Re: La normalità è un valore?
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Re: La normalità è un valore?
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Aggiungo però che non solo la (ricerca inflessibile della) "normalità" è una conseguenza di una forma di insicurezza; ma anche l' "Anormalità" può essere -come sappiamo benissimo- una conseguenza di insicurezze anche peggiori di quelle della maggiorparte delle persone: Non esiste solo l'anormalità coraggiosa e sicura dello spirito liberato, ma anche l'anormalità disfunzionale di chi non saprebbe nemmeno come fare, neanche se lo volesse, a comunicare in modo "normale" e di questo ne soffre le conseguenze sociali negative. |
Re: La normalità è un valore?
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Per esempio, se si vuole esprimere, chessò, gratitudine o stima o amicizia o simpatia o disapprovazione o una critica o... , riuscire a farlo anziché esprimere nulla o peggio ancora sensazioni scostanti. Cioè, sto parlando di "normalità" nelle interrelazioni, non di omologazione o di conformismo nel senso comune del termine. Una persona anticonformista nelle idee e persino nel modo di presentarsi esteriore [tutto questo fino a un certo punto però!] può essere allo stesso tempo una persona di grandissima normalità in quanto rispetta gli standard comunicativi della gente, si fa capire in modo empatico ecc. ----- Vedi, io vorrei -poniamo- avere un gruppo di amici più o meno solido possibilmente nella città in cui mi trovo. Se io -poniamo- declino troppo spesso gli inviti o non esprimo le mie emozioni con la dovuta enfasi (cioè, se ho una modalità di comunicazione che non è "normale"), quell'obbiettivo mi è impossibile. "Normalità" come competenza nelle convenzioni sociali non opzionali (cit. :D )! A volte "bisogna" sorridere, altrimenti si comunica un'emozione sbagliata... |
Re: La normalità è un valore?
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Re: La normalità è un valore?
La ‘vita’, dalla quale siamo esclusi, non si presenta a noi anomali come anomalia, come una visione di sanguinosa grandezza o di bellezza selvaggia; no, il regno delle nostre aspirazioni è proprio la normalità, la decenza, l’amabilità, insomma, la vita nella sua banalità seducente..
Gli affamati, T. Mann |
Re: La normalità è un valore?
E quando ti dicono:
"Ma come, non lo conosci? Ma su che pianeta vivi? Non sei normale!" :eek: (ehm a me capita preferibilmente coi cantanti o coi gruppi :rolleyes:) Comunque ricordo la scena di un memorabile film, un vero caposaldo della cinematografia, vale a dire La mia adorabile nemica (:D), con la più grande attrice di tutti i tempi, che sarebbe Natalie Portman (:blushing:). In tale scena la mamma della Portman, interpretata da Susan Sarandon, diceva alla figlia tutta una serie di banalità sconcertanti su cosa fanno o dovrebbero fare le persone normali. E la figlia: "mamma, non ho mai visto una persona normale, non credo esistano" (cito a memoria, ma il senso era quello). Quando la figlia quindicenne è più matura della madre, capiterà solo nei film o anche nella realtà? |
Re: La normalità è un valore?
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Purtroppo, non me la cavo anche con l'informatica, il guidare, la geografia, la storia, e le cose concrete che capitano alle persone intorno a me che in teoria dovrei frequentare e conoscere. |
Re: La normalità è un valore?
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Forse quello che ci frega è un'eccessivo grado di consapevolezza: "Nel momento in cui ci si chiede il significato ed il valore della vita, si è malati." (S. Freud) |
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