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Voi cosa scegliereste?
Fare una vita schifosa in povertà assoluta, senza casa, senza affetti, senza nessuno o togliervi la vita?
Secondo voi la seconda opzione è una soluzione accettabile o bisogna comunque provare ad andare avanti a tutti i costi anche se non esiste nessuna possibilità di miglioramento e si è sempre tristi? |
Re: Voi cosa scegliereste?
E' una cosa a cui penso e ho pensato spesso, ma non ho una risposta.
Evidentemente se sono ancora qui, per ora, propendo per la prima. |
Re: Voi cosa scegliereste?
Non bisogna dare per scontato che non c'è nessuna possibilità di miglioramento. Se non funziona metodo che abbiamo provato per migliorare vuol dire che bisogna cambiare metodo . Fin che c'è la salute tutto il resto è migliorabile.
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Re: Voi cosa scegliereste?
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peccato solo che non siano a disposizione metodi facili, sicuri, indolori. Quindi, considerando quanto poco sia incline al rischio, concretamente finirei per restare in povertà, senza casa e senza affetti mancandomi il coraggio di farmi fuori. |
Re: Voi cosa scegliereste?
Suicidarsi mai, non per così poco.
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Re: Voi cosa scegliereste?
La povertà non rientra tra i motivi per cui mi toglierei la vita.
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Re: Voi cosa scegliereste?
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Re: Voi cosa scegliereste?
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Re: Voi cosa scegliereste?
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Re: Voi cosa scegliereste?
Si vedono in giro da anni dei poveri senzatetto sempre soli e tristi, credo che l'istinto di sopravvivenza superi la voglia di farla finita.
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Re: Voi cosa scegliereste?
Non penso che si possa sapere come è se non lo si vive davvero
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Re: Voi cosa scegliereste?
Dalla povertà assoluta ne verrei fuori in due settimane con la camicia
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Re: Voi cosa scegliereste?
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Annullare l’istinto di sopravvivenza è molto difficile
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Re: Voi cosa scegliereste?
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Re: Voi cosa scegliereste?
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Re: Voi cosa scegliereste?
Invecchiando mi sembra di realizzare che la povertà assoluta del senzatetto è pura fantasia cinematografica.
Molti di noi italiani hanno una casa pagata dai propri genitori o addirittura dai propri nonni, la strada non la vedremo mai se non a causa di dipendenze o disgrazie. Oltre a questo lo stato non ti abbandona cosi facilmente, esistono le case popolari e i redditi di povertà. Se stia male ti mandano a fare un TSO con relativo ricovero e cura farmacologica. Preferiscono aiutarti che lasciarti per strada, costa meno di mantenerti in ospedale o carcere. Quindi di cosa stiamo parlando? Non c'è nessuna scelta, solo l'illusione di essa. |
Re: Voi cosa scegliereste?
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Re: Voi cosa scegliereste?
Anche qualora il fato mi portasse lì (ovviamente alimentato anche dalla mia inettitudine) non mi toglierei mai la vita.
Proprio perché tutto va male, non oserei fare ancora altro male all'organismo biologico che occupo. Ho un grande affetto per quel cancaro assurdo del mio corpo macilento e non potrei, non dovrei assolutamente nuocergli. L'universo me l'ha dato gratis, sarebbe un delitto imperdonabile. |
Re: Voi cosa scegliereste?
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Re: Voi cosa scegliereste?
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Re: Voi cosa scegliereste?
Sarebbe come la vita di Diogene il cinico, in povertà, senza nessun affetto nè niente. Diogene faceva i propri bisogni in mezzo alla strada, non voleva possedere nulla e anche quando davanti a lui giunse Alessandro Magno a Diogene poco importava. Riporto la descrizione dell'incontro fatta da Plutarco :
«Poiché molti statisti e filosofi erano andati da Alessandro congratulandosi con lui, questi pensò che anche Diogene di Sinope, che era a Corinto, avrebbe fatto altrettanto. Ma dal momento che il filosofo non gli diede la minima attenzione, continuando a godersi il suo tempo libero nel sobborgo di Craneion, Alessandro si recò di persona a rendergli visita; e lo trovò disteso al sole. Diogene sollevò un po' lo sguardo, quando vide tanta gente venire verso di lui, e fissò negli occhi Alessandro. E quando il monarca si rivolse a lui salutandolo, e gli chiese se volesse qualcosa, egli rispose: "Sì, stai un po' fuori dal mio sole".[7] Si dice che Alessandro fu così colpito da questa frase e ammirò molto la superbia e la grandezza di un uomo che non aveva nulla ma solo disprezzo nei suoi confronti, e disse ai suoi seguaci, che ridevano e scherzavano sul filosofo mentre si allontanavano: "Davvero, se non fossi Alessandro vorrei essere Diogene"». |
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