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Umberto Galimberti e la scuola
Ieri mi è successa una cosa curiosa. Un mio ex compagno di scuola, che non vedevo da anni, mi ha contattato tramite FB per chiedermi un parere su un'intervista del filosofo Umberto Galimberti dedicata alla degenerazione del sistema scolastico. Sotto riporto il parere che ho invitato al mio ex compagno, vorrei aprire però anche qui un dibattito; ecco l'intervista:
È interessante l'idea di Galimberti di mettere ad insegnare professori carismatici; penso che sia un'idea giusta; il problema è: come fai a reclutare professori del genere? La proposta di selezionarli tramite colloquio è semplicemente ridicola. Sarebbe come affidare al maestro del lavoro il compito di selezionare, tramite concorso, il nuovo führer del reich. Le guide non si formano e non si selezionano: si impongono da sé. Credo sia semplicemente impossibile istituzionalizzare il carisma e reclutarlo traverso metodi burocratici; sempre poi che il carisma decida di mettersi al servizio del ministero. Io non ce lo vedo affatto il "vate", fra una beffa di Buccari e un'incursione su Vienna, ad insegnare per 40 anni filati il risorgimento italiano in una scuola di provincia. Per quanto riguarda invece il discorso su che cosa la scuola dovrebbe fare, cioè: se educare, istruire, preparare al lavoro ecc, non saprei proprio; non ho nemmeno voglia di pensarci. Tanto sono certo del fatto che non sarebbe comunque in grado di adempiere nessuna di queste funzioni. Insegnare i buoni sentimenti mediante il ricatto del "se non fai quello che ti dico ti boccio e non ti dò il pezzo di carta" non funziona; per quanto riguarda il lavoro: è impossibile imparare a cavalcare andando a piedi (come dice anche Galimberti); mentre la trasmissione di informazioni, ossia l'istruzione, nell'epoca di internet non abbisogna di nessun professore e di nessuna scuola. Tanto chi è interessato studia anche per i fatti propri, gli altri si limitano semplicemente ad ingurgitare delle informazioni che poi dimenticano appena finisce la verifica o l'interrogazione. Non male la proposta di fare della scuola un luogo di socializzazione e di aggregazione, anche se l'idea di essere obbligato a socializzare non è che mi vada proprio a genio. Non fosse obbligatoria, magari... Giustissimo quello che dice sull'invasione della scuola da parte della psichiatria. I bambini cominciano a percepirsi davvero come cretini in seguito alle false diagnosi degli psichiatri. Si potrebbe applicare, in questo caso, la "teoria dell'etichettamento" (https://it.m.wikipedia.org/wiki/Teor...etichettamento) che il sociologo americano Howard S. Becker aveva formulato per spiegare l'influsso che l'etichetta di "criminale", che la società affibbia ad alcuni suoi membri, produce sulla persona in questione; l'atto di perseverare nella condotta delinquenziale veniva interpretato da Becker come il risultato dell'interiorizzazione dell'etichetta. Secondo me succede la stessa ed identica cosa ai bambini sani che finiscono nelle grinfie degli psichiatri: una specie di profezia che si auto adempie, cioè poi diventano cretini sul serio. |
Re: Umberto Galimberti e la scuola
Abbastanza d'accordo con te, ma aggiungerei una cosa: quello che dice Galimberti sull'insegna te carismatico e energia erotica è da depravati.
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Re: Umberto Galimberti e la scuola
Galimberti non è uno psichiatra, ergo non capisco come possa dire che le diagnosi mediche siano falsate. Ma a cosa si riferisce di preciso? (un video di tre quarti d'ora di Galimberti non lo guardo neanche sotto tortura:D)
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Secondo me ha pienamente ragione. Mi viene in mente l'esempio di Albert Schweitzer, che "tardo nel leggere e nello scrivere" è poi diventato medico (https://it.m.wikipedia.org/wiki/Albert_Schweitzer). Avevo letto inoltre, se non ricordo male, nel saggio "la psicologia individuale nella scuola" di Alfred Adler, che molti alunni con difficoltà, stimolati proprio dalla sfida di dover superare i propri limiti, con sforzo e volontà sono riusciti a raggiungere il massimo livello nei loro rispettivi ambiti, superando di gran lunga i "normali". |
Re: Umberto Galimberti e la scuola
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Re: Umberto Galimberti e la scuola
Negazionismo anche sui DSA.
Siamo alla frutta. |
Re: Umberto Galimberti e la scuola
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Re: Umberto Galimberti e la scuola
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Re: Umberto Galimberti e la scuola
Ripeto, per I DSA c'è poco da discutere.
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Re: Umberto Galimberti e la scuola
I DSA li ho studiati eccome a differenza di chi dice che non esistono.
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Re: Umberto Galimberti e la scuola
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Re: Umberto Galimberti e la scuola
Sì ma basa su che cosa? Ha statistiche certe in cui si mostra la percentuale di diagnosi sbagliate?
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Re: Umberto Galimberti e la scuola
Si fa di tutto: si valuta l'intelligenza complessiva, si valuta se non ci siano problemi di vista, si valuta l'istruzione e l'età del bambino, eventuali problemi percettivi e poi ci sono test/batterie specifiche per valutare le abilità di lettura vere e proprie.
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Io personalmente ho scoperto come viene diagnosticato il disturbo da deficit dell'attenzione e i criteri mi sembrano ridicoli. Ecco l'intervista: |
Re: Umberto Galimberti e la scuola
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Re: Umberto Galimberti e la scuola
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Il fatto che i dsa aumentino ( e il qi dopo decenni di costante aumento dicano non aumenti piu'!) al di la' che possa esserci maggiore attenzione alla diagnosi per me dovrebbe far venir dubbi se il nostro sviluppo va nella direzione giusta. |
Re: Umberto Galimberti e la scuola
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Re: Umberto Galimberti e la scuola
Il deficit di attenzione esiste e' stupido negarlo, se uno non riesce a stare cinque minuti fermo sulla sedia o trovare la concentazione per guardare un film o leggere una pagina o trova difficolta' per le continue distrazioni a portare termine anche cose come vestirsi o cucinarsi la pasta, c'e' poco da mettere in dubbio.
Come uno che balbetta o scrive le parole confondendo sistematicamente alcune lettere, lo fa punto. Il problema e' la sovradiagnosi (es considerare adhd la normale vivacita' di un bambino molto vitale e pieno di energia), l'esagerato ricorso a farmaci (ci van quando necessari con moderazione) e l'ingigantire la cosa (quel che si dice far pensare che la persona e' il suo disturbo o che comunque se lo terra' tutta la vita, che fa intrinsicamente parte di lei) |
Re: Umberto Galimberti e la scuola
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Re: Umberto Galimberti e la scuola
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Re: Umberto Galimberti e la scuola
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Re: Umberto Galimberti e la scuola
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Re: Umberto Galimberti e la scuola
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Re: Umberto Galimberti e la scuola
Infatti un conto è non impegnarsi, un conto è l'inferno che puoi passare per l'adhd. Un neuroimaging si potrebbe affiancare ai normali test per ridurre la sovradiagnosticazione ("petaloso" levati)
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Re: Umberto Galimberti e la scuola
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Re: Umberto Galimberti e la scuola
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Re: Umberto Galimberti e la scuola
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Finché la psichiatria non diventa una forma di neurologia seria, e per neurologia seria intendo proprio l'individuare il pezzo cerebrale (o mentale, ma in qualcosa di concreto bisognerà che anche questa cosa qua atterri) che si sarebbe inceppato con delle analisi effettive (che non consistono nell'osservare dei sintomi a occhio o tramite dei questionari e test) son d'accordo con chi risulta scettico nei confronti di queste diagnosi. Si ha a che fare con gruppi di sintomi, ma la malattia specifica di cui si parla dov'è? Certi sintomi possono esser causati da un mucchio di fattori diversi. Se una persona dicesse di non riuscire a respirare (e osservandola questa persona magari si comporta identicamente a chi ha difficoltà respiratorie) non sarebbe corretto saltare subito alla conclusione che ha bisogno di broncodilatatori, bombole di ossigeno e così via per star bene, può essere che questa cosa qua ha origini ben diverse e questi rimedi non solo non servono a nulla, potrebbero risultare anche rimedi dannosi in certi casi specifici. Affermare questo non equivale ad affermare che non esistono persone che hanno bisogno davvero di bombole di ossigeno. Siccome in questi ambiti si è ancora a livello di stregoni che somministrano intrugli senza capire bene i meccanismi di azione, né di preciso cosa si sarebbe rotto, essere scettici per me risulta corretto. |
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Ma poi la velocità di lettura è soggettiva e migliora con l'allenamento, quindi boh... A me sembrano criteri che lasciano troppo spazio all'arbitrio dell'operatore. |
Re: Umberto Galimberti e la scuola
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Contenta lo sara' perche' magari piu' seguito al riguardo o vantaggi economici e insomma anche il carico di lavoro, al di la' che un bambino con difficolta' avrebbe bisogno di piu' esercizio non si puo' neanche massacrarlo... e neanche massacrare economicamente obbligatoriamente la famiglia. Se poi la famiglia vuole fargli fare piu' esercizi e attivita' per cercare di metterlo al pari con gli altri ne e' libera. |
Re: Umberto Galimberti e la scuola
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