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Fra adolescenza e vecchiaia
Anni che passano e sempre più percettibile è il distacco fra la tarda adolescenza, l'età adulta e la vecchiaia.
Sono nel limbo verso i 40 e non so come definirmi, se giovane, adulto ecc...fino a pochi anni fa mi chiamavano "ragazzo", poi i primi capelli che cadono, quelli che diventano bianchi, il volto che cambia, si arriva al "signore" e al darmi del "lei", io che ero abituato a farmi dare meno anni di quelli che ho perchè non fumando, non bevendo, non avendo vita sociale è come se fossi rimasto quasi efebico. Pure i giovanotti, i 25enni, mi danno del lei e mi sento veeeeeecchio. Ripenso a quando ero ventenne, altra epoca...a come senza volerlo/saperlo ho sprecato l'adolescenza...penso a quando andavo a scuola, alle esperienze perse che forse mi avrebbero incanalato la vita verso altre strade... Adesso come si dice "non sono più un ragazzino", non posso più fare certe cose, forse anche fisicamente, ma non mi sento neanche così adulto, eppure forse per qualcuno potrei essere fori dal tempo, in una parola: vecchio. Anagraficamente ho 38 anni ma socialmente, come mi disse la psic, è come se fossi 12enne, ma non del tempo dei millennial ma di quelli degli anni '90. Insomma essendo del 1983 è come se fossi nel 1995. Anche quando nei siti internet devo andare a cercare il 1983 la rotellina del mouse deve andare abbastanza indietro. Non è una bella cosa. Certo che se traccio una linea è più il tempo passato che è quello che mi resta, fra 20 anni avrò 58 anni. Anche per questo forse ogni anno che arriva il mio compleanno vengo pervaso da una malinconia, un anno più vecchio, un anno passato come i precedenti dove non ho combinato niente, passato nel procrastinamento e nella sofferenza...ho cominciato a sentire questo sentimento dai 25 anni in poi... Ma forse anche la malinconia e la nostalgia sono tipici stati d'animo di chi è già vecchio e sente la sua vita già passata...a 20 anni chi ha malinconia e nostalgia? Se c'è speranza nel futuro non si è rivolti al passato con sentimenti nostalgici...i vecchi all'ospizio hanno nostalgia e malinconia dei tempi passati, del tempo dell'affetto dei parenti..malinconia e nostalgia a 38 anni mi sembra grave. Di invecchiare mi spaventa che lo farò da solo e che lungo il cammino vedrò la gente attorno a me andarsene...il decadimento fisico e in parte mentale, come osservo sulle mie nonne...mi chiedo anche che malattia mi verrà, ora è tutto un fioccare di tumori e malattie improvvise...magari da ipocondriaco sono già malato e non lo so, a volte son proprio stanco fisicamente e mentalmente.. Invecchiare senza essere mai stati giovani...questa è la tragedia. |
Re: Fra adolescenza e vecchiaia
A me nei negozî davano del lei già alla fine delle superiori, probabilmente per la statura. Adesso invece mi danno spesso automaticamente del tu, probabilmente perché percepiscono che ho qualcosa di "strano", nell'aspetto, nei modi di fare, di parlare e quindi non mi vedono allo stesso livello della gente normale: è lo stesso tu che si dà normalmente agli immigrati nei negozî o negli uffici pubblici.
Al di là di questo, io è da quando avevo sui tredici anni arrivando fino a oggi che mi sono sentito e mi sento fuori dal tempo, né giovane, né adulto, né vecchio. Ho trascorso un'adolescenza completamente sbalestrata rispetto a quella del mio coetaneo medio, non ho fatto quasi nulla di ciò che a quell'età si fa "normalmente", soffrendo tantissimo per la solitudine e l'alienazione, ma è anche vero che la mia adolescenza strana mi è servita come percorso interiore, per raggiungere determinati risultati in quanto a visione di vita e idee sul Mondo. Ma per molte cose è come se al contempo fossi invecchiato precocemente e rimasto bloccato a quegli anni, una situazione paradossale. Adesso non sono più giovane ma lo stesso non riesco a percepire l'età che ho anagraficamente o che dovrei avere mentalmente, dal punto di vista temporale continuo a sentirmi un alieno rispetto al Mondo e a ciò che si ritiene "tipico" di determinate età. |
Ho letto diversi tuoi interventi ed è come se li avessi scritti io stesso.
Ho un paio di anni più di te ma nemmeno io mi sento molto differente clda quando avevo 16 o 17 anni... Anche allora come ora non facevo vita sociale. Solo i capelli sono diventati brizzolati e uso internet e smartphone. |
Ho notato che tendenzialmente le donne mi danno quasi sempre del lei mentre gli uomini del tu , non sempre ma è una tendenza che ho notato ancora parecchi anni fa
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Re: Fra adolescenza e vecchiaia
Più o meno storia simile. Passato da 10 a 50 anni, potevo anche non aver vissuto quell'intervallo di tempo e sarei lo stesso di ora.
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Io ho 24 anni, ma ho qualche capello bianco...strano ma vero.
Devo dire che, nonostante la giovane età, sono pieno di rimpianti....il pensiero di non aver vissuto l adolescenza me lo porterò fino alla tomba...sono quelli gli anni migliori secondo me. 20-30 ok, anche quelli se vissuti come si deve, sono anni spensierati...ma le sensazioni che provavo da ragazzino, ora non le provo più. Dare il primo bacio, uscire con gli amici...adesso non mi darebbero la stessa soddisfazione...sono anni "magici" quelli dell' adolescenza. Che poi nella maggior parte dei casi, se uno non vive quegli anni, é fregato...dopo non recupera più. |
La cosa più brutta nella. Vita credo sia aver rimpianti e noi li abbiamo, ed è una cosa veramente molto brutta. Non so che dire visto che ho vissuto fino ai 15 anni si può dire e poi il nulla o quasi totale.
Frequentavo 4-5 persone a 17-18 anni, poi con gli anni è peggiorato tutto. Direi che è anche questione di fortuna, nel senso Che magari vedo miei coetanei con fratelli/sorelle scaltri etc...e una vita ce l'hanno. Sempre avuta anche grazie a loro, essere figli unici è già un punto in meno, almeno credo. Altri due punti in meno sono che faccio un lavoro di merda e vivo.in mezzo alle campagne, ma su quest'ultima manco tanto visto. Che tanti ragazzi vivono qua eppure hanno Vita Sociale, perché? Perché hanno costruito una vita sociale fin da piccoli, cosa che noi non abbiamo fatto e perché non lo abbiamo fatto? perché ci possono essere mille motivi e non è sempre detto che sia colpa nostra. |
Ah e altra cosa, noi possiamo fare tutte le attività che vogliamo ma l'essere scaltri, saperci fare, essere dei leader, essere interessanti, sono cose che si imparano da piccoli, non a 20 anni o più.
Forse nel mio caso del non avere amici e compagnie, influisce pure il fatto che alle superiori ho fatto solo il primo e poi mi ritirai, non lo so. So solo che mi faccio 100 domande al giorno da anni a cui non so dare una risposta certa e questo è asfissiante. |
Re: Fra adolescenza e vecchiaia
Da quando mi sono cominciati a venirmi i capelli bianchi in modo più visibile, e quindi intorno ai 38-40 anni ho cominciato a non sentirmi più ragazzo. Anche se alcuni ancora mi ci considerano.
Fra 15-20 anni sarò una persona anziana, ma mi sarà mancata quasi tutta la vita adulta quella bella, quella degli amori, quella del rampantismo sul lavoro.. quindi diventerò vecchio e sarò solo e anche forse povero. |
Re: Fra adolescenza e vecchiaia
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Re: Fra adolescenza e vecchiaia
Non riesco ad immedesimarmi del tutto,ma comprendo che non dev'essere semplice aver la consapevolezza e la sensazione di non aver vissuto quelli che molti vedono come i periodi migliori della vita.Però,40 sono veramente un'età problematica per ricominciare a vivere?Certo,non potrai avere la vita da adolescente perduta ,ma niente materialmente ti impedisce di cominciare a vivere da ora. Se dici che non sai come si fa, perché ti ritieni un uomo con la testa di un bambino degli anni 80 ,allora studiati e studia gli altri per capire come potresti essere tu. Potrà sembrarti una banalità o una semplificazione della tua situazione, sappi che non lo è. Ma effettivamente quali altre strade avresti; rimanere in questa situazione ,vivendo un'esistenza infelice anche la seconda parte della tua vita o cambiare la situazione.
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Re: Fra adolescenza e vecchiaia
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Re: Fra adolescenza e vecchiaia
diciamo che se dovessi scommettere su uno qualsiasi che sta a zero a 40 anni, scommetterei che il 41esimo sia uguale al resto. non ci punterei la casa, ma di solito il passato fornisce indicazioni su quello che sarà
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Re: Fra adolescenza e vecchiaia
Per iniziare a vivere non è mai troppo tardi, visto che la vita non è una storia, ma un qualcosa che si svolge "nell'attimo", nel presente.
La difficoltà non è tanto "decidere", come nel copione di un film, ma gestire le emozioni e gli stimoli che vivere comporta. Una vita di abbandono emotivo e totale assenza di coltivazione richiede perlomeno una formazione. Richiederebbe un aiuto presente e attento, che chi sta male, incassato nello stereotipo del "problematico", non riesce nemmeno a chiedere. Se lo chiedesse, non lo otterrebbe, perché non ci sono persone che si occupano di questo. Generalmente, peraltro, lo si vorrebbe fare con una persona significativa, ma questo sospetto che sia una difesa psicologica, un "capriccio" non corrispondente al vero. Una conseguenza della difficoltà di "amare" noi stessi. |
Re: Fra adolescenza e vecchiaia
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Re: Fra adolescenza e vecchiaia
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Appurato ciò se si provasse ad attuare un piano per un miglioramento ,consapevole che non sia facile quanto chi non soffre di disturbi,ma si potrebbe aiutare.Tanto per come descrive la situazione ,cosa avrebbe da perdere ? .Causa;Prova a ricominciare ,facendo una specie di "indagine di mercato" ,usando l'imitazione positiva.Magari fallendo e ritentando. Effetto;Si abbassa il senso di inadeguatezza ,ma non sale l'autostima. Quella arriva man mano, capendo chi si è e chi si vorrebbe essere. Oppure niente si vive per lamentarsi e via.Secondo me. |
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Cosa fai? Il fidanzatino innamorato con donne di 35/40 anni che magari hanno già figli loro? 😥 |
Tutte belle parole ma se uno si ritrova solo, demotivato, senza un cane di amico non se ne esce.
Mi ricordo che una persona mi disse se sei solo approccia a freddo per conoscere gente, si ma a parte che ci vuole carattere, con il menefreghismo che c'è oggi.... |
Re: Fra adolescenza e vecchiaia
Si ma non è che lo scopo unico della vita è avere una relazione o innamorarsi.Quella è una parte ,ma sicuramente la serenità mentale e una vita migliore ,con tutte le problematiche che questo processo comporta (per tutti),sono la cosa più importante.Poi saranno frasi fatte e belle parole ,ma ripeto, le alternative non sono meglio.
Suerte Gufetto. |
Re: Fra adolescenza e vecchiaia
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Re: Fra adolescenza e vecchiaia
Puoi fare ancora tante cose a 40 anni di che stiamo parlando vladimir klichko si è ritirato a 40 anni dal professionismo, vecchie amicizie, amici che si separano e li devi sopportare facendoli sfogare, x molti inizia dopo i 40 la vita
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Re: Fra adolescenza e vecchiaia
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Re: Fra adolescenza e vecchiaia
(E visto anche il fatto che è evidentemente difficilissimo fare fronte comune, rispettarsi un briciolo senza stereotipi e etichette ed aiutarsi tra persone in difficoltà.)
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Re: Fra adolescenza e vecchiaia
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Faccio un esempio su di me ,proprio per non offendere nessuno. Io ne ho 25.Adesso fino ai miei 40/45 anni evito il mondo, facendomi trassinare in basso dalla sofferenza ecc ecc.Decido seriamente di prendere in mano la situazione e a 45 provo e riprovo goffamente a rientrare in carreggiata e magari ci riesco. Mettiamo il caso che mi ammalo di qualcosa di grave ,che mi costringe seriamente ad interrompere la mia vita e lottare per salvarla.Ecco in questa situazione ,guarderei indietro,pensando che oltre ad aver "buttato" la mia vita ,magari non avrò nemmeno la possibilità di rimediare. Oppure possiamo continuare a dirci ,quanto sia sofferenze e angosciante la nostra situazione e convincerci che non ci sia rimedio, alla fine sembra funzionare. |
Re: Fra adolescenza e vecchiaia
Comunque, a chi dispensa consigli ovvi, chiederei perché secondo loro le persone non se li danno da soli/non li seguono. "Depressione" non è una risposta.
Alla fine è vero che il problema principale è non affrontare i problemi, o affrontare quelli sbagliati. |
Ragazzi io ci sto provando davvero, forse in maniera troppo lenta e ragionata però sto mettendo in atto delle migliorie gradualmente . Non sto facendo terapie d’urto, piani quinquennali come Stalin
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Re: Fra adolescenza e vecchiaia
Alle persone che forse non capiscono la differenza tra ovvietà ed essere realisti.La depressione ,anche quella maggiore è una dei disturbo più diffusi nel mondo.Si puo provare a gestire e convivere serenamente con essa, senza che si prenda tutto.Quante persone nella storia hanno sofferto di depressione?Alcuni l'hanno superata e sconfitta ,facendone un punto di forza,altri sono rimasti per il resto della vita in quella condizione.Ed altri ancora hanno deciso di porre fine precocemente per dare fine alla sofferenza.
Anche perché non ci sono molte altre alternative. |
Re: Fra adolescenza e vecchiaia
La cosa che mi fa incazzare è che la fuori ci sono persone davvero problematiche e disturbate che riescono comunque ad avere una vita sociale, delle relazioni amorose, soddisfazionei in ambito lavorativo... (perché i loro problemi non intaccano quegli aspetti della vita). Mentre quelli che hanno semplicemente un carattere molto chiuso sembrano molto più problematici di quello che in realtà sono solo perché non riescono ad integrarsi in questa società.
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Re: Fra adolescenza e vecchiaia
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Non è che a uno viene la depressione così, senza motivo: é ovvio che ci sono delle cause scatenanti ed è su quelle che bisogna intervenire, non sul sintomo (va bene anche trattare il sintomo ma questo approccio non può essere la soluzione). Se io sono depresso per determinati motivi, finché non risolverò, anche solo in parte, quelle problematiche che mi hanno fatto venire la depressione, la depressione non mi passerà e non è accettabile trattare i sintomi della depressione continuando a conviverci finché non si viene consumati completamente dalla malattia. |
Re: Fra adolescenza e vecchiaia
Nel mio caso l’età anagrafica che cresce è irrilevante.
Non mi rispecchia minimamente. Ho l’esperienza di un 15 enne in tutti gli ambiti della vita. Esteticamente mi danno sui 18/19 anni. Il problema della questione è che un quindicenne può ancora svolgere tutte le sue esperienze, il tempo ne ha. Per me invece no. |
Re: Fra adolescenza e vecchiaia
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La depressione, il ritiro dalla vita, dipendono quasi sempre dal veder sfumare il senso dell'andare avanti. Tu (in realtà non tu, che ripeti stereotipi) cosa consigli? "Andare avanti", riprendendo a calpestare le proprie emozioni da dove si era lasciato. Why? Andare avanti è quello che si è sempre fatto fino alla crisi. Forse lo stop ha un motivo, e può essere visto come un'occasione invece che un problema. Ci si può anche prendere sul serio, o almeno desiderare di farlo, o difendere il proprio bisogno di farlo. |
Re: Fra adolescenza e vecchiaia
Sono fermo allo stesso punto di quando avevo 15 anni. Ho sempre fatto da spettatore della vita dei coetanei, che vivono, fanno esperienze, fanno cambiamenti, hanno relazioni, hanno amici, si sposano, hanno figli.
Ora mi ritrovo a 48 con il vuoto totale. Persone della mia età sono tutte sposate con famiglia o chi non è sposato non è comunque da solo ma magari ha la compagna, convive eccetera. I single della mia età, magari separati, possono si attrarre una donna, ma devi essere un single con la vita attiva, con delle esperienze alle spalle, sveglio. Un single di 48 anni con il vuoto alle spalle chi vuoi che se lo caga? Questione amici :a questa età se non hanno i problemi che ho io, sono tutti sistemati con famiglia, casa, compagna, quindi è un capitolo neanche da aprire. Non facciamo credere che si può uscire con i 20 enni o i 30 enni. Al lavoro, che è l'unica cosa che ho, per fortuna, non mi dicono nulla in faccia ma so benissimo cosa pensano di me. Altro punto :I forum tipo questo dove in teoria ci sarebbe gente in grado di capirci. No, non funziona neanche così. Basta vedere la gente che si scanna, anche qui, tutti i giorni. E poi una persona con questi problemi, per un meccanismo di difesa, evita proprio rapporti con chi ha i suoi stessi problemi. Vuole una persona normale che alleggerisca la sua condizione... Ma la persona normale a sua volta non starebbe mai con gli asociali sfigati e depressi, e quindi è un circolo chiuso, un vicolo cieco dal quale non se ne viene fuori. |
Re: Fra adolescenza e vecchiaia
Fra adolescenza e vecchiaia, ma quello che c'è nel mezzo è il vero dramma. La vita che conta, finita prima di cominciare che si trascina inerte e vuota. Come un animale ferito che si trascina agonizzante lasciando dietro di se una scia di sangue e alla fine stramazza al suolo senza vita. Non c'è redenzione ne rinascita a 40, 50 e così via, solo accanimento terapeutico nel lasciare in vita ciò che è già morto da un pezzo. Bastano per se stesse tutte le belle parole del "non è mai troppo tardi", tardi è tardi non significa un'altra cosa, chi lo dice non sa niente, vive nella sua bolla dorata dove tutto funziona ed ha funzionato. Me ne fotte sega della serenità, dello stare bene con se stessi, sono solo mostri che tieni chiusi in un armadio ma sono sempre li e ti fanno compagni fino alla fine.
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Re: Fra adolescenza e vecchiaia
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Re: Fra adolescenza e vecchiaia
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Inoltre, penso che la quasi totalità delle persone che stanno male già provino - a modo loro - a stare meglio. Del resto, sarebbe masochista non provarci o addirittura agire contro se stessi. Ognuno ci prova nei limiti dettati dal suo carattere e dalla sua situazione. Per questo ci sono tanti tentativi fatti con sforzi e impegno che vanno comunque a vuoto. C'è gente per cui il provarci vuol dire riuscire a uscire di casa. Altri per cui la soglia massima del provarci invece è fare un viaggio in Indonesia con degli sconosciuti. È molto relativo. Io tutti i giorni provo a migliorare la mia situazione nei limiti di ciò che ritengo fattibile. Solo che questi limiti del fattibile sono piuttosto ristretti e quindi alla fine cambia poco o nulla. Ma non si può dire che non ci provi. Inoltre, il pensiero "almeno ci ho provato" non dà nessuna soddisfazione ma aggiunge solo frustrazioni. |
Ci vorrebbe una donna frizzante tipo lestroversa di Raikkonen,con cui fare paracadutismo rinascere a nuova vita e cancellare anni di semi nulla,di vita piatta..ma invece l'unica chances e andare in Giappone e sfruttare il fascino italiano,o tornare al paese d origine di 3 Milà anime,e prendersi la prima che ci sta data la concorrenza minima,alla Zeno Corsini..o provato a scrivere pure una che si definisce introversa,ma vorrà il bello e estroverso alle solite..la scala di valori bello e estroverso,normale e estroverso,bello e introverso,e poi gli altri..le prime 3 opzioni sono quelle,ahinoi,lo dovrebbe dire una donna lo dico io..o migliorano le abilità sociali,o se no trippa per gatti..sul tema centrale be ma a 48 anni io non mi sento nonostante il mio predicare grinta tenacia,ottimismo,non e giusto illudere nessuno,io già a 34 sono col fiatone a recuperare figurarsi a 50..io ho cominciato da almeno 3 anni questo cambiamento,non e partito ieri..nel fisico e nella mente..l'atteggiamento grintoso e sempre preferibile,però 50 anni sono 50..qualcuno trova l'amore a 60 anni per carità ma sono chimere,se tu sei single da sempre la logica dice che devi cercare in luoghi con più single...al di là del carattere..che poi io ho sempre visto una donna riservata accanto a me,le estroverse non ci siamo mai neanche incrociati per anni,forse c'era pure dell' astio,dell' odio represso,da entrambi i lati,ora tutto questo interesse per la donna estroversa..forse perché in Italia ti bombardano quel modello di donna,sarà così inconsciamente..
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Qualsiasi tentativo anche goffo, è meglio del non fare nulla.
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Re: Fra adolescenza e vecchiaia
Qua non si tiene conto del fatto che con il passare degli anni il fisico si deteriore, a 40 non ce la fai più a fare le cose che volevi fare a 20. Ti stanchi presto e hai non autonomia, anche le mente comincia a cedere, ti dimentichi le cose e fai fatica a memorizzare. Quindi ci possono essere tutte le buone intenzioni del mondo ma non ce la fai più perché il tempo è ormai passato. Al tempo non gli ne frega niente che ti vuoi svegliare e recuperare, il tuo corpo stesso ti dice che è andata.
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Ho cominciato a odiare i compleanni a 18 anni,io li festeggiavo con i 4 a casa,e gli altri con gli amici e mettevano le foto sui social,ho tolto i social anche per questo,meglio che dall' esterno regni il mistero su qualcuno,meglio che pensino di tutto nel bene o nel male,ma almeno non c'è la certezza,e forse è questo che fa paura della riservatezza..il non saper nulla di un personaggio..
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Re: Fra adolescenza e vecchiaia
Capisco il senso di malinconia e i vari rimpianti guardando il passato, a volte li ho anch'io, però penso che la vita ci ha dato queste carte, immagino che ognuno di noi con le sue difficoltà ha cercato di fare il meglio che ha potuto, ma non sempre è andata bene.
Non è già facile vivere in questo mondo senza "problemi" figuriamoci se c'è qualche disturbo, fobia o paranoia, paura, che ti blocca. Non tutte le persone capiscono e accettano. E' difficile. Si tratta di sopravvivere, ne più ne meno, e lo so, "bella roba". Ma questo è. E poi ho visto che anche quelli che sembra se la passino bene, hanno la loro dose di sporco sotto il tappeto. Ho visto molti "insospettabili" crollare proprio da un giorno all'altro, e magari sembrava avessero la vita dei sogni. Di base si, se vuoi puoi ancora ribaltare tutto, non è detto, 40 anni al giorno d'oggi non è come anni fa, ci sono delle possibilità, se ti svegli una mattina con la giusta rabbia da dire "oggi faccio questa cosa che ho sempre voluto fare e me ne sbatto" buono, ottimo, potrebbe anche andarti bene. E se va male metti via, tanto la cosa positiva è che si è abituati anche ad incassare. Nulla da perdere. |
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