posticcia recita è espressione di un bisogno interno e, quindi, di una parte importante di sé.
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Re: Essere se stessi significa accettarsi per ciò che si è
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In realtà... Quote:
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Re: Essere se stessi significa accettarsi per ciò che si è
Cristo ma a quest'ora devi fare matematica!!
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La matematica si fa a mente lucida. :D |
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Re: Essere se stessi significa accettarsi per ciò che si è
Mio Dio, inizio a preoccuparmi seriamente. -.-''''
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:cool: |
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@Passenger: PRRRRRRRRRRRRRRR. |
Re: Essere se stessi significa accettarsi per ciò che si è
mamma miaaaaaaaaaaaaaaa xD
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Re: Essere se stessi significa accettarsi per ciò che si è
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P.s. bella la frase che hai nella firma :) |
Re: Essere se stessi significa accettarsi per ciò che si è
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