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LOL questa canzone sembra dedicata ai fobici.... topic inutile :D
Forse Eros stava pensando alla fobia sociale quando ha scritto questa canzone... se la sento mi vengono in mente tanti brutti ricordi... peccato perchè è una bella canzone...
dedicato a tutti quelli che sono allo sbando dedicato a tutti quelli che non hanno avuto ancora niente e sono ai margini da sempre dedicato a tutti quelli che stanno aspettando dedicato a tutti quelli che rimangono dei sognatori per questo sempre più da soli edit: uhm.... forse questa invece proprio no ![]() |
Re: LOL questa canzone sembra dedicata ai fobici.... topic inutile :D
Non male, ma questa penso sia meglio ;)
The lunatic is in my head You raise the blade, you make the change You re-arrange me 'till I'm sane You lock the door And throw away the key There's someone in my head but it's not me. And if the cloud bursts, thunder in your ear You shout and no one seems to hear And if the band you're in starts playing different tunes I'll see you on the dark side of the moon |
Re: LOL questa canzone sembra dedicata ai fobici.... topic inutile :D
Questa è un pò troppo melensa, però mi commuove quasi tutte le volte che l'ascolto..:blushing:
Non parli mai perché se c'è un motivo dai prova a dirmelo non chiuderti così! Non parli mai perché un po' ti invidio sai in quel silenzio chissà che cosa c'è? Non parli mai va bè!! sarà che sei diversa o che stai troppo in te dovresti uscire un po' e scrivi mille parole in mille lettere e poi ti addormenti pensando se spedirle o no e ti spaventi dei sogni che non hai fatto mai e poi ti svegli non è mattina senza un caffè Non parli mai pero' mi affaccio nei tuoi occhi c'è un universo in te e un sole solo tuo Non parli mai e allora io ascolto il tuo silenzio è come una canzone arriva chi la vuole ho sbagliato a dirti che stai troppo in te non uscire stai lì che hai tutto quello che vuoi non parlare c'è chi può amarti anche così scrivi e se ti và vorrei una lettera per me con tutto quello che vuoi.... con tutto quello che sei.... con tutto quello che hai.... scrivi mille parole in mille lettere e poi ti addormenti pensando se spedirle o no e ti spaventi dei sogni che non hai fatto mai e poi ti svegli non è mattina senza un caffè Non parli mai e allora io ascolto il tuo silenzio è come una canzone arriva chi la vuole http://you tube - non parli mai |
Re: LOL questa canzone sembra dedicata ai fobici.... topic inutile :D
questa invece non sembra fatta x i fobici, lo è
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Re: LOL questa canzone sembra dedicata ai fobici.... topic inutile :D
![]() Tiziano Ferro - Scivoli di nuovo Conti ferito le cose che non sono andate come volevi temendo sempre e solo di apparire peggiore di ciò che sai realmente di essere. Conti precisi per ricordare quanti sguardi hai evitato e quante le parole che non hai pronunciato per non rischiare di deludere. La casa, l'intera giornata, il viaggio che hai fatto per sentirti più sicuro più vicino a te stesso, ma non basta, non basta mai. Scivoli di nuovo e ancora come tu fossi una mattina da vestire e da coprire per non vergognarti scivoli di nuovo e ancora come se non aspettassi altro che sorprendere le facce distratte e troppo assenti per capire i tuoi silenzi c'è un mondo di intenti dietro gli occhi trasparenti che chiudi un po'. Torni a sentire gli spigoli di quel coraggio mancato che rendono in un attimo il tuo sguardo più basso e i tuoi pensieri invisibili torni a contare i giorni che sapevi non ti sanno aspettare hai chiuso troppe porte per poterle riaprire devi abbracciare ciò che non hai più La casa, i vestiti, la festa ed il tuo sorriso trattenuto e dopo esploso per volerti meno male, ma non basta, non basta mai Scivoli di nuovo e ancora come tu fossi una mattina da vestire e da coprire per non vergognarti scivoli di nuovo e ancora come se non aspettassi altro che sorprendere le facce distratte e troppo assenti per capire i tuoi silenzi c'è un mondo di intenti dietro gli occhi trasparenti che chiudi un po'. E non vuoi nessun errore però vuoi vivere perché chi non vive lascia il segno del più grande errore. Scivoli di nuovo e ancora come tu fossi una mattina da vestire e da coprire per non vergognarti scivoli di nuovo e ancora come se non aspettassi altro che sorprendere le facce distratte e troppo assenti per capire i tuoi silenzi c'è un mondo di intenti dietro gli occhi trasparenti che chiudi un po'. Che chiudo un po'. Che chiudi... |
Re: LOL questa canzone sembra dedicata ai fobici.... topic inutile :D
![]() Ah, look at all the lonely people Ah, look at all the lonely people Eleanor Rigby, picks up the rice in the church where a wedding has been Lives in a dream Waits at the window, wearing the face that she keeps in a jar by the door Who is it for All the lonely people Where do they all come from? All the lonely people Where do they all belong? Father McKenzie, writing the words of a sermon that no one will hear No one comes near Look at him working, darning his socks in the night when there's nobody there What does he care All the lonely people Where do they all come from? All the lonely people Where do they all belong? Ah, look at all the lonely people Ah, look at all the lonely people Eleanor Rigby, died in the church and was buried along with her name Nobody came Father McKenzie, wiping the dirt from his hands as he walks from the grave No one was saved All the lonely people Where do they all come from? All the lonely people Where do they all belong |
Re: LOL questa canzone sembra dedicata ai fobici.... topic inutile :D
![]() Uochi Toki Il ballerino Avevo undici anni, a scuola odiavo quasi tutti i miei compagni: impossibile adeguarmi, non riuscivo a riprodurre le dinamiche viste nei programmi di Gianni Boncompagni. Andavo a scuola a piedi con mia sorella: non c’era nessuno ad accompagnarmi, i rapporti con gli altri erano traumi per ribellarmi. Ero un pirla. Disegnavo animali e mostri, frequentavo corsi di danza moderna, in modo da oppormi a quella tendenza che porta un ragazzo verso il calcio, lontano dalla scienza. “Gli sport di squadra sono una merda!”: fu proprio questo il motore della mia scelta. Ascoltavo Michael Jackson e la dance più zarra in cassetta. Due giorni la settimana ballavo in palestra, poi, a casa, provavo passi nella mia cameretta. L’insegnante di danza era efebico. Io vestivo con la tuta da ginnastica e le espadrilles, ed ero supremo e patetico; e sopratutto l’unico maschio in mezzo a ragazze che ballano, che si cambiano nella stanza di fianco, che mi fanno pat pat sulla testa: uno smacco per coloro che dopo gli allenamenti di calcio passavano il tempo a constatare reciprocamente le misure del loro cazzo. Purtroppo, è considerato più eterosessuale guardarsi tra maschi per determinare chi sta nel club dell’età puberale, piuttosto che farsi circondare da ragazzine vestite attillate che fanno discorsi sulle loro relazioni presenti e passate. Per questa dicrepanza la situazione cominciò a pesare: le categorie create dagli adulti mandano sempre tutto a puttane. Una ragazza più grande in palestra mi interpella con in mano una cartella e una penna: vuole farmi un test per verificare se inizio a manifestare qualche tendenza omosessuale. Fu quella la prima volta che ebbi a che fare con la scienza dozzinale di molte studentesse universitarie iscritte a psicologia. A parte, quando tornavo a casa, fuori dalla palestra mi aspettavano gruppetti di coetanei che mi motteggiavano: facevano il gesto della fellatio, mi chiedevano se mi facessi le seghe, se fossi pazzo. Avrei saputo cosa rispondergli, se le mie scelte fossero state inerenti agli argomenti che questi ragazzi mi sottoponevano, ma di fatto stavo zitto e tiravo dritto. Al tempo i miei genitori non mi avevano ancora spiegato tutto – anzi, niente, a parte la morte – quindi per me esistevano solo i cartoni animati, le merende, le guerre contro gli altri, combattute con armi incomprensibili, eserciti che parlano lingue diverse, con genitori come generali che estinguono i moti naturali, determinano le cause perse, facendo sì che battaglioni di figli si fronteggino, si sparino addosso reciprocamente perché non riescono a capire la lingua con cui l’avversario dice “mi arrendo Siamo amici?”. Altrimenti, io in primis avrei smesso di sparare subito. A tredici anni, ho capito che la mia voglia di muovermi a tempo, di partecipare in modo dinamico all’ascolto, si concretizzava nella batteria. Se ci fossero dei metodi per incanalare le propensioni di un ragazzino, avrei iniziato a suonare la batteria a undici anni e non dai sedici in avanti, senza amici batteristi od insegnanti: così adesso sarei super tecnico, farei il turnista, il purista del metal o delle salse merengue, farei cover hard rock invece di queste arringhe, berrei whiskey invece di succo di frutta ed aringhe, parlarei di lavoro invece di Omote Renge e Sharingan. Potrei fare invidia a tutti quei miei coetanei con la macchina un po’ costosa, che hanno imparato la sessualità dalle spiegazioni del fratello più grande, che dicono di saperne sulle donne perché ne hanno avute tante. È come dire di saperne di meccanica avendo posseduto questa e quest’altra macchina, ma non avendone mai smontato un pezzo. Vi basta vedere che sto zitto e tiro dritto per essere convinto? Posso distruggerti in un attimo, facendo una piroetta in pubblico! |
Re: LOL questa canzone sembra dedicata ai fobici.... topic inutile :D
Ho apprezzato molto questo pezzo:
Quote:
![]() si intitola "shy", che tradotto significa: "timido". |
Re: LOL questa canzone sembra dedicata ai fobici.... topic inutile :D
![]() Ditemi qualcosa di più Vorrei avere, per favore, notizie di me Datemi un indizio in più Qualcosa che mi aiuti a capire Che fine ho fatto, che cosa mi è successo di nuovo, Che cosa ho fatto, dove mi trovo Io non esisto, io sono il vuoto, sono quello tagliato via nella foto Io sono il margine, sono la sponda Io sono quello che resta all’ombra Io sono il mai, Io sono il senza Io sono l’inesistenza Io sono il buio, non ci sono e non c’ero Io sono la dissolvenza al nero Ditemi qualcosa di più Qualcosa che mi aiuti a capire Datemi un indizio in più Vorrei sapere Che fine ho fatto, che cosa mi è successo di nuovo, Che cosa ho fatto, dove mi trovo Chissà che faccia ho adesso Che cosa mi è successo Io non esisto, io sono il vuoto, sono quello tagliato via nella foto Io sono il margine, sono la sponda Io sono quello che resta all’ombra Io sono il mai, Io sono il senza Io sono l’inesistenza Io sono il buio, non ci sono e non c’ero Io sono la dissolvenza al nero Io sono niente, sono il non vivo Io sono il punto interrogativo Sono lo zero, sono il cancellato Io sono il bambino mai nato Sono il mancante, sono l’assenza Sono l’eroe della desistenza Io sono il no, sono il disperso Sono il filo interrotto del discorso Io sono il nulla, io sono il vuoto sono quello che manca nella foto Io sono il forse, Io sono il mai Io sono ciò che non ricorderai Io sono fumo, Io sono aria Io sono il buco di memoria Io sono il non so il presente negato Io sono quello che non c’è mai stato Io sono quello di cui non si chiede Io sono quello che non si vede sono la fuga, il cammino perduto Io sono il disertore ignoto sono il refuso, la latitanza la distrazione, la dimenticanza sono il dilemma, sono il non saprei Io sono quello che non c’è mai Io sono il nulla, Io sono il vuoto Io sono quello che non viene in foto |
Re: LOL questa canzone sembra dedicata ai fobici.... topic inutile :D
Non è propriamente dedicata a un timido ma il testo si adatta particolarmente...
Fabrizio de André - Un malato di cuore "Cominciai a sognare anch'io insieme a loro poi l'anima d'improvviso prese il volto." Da ragazzo spiare i ragazzi giocare al ritmo balordo del tuo cuore malato e ti viene la voglia di uscire e provare che cosa ti manca per correre al prato, e ti tieni la voglia, e rimani a pensare come diavolo fanno a riprendere fiato. Da uomo avvertire il tempo sprecato a farti narrare la vita dagli occhi e mai poter bere alla coppa d'un fiato ma a piccoli sorsi interrotti, e mai poter bere alla coppa d'un fiato ma a piccoli sorsi interrotti. Eppure un sorriso io l'ho regalato e ancora ritorna in ogni sua estate quando io la guidai o fui forse guidato a contarle i capelli con le mani sudate. Non credo che chiesi promesse al suo sguardo, non mi sembra che scelsi il silenzio o la voce, quando il cuore stordì e ora no, non ricordo se fu troppo sgomento o troppo felice, e il cuore impazzì e ora no, non ricordo, da quale orizzonte sfumasse la luce. E fra lo spettacolo dolce dell'erba fra lunghe carezze finite sul volto, quelle sue cosce color madreperla rimasero forse un fiore non colto. Ma che la baciai questo sì lo ricordo col cuore ormai sulle labbra, ma che la baciai, per Dio, sì lo ricordo, e il mio cuore le restò sulle labbra. "E l'anima d'improvviso prese il volo ma non mi sento di sognare con loro no non si riesce di sognare con loro." |
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