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Anonymous-User 14-07-2006 16:28

un modello cognitivo della fobia sociale
 
II modello avanzalo da Clark e Wells (1995: Wells e Clark. 1997 prende in
considerazione il ruolo dei processi di autovalutazione negativa nella fobìa
sociale e sostiene che la persistenza di tale disturbo sia dipendente da diver
si meccanismi cognitivi e comportamentali, un punto basilare del sistema
sottolinea la rarità in cui il paziente si trova in situazioni che potrebbero for
nire chiare smentite delle proprie manie: molti circoli viziosi sono, infatti
responsabili del mantenimento del problema. Nella figura 7. 1 è illustrato il
modello. [segue la photo].
La caratteristica centrale della fobia sociale è il forte desiderio di dare una buona impressione di sé agli altri e questo è accompagnato da un grossa insicurezza e incertezza sulla sua riuscita. Quando i fobici affrontano una situazione sociale la giudicano pericolosa. temono di correre il rischio di agire. in modo inadatto e inaccettabile, pensano che questo comportamento avrà conseguenze drammatiche per il loro status sociale e saranno rifiutati e umiliati ad esempio, possono ritenere di essere al centro dell'attenzione o di infastidire
le persone, ma sono inclini a prestare poca attenzione alle reazioni degl' altri,
poiché sì concentrano sull'effetto della loro prestazione e assumono erronea
mente che questo rifletta esattamente le percezioni altrui.
Per evitare le conseguenze temute, il fobico sociale utilizza comportamenti protettivi (Wells e coll., 1995b) che in realtà perpetuano l'ansia e le credenze dell'individuo di essere valutato negativamente: tra i possibili effetti dì tali strategie difensive, si possono trovare un aggravamento dei sintomi (ad es., reggere una tazza troppo saldamente può impedire i normali movimenti), o un'interferenza con la prestazione (ad es., ripetere mentalmente cosa dire prima di parlare, rende più difficile la conversazione). Inoltre i comportamenti protettivi possono influenzare direttamente la situazione sociale, facendo apparire il paziente meno amichevole e disponibile (si veda la lìnea di congiunzione "a" riportata nella figura 7.1). Infine, il fatto che le conseguenze temute non si siano verificate può essere erroneamente attribuito all'uso dei comportamenti protettivi, piuttosto che a giudizi distorti.
Un aspetto nuovo di questo approccio è l'enfasi posta sul ruolo del processo di autovalutazione che guida i comportamenti, vale a dire il modo in cui il fobico sociale ritiene di apparire agli altri: il contenuto dell'impressione influisce, infatti, sul grado di pericolo percepito nelle situazioni sociali. Nel modello vi è implicitamente la nozione che gli individui sono normalmente motivati a mantenere un'immagine sociale di sé positiva e solida, mentre in questi casi tuttavia, le percezioni sono instabili e suscettibili a fluttuazioni, anche a causa di due meccanismi che contribuiscono alla focalizzazione su di sé: il processo di anticipazione e il processo di esame a posteriori della situazione.


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