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Una vita in stato semivegetativo
Sono in ferie da una settimana, fiori c'è un temporale, sono solo in casa ed è in queste occasioni che mi trovo completamente immerso in una vita in stato semivegetativo, al punto da rimpiangere quasi quando lavoro.
La mattina non ho motivo per alzarmi, attorno a me c'è paura, odio, non conosco altro che emozioni negative. Mi alzo per la vita degli altri, lavorare, pagare bollette... Non mi interessa più niente, anche le cose che prima mi potevano interessare, adesso mi prendono meno. Ho difficoltà e scarsissima motivazione nel fare le cose che potrebbero farmi bene. Un viaggio, qualcosa. Magari ci penso ma finita lì. In pratica ogni giorno è un giorno vuoto, nato morto, che si ripete giorno dopo giorno. Uscito da lavoro alle 17.00 la mia giornata è finita. Quando sono vicino nel fare una cosa, tendenzialmente la rimando. Come ieri che dovevo andare in un centro per parlare della mia situazione lavorativa, davanti al campanello sono tornato a casa. Ho uno "scollamento" dal passato, la persona che ero fino a pochi anni fa sembra morta e ripenso a lei con rammarico, anche perché quella che le è succeduto è poco più di una larva. Negli ultimi anni è precipitato tutto... Nonostante nessun apparente problema fisico, sono in stato semivegetativo, passo la gran parte del tempo facendo letto/computer. Esco solo per cose prettamente di "sopravvivenza", in pratica per andare a prendermi da mangiare. Anche lì sono disfunzionale, rispetto ad anni fa mangiare è diventato quasi un peso quantomeno se sono da solo. Comunque mangio il minimo indispensabile, un panino a pranzo o qualcosa di già pronto e poca roba la sera. Fuori sono confuso, talvolta a disagio, ci posso stare massimo un'oretta e poi torno a casa. A volte esco e il sole mi acceca...adesso c'è un temporale, anni fa sarebbe stato un normale evento atmosferico che comunque non mi avrebbe evitato di uscire, adesso è un motivo in più per stare in casa. Mi trascuro, non mi curo, potrei fare l'intera estate con le due solite magliette e due paia di pantaloni. Anni fa tenevo orologio, braccialetti, ogni tanto nelle occasioni particolari mi davo il profumo...ora nulla. Trascuro pure la casa. A vederla da fuori sembra disabitata. Non ho voglia di pulire o fare altre cose..intendiamoci, non è un porcile ma faccio il minimo indispensabile quando ho voglia. Comunque un anno e mezzo che sono qui e ancora non ho messo i lampadari, dal soffitto calano i cavi con la lampadina attaccata. Tanto ci sono solo io e non ci viene nessun altro...in un certo senso è come se fossi in affitto. Per me abituato a gestire giusto una scrivania, trovarsi a gestire una casa..a volte mi sento in colpa, questa è una casa da famiglia e ci sto io... Io non so perché qualche mese fa dal test psicologico non è venuta fuori la depressione, non so cosa ho..forse non è stato il test per diagnosticarla... Questo testo mi servirà oltre a metterlo qui, per presentarlo al prossimo psicologo da cui andrò. Non la so la diagnosi di una storia così...non mi sento neanche depresso...di certo mi trascinerà a una brutta fine, perché continuando così finisce male. Secondo me non c'è nessuno messo peggio di così, a parte quelli realmente in stato vegetativo nel letto. |
Re: Una vita in stato semivegetativo
Ciao Gufetto.
Sapresti indicare un momento, o più probabilmente un periodo, in cui le cose sono precipitate e, da che avevi una vita sociale più o meno attiva mi pare di capire, hai iniziato a rimanere solo? Io penso che la solitudine totale sia un punto di partenza, sai? Penso anche che si debba toccare il fondo per risalire, e nell'ambito relazionale, il tuo è un po' il fondo, giusto? Da qualche parte bisogna ripartire, magari da dove/come tutto è finito, percià chiedevo. |
Re: Una vita in stato semivegetativo
È una condizione in cui mi ritrovo abbastanza, ho sempre avuto la tendenza a condurre una vita e delle attività in cui il dispendio d'energie fosse ridotto al minimo, a vivere buona parte della giornata senza combinare molto di costruttivo, e a dover compiere enormi sforzi quando devo svolgere qualcosa di impegnativo. La mia vita è un alternarsi tra periodi molto lunghi in cui vado avanti così e brevissimi periodi in cui mi dico che farei meglio a "darmi da fare", a darmi una svegliata, a tirar fuori le energie per non sprecare il tempo e le capacità che ho, perché so che altrimenti, quando il tempo sarà passato mi guarderò indietro pentendomi di ciò che (non) ho fatto. Di solito il periodo "attivo" dura uno o due giorni e poi riprendo a lottare con l'apatia, che va avanti per settimane o mesi. Per certi versi è qualcosa a cui, insieme a molte altre cose, mi sono quasi rassegnato, visto che non ho mai trovato rimedî al riguardo.
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Re: Una vita in stato semivegetativo
depressione, qualche calo chimico, la vita che è oggetivamente una merda.
vivere è questione di momentum, la spinta iniziale è più forte di continuare a fare le cose. per questo non bisogna fermarsi, anche quando si è stracci. inizia con i lampadari, anche se non ti fa voglia. prova a mettere su musica o podcast di sottofondo, tanto per non stare nel silenzio, che ammazza. |
Potrei aver scritto tutti i post fin qui. L'unica variante è che non vivo solo salvo quando mi prendo qualche giorno per quelle che non so chiamare ferie. Ho sempre mia madre che mette il naso in tutto, è iperattiva e fissata con un senso della pulizia maniacale solo su quello che è visibile (potrebbe esserci grasso di maiale rancido ma se è fuori vista e non odora le va benissimo). Questo non fa che sommare a quel che è stato scritto un senso di rabbia e disagio per essere costretto al suo modello di vita.
Non ho soluzioni e aspetto di morire, di mio ho poche energie e mia madre distrugge le poche che ho. Dato che non credo a psicoterapia e la psichiatria non ha farmaci da me tollerabili non servirà che qualcuno legga i miei post per aiutare a impostare una terapia 😁 |
Re: Una vita in stato semivegetativo
Comprendo benissimo, anch'io, anche per le azioni più stupide devo richiamare a me tutte le mie forze, perché non ho praticamente mai energie mentali sufficienti, qualcuno la chiama pigrizia, io non lo so come chiamarla ma di certo ha poco a che fare con la semplice pigrizia.
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Re: Una vita in stato semivegetativo
Non so quanti anni sono che non metto profumi e deodoranti, vestiti sempre gli stessi in estate puzzolenti e intrisi di sudore. Quando posso vado al mare (da solo ovviamente), fare un bagno rinfrescante è l'unica cosa che trovo piacevole dell'estate e mi costringe a farmi una doccia. Altrimenti non so se troverei la voglia o le motivazioni per lavarmi.
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Lavorare un incubo e le ferie pure peggio, questa è la situazione di molti .
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Re: Una vita in stato semivegetativo
Mi ritrovo molto in quanto scrivi, io mi definisco: gatto di marmo.
Quando lavoro non vedo l'ora di avere qualche giorno a casa ma quando sto a casa mi sento sperduta, tutto quel tempo libero mi mette l'ansia perché non so come riempirlo. Il mio problema è che ho poca iniziativa personale ed agisco solo per cause di forza maggiore o se devo agire per l interesse di qualcun altro. Se devo muovermi per esaudire un mio desiderio non lo faccio perché fondamentalmente non ho desideri perché di fatto non ho alcuna idea di cosa voglio. Non c è una cosa che dico: cavolo voglio proprio quella! Di fatto sono sicura che se davvero desiderassi una cosa (non parlo di cose straordinarie) allora mi muoverei. Ma non sono per niente sicura di quel che desidero e nel dubbio opto per la staticità. Io non ho mai cercato aiuto perché, da bravo gatto di marmo, sono per il non cambiamento. Sento inoltre ormai di non avere le forze di cambiare. Sono diventata una persona passiva, terrorizzata delle azioni che può compiere o meglio della conseguenza delle azioni che può compiere, per cui non faccio nulla. Ovviamente questi sono tutti discorsi teorici perché poi ci sono molte circostanze pratiche che mi hanno ridotta a questo punto (di famiglia, contesto sociale, storia personale). Un buono psicologo sicuro potrebbe smuovermi, ma io non voglio smuovermi, terrorizzata di far male agli altri, che il mio cambiamento possa ferire qualcuno. Poi se ripenso a quel pezzetto di vita vissuta (le superiori) e al disastro emotivo che ero, a come mi sentivo nel giusto, e a come invece fossi irragionevole. So benissimo che se tornassi a socializzare sarei esattamente quella persona, nonostante le nuove consapevolezze. So benissimo che il mio essere indefinita mi rende una mina vagante all interno di un immaginario gruppo sociale. Più scrivo più mi convinco di aver fatto la scelta giusta. Se poi mai capiterà di combinare qualcosa, trovare delle persone, qualcuno, ben venga. Io non farò nulla per farlo accadere. |
Re: Una vita in stato semivegetativo
Confermo tutto, quando sono al lavoro non vedo l'ora arrivi il we o le ferie, ma poi tanto non faccio un cazzo lo stesso, sempre tv, internet, mangiare e stop.
Quest'estate è stata particolarmente deprimente, vista la situazione di mia nonna, ma non che non ci fossero stati sti problemi sarebbe stato diverso. Qualche anno fa andavo almeno in piscina, ma tra covid e scazzi vari non sono più andato. Sono un ameba, zero energie totali, anche al lavoro oramai faccio il minimo indispensabile, prima di proponevo, poi ho visto che è solo un'inculata, e che i capi puntano sugli stakanovisti (aka fessi) per portare avanti il lavoro, e si lamentano pure se ti vedono meno propositivo di prima. Oramai sono in "Fottetevi tutti Mode". |
Re: Una vita in stato semivegetativo
Certo che se non ti interessa più niente e non provi piacere nel fare quel poco non avrai mai la spinta di provare a cambiare la situazione, non voler stare male non è la stessa cosa di voler stare meglio. Bisogna scavare più a fondo, se pensi che sia una vita semivegetativa vuol dire che hai una mezza idea di che significa vivere pienamente, provaci o riprovaci a conquistare qualche piccolo desiderio e se non ne hai devi scovarne di nuovi. Non lasciare che i fallimenti ti scoraggino, fallire deve diventare totalmente accettabile e se non riesci nemmeno in quello ti serve un aiuto, non puoi permetterti di rinunciare anche all'aiuto altrimenti è senza uscita e non vuoi questo.
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Re: Una vita in stato semivegetativo
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Succede coi libri, con gli anime, ecc. Sono alla perenne ricerca di un entusiasmo che è sempre un passo più in là di dove arrivo. |
Re: Una vita in stato semivegetativo
Anche io quando sto a casa passo la maggior parte del tempo a non fare niente e a navigare su internet. Non so come riempire il tempo, anche perché ho solo due amici che vedo raramente. Però ci sono abituato, è sempre stato così per me, ho sempre avuto poca voglia di fare. In media una persona normale fa moltissime cose più di me.
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Re: Una vita in stato semivegetativo
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Re: Una vita in stato semivegetativo
Con tutta probabilità è l'inattività a peggiorare la depressione.
Almeno con il lavoro sei spronato ad uscire e a interagire con altri, ma questi periodi di vacanza possono essere debilitanti. |
Re: Una vita in stato semivegetativo
Scusa la franchezza.
Penso che puoi decidere di reprimere tutti i tuoi stati emotivi e pensare di dover e poter "funzionare" quali che siano le tue condizioni di vita. Però a un certo punto i nodi arrivano al pettine. Non sei fatto per una vita da robot. Sei depresso? Suppongo di sì, ma se tratti la depressione come una malattia a se stante non vai molto lontano. Devi chiederti per cosa sei depresso. |
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Re: Una vita in stato semivegetativo
Sai mi sono sentito così anche io quando sono caduto in depressione, pareva di essermi spezzato in 2 parti di me.
Comunque pure io sono apatico e non mi va di fare niente, molte volte sono assonnato e confuso, ma con gli antidepressivi accetto questa condizione si spera momentanea, sennò già ero o sottoterra o ricoverato per tentato suicidio. |
Re: Una vita in stato semivegetativo
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Re: Una vita in stato semivegetativo
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Però al lavoro ti rimane lo stigma. |
La vita sconfigge tutti.
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Re: Una vita in stato semivegetativo
Quest'estate ho detto non voglio lavorare, voglio essere libero di fare quello che voglio...
... quello che è stato alla fine è che non ho fatto nulla, giornate passate a vegetare in casa di fronte ad uno schermo. Non riesco a fare nulla, mi manca letteralmente la voglia. |
Re: Una vita in stato semivegetativo
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E' precipitato tutto negli ultimi anni ma la pandemia non c'entra nulla. Diciamo attorno ottobre 2021 quando cominciarono i primi attacchi di panico per quella bastardata del vaccino obbligatorio per lavorare, quando probabilmente ho subìto un trauma, anche se già a settembre stavo pure male fisicamente. Poi sono stato male per diversi mesi, sopratutto nei weekend... Poi a dicembre 2020 ho fatto il trasloco dove sono ora ma forse fatico a trovarmi bene e forse bene non mi sentirò mai. https://fobiasociale.com/riflessioni...rasloco-78177/ Pensavo che andando a vivere da solo sarei stato meglio, e invece... Non ho più punti di riferimento... Poi un mondo che va sempre peggio, ma ne parlo qui https://fobiasociale.com/un-mondo-ributtante-78648/ In pratica non c'è niente di positivo, una vita senza sicurezze e affetti. |
Re: Una vita in stato semivegetativo
Mi è venuta in mente una riflessione che potrei presto tramutare in un topic apposito, ovvero il fatto che con il passare del tempo potrebbe essere cambiata la nostra disposizione mentale di introversi che trovavano appagamento in passatempi puramente contemplativi che non richiedevano l'apporto della socialità. Stando a certe teorie, il cervello dell'introverso è più sensibile alla dopamina, di conseguenza più facilmente stimolabile e pertanto necessita di un minor numero di input e contatti sociali. All'introverso bastano di solito un libro, un film, un po' di sana contemplazione per ricaricarsi dalle fatiche della socialità poiché finisce più facilmente in overload sensoriale. L'estroverso per contro, possiede una minore sensibilità allo stesso neurotrasmettitore, cosa che lo porta spesso alla ricerca di continue stimolazioni, in modo particolare attraverso i contatti sociali.
Può essere che a un certo punto, vuoi il passare degli anni o per la pandemia che ci ha costretti tutti ad un isolamento forzato, qualcosa sia cambiato? Avverto questa cosa in me, in realtà da prima ancora del 2020, il raccoglimento solitario soddisfa solo in parte i miei bisogni interiori, vorrei della socialità ma non una socialità qualsiasi. Sarà anche perché vivo solo e le amicizie costruite negli anni si sono sfaldate per le ragioni più svariate, però è vero che la mia soglia di tolleranza alla gente si è alzata in maniera considerevole. In conclusione la vita di prima non mi rispecchia più. |
Re: Una vita in stato semivegetativo
Non ho letto tutto il post perché è molto lungo, sono arrivato in ritardo e non ho voglia neanche di fare questo.
Ho giusto letto qualcosa qua e là ma penso di aver compreso bene il senso perché mi ritrovo anch'io in questa condizione anche se non sono in ferie. Vivevo già in stato vegetativo da prima, stando sempre a casa e andando avanti per inerzia. Ora ho da poco iniziato un tirocinio lavorativo con il CSM e sono ridotto come un automa. Al lavoro vado avanti per la mia strada con il paraocchi a fare a testa bassa quello che mi dicono e nient'altro; alle poche domande dei "colleghi" giusto così...per socializzare un po', rispondo a monosillabi e finita lì, nessun proseguimento e nessun interesse a continuare (ma neanche capacità) da parte mia anche solo ripetendo a mia volta la stessa domanda (ad esempio "di dove sei" o "quanti anni hai"). Torno a casa e non faccio nulla, apatia e anedonia totale, impalato davanti al display del telefono o al monitor del PC senza neanche sapere cosa cercare o guardare. Poi si fanno le 2 di notte e mi accorgo di aver soltanto sprecato altro tempo, prendo le medicine e vado a letto frustrato, amareggiato e triste (forse anche arrabbiato, non lo so, è difficile anche spiegare le emozioni e gli stati d'animo che provo). E il giorno dopo si ricomincia da capo. Per il momento riesco a reggere perché al lavoro non faccio molte ore, è tipo un part-time, ma ho paura ad immaginare il futuro, a fare un orario normale come gli altri, 8 ore al giorno per tutta la settimana e tornare a casa morto dentro, con il vuoto, e rintanarmi solo soletto nella mia cameretta da buon incel doomerone alienato dal mondo intero. |
Eccomi, presente. Quando lavoro vorrei scappare, attendo con ansia il week end. Durante il week end cado in depressione, non faccio nulla, mi annoia tutto, é uno schifo. Sono qui nel letto a fissare il soffitto.. mi viene voglia di scappare da questa merd4.. prendere il primo aereo , andare lontano, dormire per terra e chessó fare elemosina per tirare a campare, vagare senza meta sino a quando le forze non mi abbandoneranno. Sono stanco di questa vitaccia vuota, non so cone fare.
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Re: Una vita in stato semivegetativo
Comunque penso sia un effetto domino, si è soli, ci si deprime, non si ha voglia di fare niente... Uno potrebbe dire anche se si è soli si possono coltivare hobby e blablabla... Vero in parte, però non prendiamoci in giro, abbiamo anche bisogno di socializzare un minimo e di condividere qualcosa con gli altri (e lo dico io che sono evitante:D).
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