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Inclusione/Esclusione (Introversi e società)
Inclusione/esclusione
"L’uguaglianza, questa parola potente che ha attraversato i secoli agitando le passioni degli uomini, sembra avere esaurito il suo carisma mobilitante. Sempre più nel linguaggio economico, sociale e politico, la coppia uguaglianza/disuguaglianza è sostituita dalla coppia inclusione/esclusione. L’importante, per il soggetto sociale, non è essere uguale, ma essere incluso, cioè essere ammesso al processo che permette di accedere alle opportunità." (Il trionfo della moltitudine. Forme e conflitti della società che viene, Einaudi, p. 42). Secondo Bonomi, tuttavia, tali opportunità si offrono esclusivamente a chi dispone delle competenze e dei saperi necessari a "lavorare comunicando", a capire e dominare quella "simultaneità" che costituisce la caratteristica fondamentale dei processi produttivi immateriali. Il liberismo telematico che caratterizza l’era della globalizzazione configura una società a rischio di esclusione per tutti i soggetti che non riescono a utilizzare le tecniche, i codici e i linguaggi della simultaneità. (Arianna Editrice, glossario) partendo da una definizione socio-economica si possono evincere tantissime cose :) |
Re: Inclusione/Esclusione (Introversi e società)
Ho visto però che la definizione di "simultaneità" non c'è. Quindi, dimmi se ho capito, per Bonomi è un problema più che altro di tempistiche?
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Re: Inclusione/Esclusione (Introversi e società)
Ma nessuno può diventare uguale all'altro si può aspirare solo all'inclusione in un gruppo.
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Re: Inclusione/Esclusione (Introversi e società)
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"secondo Einstein due o più eventi possono essere simultanei per un osservatore e non simultanei per un altro" nell'arte e filosofia: http://italpag.altervista.org/5_futu...uturismo20.htm in pratica: è una sorta di multitasking estremo. velocizzare, non sprecare tempo, assimilare rapidamente, ecc. |
Re: Inclusione/Esclusione (Introversi e società)
Quote:
"nessun operaio può diventare uguale all'altro" lui ti risponderà: "il lavoro in catena di montaggio è così, se ti piace bene, se no quella è la porta." attenzione che i processi economici e produttivi non sono slegati affatto da tutto il resto. molto spesso combaciano. le caratteristiche che lavorativamente sono premianti, non sono (per es.) slegate al successo sociale e con l'altro sesso. |
Re: Inclusione/Esclusione (Introversi e società)
A me, nel corso di Diritto Costituzionale, hanno insegnato che uguaglianza non significa trattare tutti allo stesso modo ma trattare tutti quelli che si trovano nella stessa condizione allo stesso modo, perché applicare la stessa regola a persone che si trovano in condizioni diverse è la negazione dell'uguaglianza. Esempio politicamente corretto: se si incarcerassero indiscriminatamente tutti quelli che uccidono un uomo, si dovrebbe punire anche chi ha agito per legittima difesa.
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Re: Inclusione/Esclusione (Introversi e società)
Quote:
uhm interessante, quindi e' tutto relativo:laugh: |
Re: Inclusione/Esclusione (Introversi e società)
Quote:
non mi pare che si facciano distingui di censo, classe sociale, ecc. mi pare invece che si facciano distinguo in base al movente (aggravanti ideologiche), il che se ci pensi è un'idiozia. e poi esiste una sensibilità diversa in base al sesso del colpevole e della vittima. se un un buttafuori di 120 kg mi aggredisce e io lo ammazzo a coltellate, dovrebbe essere sempre un omicidio per legittima difesa ma non cambia il fatto che io fossi armato e lui no e quindi vi è sproporzione nella reazione. se un uomo si difende da una donna, anche se entrambi disarmati, potrebbe passare il concetto di sproporzione perché l'uomo viene considerato più forte (poi magari si scopre che la donna è 20 kg più di lui e fa palestra... :laugh:) |
Re: Inclusione/Esclusione (Introversi e società)
Venom, a me piace il tuo nickname, ma a volte sei completamente OT.
qui non stiamo affatto parlando di uguaglianza in senso politico o economico imposta da un certo sistema, ma il fatto che le rivendicazioni siano state abbandonate e che l'ottica si sia spostata sulla dicotomia inclusione/esclusione. la gente ha rinunciato a ragionare in termini di uguaglianza. non solo: il comparto tecnico è diventata la discrimine per essere inclusi o esclusi dai processi produttivi (e di potere). Quote:
eppure un contadino poteva produrre cibo e tanto bastava. oggi ci si sta spostando su una società in cui i tratti di socialità e simultaneità sono essenziali per ogni mansione. Quote:
ed è il problema della tecnica. siamo nell'unica era della storia umana in cui il know how è in mano ad un'elite di tecnici-scienziati a cui dobbiamo rivolgerci ogni volta che il nostro utensile non funziona. Questa stessa elite è quella che costantemente ci dice cosa mangiare, quanto dormire, come curarci e addirittura come morire. Per certi versi è quindi una tecnocrazia che impone all'ingranaggio una certa funzionalità. E qui entra in gioco il fatto che l'introverso viene sempre più accumunato ad un ingranaggio difettoso poiché manca di quei requisiti socializzanti e di multitasking. |
Re: Inclusione/Esclusione (Introversi e società)
Quello che intendevo dire è che il concetto di inclusione/esclusione è simile a quello di "uguaglianza formale". In pratica, un introverso, per essere uguale agli altri, dovrebbe essere trattato diversamente, come un bambino che non ha ancora appreso certe regole sociali: se un bambino molto piccolo non saluta e si nasconde dietro sua madre, nessuno pensa che sia maleducato. Ho sempre pensato che i problemi di un sociofobico/evitante siano dovuti anche al trattamento che la società riserva ai malati di mente (ostracizzazione), senza contare che nessuno lo considera un vero e proprio malato ma un "senza palle".
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Re: Inclusione/Esclusione (Introversi e società)
hai ragione Stone. il problema che la società è talmente strutturata da non lasciare scampo alla diversità provocando esclusione. è l'eccesso di regolamentazione, di uniformizzazione delle regole. dove si tende ad applicare un'unica regola a tutto, senza prendere in considerazione le differenze.
essendo un mondo tecnicizzato, tende all'efficientismo, che è antitetico all'umanità. |
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