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Economia e salute mentale
Lo sviluppo economico incide sulla salute mentale della popolazione secondo voi? Si stava meglio quando si stava peggio? Sarebbero interessanti riflessioni sia per il lungo che per il breve periodo. Un momento di ripresa può far trovare lavoro e guadagno più facilmente a più persone e quindi alleviare in molti casi quei sintomi di malessere dovuti alle ristrettezze economiche? O comunque, all’interno di questo sistema, qualunque forma di “sviluppo” aumenta di fatto le distanze tra le persone e crea sempre più disuguaglianze, col risultato di fare più danni che altro? Ovviamente si tratta di distinguere tra salute mentale “individuale” e “collettiva”. Che ne pensate?
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Re: Economia e salute mentale
Secondo me ad incidere sulla salute mentale sono le relazioni umane e non la condizione economica, certo se muori di fame stai male, ma quando hai garantito i pasti e una casa calda a fare la differenza sono i rapporti affettivi, cosa che le società capitaliste ipercompetitive stanno distruggendo.
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Re: Economia e salute mentale
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Lo dico sempre, secondo me il problema più importante in assoluto dopo la mera sopravvivenza della specie è la distribuzione della ricchezza. La tendenza da sempre in atto è quella concentrare sempre più ricchezza in sempre meno soggetti con contestuale aumento delle zone di povertà e abbassamento del tenore medio di vita. Questo andazzo è mondiale, generale. Non è solo italiano. Uno dei risultati è che in soldoni e tirando a indovinare ma credo senza troppo sbagliare, un buon 25% di utenti del forum trasportati nella situazione economica di 25 anni fa avrebbero un lavoro non troppo stressante che gli avrebbe consentito di scappare da casa e situazioni tossiche, e forse non avrebbero nemmeno motivo di cercare forum con i propri simili perché appunto, molti problemi personali resterebbero "inattivi". Non vedo miglioramenti all'orizzonte. Questo trend è destinato a continuare; nella storia si è sempre fatto il "reset" con le guerre solo che adesso abbiamo imparato a esportarle fuori dall'asse USA-Europa. Se questo allontana la probabilità di essere direttamente bombardati ci espone, come Europa, a subire il fatto che le crisi USA vengono scaricate qui. Ed essendo l'Italia il paese più debole è quello che ne risente di più. Anche per questo dico che per ogni servizio vuoi di google o di amazon che installiamo, usiamo e paghiamo, contribuiamo a impoverire qualcuno. Mi ci metto pure io, oggi è impossibile vivere senza queste robe. E chiaramente il problema non sono google o amazon in sé ma in quanto spia di un meccanismo disastroso. Secondo me è questo - che è contemporaneamente causa ed effetto del degrado generale della società e dei rapporti umani - a trascinarsi dietro tutto quanto; siamo diventati asociali, competitivi e stressati perché la cosa fondamentale della vita, un lavoro decente e pagato il giusto ormai è sempre più raro trovarlo. |
Re: Economia e salute mentale
I soldi non c'entrano nulla. ci sono popoli che vivono con 3mila dollari procapite/anno e stanno meglio di noi che ne abbiamo 35mila.
E' lo stress dei ritmi serrati, della competitività e della solitudine che fanno venire le malattie mentali, come anche non avere sogni realizzabili e prospettive di miglioramento. Come hanno già detto sono le relazioni umani ad incidere sulla salute mentale. E in occidente a relazioni umane siamo messi peggio di tutti. |
Re: Economia e salute mentale
Ognuno dice la sua in base al suo punto di vista e alle cose che gli stanno più a cuore.
La maggior ricchezza rende più facile essere liberi, e non è scontato saperlo gestire. In parte perché bisogna saper disporre del proprio tempo e della propria vita, in parte perché si rischia di scindere con troppa facilità legami importanti. La diseguaglianza è un noto fattore di rischio per la salute mentale. In realtà lo è anche la possibilità di cambiare status con il solo impegno individuale. Le società castali, dicono gli studi, sono più felici dell'occidente in cui nella corsa hanno tutti pari diritti (e doveri, in quanto il fallimento ricade su di te). L'organizzazione burocratica del lavoro, anche quando è molto razionale e fruttuosa in termini economici, rischia di confondere le persone e farle sentire intrappolate in un ingranaggio in cui non hanno libertà decisionale. Il maggior rilievo dato al piano dell'economia rispetto agli altri (le aziende che "devono fare il loro lavoro e non beneficienza", gli individui che riducono il proprio ruolo sociale al lavoro, la tecnicizzazione dell'aiuto e addirittura dell'ascolto, l'umiliazione di chi agisce senza gli "opportuni" attributi professionali) a sua volta produce bei problemi. |
Re: Economia e salute mentale
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Le cause di malessere mentale più importanti sono le difficoltà di vita materiali, senza dimenticare che in certi paesi non è neanche possibile (o in minore misura) l'accesso alle cure mentali. |
Re: Economia e salute mentale
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Poi è venuto l'euro che per noi è stato la più grande catastrofe dopo la WW2. Almeno dalle guerre dopo un po' ti riprendi e c'è un boom economico, ma noi non lo vedremo mai.. siamo chiusi in una bolla di alleanze che non ci fanno fallire ma neanche volare.. rimane tutto stantio. E purtroppo qui in Italia c'è sempre stato questo problema del lavoro che non si trova e se si trova è difficile cambiarlo. Una volta si trovava un po' di più solo perché lo stato e le aziende parastatali assumevano di più. La gente è depressa perché ha paura per se stessa, ha paura per i figli.. chi non ha i figli è depresso perché è solo e non riesce a dare un senso alla propria vita.. secondo me stiamo messi molto molto male, peggio di noi ci sono solo i popoli dell'africa subsahariana che soffrono la fame, per il resto stanno tutti meglio. |
Re: Economia e salute mentale
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Re: Economia e salute mentale
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Sicuramente il cinese medio ha fatto un salto praticamente infinito rispetto a 2 generazioni fa ma non avendo mai vissuto lì non so per esempio cosa succederebbe a un sociofobico o come sia la percezione della società rispetto a problemi del singolo. E' sicuro che almeno per la componente innata la percentuale di chi ci nasce predisposto non è diversa da qui, ma probabilmente la prospettiva di un campo di rieducazione per comportamenti giudicati "antisociali" altera tutti i parametri di giudizio e prima ancora di comportamento. Per questo, non sentendomi di poter dire qualcosa su quelle realtà, le ho escluse dal mio contributo alla discussione. |
Re: Economia e salute mentale
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Quello che si potrebbe dire è che questi discorsi servono fino a un certo punto perché questa è la nostra realtà e con questa ci confrontiamo. Per i parametri di come vivono molti, non pochi ma molti italiani, io appartengo a quella fascia che sta appena al di sopra della fascia sfigata e sono molto limitato in tante cose. Certo, sono fortunato che non siamo in Ucraina col rischio che mi bombardino mentre dormo in camera mia ma mi piove in casa perché lo stato preda il cittadino con tasse e disservizi e non ho di che fare i lavori. Insomma, mi sento tirato da due parti opposte con due criteri di giudizio entrambi legittimi. |
Re: Economia e salute mentale
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Re: Economia e salute mentale
vivere con i poveri in povertà fa la differenza,in senso negativo,è stato sempre cosi
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Re: Economia e salute mentale
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Tu sai bene come la penso. Preferirei essere un grosso serbo cattivo che sa vivere piuttosto che quello che sono ma sono solo anch'esse proiezioni, sogni, compensazioni attuate tramite l'immaginazione. Alla fine io farei questo ipotetico "salto" solo se cambiassi anche la mia mente in quella di un individuo adatto a realtà tanto dure. Per questo sì, dico che per certi aspetti li posso pure invidiare ma il test resta sempre: puoi scegliere se andare, ci vai? La mia risposta è no, perché comunque non posso giudicare da esterno a me. Sarei poprio un'altra persona. Comunque basta vedersi la serie Chernobyl. Conosco qualcuno che ha vissuto da quelle parti e mi ha detto che la ricostruzione degli ambienti è molto fedele, ci vivresti in una casa media di quelle, in condomini alveare che Corviale scansati eccetera? Quello è una delle voci dell'elenco del prezzo da pagare per quello che apprezzi (e che come sai in parte ammiro) di quel modo di vivere. |
Re: Economia e salute mentale
dal titolo pensavo a una discussione sulle difficoltà economiche di chi ha problemi mentali.
secondo me in italia, se non hai patologie invalidanti, te la cavi ancora. certamente è difficile distinguere tra i propri disturbi e quelli causati dalla società. |
Re: Economia e salute mentale
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Non so che dirti, io ci vivo in un quasi-corviale, senza però avere la socialità di prossimità. Qui in occidente siamo fobici, hikikomori, depressi, etc. anche perché ci sono famiglie strane, iperprotettive, ma in quei posti semplicemente non è possibile essere così, non ci sono, devi per forza vivere e uscire di casa, anzi andartene proprio di casa, o qualora ci fossero magari muoiono presto per suicidio o alcolismo, non ci si trascina in una vita insulsa, o campi o muori. Non esiste che ti devi fare i salti mortali o le operazioni chirurgiche per trovare una donna, si trova spontaneamente andando a passeggiare per le strade di Odessa.. ok, forse ho idealizzato, ma non penso di essere tanto lontano dalla realtà. |
Re: Economia e salute mentale
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Credo che la tendenza sia che, in una prima fase, con l’evoluzione da una società povera, chiusa, rurale e una maggior apertura alle novità e agli scambi, si diffonda un certo ottimismo grazie al miglioramento delle condizioni di vita, dell’aumento delle opportunità e l’affrancamento da certe rigidità sociali che inevitabilmente avviene con lo sviluppo socio-economico. Poi, quando una certa quota di benessere viene data per scontata e gli stili di vita cambiano, con la preponderanza del materialismo, subentrano nuove esigenze e nuovi problemi, e lo schema della crescita economica non é più sufficiente a garantire quell’ottimismo diffuso che può “disattivare” (riprendo un termine usato qui) certi fantasmi interiori, che ci sono sempre ma assumono varie forme a seconda anche delle epoche storiche. |
Re: Economia e salute mentale
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Re: Economia e salute mentale
I soldi non rendono felici ma beni e servizi sì. I soldi permettono di ottenere beni e servizi, beni e servizi aumentano la qualità della vita e quindi la felicità. Possiamo concludere che i soldi aiutano ad essere più felici.
Detto questo non è vero che chi è ricco è sempre felice. La felicità è influenzata da mille fattori tra cui lavoro, amore, salute. Un altro fattore da considerare è che l'uomo si abitua al proprio stile di vita ed è programmato per volere sempre di più. Parlando per assurdo se oggi una persona diventasse imperatore della terra e possedesse ogni cosa sulla terra tra un anno potrebbe cadere in depressione perché essersi abituato a tale condizione dove non riesce ad avere nulla di più ma anzi solo di meno. |
Re: Economia e salute mentale
Sembra che la crescita del Pil sia diventato il solo metro per misurare il successo dei governi, l’utilità e il materialismo sono gli unici valori largamente condivisi, anche per giudicare le persone, degli altri ce ne siamo dimenticati. Vogliamo essere quelli “ricchi” piuttosto che quelli “giusti”, e con le recessioni c’é il boom dei suicidi, perché va in crisi l’unico criterio che molti hanno per costruire un’immagine di sé positiva.
Così non si fa altro che spingere tutto il mondo verso quel modello economico insostenibile, per il quale se tutti gli 8 miliardi di abitanti del mondo vivessero come i 330 milioni di americani ci vorrebbero 5 pianeti. E anche la Cina, che tra poco sarà la prima economia al mondo, non fa altro che barattare la crescita economica con le richieste di libertà e giustizia del suo popolo. C’é n’é abbastanza per la disperazione esistenziale perenne qua. |
Re: Economia e salute mentale
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Re: Economia e salute mentale
1 allegato(i)
Lo so che felicità e salute mentale non sono necessariamente correlate, ma può essere un buon punto di partenza la mappa qui sotto, che misura la felicità della popolazione nel 2016.
Proviene da questa voce di Wikipedia, che riporta molti altri dati: https://en.wikipedia.org/wiki/World_Happiness_Report Come si vede i paesi più felici sono quelli scandinavi, l'Australia e il Canada, paesi in cui c'è un grande benessere economico, mentre quelli più infelici sono quelli africani o l'Afghanistan... devo dire com'è messo economicamente l'Afghanistan? Penso che questo basti a smentire lo stereotipo secondo cui "quando si è poveri si vive più felici". Per quanto riguarda la salute mentale il discorso è più complicato, anche perché a differenza della salute fisica il concetto è elastico e sono difficili da fare i confronti transculturali. C'è però da dire che le nostre società hanno, da qualche decennio a questa parte, una maggiore attenzione al problema del benessere mentale, che viene seguito e curato: sicuramente si può far di meglio rispetto a quanto si fa ora, ma almeno ci siamo lasciati alle spalle lobotomie, elettroshock, e la tendenza a rinchiudere e abbandonare nei manicomî chiunque mostri strani sintomi. Per dire, fino a quaranta o cinquanta anni fa i bambini autistici venivano messi nei manicomî perché giudicati "ritardati inguaribili", mentre oggi si sono sviluppate tutte una serie di tecniche e misure per comprenderli e integrargli socialmente. Per quanto riguarda l'Africa, posso dire quel che mi ha raccontato mio padre, che ci ha lavorato per 15 anni: in Africa i disabili, quelli mentali ma anche quelli fisici, sono fortemente stigmatizzati, e vengono rinchiusi nelle capanne perché nessuno li veda, ed è già tanto se gli danno da mangiare. C'è un forte stigma verso la diversità, e ad esempio gli albini vengono marginalizzati. I bambini, appena danno segni di stranezze, in molti paesi africani vengono accusati di essere "stregoni" (nei paesi africani francofoni li chiamano "enfant-sorcier", cioè "bambini stregoni") e a quel punto vengono marginalizzati dalla comunità oppure rischiano la vita perché accusati di portare il male sulla comunità. |
Re: Economia e salute mentale
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specialmente dopo la pandemia, ma direi che dura almeno dalla crisi del 2008. non ci siamo più ripresi. |
Re: Economia e salute mentale
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Re: Economia e salute mentale
Secondo me si sottovaluta il fatto che nei secoli più recenti nei paesi in cui viviamo la sensibilità verso la salute mentale è cresciuta, ed è anche questo che ha fatto emergere il fenomeno. È il motivo per cui, ad esempio, sembrano essere aumentati i casi di autismo: in realtà non sono aumentati i casi, ma le diagnosi si sono fatte più accurate e basate su una maggiore consapevolezza scientifica del fenomeno.
In passato in merito alla salute mentale c'erano solo vaghe nozioni come "l'umore malinconico" e cose del genere e, siccome c'era anche tantissima ignoranza, venivano correlate a fattori privi di qualunque scientificità, come "l'umor nero" o "l'influsso di Saturno" e via dicendo. E ribadisco che non mi stupirei se, andando indietro nei secoli e visto quello che accade ancora nei paesi del terzo Mondo, quelli "strani" venissero visti come indemoniati, eretici, streghe e stregoni, e quindi marginalizzati, perseguitati o direttamente ammazzati. L'accettazione del diverso, checché ne pensi chi ha il mito dei "paesi poveri ma accoglienti", è un'invenzione recente dei paesi ricchi ed è frutto di un cambiamento di sensibilità e di un approfondimento della conoscenza, mentre è l'ignoranza che porta a non saper trattare, da parte delle comunità, la diversità, che viene quindi vista con paura e ricondotta a cause irrazionali come la stregoneria, gli spiriti maligni e via dicendo. |
Re: Economia e salute mentale
infatti molti migranti che vagano per le nostre città hanno chiaramente dei disturbi psichici che vengono diagnosticati per la prima volta qui in italia, magari dopo un tso.
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Da quello che vedo le redini del nostro paese sono ancora in mano alle generazioni passate che prima che alla felicità pensavano alla realizzazione lavorativa. Temo che il cambio verso un paese più umano da noi avverrà molto in ritardo perché oggi i 30enni che hanno i contatti e le capacità per creare movimenti nuovi vanno via dal nostro paese.
In altri paesi c'è un circolo virtuoso che da noi manca, da loro entrano meno imprenditori 50enni col culto del "farsi da soli" e più 30enni che hanno fatto studi universitari, mettono in primo piano altri valori, hanno schemi mentali diversi e non hanno bisogno di scappare all'estero. Qui da noi un parlamento che tratterà seriamente temi come la salute mentale arriverà solo grazie al tempo che farà forzatamente il suo corso. Ci penserà la vecchiaia a liberare gli scranni. |
Re: Economia e salute mentale
Ma i paesi scandinavi e il giappone non hanno i record di suicidi?
Cmq facevo una riflessione, la mia famiglia si è sfasciata per questioni di soldi eriditarie, ci sono stati furti e circonvenzione di incapace, ora io mi chiedo se invece di un patrimonio importante ci fosse stato poco da arraffare sarebbero successe le stesse cose? |
Re: Economia e salute mentale
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Ma vale per qualsiasi cosa, non è che uno si preoccuperebbe di avere un pisello in erezione di 5 cm se ce lo avessero tutti così. Se volessi vivere qua da noi, che so, senza impianto idraulico in casa riusciresti a trovare pochissime persone ben disposte a vivere così, se vivi in un posto sperduto in culo al mondo dove nessuno ha impianto idraulico in casa (magari hanno direttamente la capanna) il discorso cambierebbe, avresti più probabilità di trovare qualcuno che condividerebbe volentieri questo stile di vita e non ti sentiresti un miserabile come avviene da noi. Comunque tutte queste cose incidono poi su altro, se vivi in certi modi muori prima, se andiamo indietro nel tempo le persone morivano prima, invecchiavano prima e così via, su queste cose qua poi incide il tenore di vita. Un povero qua da noi ha mezzi e risorse che un tizio che è vissuto in altre epoche e in altre zone non ha, ma è depresso comunque, perché? Perché fa un confronto con quello che ha l'uomo medio attorno a lui e perché per inserirsi nel contesto sociale che conta queste cose qua non bastano comunque a differenza dell'altro tizio che magari pur non avendo risorse paragonabili riesce a reperire più risorse sociali. La povertà è qualcosa di relativo, certo è che oggi con i mezzi di informazione di massa questa cosa sta tendendo a sparire, tutti tendono a voler vivere all'occidentale e ad un certo livello, ma io non so se ce lo possiamo permettere, a me pare di no. Se finisce con l'avere sensi di inferiorità anche il tizio che vive nella capanna, il tizio che vive nella capanna si ammalerà mentalmente se non riesce a vivere nell'altro modo. Se le donne o gli uomini di un "paese povero" emigrano altrove e certi stili di vita vengono abbandonati non sarà più possibile vivere con quelle risorse là e per forza di cose chi rimane ancorato ad avere solo quelle risorse finirà in seguito con l'ammalarsi mentalmente come succede alle persone più povere che vivono da noi. I barboni il più delle volte non sono solo poveri, sono anche abbastanza svitati in base a quel che vedo per strada. Questa mutazione noi in parte già l'abbiamo vissuta ma la stiamo esportando. E' il trovarsi ai piani bassi delle gerarchie sociali che secondo me crea disagio e disagio mentale, ora trovarsi ai piani bassi delle gerarchie sociali non dipende solo da quanti mezzi in assoluto hai, perché è relativa questa cosa. Quelli che sbroccano e fanno le stragi perché emarginati esistono anche in società tribali, non è una cosa nostra. Io direi che è l'emarginazione dovuta alle gerarchie selettive a creare disagio mentale, ma questa poi a seconda del contesto in cui vivi dipende da una serie di variabili anche economiche. |
Re: Economia e salute mentale
Sicuramente condizioni materiali sfavorevoli incidono pesantemente sulla salute mentale, ed è per questo che troverei utile un cambio di prospettiva nelle narrazioni attorno a questa (adesso le narrazioni mi sembrano ancora molto legate al concetto di individuo come sistema isolato). Cosa che in realtà sta già accadendo.
Però sarebbe interessante sapere da dove viene lo stereotipo delle persone povere e felici in quanto tali. Forse è correlato al fatto che le persone quando in condizioni incerte tendono a creare reti sociali più forti e solide perché si è molto motivati a ricercare la collaborazione, se invece uno provvede già a se stesso non ha questo istinto così forte. Ma in realtà ora sto pensando che anche questo potrebbe essere uno stereotipo |
Re: Economia e salute mentale
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https://en.wikipedia.org/wiki/List_o...y_suicide_rate |
Re: Economia e salute mentale
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