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Vecchio 10-06-2010, 16:42   #1
Esperto
L'avatar di Who_by_fire
 

Diverse volte mi è capitato di notare...cioè, volevo dire: diverse volte la mia attenzione selettiva mi ha portato a notare certi commenti da parte della gente su qualche persona che non agisce o si esprime secondo i canoni comuni e i comportamenti comunemente dati per scontati, perché non vuole o soprattutto non è in grado di farlo.

Del tipo:

"Ma quello lì non è normale!"

"Ti pare normale quello??!"

"Tutte le persone normali fanno [...]"

"Ti pare normale che [...]??!"

oppure con orgoglio:

"Sono una persona normale, io!" -.-

Naturalmente mi è capitato anche di essere la persona criticata:

"Tu non sei normale!"


Beh, allora, premetto che per me la "normalità" è niente di più di un semplice concetto statistico.
Non una cosa soggettiva come pensano buonisticamente alcuni, bensì abbastanza oggettiva, sempre dal punto di vista statistico.

E, in quanto concetto meramente statistico, non porta con sé alcun valore etico o morale di alcun genere, né positivo né negativo.
L'omosessualità è anormale? Certo che lo è. E' un comportamento sessuale condiviso da una esigua minoranza della popolazione generale. Così come lo è, in altri ambiti altrettanto eticamente irrilevanti, l'ascolto della musica dodecafonica o la passione per la pizza all'ananas.

Essere sociofobici o socialmente imbranati è anormale? Certo che lo è. Ca**o se lo è!
Ma non per questo, mi pare, dovrebbe essere una cosa giudicata severamente dal punto di vista di chi più "normale" lo è. Dopotutto, un timido mica fa male a nessuno, no? [a parte se stesso]

Invece noto sempre come ci sia in giro una specie di "religione della normalità" (o "mistica dell'adeguatezza"), e che il non uniformarsi ai canoni comunicativi medi porti con sé, agli occhi delle persone che più si adeguano, una specie di "colpa".
Tipo: comunichi in modo sbagliato con gli altri, quindi----> sei in qualche modo colpevole verso gli altri.
Non c'è lo stesso atteggiamento nemmeno verso gli handicappati fisici ("mica lo fanno apposta! Mica l'hanno scelto loro!").
Ma se tu non hai amici, o se sei ancora vergine a X anni, deve essere una colpa, e deve essere colpa tua. Insomma, deve esserci qualcosa che non va, qualcosa di brutto nel tuo carattere, quindi gli altri ti evitano e non hai amici.
Quella che è una semplice mancanza di competenza (certo accumulatasi nel proprio carattere, dove altro!) viene però scambiata per un carattere intenzionalmente (e quindi colpevolmente) avverso.

Ma, al di là di questo, c'è che la normalità viene spesso proprio vista come un valore in sé. Se dici ad una persona che non è normale, tipicamente la offendi.
Invece, se ci fosse da celebrare una delle due condizioni "normalità" e "anormalità", si dovrebbe proprio celebrare quest'ultima: è l'unica che porta qualcosa di nuovo, che fa riflettere, che stimola la conoscenza...
E' superfluo che aggiunga che molte delle migliori e più interessanti persone che ho conosciuto non si potessero completamente definire "normali".

Io non aspiro alla normalità in sé, ma alla piena capacità di comunicare con gli altri.

--------------------------------------------------------------------

Perché allora anche noi, me compreso, tentiamo tanto di avvicinarci a questa maledetta normalità?

Semplice: perché la si vuole usare come strumento. Come strumento per farsi accettare e capire dagli altri: in un contesto sociale in cui vige la religione della normalità, purtroppo non si potrà mai essere accettati se non si è non dico un sacerdote ma quantomeno un chierichetto della normalità.
E' brutto ma -per ora- mi sembra che sia così.
Vecchio 10-06-2010, 16:45   #2
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qui siamo tutti cerebrolesi quindi la normalità ce la sogniamo
Vecchio 10-06-2010, 16:49   #3
dep
Esperto
L'avatar di dep
 

concordo...

il problema è purtroppo che chi non rientra nei canoni della "normalità" viene discriminato, escluso, isolato, trattato da "diverso"..

mi avvicinerei volentieri al concetto di normalità attuale, ma per ovvie ragioni mi è quasi impossibile, dato che per adesso il "normale" deve essere estroverso per potersi definire tale..
Vecchio 10-06-2010, 16:51   #4
Banned
 

io non rientro nemmeno nel canone rai quindi non sono normale
Vecchio 10-06-2010, 16:54   #5
dep
Esperto
L'avatar di dep
 

al contrario, sei normale... perchè sono molti di più quelli che non pagano il canone rai rispetto a quelli che lo pagano... quindi chi lo paga non è normale
Vecchio 10-06-2010, 18:06   #6
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da dep Visualizza il messaggio
al contrario, sei normale... perchè sono molti di più quelli che non pagano il canone rai rispetto a quelli che lo pagano... quindi chi lo paga non è normale
azz...mi hai Ownato alla grande!!
Vecchio 10-06-2010, 19:02   #7
Esperto
L'avatar di barclay
 

Quote:
Originariamente inviata da Who_by_fire Visualizza il messaggio
Non c'è lo stesso atteggiamento nemmeno verso gli handicappati fisici ("mica lo fanno apposta! Mica l'hanno scelto loro!").
Il problema è che la Fobia Sociale ed il Disturbo di Personalità Evitante non vengono percepite da nessuno come malattie. Senza contare che i malati di mente vengono comunque guardati con diffidenza.
Vecchio 10-06-2010, 19:36   #8
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da Who_by_fire Visualizza il messaggio
Non c'è lo stesso atteggiamento nemmeno verso gli handicappati fisici ("mica lo fanno apposta! Mica l'hanno scelto loro!").
Ma se tu non hai amici, o se sei ancora vergine a X anni, deve essere una colpa, e deve essere colpa tua. Insomma, deve esserci qualcosa che non va, qualcosa di brutto nel tuo carattere, quindi gli altri ti evitano e non hai amici.
Quella che è una semplice mancanza di competenza (certo accumulatasi nel proprio carattere, dove altro!) viene però scambiata per un carattere intenzionalmente (e quindi colpevolmente) avverso.
perchè loro, gli altri, che cosa ne sanno che un fobico non lo fa apposta a non avere amici, a non uscire ecc...?? Le persone che cosa diavolo ne sanno dei problemi di un fobico? Non andranno mai a pensare ad una fobia quando incontrano un asociale (inteso come tizio senza amici ecc...), pernseranno solo che quella persona abbia un carattere molto brutto e che di conseguenza venga evitata dagli altri. E quindi eviterà a sua volta il fobico. Non penserà mai, per esempio, che sia il diretto interessato ad evitare gli altri e non il contrario.
Invece un handicappato si vede che è andicappato, e la gente tende anche a intenerirsi e anzichè emarginarlo tentano di inserirlo tra di loro a tutti i costi (almeno noi facevamo così). Se un fobico fa: "no ma non me la sento di uscire, ho la fobia" oppure "no non posso fare questo lavoro, ho la fobia" la persona penserà "ma che cazzo vuole questo qua? Manco fosse un handicappato..."
Purtroppo questa è la verità. Scusate se magari il mio post è sembrato un tantinello...duro
Vecchio 10-06-2010, 19:48   #9
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da Who_by_fire Visualizza il messaggio
Beh, allora, premetto che per me la "normalità" è niente di più di un semplice concetto statistico.
Non una cosa soggettiva come pensano buonisticamente alcuni, bensì abbastanza oggettiva, sempre dal punto di vista statistico.
Guarda ti riporto questo tratto perchè è l'unico punto dal quale discordo...
Conosco persone, che in una mentalità di nicchia come quella imperante nella città in cui vivo, sono etichettate "anormali" senza pietà solo ed esclusivamente a causa delle loro frequentazioni di locali diversi da quelli frequentati dalla massa...
La barriera che divide la normalità dall'anormalità spesso e volentieri è molto esile...
Vecchio 10-06-2010, 19:49   #10
Esperto
L'avatar di giallorossonellanima
 

magari fossi normale xD
Vecchio 10-06-2010, 19:53   #11
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da SilverHawk Visualizza il messaggio
perchè loro, gli altri, che cosa ne sanno che un fobico non lo fa apposta a non avere amici, a non uscire ecc...?? Le persone che cosa diavolo ne sanno dei problemi di un fobico? Non andranno mai a pensare ad una fobia quando incontrano un asociale (inteso come tizio senza amici ecc...), pernseranno solo che quella persona abbia un carattere molto brutto e che di conseguenza venga evitata dagli altri. E quindi eviterà a sua volta il fobico. Non penserà mai, per esempio, che sia il diretto interessato ad evitare gli altri e non il contrario.
Invece un handicappato si vede che è andicappato, e la gente tende anche a intenerirsi e anzichè emarginarlo tentano di inserirlo tra di loro a tutti i costi (almeno noi facevamo così). Se un fobico fa: "no ma non me la sento di uscire, ho la fobia" oppure "no non posso fare questo lavoro, ho la fobia" la persona penserà "ma che cazzo vuole questo qua? Manco fosse un handicappato..."
Purtroppo questa è la verità. Scusate se magari il mio post è sembrato un tantinello...duro
Non è duro per niente direi anzi che rende perfettamente l'idea senza eccedere..
Come dice spesso mio padre rivolto al sottoscritto...
"Tu non hai nessun problema!!! Non sai neanche cosa sia un problema vero!!!
Sono tutte pare mentali!!! Guarda quei poveri disgraziati che muoiono di fame!!
Sapessi cosa ho dovuto passare io nella mia vita!!!".etc..etc..
E questo pensiero è quello condiviso da tutti nel mio entourage familiare e non..
E lo definirei anche una buona vetrina di quello che è il pensiero comune...
Vecchio 10-06-2010, 20:33   #12
Esperto
L'avatar di Gandalf
 

Mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmm


La normalità non è un valore, ma allo stesso tempo io aspiro alla normalità.


Poi naturalmente bisognia anche definire cosa sia questa '' normalità ''.


Per me significa avere degli amici ed una ragazza.


Chiedo troppo ?
Vecchio 10-06-2010, 20:39   #13
Banned
 

la normalita` e` un valore solo per le persone insicure.
e per insicure intendo quelle persone che non sanno cosa vogliono essere/fare o non hanno il coraggio di esserlo/farlo.
senza arrivare a livelli patologici come molti di noi qua dentro, penso che la maggioranza delle persone lo siano, insicure. chi piu` chi meno.
rendiamoci conto che anche la` fuori tantissime persone sono insicure...
ovviamente fra il bianco (sicurezza di se`) e il nero (fobia) ci sono varie tonalita` di grigio, che corrispondono alla maggioranza della persone...
le persone veramente sicure di se` sono poche, secondo me non piu` della quantita` totale di timidi estremi/fobici/evitanti.
a loro della normalita` non frega nulla, sanno quello che vogliono essere e fanno in modo di diventarlo.
ma la maggioranza no, la maggioranza ha le sue piccole insicurezze che cura con la "normalita`"
Vecchio 10-06-2010, 20:41   #14
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da Who_by_fire Visualizza il messaggio
noto sempre come ci sia in giro una specie di "religione della normalità" (o "mistica dell'adeguatezza"), e che il non uniformarsi ai canoni comunicativi medi porti con sé, agli occhi delle persone che più si adeguano, una specie di "colpa".
Tipo: comunichi in modo sbagliato con gli altri, quindi----> sei in qualche modo colpevole verso gli altri.
Non c'è lo stesso atteggiamento nemmeno verso gli handicappati fisici ("mica lo fanno apposta! Mica l'hanno scelto loro!").
Ma se tu non hai amici, o se sei ancora vergine a X anni, deve essere una colpa, e deve essere colpa tua. Insomma, deve esserci qualcosa che non va, qualcosa di brutto nel tuo carattere, quindi gli altri ti evitano e non hai amici.
Quella che è una semplice mancanza di competenza (certo accumulatasi nel proprio carattere, dove altro!) viene però scambiata per un carattere intenzionalmente (e quindi colpevolmente) avverso.
Quoto tutto il post di Who, ma in particolare questa parte.
I problemi "fisici" sono problemi, dispiace per loro, poverini, ecc.
I problemi "mentali" sono colpe, come se solo perché riguardano il carattere e l'atteggiamento fossero automaticamente derivanti da una volontà colpevole e da una scelta pienamente libera (e non condizionata da un disagio che si prova in certe situazioni) di comportarsi in un certo modo.
E questa concezione si riflette nell'atteggiamento che spesso si riscontra di scarsa tolleranza verso le lamentele di chi ha questi problemi. Le lamentele di chi ha un dolore a una gamba (anche passeggero) di solito sono più ben accolte di quelle di chi si ritrova senza amici o senza una ragazza. E' molto più facile dire "Non lamentarti e datti da fare" nel secondo caso piuttosto che dire "Potevi evitare di farti male" o peggio "Curati e non lamentarti" nel primo caso, proprio perché entrano in gioco i concetti di volontarietà e di colpa.
Del resto, VOLERE E' POTERE, e guai a chi dice il contario, n'est pas?

Ultima modifica di Winston_Smith; 10-06-2010 a 20:45.
Vecchio 10-06-2010, 21:12   #15
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da Who_by_fire Visualizza il messaggio

Perché allora anche noi, me compreso, tentiamo tanto di avvicinarci a questa maledetta normalità?

Semplice: perché la si vuole usare come strumento. Come strumento per farsi accettare e capire dagli altri: in un contesto sociale in cui vige la religione della normalità, purtroppo non si potrà mai essere accettati se non si è non dico un sacerdote ma quantomeno un chierichetto della normalità.
E' brutto ma -per ora- mi sembra che sia così.

Molto interessante tutto il discorso però non capisco perché arrivare a questa conclusione pessimistica. Perché adeguarsi alla normalità (quella della maggioranza) se la si sa sbagliata oppure non adatta al nostro carattere?
Puntare a vivere da minoranza ma meglio (rispetto alla maggioranza) non è mica poco.
Vecchio 10-06-2010, 21:43   #16
Avanzato
L'avatar di solo71
 

Il problema è quando siamo proprio noi stessi a pensare a torto o a ragione di non essere normali, perché ci siamo convinti di non essere normali, oppure perché ci hanno detto così tante volte che non siamo normali che in fondo in fondo crediamo sia davvero così.
Vecchio 10-06-2010, 22:05   #17
Banned
 

per essere normali c'è bisogno di un grande atto di coraggio verso se stessi, affrontare tutti senza timore, siate timorati solo di Dio, il resto di chi vi si para d'avanti sono uomini come voi, affrontateli!!!!! Comunque io sento che la fine del mondo è vicinissima quindi o la và o la spacca, questo è il mio pensiero serale,ciao!
Vecchio 10-06-2010, 22:07   #18
Esperto
L'avatar di Nick
 

Ci sono persone (cerco di non dire più la parola fobico) che anche quando razionalmente o per educazione possono e/o vogliono rifiutare il conformismo aspirano sempre alla normalità, e con sempre intendo anche quando sono normali.
Nella loro mente non saranno mai normali abbastanza, almeno finchè non saranno guariti.
Il paradosso per queste persone è che abbracciare l'anormalità è la via per la guarigione o per lo meno per un po' di serenità.
Ovviamente in questa società significa perdere, quindi per vincere l'ansia della normalità bisogna avere il coraggio di perdere.

Di fatti la mia aspirazione da un po' è quella di essere un fallito contento.
Vecchio 10-06-2010, 23:15   #19
Esperto
L'avatar di Robedain
 

In genere normalità significa comportarsi secondo ciò che fa la maggioranza della gente e che si reputa giusto e socialmente accettato.
Poi non è detto che tutti debbano adeguarvisi...
Vecchio 10-06-2010, 23:19   #20
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da Nick Visualizza il messaggio
Di fatti la mia aspirazione da un po' è quella di essere un fallito contento.
dato che un fallito lo sono e sempre lo saro`, e` anche la mia...
ma dovessi fallire anche in questo (cosa probabile), non ho certo intenzione di campare cosi` altri 40 anni
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