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-   -   Dr Phobic e Mr Movida - uscire dall'inganno (https://fobiasociale.com/dr-phobic-e-mr-movida-uscire-dallinganno-55622/)

filosofo 26-08-2016 00:00

Dr Phobic e Mr Movida - uscire dall'inganno
 
Un subdolo inganno, teso dalla nostra parte razionale, è quello del "constatare".
Cercare il vero anziché crearlo.

Questa è una cosa che mi fotte in cervello da almeno 14 anni filati.

Noi non facciamo una reale esperienza del "vero", specialmente in ambito sociale.
Osserviamo ciò che accade con la sensazione di captare tutto, mentre in realtà stiamo applicando una serie di filtri, frutto delle nostre capacità sensoriali e di quello che trovo comodo definire come "assetto mentale", determinato da genetica, imprinting ricevuti, educazione, vissuto esperienziale, convinzioni, valori di riferimento, ecc. ecc.


Cosa significa questo, in soldoni?
Che potremmo passare - senza particolari sensi di colpa - dal cercare ciò che è vero al cercare (o meglio, creare) ciò che ci è funzionale.

Significa che potremmo costruirci una serie di convinzioni e un'autoimmagine che giochino a nostro favore, anziché effettuare constatazioni - pur sempre improprie in linea di principio - che magari ci remano contro.

In un certo senso, significa andare oltre la "realtà" per come ci appare e prendere il controllo di ciò che pensiamo e crediamo, e questo ci permetterebbe a sua volta di poter esercitare un effetto trasformativo sulla "realtà", in questo caso a nostro favore.

Tradotto,
se Dr Phobic con enorme pazienza ed esercizio riesce ad abbracciare l'identità di Mr Movida (il figobullo a cui molti anelano), stiamo esercitando un impatto proattivo sulla realtà, e otterremo dei feedback diversi, delle esperienze diverse, con tutto il corredo di conseguenze.
Anche se non saremo il Mr Movida perfetto.
Magari non lo saremo mai, e potrebbe non essere così importante, peraltro...
Qui si tratta sostanzialmente di cominciare a invertire il senso di marcia, fare piccoli passi per prendere slancio. E possiamo farlo "forzando" un pò le cose. Viceversa, sarà molto difficile.

Solennemente, stiamo costruendo la nostra realtà anziché sorbirci quella che - per responsabilità anche nostre - ci stiamo sorbendo.

L'inganno, almeno per come la vivo io, è "constatare" come vanno le cose, metterle sotto il vetrino, credendole vere, e castrando gli impulsi verso il cambiamento che si muovono più o meno sottoterra da tanto tempo. Perché non sono allineati con ciò che vedo.

Della serie: "Intanto non è vero" o "eccone un'altra che mi direbbe di no", ecc. ecc.

Ci sono persone - che invidio profondamente - le quali, pur con mancanze più o meno palesi, sono talmente convinte del proprio valore, hanno un proprio senso di "realtà" molto più solido della realtà che il mondo proporrebbe loro di default, e riescono a ottenere dei risultati altrimenti impensabili.

Quella è libertà, quello è potere.


Ma bisogna uscire dall'"inganno". E crearne un altro, favorevole per noi.

Qualcuno si ritrova?

Per me è e sarà durissima, ma voglio provarci. Magari cambio pure nick, non mi aiuta :D

TheProphet 26-08-2016 00:21

Mi ritrovo totalmente. Ammetto però che sei stato più riflessivo di me, perchè è un argomento che io ho scoperto con la psicoterapia e non da solo. Ho sempre creduto che la realtà fosse quella che vedo io nella mia mente, e ancora lo credo a dir la verità, quella in cui gli altri mi vedono come mi vedo io, l'insicuro, quello che non ha fatto le esperienze che si richiedono alla mia età, con scarsa autostima.. quando invece potrebbe tranquillamente essere il contrario, cioè che dall'esterno appaio ne più ne meno come gli altri, con caratteristiche che possono piacere o non piacere come tutti. Il problema sorge perché poi, non so quanto inconsciamente, metto in pratica tutte quelle cose che aiutano a incarnarmi nella figura del super sfigato ,solitario e incapace. Ed ecco che è partito il circolo vizioso.

filosofo 26-08-2016 00:27

Re: Dr Phobic e Mr Movida - uscire dall'inganno
 
Quote:

Originariamente inviata da TheProphet (Messaggio 1778107)
Mi ritrovo totalmente. Ammetto però che sei stato più riflessivo di me, perchè è un argomento che io ho scoperto con la psicoterapia e non da solo. Ho sempre creduto che la realtà fosse quella che vedo io nella mia mente, e ancora lo credo a dir la verità, quella in cui gli altri mi vedono come mi vedo io, l'insicuro, quello che non ha fatto le esperienze che si richiedono alla mia età, con scarsa autostima.. quando invece potrebbe tranquillamente essere il contrario, cioè che dall'esterno appaio ne più ne meno come gli altri, con caratteristiche che possono piacere o non piacere come tutti. Il problema sorge perché poi, non so quanto inconsciamente, metto in pratica tutte quelle cose che aiutano a incarnarmi nella figura del super sfigato ,solitario e incapace. Ed ecco che è partito il circolo vizioso.

non potevi spiegarlo meglio... è proprio così.

TheProphet 26-08-2016 00:39

È veramente un impresa.. dopo qualche mese di psicoterapia non ho fatto miglioramenti in tal senso, però tengo duro perché credo anche io che questa sia una delle chiavi per uscirne.

filosofo 26-08-2016 00:49

Re: Dr Phobic e Mr Movida - uscire dall'inganno
 
Quote:

Originariamente inviata da TheProphet (Messaggio 1778119)
È veramente un impresa.. dopo qualche mese di psicoterapia non ho fatto miglioramenti in tal senso, però tengo duro perché credo anche io che questa sia una delle chiavi per uscirne.

Ma guarda, banalmente, non so se ad esempio ti hanno mai dato indicazioni sulla postura, sul guardare negli occhi le persone per più tempo.. cose del genere.

Una buona soluzione può essere segnarsi su un diario eventuali feedback positivi in seguito all'adozione dei nuovi comportamenti.
Lasciando da parte il negativo, o convertendolo sotto forma di osservazione per fare ancora meglio nelle prossime occasioni.

Quando le pagine cominciano a diventare tante e le passi in rassegna, è un grosso rinforzo emotivo e ti stimola a perseguire la strada del cambiamento su cui ti sei avviato.

TheProphet 26-08-2016 01:13

Al massimo mi sono appuntato ogni sera la cosa più positiva fatta durante la giornata. Difficile andare oltre le 2 settimane di annotazioni per chi fa una vita piatta come la mia. Mi sembra più interessante quello che proponi tu.

DownwardSpiral2 26-08-2016 01:14

Re: Dr Phobic e Mr Movida - uscire dall'inganno
 
Mi ci ritrovo anch'io...il problema è che pur cercando di costruire qualche "credenza funzionale" poi in varie situazioni anche se sai cosa vorresti/dovresti fare per sentirti in "l'idea" che hai di te stesso, spesso i blocchi te lo impediscono e la frustrazione conseguita demotiva dal cercare situazioni che ti mettano alla prova (zona southern_comfort). Bisogna continuare a provare.

XL 26-08-2016 01:32

Re: Dr Phobic e Mr Movida - uscire dall'inganno
 
Per me risulta difficile soprattutto cambiare modo di vivere e non mi ritrovo in questa descrizione qua.

Io sono convinto che una persona che vive in certi modi attualmente non riceverà feedback sociali positivi, di questo sono convinto.
Direi che risulta ovvio che se si cambia modo di vivere si riceveranno feedback positivi, ma di questo sono già convinto ora anche io, non è che devo esser persuaso.

Se mi dici "è soltanto una tua convinzione relativa al tuo valore attuale che produce questi effetti", poi coerentemente non dovrai suggerirmi di modificare comportamento e modo di vivere, perché se mi suggerisci questo allora direi che non è più vero che era la convinzione sul mio valore a produrre certi effetti, ere il mio modo di vivere effettivo che produceva questi effetti.

Secondo me si scambia un effetto per causa. Nel momento in cui riesco a modificare il mio modo di vivere e certi comportamenti risulta ovvio che riceverò poi feedback positivi e che attribuirò a me stesso un altro valore sociale. Ma è una convinzione a posteriori. Prima si cambia, poi si rafforza la convinzione in funzione del cambiamento. Se sei convinto di esser perfetto adesso, che motivi avresti per cambiare in qualsiasi senso?
Se cambi solo la convinzione relativa al tuo valore senza cambiare effettivamente altro perché mai dovresti ricevere feedback positivi che prima non ricevevi? La sola convinzione di esser perfetto e di avere il massimo valore sociale ti renderebbe tale agli occhi degli altri? :nonso:

Ecco, io mi sforzo pure, ma non riesce a convincermi questa cosa qua perché delle persone con certi disturbi mentali convinte di avere un gran valore che poi non gli viene riconosciuto (e i cosiddetti feedback positivi non ci sono) ce ne sono molte.

E' vero che io valuto il mio valore sociale in funzione del mio modo di vivere (nel senso che quanto più questo risulta armonico con i giudizi sociali più feedback positivi riceverò) ma non è vero che il mio modo di vivere (qualunque esso sia) verrà valutato positivamente dalle altre persone soltanto in funzione del valore positivo che gli autoattribuisco. Posso negoziare un po' con gli altri, questo sì, ma anche qua è una questione di strategia (modo di comportarmi) e non di convinzione.

filosofo 26-08-2016 01:57

Re: Dr Phobic e Mr Movida - uscire dall'inganno
 
Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 1778138)

Se mi dici "è soltanto una tua convinzione relativa al tuo valore attuale che produce questi effetti", poi coerentemente non dovrai suggerirmi di modificare comportamento e modo di vivere, perché se mi si suggerisce questo allora direi che non è più vero che era la convinzione sul mio valore a produrre certi effetti, è il mio modo di vivere effettivo che produce questi effetti.

All' 1.48 di notte con decine di ore di sonno da recuperare, mi vengono in mente due possibili percorsi:

1 - lavoro sulla creazione della mia nuova realtà personale, partendo dal mio mondo interiore e portando all'esterno una versione più funzionale di me stesso, che riceverà feedback diversi (tendenzialmente più positivi)

2 - c'è un filone psicoterapeutico che fa uso abbondante di stratagemmi per permettere al paziente di confrontarsi con le proprie paure bypassando la ragione e innescando quindi delle esperienze emozionali correttive. In quest'ultimo caso gli effetti vanno fisiologicamente a determinare un cambiamento nelle cause.

A intuito penso che il secondo approccio sia piuttosto performante per i casi in cui la persona è fortemente bloccata, impermeabile alle argomentazioni razionali.

Black_ 26-08-2016 03:35

Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 1778138)
Per me risulta difficile soprattutto cambiare modo di vivere e non mi ritrovo in questa descrizione qua.

Io sono convinto che una persona che vive in certi modi attualmente non riceverà feedback sociali positivi, di questo sono convinto.
Direi che risulta ovvio che se si cambia modo di vivere si riceveranno feedback positivi, ma di questo sono già convinto ora anche io, non è che devo esser persuaso.

Se mi dici "è soltanto una tua convinzione relativa al tuo valore attuale che produce questi effetti", poi coerentemente non dovrai suggerirmi di modificare comportamento e modo di vivere, perché se mi suggerisci questo allora direi che non è più vero che era la convinzione sul mio valore a produrre certi effetti, ere il mio modo di vivere effettivo che produceva questi effetti.

Secondo me si scambia un effetto per causa. Nel momento in cui riesco a modificare il mio modo di vivere e certi comportamenti risulta ovvio che riceverò poi feedback positivi e che attribuirò a me stesso un altro valore sociale. Ma è una convinzione a posteriori. Prima si cambia, poi si rafforza la convinzione in funzione del cambiamento. Se sei convinto di esser perfetto adesso, che motivi avresti per cambiare in qualsiasi senso?
Se cambi solo la convinzione relativa al tuo valore senza cambiare effettivamente altro perché mai dovresti ricevere feedback positivi che prima non ricevevi? La sola convinzione di esser perfetto e di avere il massimo valore sociale ti renderebbe tale agli occhi degli altri? :nonso:

Ecco, io mi sforzo pure, ma non riesce a convincermi questa cosa qua perché delle persone con certi disturbi mentali convinte di avere un gran valore che poi non gli viene riconosciuto (e i cosiddetti feedback positivi non ci sono) ce ne sono molte.

E' vero che io valuto il mio valore sociale in funzione del mio modo di vivere (nel senso che quanto più questo risulta armonico con i giudizi sociali più feedback positivi riceverò) ma non è vero che il mio modo di vivere (qualunque esso sia) verrà valutato positivamente dalle altre persone soltanto in funzione del valore positivo che gli autoattribuisco. Posso negoziare un po' con gli altri, questo sì, ma anche qua è una questione di strategia (modo di comportarmi) e non di convinzione.

Comportamento e convinzione sono entrambe causa ed effetto l'un dell'altro!
È per questo che può essere sia un circolo vizioso che virtuoso, in base alla direzione.
Entrambi sono essenziali per il cambiamento, entrambi necessari.
Non si cambia pensando di cambiare, e non ci si comporta diversamente se non lo si vuole.
E in effetti è molto più semplice di quello che sembra: come ci siamo formati fino ad adesso? Appunto attraverso esperienze e convinzioni, che abbiamo fatto e che facciamo senza neanche saperlo.
Quindi cosa bisogna fare per cambiare modo di vivere? Farlo effettivamente tanto per iniziare: se non cambiamo atteggiamento, se non cambiamo azioni, se non cambiamo niente, allora non accadrà niente.
Io l'ho già fatto qualche tempo fa. Non è facile, ci vuole coraggio, e non si risolvono tutti i problemi del mondo.

Per filosofo: si è vero, anche io ho avuto modo di conoscere queste persone, e anche io le invidio profondamente.
Ma se hanno tali convinzioni(che anche io vorrei avere) è perchè hanno avuto determinate esperienze. Per questo è molto importante l'ambiente in cui vivi, le esperienze che hai fatto, le persone che frequenti. Educazione, crescita, famiglia e quant'altro.

Mi fermo qua, ciao.

XL 26-08-2016 08:35

Re: Dr Phobic e Mr Movida - uscire dall'inganno
 
Quote:

Originariamente inviata da filosofo (Messaggio 1778143)
All' 1.48 di notte con decine di ore di sonno da recuperare, mi vengono in mente due possibili percorsi:

1 - lavoro sulla creazione della mia nuova realtà personale, partendo dal mio mondo interiore e portando all'esterno una versione più funzionale di me stesso, che riceverà feedback diversi (tendenzialmente più positivi)

2 - c'è un filone psicoterapeutico che fa uso abbondante di stratagemmi per permettere al paziente di confrontarsi con le proprie paure bypassando la ragione e innescando quindi delle esperienze emozionali correttive. In quest'ultimo caso gli effetti vanno fisiologicamente a determinare un cambiamento nelle cause.

A intuito penso che il secondo approccio sia piuttosto performante per i casi in cui la persona è fortemente bloccata, impermeabile alle argomentazioni razionali.

Ti riporto il meccanismo che si innesca quando faccio cose del genere. Provocato da muttley sto provando nuovamente a contattare persone in certi siti di incontri, insomma provo ad espormi, ma che succede quando faccio queste cose?

Penso di poter ottenere di più e di essere una persona che ha maggiore valore sociale -> mi espongo -> non ottengo quel che dovrei ottenere esponendomi secondo la nuova prospettiva più ottimistica del valore da attribuire a me stesso (che per un certo periodo va a sostituire l'altra, perché se credessi di valer come prima sicuramente io non mi esporrei neanche) -> Dopo tutto questo processo però poi cosa deduco? Che la convinzione "credo di avere più valore sociale di quello che mi attribuivo" è falsa e non viene affatto rinforzata ma indebolita ancora di più dal tentativo di esposizione fatto in questo modo.

Si mette in dubbio qualcosa e si prova, ma se questi feedback non arrivano bisogna dedurre che si deve cambiare anche qualcos'altro, e che non dipendeva tutto dalla credenza relativa al valore. Supponi che questi feedback ci saranno grazie a questa convinzione sul valore... E se poi non ci sono comunque quando la persona si espone in modo più fiducioso? :nonso:

Se portare all'esterno qualcosa di più funzionale significa modificare il proprio aspetto, certi comportamenti, o il proprio status economico, il problema poi consiste nel riuscire a far queste cose qua e non nel modificare una credenza a monte sul proprio valore sociale che magari ci spingerà solo ad esporci senza aver cambiato nulla riproducendo lo stesso meccanismo che ci ha portati al punto in cui ci troviamo ora. Se ci si convince di valere e ci si espone in certe condizioni e situazioni senza aver cambiato altro (quell'altro che questo valore sociale lo va a modificare davvero) si riceveranno dei rifiuti comunque e si torna al punto di partenza secondo me.

Questo sistema funziona e può sbloccare qualcosa se ci sono poi i feedback positivi senza doversi sforzare di cambiare aspetto, stile di vita e cose del genere. Può essere usato in situazioni di lieve gravità secondo me o in situazioni in cui ci sono delle credenze false fortemente scollate (in modo irrealisticamente pessimista) dal modo in cui si viene percepiti e valutati.

Il tuo discorso iniziale verteva su delle convinzioni sul proprio valore (sociale), in quest'ultimo caso descritto invece non si ha a che fare con convinzioni ma con modi di comportarsi ed essere che non è detto dipendando direttamente da certe convinzioni relative al valore sociale che una persona si attribuisce adesso.

black_mirror 26-08-2016 08:45

Re: Dr Phobic e Mr Movida - uscire dall'inganno
 
Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 1778161)
Ti riporto il meccanismo che si innesca quando faccio cose del genere. Provocato da muttley sto provando nuovamente a contattare persone in certi siti di incontri, insomma provo ad espormi, ma che succede quando faccio queste cose?

Penso di poter ottenere di più -> mi espongo -> non ottengo quel che dovrei ottenere esponendomi secondo la nuova prospettiva più ottimistica di me stesso (che per un certo periodo va a sostituire l'altra, perché se credessi di fallire sicuramente io non mi esporrei neanche) -> Dopo tutto questo processo però poi cosa deduco? Che la convinzione "credo di poter ottenere di più adesso così come sono" era scorretta, e viene anche rinforzata dal tentativo di esposizione fatto in questo modo.


Secondo me dovresti pensarla così:
con la concezione normale di me stesso non mi espongo quindi la possibilita' di realizzare il mio scopo è pari allo 0.
con la concezione ottimistica di me stesso mi espongo quindi la possibilita' di realizzare il mio scopo è maggiore di 0.

TheProphet 26-08-2016 10:23

Io l ho capita così: la concezione pessimistica di se stessi porta ad agire per realizzare quell'Io brutto e sfigato che pensiamo di essere. Quindi entrambe le cose (pensare negativo e cambiare modo di vivere) sono sia cause che conseguenze.

cancellato16573 26-08-2016 10:35

Re: Dr Phobic e Mr Movida - uscire dall'inganno
 
Io credo che il nostro rapporto con il reale, sia interamente fatto di percezioni, che a volte sono giustamente adattative (non faccio il bagno perché avverto che l'acqua è troppo fredda, oppure m'intono all'umore di un gruppo), altre volte sono erronee e inducono convinzioni erronee (a Pasquale sto antipatico -e non è vero-).

A volte non é la realtà che non va bene, ma le nostre informazioni e le conclusioni che ne traiamo.

XL 26-08-2016 10:43

Re: Dr Phobic e Mr Movida - uscire dall'inganno
 
Quote:

Originariamente inviata da black_mirror (Messaggio 1778163)
Secondo me dovresti pensarla così:
con la concezione normale di me stesso non mi espongo quindi la possibilita' di realizzare il mio scopo è pari allo 0.
con la concezione ottimistica di me stesso mi espongo quindi la possibilita' di realizzare il mio scopo è maggiore di 0.

Con la differenza che però comunque consumo risorse e poi divento frustrato quando fallisco, devo mettere in conto anche questo.
Anche se gioco alla lotteria le probabilità sono maggiori di zero di vincere rispetto a quando non gioco proprio però se non vinco praticamente mai poi i soldi investiti li perdo comunque. Finché investi poco ci può anche stare, ma se poi devi investire di più e non guadagni nulla o molto poco (dal tuo punto di vista soggettivo) rispetto a quello che investi, anche se le probabilità di vincere non sono nulle investendo in certi modi, io penso che non convenga neanche più investire nella possibilità di vincere.
In effetti dicono che non conviene giocare proprio a giochi come il superenalotto proprio per questo. Se non giochi non hai la possibilità di vincere (probabilità uguale a 0), se giochi un biglietto questa possibilità c'è (probabilità diversa da 0), e seguendo il tuo ragionamento dovrebbe convenire giocare, ma è proprio questo ragionamento fallace che permette a chi mette su questi giochetti di arricchirsi.
Io se guadagno poco invece poi mi incazzo comunque, forse sto addirittura peggio di quando non investo perché penso che il gioco non valga la candela, non so voi.
Se investi delle risorse in relazione ad un guadagno atteso e il guadagno atteso non c'è non piombi in una posizione psicologica positiva quando questo guadagno è inferiore a quello atteso, anche se non è nullo.

Anche se guadagni qualcosa ma non lo ritieni proporzionale ai tuoi sforzi stai male comunque. Si focalizza sempre l'attenzione sul caso che riesce, ma la situazione in cui c'è un caso che riesce contro un milione è ben diversa dalla situazione in cui c'è un caso che riesce contro due o tre.

Io sono motivato ad agire (perché consumo comunque risorse nel far questo) in relazione al guadagno atteso, se non c'è questo guadagno o risulta inferiore a quello atteso la mia motivazione ad agire va a farsi benedire poi.

Mi sono accorto di funzionare così, quel che investo dipende dalle probabilità con valuto di poter ottenere qualcosa, non semplicemente dal fatto che sia possibile ottenere questo qualcosa. Se dopo un po' non lo ottengo nella misura in cui mi aspetto di ottenerla in base al mio investimento, questo investimento lo ritiro o investo davvero molto meno.

Da'at 26-08-2016 11:01

Re: Dr Phobic e Mr Movida - uscire dall'inganno
 
Quote:

Originariamente inviata da filosofo (Messaggio 1778124)
Ma guarda, banalmente, non so se ad esempio ti hanno mai dato indicazioni sulla postura, sul guardare negli occhi le persone per più tempo.. cose del genere.

Una buona soluzione può essere segnarsi su un diario eventuali feedback positivi in seguito all'adozione dei nuovi comportamenti.
Lasciando da parte il negativo, o convertendolo sotto forma di osservazione per fare ancora meglio nelle prossime occasioni.

Quando le pagine cominciano a diventare tante e le passi in rassegna, è un grosso rinforzo emotivo e ti stimola a perseguire la strada del cambiamento su cui ti sei avviato.

Sono scettico, ste cose le ho provate, con risultati non soddisfacenti alle aspettative.

I migliori miglioramenti che sono riuscito a migliorare sono stati quelli avvenuti senza alcuno sforzo, semplicemente sbocciati dalle circostanze.


Un fiume che scende da un monte cercherà il percorso più semplice per arrivare al mare. Se trova un ostacolo lo aggira. E se gli ostacoli sono tanti, si fà lago.

varykino 26-08-2016 11:03

Re: Dr Phobic e Mr Movida - uscire dall'inganno
 
ognuno ha la propria realtà , quante volte hai fatto qualcosa pensando di farla nel modo esatto e invece stavi facendo tutt altro?

quante volte hai cantato in macchina credendo di cantare come freddy mercury? invece poi venivi registrato e sembravi un capovaccaio ferito? :sisi:

questo per dire che puoi agire come vuoi , ma ognuno avrà una visione di quello che fai in modo diverso e non puoi controllarla sta cosa .

bhoo 26-08-2016 11:05

Quote:

Originariamente inviata da filosofo (Messaggio 1778086)
Un subdolo inganno, teso dalla nostra parte razionale, è quello del "constatare".
Cercare il vero anziché crearlo.

Questa è una cosa che mi fotte in cervello da almeno 14 anni filati.

Noi non facciamo una reale esperienza del "vero", specialmente in ambito sociale.
Osserviamo ciò che accade con la sensazione di captare tutto, mentre in realtà stiamo applicando una serie di filtri, frutto delle nostre capacità sensoriali e di quello che trovo comodo definire come "assetto mentale", determinato da genetica, imprinting ricevuti, educazione, vissuto esperienziale, convinzioni, valori di riferimento, ecc. ecc.


Cosa significa questo, in soldoni?
Che potremmo passare - senza particolari sensi di colpa - dal cercare ciò che è vero al cercare (o meglio, creare) ciò che ci è funzionale.

Significa che potremmo costruirci una serie di convinzioni e un'autoimmagine che giochino a nostro favore, anziché effettuare constatazioni - pur sempre improprie in linea di principio - che magari ci remano contro.

In un certo senso, significa andare oltre la "realtà" per come ci appare e prendere il controllo di ciò che pensiamo e crediamo, e questo ci permetterebbe a sua volta di poter esercitare un effetto trasformativo sulla "realtà", in questo caso a nostro favore.

Tradotto,
se Dr Phobic con enorme pazienza ed esercizio riesce ad abbracciare l'identità di Mr Movida (il figobullo a cui molti anelano), stiamo esercitando un impatto proattivo sulla realtà, e otterremo dei feedback diversi, delle esperienze diverse, con tutto il corredo di conseguenze.
Anche se non saremo il Mr Movida perfetto.
Magari non lo saremo mai, e potrebbe non essere così importante, peraltro...
Qui si tratta sostanzialmente di cominciare a invertire il senso di marcia, fare piccoli passi per prendere slancio. E possiamo farlo "forzando" un pò le cose. Viceversa, sarà molto difficile.

Solennemente, stiamo costruendo la nostra realtà anziché sorbirci quella che - per responsabilità anche nostre - ci stiamo sorbendo.

L'inganno, almeno per come la vivo io, è "constatare" come vanno le cose, metterle sotto il vetrino, credendole vere, e castrando gli impulsi verso il cambiamento che si muovono più o meno sottoterra da tanto tempo. Perché non sono allineati con ciò che vedo.

Della serie: "Intanto non è vero" o "eccone un'altra che mi direbbe di no", ecc. ecc.

Ci sono persone - che invidio profondamente - le quali, pur con mancanze più o meno palesi, sono talmente convinte del proprio valore, hanno un proprio senso di "realtà" molto più solido della realtà che il mondo proporrebbe loro di default, e riescono a ottenere dei risultati altrimenti impensabili.

Quella è libertà, quello è potere.


Ma bisogna uscire dall'"inganno". E crearne un altro, favorevole per noi.

Qualcuno si ritrova?

Per me è e sarà durissima, ma voglio provarci. Magari cambio pure nick, non mi aiuta :D

Leggi Nardone?
Recentemente ho letto un suo articolo, che parlava più o meno della stessa cosa.
Però li non diceva di prendere un altra persona come "modello" da seguire, per dare l'input al cambiamento, ma di
crearcelo noi stessi, immaginando come saremmo se non fossimo nella nostra condizione attuale. Ad esempio immaginando come saremmo domani, se durante la notte fosse accaduto un "miracolo" che ci ha liberati dalle paure. E di cercare di orientare il nostro comportamento e i nostri pensieri in quel senso: cercare di comportarci "come se" ad es. fossimo guariti.

Io ci provo :) alla fine non ho niente da perdere......

black_mirror 26-08-2016 11:57

Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 1778195)
Con la differenza che però comunque consumo risorse e poi divento frustrato quando fallisco, devo mettere in conto anche questo.
Anche se gioco alla lotteria le probabilità sono maggiori di zero di vincere rispetto a quando non gioco proprio però se non vinco praticamente mai poi i soldi investiti li perdo comunque. Finché investi poco ci può anche stare, ma se poi devi investire di più e non guadagni nulla o molto poco (dal tuo punto di vista soggettivo) rispetto a quello che investi, anche se le probabilità di vincere non sono nulle investendo in certi modi, io penso che non convenga neanche più investire nella possibilità di vincere.
In effetti dicono che non conviene giocare proprio a giochi come il superenalotto proprio per questo. Se non giochi non hai la possibilità di vincere (probabilità uguale a 0), se giochi un biglietto questa possibilità c'è (probabilità diversa da 0), e seguendo il tuo ragionamento dovrebbe convenire giocare, ma è proprio questo ragionamento fallace che permette a chi mette su questi giochetti di arricchirsi.
Io se guadagno poco invece poi mi incazzo comunque, forse sto addirittura peggio di quando non investo perché penso che il gioco non valga la candela, non so voi.
Se investi delle risorse in relazione ad un guadagno atteso e il guadagno atteso non c'è non piombi in una posizione psicologica positiva quando questo guadagno è inferiore a quello atteso, anche se non è nullo.

Anche se guadagni qualcosa ma non lo ritieni proporzionale ai tuoi sforzi stai male comunque. Si focalizza sempre l'attenzione sul caso che riesce, ma la situazione in cui c'è un caso che riesce contro un milione è ben diversa dalla situazione in cui c'è un caso che riesce contro due o tre.

Io sono motivato ad agire (perché consumo comunque risorse nel far questo) in relazione al guadagno atteso, se non c'è questo guadagno o risulta inferiore a quello atteso la mia motivazione ad agire va a farsi benedire poi.

Mi sono accorto di funzionare così, quel che investo dipende dalle probabilità con valuto di poter ottenere qualcosa, non semplicemente dal fatto che sia possibile ottenere questo qualcosa. Se dopo un po' non lo ottengo nella misura in cui mi aspetto di ottenerla in base al mio investimento, questo investimento lo ritiro o investo davvero molto meno.


Si sotto questo punto di vista hai ragione, quando spendi tanto per riuscire in qualcosa e alla fine non va in porto è dura riprendersi e guardare oltre. Il binomio tra il superenalotto e l'ottenere qualcosa non mi è piaciuto molto perché sono probabilità molto diverse (pensa che la probabilità di vincere il montepremi al superenalotto è una su 622 milioni), secondo me nella maggior parte delle volte è meglio tentare anche sapendo che c'è il rischio di fallire. È un po' come la vita, alla fine tutti "saranno sconfitti" ma questo non ci ferma nel realizzare i nostri obbiettivi e credo che non ci sia niente di più gratificante che realizzarsi.

cancellato17198 26-08-2016 12:12

Re: Dr Phobic e Mr Movida - uscire dall'inganno
 
Per fare ciò che hai detto, bisogna avere stabilità mentale e un'alta autostima, mica niente. Per le persone deboli, essere se stessi vuol dire essere ciò che gli altri pensano di noi (spero di essermi spiegato bene :mrgreen: ). Comunque se vuoi provaci, facci sapere

Black_ 26-08-2016 15:17

Re: Dr Phobic e Mr Movida - uscire dall'inganno
 
Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 1778195)
Con la differenza che però comunque consumo risorse e poi divento frustrato quando fallisco, devo mettere in conto anche questo.
Anche se gioco alla lotteria le probabilità sono maggiori di zero di vincere rispetto a quando non gioco proprio però se non vinco praticamente mai poi i soldi investiti li perdo comunque. Finché investi poco ci può anche stare, ma se poi devi investire di più e non guadagni nulla o molto poco (dal tuo punto di vista soggettivo) rispetto a quello che investi, anche se le probabilità di vincere non sono nulle investendo in certi modi, io penso che non convenga neanche più investire nella possibilità di vincere.
In effetti dicono che non conviene giocare proprio a giochi come il superenalotto proprio per questo. Se non giochi non hai la possibilità di vincere (probabilità uguale a 0), se giochi un biglietto questa possibilità c'è (probabilità diversa da 0), e seguendo il tuo ragionamento dovrebbe convenire giocare, ma è proprio questo ragionamento fallace che permette a chi mette su questi giochetti di arricchirsi.
Io se guadagno poco invece poi mi incazzo comunque, forse sto addirittura peggio di quando non investo perché penso che il gioco non valga la candela, non so voi.
Se investi delle risorse in relazione ad un guadagno atteso e il guadagno atteso non c'è non piombi in una posizione psicologica positiva quando questo guadagno è inferiore a quello atteso, anche se non è nullo.

Anche se guadagni qualcosa ma non lo ritieni proporzionale ai tuoi sforzi stai male comunque. Si focalizza sempre l'attenzione sul caso che riesce, ma la situazione in cui c'è un caso che riesce contro un milione è ben diversa dalla situazione in cui c'è un caso che riesce contro due o tre.

Io sono motivato ad agire (perché consumo comunque risorse nel far questo) in relazione al guadagno atteso, se non c'è questo guadagno o risulta inferiore a quello atteso la mia motivazione ad agire va a farsi benedire poi.

Mi sono accorto di funzionare così, quel che investo dipende dalle probabilità con valuto di poter ottenere qualcosa, non semplicemente dal fatto che sia possibile ottenere questo qualcosa. Se dopo un po' non lo ottengo nella misura in cui mi aspetto di ottenerla in base al mio investimento, questo investimento lo ritiro o investo davvero molto meno.

Non mi piace la similitudine con il superenalotto. In questi gioco è pura "fortuna". Nella vita sociale invece te la giochi tu, sei tu e le tue azioni a determinare se vinci o perdi.
Ma se parti da zero è normale che all'inizio non potrai vincere, non puoi andare avanti sbagliare. Ancora una volta tutto dipende dal tuo atteggiamento. Se per ogni errore ne fai un macigno, allora il pesa del fallimento ti soffocherà e ti toglierà tutte le energie. Se invece prendi, banalmente, la cosa in maniera positiva(sbagliando si impara) allora potrai andare avanti. Per la nostra natura alla fine imparerai a fare quella cosa, per ovvietà di cose (se questo è il tuo obiettivo).

Ho una persona in famiglia che è l'opposto di me (fobico sociale etc). Pensi che non fallisca mai? Fallisce ogni giorno, e molto più di me. Fallisce, si fa male, soffre e piange. Ma va avanti, impara, ha una vita (a differenza di me), ha le sue vittorie. In verità la invidio molto, perchè eccelle in tutto, ottiene quello che vuole, dove molti altri con molte più possibilità di lei, non arrivano.

La paura è secondo me ciò che ci/mi blocca, paura di sbagliare, paura del giudizio altrui, paura di farmi male, paura di fallire. Ma non si può vivere senza fallire, è la vita. E allora spesso scegliamo erroneamente di non vivere.

bhoo 26-08-2016 16:27

Quote:

Originariamente inviata da yuiop. (Messaggio 1778249)
Per le persone deboli, essere se stessi vuol dire essere ciò che gli altri pensano di noi (spero di essermi spiegato bene :mrgreen: ).

Non credo sia esattamente così.
Più che altro ciò che pensiamo, gli altri, pensino di noi :D.
Spesso siamo solo noi a credere di essere giudicati male, o a dare troppo peso ai giudizi.

cancellato17198 26-08-2016 19:45

Re: Dr Phobic e Mr Movida - uscire dall'inganno
 
Quote:

Originariamente inviata da bhoo (Messaggio 1778418)
Non credo sia esattamente così.
Più che altro ciò che pensiamo, gli altri, pensino di noi :D.
Spesso siamo solo noi a credere di essere giudicati male, o a dare troppo peso ai giudizi.

Se su 10 persone tutte ti dicono che sei stronzo, un fondo di verità ci sarà, o no? Eppoi io voglio essere accettato così come sono, non voglio ottenere l'identità di un figobullo, non voglio crearmi nessuna illusione, voglio solo cercare di migliorare i miei difetti. Nessuno mi accetta come sono? Pazienza, morirò solo

argeo.94 26-08-2016 20:38

Re: Dr Phobic e Mr Movida - uscire dall'inganno
 
Quote:

Originariamente inviata da filosofo (Messaggio 1778086)
Ma bisogna uscire dall'"inganno". E crearne un altro, favorevole per noi.

Qualcuno si ritrova?

Per me è e sarà durissima, ma voglio provarci. Magari cambio pure nick, non mi aiuta :D

Ho vissuto nell'inganno per anni e anni, poi ho avuto un periodo di ***** e mi sono guardato finalmente allo specchio (metaforicamente, altrimenti lo specchio si sarebbe rotto). Non è stato piacevole!
E da anni che provo a costruire la realtà a noi favorevole, come dici tu, e in parte ci sono riuscito, ma penso che da soli sia complicato, e forse troppo lungo come processo. Ho sempre pensato che sia più utile lavorarci su in terapia, ma non ho mai avuto il coraggio di andare da uno psicoterapeuta, quindi boh...fammi sapere se ci riesci xd

P.S. Si il nome non aiuta :cool:

XL 26-08-2016 23:41

Re: Dr Phobic e Mr Movida - uscire dall'inganno
 
Quote:

Originariamente inviata da Black_ (Messaggio 1778367)
Non mi piace la similitudine con il superenalotto. In questi gioco è pura "fortuna". Nella vita sociale invece te la giochi tu, sei tu e le tue azioni a determinare se vinci o perdi.
Ma se parti da zero è normale che all'inizio non potrai vincere, non puoi andare avanti sbagliare. Ancora una volta tutto dipende dal tuo atteggiamento. Se per ogni errore ne fai un macigno, allora il pesa del fallimento ti soffocherà e ti toglierà tutte le energie. Se invece prendi, banalmente, la cosa in maniera positiva(sbagliando si impara) allora potrai andare avanti. Per la nostra natura alla fine imparerai a fare quella cosa, per ovvietà di cose (se questo è il tuo obiettivo).

Ho una persona in famiglia che è l'opposto di me (fobico sociale etc). Pensi che non fallisca mai? Fallisce ogni giorno, e molto più di me. Fallisce, si fa male, soffre e piange. Ma va avanti, impara, ha una vita (a differenza di me), ha le sue vittorie. In verità la invidio molto, perchè eccelle in tutto, ottiene quello che vuole, dove molti altri con molte più possibilità di lei, non arrivano.

La paura è secondo me ciò che ci/mi blocca, paura di sbagliare, paura del giudizio altrui, paura di farmi male, paura di fallire. Ma non si può vivere senza fallire, è la vita. E allora spesso scegliamo erroneamente di non vivere.

Quel che blocca me non è soltanto la paura è anche la frustrazione e la sensazione di fatica nell'affrontare certe cose. Poi secondo me non è vero in generale che sbagliando si impara, perché se sbagli e non riesci ad individuare cosa va cambiato e corretto risbagli di nuovo.
Io da ragazzino intenzione di imparare a giocare a pallone (faccio un esempio) ce l'avevo, ma sbagliavo e risbagliavo e comunque non è che miglioravo, e giocavo come gli altri, non me ne tornavo a casa o mi occupavo di altro o mi ritiravo, insistevo pure (un po' come Charlie Brown con gli aquiloni).
Alla sera piangevo pensando al fatto che mi prendevano in giro perché ero una schiappa, e in un certo senso soffrivo per la cosa, ma comunque non miglioravo come avrei voluto. Sopportavo più frustrazione di altre persone e ottenevo comunque di meno... E così secondo te poi uno resta soddisfatto? :nonso:
Mi esponevo ma quel che volevo comunque non lo ottenevo. Sono diventato come sono diventato proprio perché di vittorie non ne ho ottenute, avanti ci vai comunque perché a morire non muori, ma quel che vuoi mica è detto che lo ottieni, quel che si ottiene è una piccola stanzetta di tortura, e va benissimo se sei masochista. Anche quando stavo più a contatto con gli altri io una vita comunque non l'avevo, per me quella vita non era vita. Paradossalmente sono stato meglio dopo, quando mi sono esposto di meno e senza tanto ottimismo, per questo non sono così convinto che eliminare certi tipi di difese da certe forme di frustrazione sia l'idea più geniale se non si riesce a rafforzare prima altro. Il timore che si ripetesse lo stesso copione è sopraggiunta poi in seguito proprio perché quella fiducia che avevo all'inizio non c'è stato più modo di ripristinarla e sinceramente non so mica se sia un bene che ritorni, devo pur difendermi da queste imprese del cavolo che non solo non mi portano a nulla, ma non mi fanno neanche godere di quel poco di cui potrei godere.

Black_ 27-08-2016 00:33

Re: Dr Phobic e Mr Movida - uscire dall'inganno
 
Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 1778749)
Quel che blocca me non è soltanto la paura è anche la frustrazione e la sensazione di fatica nell'affrontare certe cose. Poi secondo me non è vero in generale che sbagliando si impara, perché se sbagli e non riesci ad individuare cosa va cambiato e corretto risbagli di nuovo.
Io da ragazzino intenzione di imparare a giocare a pallone (faccio un esempio) ce l'avevo, ma sbagliavo e risbagliavo e comunque non è che miglioravo, e giocavo come gli altri, non me ne tornavo a casa o mi occupavo di altro o mi ritiravo, insistevo pure (un po' come Charlie Brown con gli aquiloni).
Alla sera piangevo pensando al fatto che mi prendevano in giro perché ero una schiappa, e in un certo senso soffrivo per la cosa, ma comunque non miglioravo come avrei voluto. Sopportavo più frustrazione di altre persone e ottenevo comunque di meno... E così secondo te poi uno resta soddisfatto? :nonso:
Mi esponevo ma quel che volevo comunque non lo ottenevo.

Si questo lo so, la storia che sbagliando si impara è una mezza scusa per prendere la cosa positivamente. Ma solo mezza. In verità si sbaglia e si soffre, fallire è sempre doloroso.
Ma io parto di un idea di fondo a cui credo: non c'è niente che non possiamo imparare, non c'è niente a cui non possiamo abituarci, se vogliamo. Le persone di successo, chi eccelle nel proprio settore, chi svolge attività che sembrano chissà cosa, etc, sono sempre persone, sono solamente abituate a fare quello che fanno.
È come quando alcuni ignoranti dicono ai bambini che portano brutti risultati in certe materie che quest'ultimi non sono portati per questa o quella materia. Ma non diciamo scemenze...sono tutti limiti psicologici.

In riferimento al tuo esempio non c'entra il fatto che soffrivi di più per cui dovevi ottenere più risultati. I risultati migliori li ottiene chi sta bene, chi è felice, e non chi si arrabbia o si deprime. Triste ma vero. È, come ho già detto, un circolo virtuoso/vizioso. Dipende da come affrontiamo le situazioni.
L'unico a non sbagliare è chi non prova mai. Ma chi non prova mai non gioca mai.

La sensazione di fatica di cui parli proviene dall'atteggiamento. Evidentemente è una forzatura, non lo vuoi veramente. E il nostro cervello risponde cosi.

Quest'anno ci ho provato con tre ragazze. È stato un fallimento con tutte e tre. Ho sofferto molto per la prima...e anche per la seconda. Meno per la terza. Ad ogni sbaglio ho imparato qualcosa. Alcune giuste altre forse sbagliate...ma poco importa, sono esperienze. E adesso...non mi sono pentito di provarci, anzi. E credimi, in tutti e tre i casi, alla fine non ero certo soffisfatto del mio fallimento.
Non dovrei provarci più? Non diciamo scemenze :D

Cambiare non è mai semplice e all'inizio è pura tortura, come una doccia fredda. Ma superata questa ci sentiremo diversi, rinati.

Questa è la mia idea. :)

XL 27-08-2016 09:23

Re: Dr Phobic e Mr Movida - uscire dall'inganno
 
Quote:

Originariamente inviata da Black_ (Messaggio 1778766)
Si questo lo so, la storia che sbagliando si impara è una mezza scusa per prendere la cosa positivamente. Ma solo mezza. In verità si sbaglia e si soffre, fallire è sempre doloroso.
Ma io parto di un idea di fondo a cui credo: non c'è niente che non possiamo imparare, non c'è niente a cui non possiamo abituarci, se vogliamo. Le persone di successo, chi eccelle nel proprio settore, chi svolge attività che sembrano chissà cosa, etc, sono sempre persone, sono solamente abituate a fare quello che fanno.
È come quando alcuni ignoranti dicono ai bambini che portano brutti risultati in certe materie che quest'ultimi non sono portati per questa o quella materia. Ma non diciamo scemenze...sono tutti limiti psicologici.

In riferimento al tuo esempio non c'entra il fatto che soffrivi di più per cui dovevi ottenere più risultati. I risultati migliori li ottiene chi sta bene, chi è felice, e non chi si arrabbia o si deprime. Triste ma vero. È, come ho già detto, un circolo virtuoso/vizioso. Dipende da come affrontiamo le situazioni.
L'unico a non sbagliare è chi non prova mai. Ma chi non prova mai non gioca mai.

La sensazione di fatica di cui parli proviene dall'atteggiamento. Evidentemente è una forzatura, non lo vuoi veramente. E il nostro cervello risponde cosi.

Quest'anno ci ho provato con tre ragazze. È stato un fallimento con tutte e tre. Ho sofferto molto per la prima...e anche per la seconda. Meno per la terza. Ad ogni sbaglio ho imparato qualcosa. Alcune giuste altre forse sbagliate...ma poco importa, sono esperienze. E adesso...non mi sono pentito di provarci, anzi. E credimi, in tutti e tre i casi, alla fine non ero certo soffisfatto del mio fallimento.
Non dovrei provarci più? Non diciamo scemenze :D

Cambiare non è mai semplice e all'inizio è pura tortura, come una doccia fredda. Ma superata questa ci sentiremo diversi, rinati.

Questa è la mia idea. :)

Posso sapere cosa hai imparato nei tre casì? Magari ci torna utile.

Ma per abituarsi come si fa? :nonso:
Io anche se mi espongo in qualsiasi contesto possibile ed immaginabile non mi abituo a certe cose. In certi contesti specifici invece mi sono abituato ed è per questo che adesso qualche amico ce l'ho, se no non avrei neanche questo. Per questo non mi convince quello che dici.


In base alla mia personale esperienza in generale non è vero che ci si abitua a tutto come qualsiasi altro tipo di persona. Anche i sistemi per imparare a far qualcosa possono risultare scorretti per qualcuno. Piazza una persona in un ambiente e si adatta, piazzane un'altra e il processo non si avvia, la spiegazione "la seconda non voleva adattarsi" secondo me non dà alcuna informazione su come si potrebbe intervenire.

Comunque se non voglio veramente certe cose e da questo dipende la mia sensazione di fatica, qua c'è un problema di motivazione e non più di credenze, il problema non consiste allora nel convincermi che ero capace di giocare come maradona, è ben diverso. Che poi se non vuoi fare qualcosa... Che dovresti fare? Decidere di volerlo? E questa decisione quale cavolo di volontà dovrebbe prenderla visto che la mia pare si opponga? (in base a quel che dici)

Io penso comunque che non c'entri nulla questa cosa e in quel settore i miei margini di miglioramento erano comunque esigui, bisogna scegliere anche come e dove investire per riuscire secondo me e certe persone non lo afferrano o lo afferrano tardi.

Magari ero un talento musicale al pianoforte, ma se nessuno ti ha insegnato da ragazzino a suonare uno strumento del genere la disparità che si viene a creare con gli altri in seguito non la riesci più a colmare. Ora io a 40 anni secondo te posso riuscire ad imparare a suonare il pianoforte e risultare competitivo con le persone impiegate in questo settore?
Basta che mi barcameno e si risolve tutto? :nonso:

Non mi convince l'idea che ci si abitua a tutto o si impara tutto. Chi dice queste cose magari non si accorge di essere più intelligente di altri in certi settori. Spesso bisogna capire come e dove investire risorse, e io non l'ho capito in tempo, non penso che oggi giocherei come un Maradona e mi ha bloccato la psiche (che poi come doveva cambiare? Prima hai detto che bisogna insistere anche se si soffre, e io ti ho fatto un esempio in cui l'ho fatto per anni), poi se non riesci ad abituarti lo stesso ti viene riscaricato addosso tutto e ti vien detta sempre la stessa e identica cosa da manuale di psicologia di quart'ordine "eri tu che non lo volevi" (scusami se sono così franco) che non dà alcuna informazione su che cosa si dovrebbe fare o pensare in pratica.
In quel settore magari avevo davvero margini di miglioramento esigui, forse mi avrebbe aiutato qualcuno che avesse compreso dove farmi investire risorse, visto che io non riuscivo a capirlo bene allora.

Se si riuscivano ad individuare i settori in cui potevo riuscire (se ben indirizzato in tempo) magari i feedback positivi ci sarebbero stati e si sarebbe andato a creare il circolo virtuoso di cui parli.

Il nostro cervello non è una cosa che guidiamo è la cosa che produce tutto quel che pensiamo, vogliamo e desideriamo, non c'è alcun omino nel cervello che lo guida, noi non siamo materialmente l'omino che è alla guida dell'auto-cervello, materiamente siamo il cervello stesso, non siamo noi a controllare il cervello, il cervello e noi stessi coincidiamo, in termini causali non c'è alcuna relazione del genere. Se il tuo cervello venisse distrutto non esisteresti nemmeno più tu che supponi di controllarlo.

filosofo 27-08-2016 22:53

Re: Dr Phobic e Mr Movida - uscire dall'inganno
 
Quote:

Originariamente inviata da bhoo (Messaggio 1778207)
Leggi Nardone?
Recentemente ho letto un suo articolo, che parlava più o meno della stessa cosa.
Però li non diceva di prendere un altra persona come "modello" da seguire, per dare l'input al cambiamento, ma di
crearcelo noi stessi, immaginando come saremmo se non fossimo nella nostra condizione attuale. Ad esempio immaginando come saremmo domani, se durante la notte fosse accaduto un "miracolo" che ci ha liberati dalle paure. E di cercare di orientare il nostro comportamento e i nostri pensieri in quel senso: cercare di comportarci "come se" ad es. fossimo guariti.

Io ci provo :) alla fine non ho niente da perdere......

San Giorgio Nardone da Arezzo... Di autori ne ho letti tanti, mi interessa molto il suo approccio, il suo modo asciutto e azzimato, efficace, senza creare sensazionalismi attorno alla sua figura.

Si, è corretta la tua interpretazione del suo pensiero.

Il prendere come riferimento eventuali modelli è un concetto più legato alla PNL, la pratica del modeling, volta a "modellare" le persone di maggior successo, in relazione ai propri obiettivi. Che, in ogni caso, se fatto bene, non è da intendersi come uno "scimmiottare" l'altro.

Penso che chi è cresciuto fondamentalmente solo, e magari non ha avuto modelli genitoriali efficaci (o, in casi estremi, non ce li ha avuti proprio) si ritrova senza modelli di riferimento da cui prendere ispirazione, con cui confrontarsi e con cui sviluppare compiutamente le proprie skills sociali.

Idem se ci si è dovuti rapportare con persone mediocri, e magari invece si coltivano ambizioni. Come fare? A un certo punto, dei modelli servono. Può essere un libro di un imprenditore, delle interviste, certi film, ecc. ecc.

Sicuramente se sei bloccato da problematiche più svariate, magari esprimi solo il 10% delle tue risorse, e il 90% rimanente c'è.

Ma sulla qualità del rimanente 90% si può cavilare all'infinito.
Magari ti può permettere di vivere una vita "normale", relazionarti, crescere nel lavoro, trovare un/a partner per fare famiglia.

E' questo che vuoi?
Bingo!

Se l'asticella degli obiettivi è posta molto in alto, allora prendere ispirazione è un buon investimento, integrando ciò che si apprende nella propria personalità.

Se l'obiettivo è fuori dalla propria portata, anche liberando il 90% celato, o ci si arrende od occorre lavorare molto a fondo sulla propria identità.
Moooolto difficile. Ma pur sempre fattibile.

Su questo tema sono molto interessanti i libri di Joe Dispenza

filosofo 27-08-2016 22:59

Re: Dr Phobic e Mr Movida - uscire dall'inganno
 
Quote:

Originariamente inviata da argeo.94 (Messaggio 1778670)
Ho vissuto nell'inganno per anni e anni, poi ho avuto un periodo di ***** e mi sono guardato finalmente allo specchio (metaforicamente, altrimenti lo specchio si sarebbe rotto). Non è stato piacevole!
E da anni che provo a costruire la realtà a noi favorevole, come dici tu, e in parte ci sono riuscito, ma penso che da soli sia complicato, e forse troppo lungo come processo. Ho sempre pensato che sia più utile lavorarci su in terapia, ma non ho mai avuto il coraggio di andare da uno psicoterapeuta, quindi boh...fammi sapere se ci riesci xd

P.S. Si il nome non aiuta :cool:

Anni e anni nell'inganno di che tipo?

filosofo 27-08-2016 23:16

Re: Dr Phobic e Mr Movida - uscire dall'inganno
 
XL, ho letto tutto con attenzione, e non ho difficoltà a capire e immedesimarmi.

Ti chiedo però una cosa. Quando hai fallito hai provato a modificare il tuo approccio?

Questo è un tema delicato... Quando è "insistenza" (improduttiva) e quando è "perseveranza"? (produttiva)?

Spesso lo si comprende solo a posteriori.

Black_ 28-08-2016 02:34

Re: Dr Phobic e Mr Movida - uscire dall'inganno
 
Quote:

Originariamente inviata da XL (Messaggio 1778809)
Posso sapere cosa hai imparato nei tre casì? Magari ci torna utile.
Utile per il caso concreto o in generale per analizzare il caso e confrontarlo con le nostre idee? In ogni caso sono cose personali :arrossire:

Ma per abituarsi come si fa? :nonso:
Io anche se mi espongo in qualsiasi contesto possibile ed immaginabile non mi abituo a certe cose. In certi contesti specifici invece mi sono abituato ed è per questo che adesso qualche amico ce l'ho, se no non avrei neanche questo. Per questo non mi convince quello che dici.

Ovvio, ti abitui a ciò che ti va giù. Se qualcosa non ti piace non ti ci abituerai, perché non lo accetti.

In base alla mia personale esperienza in generale non è vero che ci si abitua a tutto come qualsiasi altro tipo di persona. Anche i sistemi per imparare a far qualcosa possono risultare scorretti per qualcuno. Piazza una persona in un ambiente e si adatta, piazzane un'altra e il processo non si avvia, la spiegazione "la seconda non voleva adattarsi" secondo me non dà alcuna informazione su come si potrebbe intervenire.
Anche qui siamo d'accordo. Ogni persona non si abituerà in maniera uguale. Ognuno hai i suoi modi, i suoi tempi, etc. C'è chi non lo farà, ma perché non vuole farlo, perché la cosa non gli piace, e così via.

Comunque se non voglio veramente certe cose e da questo dipende la mia sensazione di fatica, qua c'è un problema di motivazione e non più di credenze, il problema non consiste allora nel convincermi che ero capace di giocare come maradona, è ben diverso. Che poi se non vuoi fare qualcosa... Che dovresti fare? Decidere di volerlo? E questa decisione quale cavolo di volontà dovrebbe prenderla visto che la mia pare si opponga? (in base a quel che dici)
Sapere ciò che vuoi è fondamentale. Qui stiamo presupponendo che ci sia la volontà di farlo ma che purtroppo non ci si riesce a causa di limiti psicologici che ci poniamo. La motivazione ci deve essere, da questa poi si passa alle azioni, ai convincimenti, etc.
Ma se sei asociale e non vuoi cambiare, allora dove sta il problema? Hai già raggiunto il tuo obiettivo.


Io penso comunque che non c'entri nulla questa cosa e in quel settore i miei margini di miglioramento erano comunque esigui, bisogna scegliere anche come e dove investire per riuscire secondo me e certe persone non lo afferrano o lo afferrano tardi.
Anche qui, stiamo parlando dei casi in cui noi abbiamo le potenzialità ma non riusciamo ad agire a cause delle nostre fobie e quant'altro. E' chiaro che se sono zoppo non potrò diventare maradona.
Il fatto che non lo afferiamo o lo afferiamo tardi beh dipende da molte circostanze spesso esterne.
Mi ricordo che quando andavo a scuola c'erano due ragazze che erano le più brave, poi continuarono così anche dopo e via dicendo, un successo nel loro campo. Il fenomeno però non erano (solo?) loro, quanto i loro genitori. Loro padre sapeva il fatto suo, e questo secondo me è stato determinante.
Molti, e mi ci metto anche io in mezzo, non abbiamo avuto la stessa fortuna.
Mi piace citare la solita frase(forse banale) di Victor Hugo: Non ci sono né cattive erbe né uomini cattivi. Ci sono solo cattivi coltivatori
.


Magari ero un talento musicale al pianoforte, ma se nessuno ti ha insegnato da ragazzino a suonare uno strumento del genere la disparità che si viene a creare con gli altri in seguito non la riesci più a colmare. Ora io a 40 anni secondo te posso riuscire ad imparare a suonare il pianoforte e risultare competitivo con le persone impiegate in questo settore?
Basta che mi barcameno e si risolve tutto? :nonso:

Non mi convince l'idea che ci si abitua a tutto o si impara tutto. Chi dice queste cose magari non si accorge di essere più intelligente di altri in certi settori. Spesso bisogna capire come e dove investire risorse, e io non l'ho capito in tempo, non penso che oggi giocherei come un Maradona e mi ha bloccato la psiche (che poi come doveva cambiare? Prima hai detto che bisogna insistere anche se si soffre, e io ti ho fatto un esempio in cui l'ho fatto per anni), poi se non riesci ad abituarti lo stesso ti viene riscaricato addosso tutto e ti vien detta sempre la stessa e identica cosa da manuale di psicologia di quart'ordine "eri tu che non lo volevi" (scusami se sono così franco) che non dà alcuna informazione su che cosa si dovrebbe fare o pensare in pratica.
In quel settore magari avevo davvero margini di miglioramento esigui, forse mi avrebbe aiutato qualcuno che avesse compreso dove farmi investire risorse, visto che io non riuscivo a capirlo bene allora.


Se si riuscivano ad individuare i settori in cui potevo riuscire (se ben indirizzato in tempo) magari i feedback positivi ci sarebbero stati e si sarebbe andato a creare il circolo virtuoso di cui parli.
Si ok lo sappiamo che sapere dove investire le tue risorse è fondamentale, è che da piccoli serve una guida(i genitori in teoria). Ma ciò non sempre accade. E' colpa nostra? No, ma ormai non è tanto importante di chi è la colpa. Possiamo tornare indietro nel tempo? Neanche. L'unica cosa che possiamo fare è prendere coscienza e intervenire, cambiare, ora, a 30, 40, 50 anni. Sempre che lo vogliamo. La vita è nostra, nessuno avrà pietà di noi se noi stessi non ci vogliamo bene. Nessuno.
Come avrà già detto non so quante volte è l'atteggiamento che conta. Conosco un amico che potrei dire che vive alla giornata. E' l'opposto di me, pensa poco e vive d'istinto, pensa a divertirsi, quindi ad uscire, giocare, donne, etc. E se non ha i soldi allora lavora. Ha i suoi pro, i suoi contro, i suoi amici, chi parla male di lui, chi ne parla bene. Ma se ne frega altamente di tutti. E di cazzate ne ha fatte tante, altro che rimanere deluso dei suoi insuccessi e ne fa tutt'ora non poco. Se gli facessi questi discorsi mi prenderebbe per matto, oltre a farsi quattro risate.
In verità lo stimo abbastanza.


Il nostro cervello non è una cosa che guidiamo è la cosa che produce tutto quel che pensiamo, vogliamo e desideriamo, non c'è alcun omino nel cervello che lo guida, noi non siamo materialmente l'omino che è alla guida dell'auto-cervello, materiamente siamo il cervello stesso, non siamo noi a controllare il cervello, il cervello e noi stessi coincidiamo, in termini causali non c'è alcuna relazione del genere. Se il tuo cervello venisse distrutto non esisteresti nemmeno più tu che supponi di controllarlo.
Ok, ma io o attraverso il mio cervello, vedi tu, posso scegliere cosa fare e cosa non fare, e posso cambiare le cose, se voglio.

Risposto.

XL 28-08-2016 07:28

Re: Dr Phobic e Mr Movida - uscire dall'inganno
 
Quote:

Originariamente inviata da filosofo (Messaggio 1779307)
XL, ho letto tutto con attenzione, e non ho difficoltà a capire e immedesimarmi.

Ti chiedo però una cosa. Quando hai fallito hai provato a modificare il tuo approccio?

Questo è un tema delicato... Quando è "insistenza" (improduttiva) e quando è "perseveranza"? (produttiva)?

Spesso lo si comprende solo a posteriori.

E' che in certe situazioni capisco anche cosa dovrei cambiare, ma o non so cambiarlo o non voglio cambiarlo per altri motivi.
Per esempio ho capito che con l'altro sesso bisogna mostrare che si è persone intraprendenti in ambito professionale e lavorativo e che se alla domanda "che fai nella vita?" si risponde "nulla" o magari si inventa una risposta ironica, già elimina molte possibilità, ma per modificare quest'altra cosa dovrei andare a smuoverne un mucchio di altre.

Dovrei individuare cose abbastanza abbordabili da modificare e che sono abbastanza motivato a modificare, ma spesso non riesco ad individuarli questi elementi, vengo bloccato o dalla fatica di cambiare (che magari c'è per una mancanza di motivazione) o dal fatto che non ci riesco proprio per imperizia.

Usando una metafora è come se ti trapiantassero un organo e poi c'è un rigetto.

Per questo dico che non è un problema legato al "pensarmi come", qua si tratta di esser fatti proprio così, ma per esser fatti così devi modificare comportamento e stile di vita davvero. Se degli elementi specifici che devi andare a modificare o non li vuoi modificare o non sai modificarli (l'esempio del calcio verteva in effetti esclusivamente sul fatto che non riuscivo), questo personaggio alternativo da proporre agli altri non lo riesci a costruire comunque.

Lasciando da parte per un attimo l'imperizia, secondo me può venire a mancare anche la forza motivazionale perché gli scopi che abbiamo adesso non coincidono direttamente con i personaggi alternativi che possono conseguirli.

Supponi che una persona vuol diventare ricca (e questa cosa ha per sottoscopi ancora magari altro, poter fare una vita agiata, avere una bella casa in cui vivere e così via), uno dei suoi scopi è questo, ora però nella realtà per diventar ricchi magari bisogna diventare dei pescecani, persone molto attive ed avere una serie di altre caratteristiche, e se queste caratteristiche si è contromotivati ad acquisirle? Lo scopo non è direttamente esser questo tipo di personaggi ma fare una vita agiata, per questo poi possono venire a crearsi conflitti che poi non si risolvono. Magari ci sono motivazioni che spingono ad esser ricchi ma contromotivazioni a divenire questo tipo di personaggi: si desidera sì esser ricchi e se qualcuno ci regalasse milioni di euro non li rifiuteremmo, ma c'è anche una forma di avversione verso una vita iper attiva da manager perché si è pigri.

Ho impostato l'esempio in un certo modo, un altro tipo di persona che ugualmente desidererebbe fare una vita agiata come la prima, potrebbe rifiutare anche il regalo da milioni di euro perché tra i suoi altri scopi c'è anche quello di "riuscire da sola" ed anche questa possibilità qua, qualora si presentasse, produrrebbe conflitti e non rappresenterebbe una buona soluzione.

Bisogna essere anche motivati oltre che capaci, metti che viene a mancare uno dei due elementi, questo tipo di trasformazione qua risulta inaccessibile. Immaginarsi di essere altro senza fare i conti con tutto questo, non credo che riesca a produrre perizia (qualora si sia davvero negati) o eliminare le contromotivazioni (nel caso in cui siano presenti).
Individuare il personaggio accessibile alternativo (quello capace di soddisfare meglio il malloppo di scopi) già è un problema che in diverse situazioni una persona non riesce a risolvere.

Io vorrei risultare simpatico agli altri, ad esempio. Ma un personaggio simpatico agli altri che fa? Racconta barzellette? E se questa cosa proprio non mi riesce così com'è successo col calcio? Come faccio a proporre questa versione di me simpatica aggirando ostacoli del genere? (blocco per imperizia)
Vorrei fare una vita molto agiata, ma i personaggi esistenti che fanno questo tipo di vita che altre caratteristiche hanno? Sono aggressivi? Prepotenti? E se io avessi un'avversione morale verso questo tipo di persone e non vorrei affatto diventare così? (blocco motivazionale)


Quando sono riuscito ad individuare gli elementi da cambiare abbordabili per me per raggiungere certi scopi la situazione è migliorata, ma non ci sono riuscito così spesso. Per fare amicizia ho dovuto frequentare un posto molto particolare, in altre situazioni penso che con buone probabilità avrei fallito. Non è difficile capire cosa cambiare in generale immaginando accessibile in egual modo qualsiasi realtà alternativa, ma cosa posso e voglio cambiare io per migliorare la mia situazione per me risulta abbastanza complicato.

Ho provato a fare svariate cose, anche lavorare in certi modi, ma alla lunga l'adattamento era parziale (in certe cose non riuscivo) e mi sembrava poi che erano cose che a monte non volevo fare direttamente, mi interessavano per ottenere altro, uno stipendio, stima sociale. Invidio talvolta le capacità, ma poi non riesco ad invidiare per intero la vita di altre persone, l'invidiassi per intero significherebbe che vorrei starci io al posto loro, e invece non è mai proprio così. Sarò io una testa di cavolo totale probabilmente, ma questo tipo di resistenze alla lunga devo ammettere che ci sono davvero. Tu dici, immagina un personaggio e cerca di diventarlo, ma devo immaginare personaggi simili a quelli esistenti o posso immaginare anche situazioni pressappoco assurde?

Io ad interpretare certe parti poi avverto una forma di costrizione (perché probabilmente risultano sfasate con altre cose), anche essendo consapevole che risulterebbero più funzionali per certi scopi specifici. Quando non riesco mi deprimo e un po' mi arrabbio, quando mi sento incastrato mi arrabbio e un po' mi deprimo. A vivere così comunque non ci riesco, dovrei trovare cose che farei volentieri e mi soddisfano abbastanza, ma davvero non è facile per me a monte immaginare il personaggio alternativo.


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