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Il cammino della conoscenza porta all'autocoscienza dell'infelicità umana
In parole povere, è meglio essere conoscere le cose pur accettando il rischio che potrebbero farci soffrire, o è meglio ignorare, evitando così ogni rischio di sofferenza?
Il titolo che ho messo rappresenta il pensiero di Leopardi, che per quanto ritenesse gli antichi rozzi e primitivi, li riteneva piu' felici perchè ignoravano quanto l'esistenza umana fosse infelice. Subito salta in mente il fatto che, certamente un "animale" che deve preoccuparsi di mangiare tutti i giorni per sopravvivere, dorme per terra e non sa cosa sia la società civile, non gli salta in mente il problema del "mal di vivere", però bisogna anche ammettere che è senza tutti gli strumenti che possediamo noi oggi, che ci agevolano parecchio nella vita. Possiamo anche pensare alla condizione di molte tribu' povere sparse nel mondo, che vivono in condizioni "primitive", non avranno il mal di vivere ma muoiono di fame o per violenza altrui. Cosa è meglio quindi? la conoscenza o l'ignoranza? Il pensiero di oggi nella nostra società è chiaramente schierato dalla parte della conoscenza, basti pensare alla curiosità media di una persona (io in questo caso sono nettamente sotto la media, praticamente nulla mi incuriosisce e soprattutto quando una cosa attrae molti, godo a starmene in disparte facendo l'indifferente), oppure al fatto che molto studino e promuovano lo studio in tutti i modi. Un esempio lampante è quello del medico, che avendo studiato e conoscendo tutte le malattie, qualsiasi cosa gli capiti puo' farsi paranoie sulle tantissime malattie da cui potrebbe essere affetto.. |
Re: Il cammino della conoscenza porta all'autocoscienza dell'infelicità umana
penso ke ci poniamo troppe domande, da quello derivano le numerose seghe mentali ke ci facciamo...gli altri non sono così paranoici, forse per questo stanno meglio....... pensare fa male: VERISSIMO.....
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Re: Il cammino della conoscenza porta all'autocoscienza dell'infelicità umana
conoscere senza agire è il male
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Re: Il cammino della conoscenza porta all'autocoscienza dell'infelicità umana
sinceramente nn capisco una cosa. pensi che la conoscenza porti paura e l ignoranza felicità? cioè quindi noi abbiamo paura perchè siamo intelligenti? il problema nn sono i pensieri ma i sentimenti, se io penso" un giorno morirò" potrei avere paura, tu se pensi "io morirò" nn è detto che tu abbia paura. i pensieri sono gli stessi ma i sentimenti cambiano uno ha paura l altro no. quindi l ignoranza e la conoscenza nn c entrano niente anzi, uno che ha conoscenza di se stesso avrebbe meno paura.
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Re: Il cammino della conoscenza porta all'autocoscienza dell'infelicità umana
Mi sembra opportuno lasciar parlare la mia firma ;)
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Re: Il cammino della conoscenza porta all'autocoscienza dell'infelicità umana
Vexata questio, ma sempre interessante la poetica Leopardiana.
L'ideale sarebbe il pessimismo della ragione e l'ottimismo dei sentimenti. (cit...ogni tanto cit. pure io), altrimenti o ti lobotomizzi (cosa che non mi è ignota) nei tanti modi possibili oppure ti logori in una morale stoica di accettazione del dolore come condizione permanente und necessaria. |
Re: Il cammino della conoscenza porta all'autocoscienza dell'infelicità umana
Quote:
L'ignoranza, ti permette di non prendere coscienza di molte situazioni, quindi ti solleva da molte paranoie. La conoscenza invece, ti fa prendere atto di quello che ti puo' succedere, di come sei fatto, in un certo senso ti "completa" e questo non sempre è una bella cosa, Svevo successivamente elogierà l'uomo incompleto, perchè per quanto ignorante, è piu' adattabile alle circostanze. I sentimenti secondo me sono collegati alla conoscenza, io non penso che siano "innati", mi definisco empirista per quanto il modo in cui sono fatto io sono convinto che sia il risultato dell'esperienza passata fino ad ora, e non del mio dna. |
Re: Il cammino della conoscenza porta all'autocoscienza dell'infelicità umana
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Re: Il cammino della conoscenza porta all'autocoscienza dell'infelicità umana
A volte è meglio non sapere e non vedere...
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Re: Il cammino della conoscenza porta all'autocoscienza dell'infelicità umana
porta a porta
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Re: Il cammino della conoscenza porta all'autocoscienza dell'infelicità umana
dai, devo svolgere una riflessione su questa tema ed elaborare un trattato
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Re: Il cammino della conoscenza porta all'autocoscienza dell'infelicità umana
Argomento e discussione molto interessanti. Un interrogativo che mi sono posto frequentemente nella mia giovane esistenza.
Personalmente, quando rifletto su questo profilo, sono interiormente lacerato tra due tensioni antitetiche: l'una che mi spinge verso la conoscenza, autentico strumento di crescita individuale, di consapevolezza e di "potere" (nel senso nobile del termine), e quella opposta verso l'inerzia, perchè quella stessa conoscenza che fornisce alcune risposte è fonte inesauribile di nuove domande su se stessi e sul mondo. Talvolta prevale la prima (molto più spesso), talvolta la seconda. In ultima analisi, però, rimango un cartesiano più o meno convinto: cogito ergo sum (cit.), pur tra qualche momentaneo cedimento... |
Re: Il cammino della conoscenza porta all'autocoscienza dell'infelicità umana
quindi meglio la conoscenza pur essendo coscienti che questa non è la via piu' semplice..
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Re: Il cammino della conoscenza porta all'autocoscienza dell'infelicità umana
se la strada dell'eccesso porta al palazzo della saggezza, il cammino della conoscenza dovrebbe portare al palazzo dell'eccesso, o no?
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Re: Il cammino della conoscenza porta all'autocoscienza dell'infelicità umana
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esempio:(con gli esempi si capiscono le cose non con parole) mio zio ha una grave malattia, non si aspetta di vivere di certo ancora per molto ma sicuramente vive le giornate piu tranquillamente di me. morale della favola: posso controllare i mie pensieri , non le mie paure. prova a farti venire paura, ripetiti che hai paura per 200 volte. nn proverai paura. per provare paura devi immaginare una situazione che ti crei paura. |
Re: Il cammino della conoscenza porta all'autocoscienza dell'infelicità umana
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste per viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza. Nel senso che per me, se uno è portato a farsi domande, a interrogarsi, è inutile che cerchi di "addormentarsi", di non farsele. Anche se dovesse riuscirci, ci riuscirebbe al prezzo di aver bruciato una parte della sua personalità e in fondo ci soffrirebbe, più di quanto soffriva quando si interrogava, perché avrebbe perso la speranza di cambiare in meglio il suo stato. Quello che dovrebbe cercare di fare è seguire la via della conoscenza con "virtute", ovvero orientando la sua ricerca al raggiungimento di scopi positivi, vedere la sua propensione alla conoscenza come un'occasione di crescita personale, incanalare le domande verso la risoluzione dei problemi...ovviamente non è facile. |
Re: Il cammino della conoscenza porta all'autocoscienza dell'infelicità umana
beh vivere nell'incoscienza e ignoranza e' come se si sta a una finesta e guardare la propria vita scorrere senza potere fare niente - vivere e' anche conoscere e migliorarsi tanto se non conosci rimani infelice comunque - avete mai visto ignoranti felici ???? io nell'ignoranti ho sempre visto trasparire infelicita'' dai loro occhi e sentimenti negativi quali invidia , cattiveria , giudicare il prossimo per farlo sentire male e inferiore a loro perche loro in cuor loro scusate il gioco di parole sono i primi a sentirsi uno schifo - vuoti e negativi e passano il tempo a inferire sugli altri ! - si salvi chi puo' da queste persone _ e ce ne sono tante !!!
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Re: Il cammino della conoscenza porta all'autocoscienza dell'infelicità umana
Visti i risultati...........W l'ignoranza.
Tanto io sono già abbastanza ignorante di mio. L'unica cosa che porta la conoscenza (nell'ambito fobico) è la crescita della sensibilità! Ma se devo soffrire cosi', me ne sbatto le palle della mia sensibilità, preferirei non sapere nulla..... Come i bambini.... Loro non sanno una mazza di cosa è la vita vera.... Infatti avete mai visto un bambino infelice? (a meno che non abbia problemi in famiglia) |
Re: Il cammino della conoscenza porta all'autocoscienza dell'infelicità umana
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beh ma rimanere sempre bambino non ti da la consapevolezza - vuoi mettere la felicita''' che si puo''' provare a ottenere un gioco e la felicita' che si puo'' ottenere a costruire una famiglia e comprarsi una casa - diciamo che e' un ciclo - se per tutta la vita rimanessimo bambini credo che la depressione arriverebbe anche li ... penso che giocare con le bambole prima o poi stanca e vuoi sempre di piu' , infatti il bambino man mano fa giochi sempre piu' complicati a 3 anni vuole la macchinina a 1o la play station a 12 il computer a 18 la macchina - ma a giocare per tutta la vita con una macchinina stanca:winkiss: |
Re: Il cammino della conoscenza porta all'autocoscienza dell'infelicità umana
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E' chiaro che essere sempre bambini è pura utopia. Ma io intendevo lo stato mentale di un bambino. Un bambino non vede mai il male da nessuna parte è sempre positivo e sorridente! Preferirei barattare la mia conoscenza/sofferenza con la sua gioia/inconsapevolezza!!!!! |
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