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Vecchio 26-08-2016, 00:00   #1
Esperto
L'avatar di filosofo
 

Un subdolo inganno, teso dalla nostra parte razionale, è quello del "constatare".
Cercare il vero anziché crearlo.

Questa è una cosa che mi fotte in cervello da almeno 14 anni filati.

Noi non facciamo una reale esperienza del "vero", specialmente in ambito sociale.
Osserviamo ciò che accade con la sensazione di captare tutto, mentre in realtà stiamo applicando una serie di filtri, frutto delle nostre capacità sensoriali e di quello che trovo comodo definire come "assetto mentale", determinato da genetica, imprinting ricevuti, educazione, vissuto esperienziale, convinzioni, valori di riferimento, ecc. ecc.


Cosa significa questo, in soldoni?
Che potremmo passare - senza particolari sensi di colpa - dal cercare ciò che è vero al cercare (o meglio, creare) ciò che ci è funzionale.

Significa che potremmo costruirci una serie di convinzioni e un'autoimmagine che giochino a nostro favore, anziché effettuare constatazioni - pur sempre improprie in linea di principio - che magari ci remano contro.

In un certo senso, significa andare oltre la "realtà" per come ci appare e prendere il controllo di ciò che pensiamo e crediamo, e questo ci permetterebbe a sua volta di poter esercitare un effetto trasformativo sulla "realtà", in questo caso a nostro favore.

Tradotto,
se Dr Phobic con enorme pazienza ed esercizio riesce ad abbracciare l'identità di Mr Movida (il figobullo a cui molti anelano), stiamo esercitando un impatto proattivo sulla realtà, e otterremo dei feedback diversi, delle esperienze diverse, con tutto il corredo di conseguenze.
Anche se non saremo il Mr Movida perfetto.
Magari non lo saremo mai, e potrebbe non essere così importante, peraltro...
Qui si tratta sostanzialmente di cominciare a invertire il senso di marcia, fare piccoli passi per prendere slancio. E possiamo farlo "forzando" un pò le cose. Viceversa, sarà molto difficile.

Solennemente, stiamo costruendo la nostra realtà anziché sorbirci quella che - per responsabilità anche nostre - ci stiamo sorbendo.

L'inganno, almeno per come la vivo io, è "constatare" come vanno le cose, metterle sotto il vetrino, credendole vere, e castrando gli impulsi verso il cambiamento che si muovono più o meno sottoterra da tanto tempo. Perché non sono allineati con ciò che vedo.

Della serie: "Intanto non è vero" o "eccone un'altra che mi direbbe di no", ecc. ecc.

Ci sono persone - che invidio profondamente - le quali, pur con mancanze più o meno palesi, sono talmente convinte del proprio valore, hanno un proprio senso di "realtà" molto più solido della realtà che il mondo proporrebbe loro di default, e riescono a ottenere dei risultati altrimenti impensabili.

Quella è libertà, quello è potere.


Ma bisogna uscire dall'"inganno". E crearne un altro, favorevole per noi.

Qualcuno si ritrova?

Per me è e sarà durissima, ma voglio provarci. Magari cambio pure nick, non mi aiuta

Ultima modifica di filosofo; 26-08-2016 a 00:37.
Vecchio 26-08-2016, 00:21   #2
Esperto
L'avatar di TheProphet
 

Mi ritrovo totalmente. Ammetto però che sei stato più riflessivo di me, perchè è un argomento che io ho scoperto con la psicoterapia e non da solo. Ho sempre creduto che la realtà fosse quella che vedo io nella mia mente, e ancora lo credo a dir la verità, quella in cui gli altri mi vedono come mi vedo io, l'insicuro, quello che non ha fatto le esperienze che si richiedono alla mia età, con scarsa autostima.. quando invece potrebbe tranquillamente essere il contrario, cioè che dall'esterno appaio ne più ne meno come gli altri, con caratteristiche che possono piacere o non piacere come tutti. Il problema sorge perché poi, non so quanto inconsciamente, metto in pratica tutte quelle cose che aiutano a incarnarmi nella figura del super sfigato ,solitario e incapace. Ed ecco che è partito il circolo vizioso.
Ringraziamenti da
Sanyo90 (26-08-2016)
Vecchio 26-08-2016, 00:27   #3
Esperto
L'avatar di filosofo
 

Quote:
Originariamente inviata da TheProphet Visualizza il messaggio
Mi ritrovo totalmente. Ammetto però che sei stato più riflessivo di me, perchè è un argomento che io ho scoperto con la psicoterapia e non da solo. Ho sempre creduto che la realtà fosse quella che vedo io nella mia mente, e ancora lo credo a dir la verità, quella in cui gli altri mi vedono come mi vedo io, l'insicuro, quello che non ha fatto le esperienze che si richiedono alla mia età, con scarsa autostima.. quando invece potrebbe tranquillamente essere il contrario, cioè che dall'esterno appaio ne più ne meno come gli altri, con caratteristiche che possono piacere o non piacere come tutti. Il problema sorge perché poi, non so quanto inconsciamente, metto in pratica tutte quelle cose che aiutano a incarnarmi nella figura del super sfigato ,solitario e incapace. Ed ecco che è partito il circolo vizioso.
non potevi spiegarlo meglio... è proprio così.
Ringraziamenti da
TheProphet (26-08-2016)
Vecchio 26-08-2016, 00:39   #4
Esperto
L'avatar di TheProphet
 

È veramente un impresa.. dopo qualche mese di psicoterapia non ho fatto miglioramenti in tal senso, però tengo duro perché credo anche io che questa sia una delle chiavi per uscirne.
Vecchio 26-08-2016, 00:49   #5
Esperto
L'avatar di filosofo
 

Quote:
Originariamente inviata da TheProphet Visualizza il messaggio
È veramente un impresa.. dopo qualche mese di psicoterapia non ho fatto miglioramenti in tal senso, però tengo duro perché credo anche io che questa sia una delle chiavi per uscirne.
Ma guarda, banalmente, non so se ad esempio ti hanno mai dato indicazioni sulla postura, sul guardare negli occhi le persone per più tempo.. cose del genere.

Una buona soluzione può essere segnarsi su un diario eventuali feedback positivi in seguito all'adozione dei nuovi comportamenti.
Lasciando da parte il negativo, o convertendolo sotto forma di osservazione per fare ancora meglio nelle prossime occasioni.

Quando le pagine cominciano a diventare tante e le passi in rassegna, è un grosso rinforzo emotivo e ti stimola a perseguire la strada del cambiamento su cui ti sei avviato.
Ringraziamenti da
TheProphet (26-08-2016)
Vecchio 26-08-2016, 01:13   #6
Esperto
L'avatar di TheProphet
 

Al massimo mi sono appuntato ogni sera la cosa più positiva fatta durante la giornata. Difficile andare oltre le 2 settimane di annotazioni per chi fa una vita piatta come la mia. Mi sembra più interessante quello che proponi tu.
Vecchio 26-08-2016, 01:14   #7
Esperto
L'avatar di DownwardSpiral2
 

Mi ci ritrovo anch'io...il problema è che pur cercando di costruire qualche "credenza funzionale" poi in varie situazioni anche se sai cosa vorresti/dovresti fare per sentirti in "l'idea" che hai di te stesso, spesso i blocchi te lo impediscono e la frustrazione conseguita demotiva dal cercare situazioni che ti mettano alla prova (zona southern_comfort). Bisogna continuare a provare.

Ultima modifica di DownwardSpiral2; 26-08-2016 a 01:16.
Vecchio 26-08-2016, 01:32   #8
XL
Esperto
L'avatar di XL
 

Per me risulta difficile soprattutto cambiare modo di vivere e non mi ritrovo in questa descrizione qua.

Io sono convinto che una persona che vive in certi modi attualmente non riceverà feedback sociali positivi, di questo sono convinto.
Direi che risulta ovvio che se si cambia modo di vivere si riceveranno feedback positivi, ma di questo sono già convinto ora anche io, non è che devo esser persuaso.

Se mi dici "è soltanto una tua convinzione relativa al tuo valore attuale che produce questi effetti", poi coerentemente non dovrai suggerirmi di modificare comportamento e modo di vivere, perché se mi suggerisci questo allora direi che non è più vero che era la convinzione sul mio valore a produrre certi effetti, ere il mio modo di vivere effettivo che produceva questi effetti.

Secondo me si scambia un effetto per causa. Nel momento in cui riesco a modificare il mio modo di vivere e certi comportamenti risulta ovvio che riceverò poi feedback positivi e che attribuirò a me stesso un altro valore sociale. Ma è una convinzione a posteriori. Prima si cambia, poi si rafforza la convinzione in funzione del cambiamento. Se sei convinto di esser perfetto adesso, che motivi avresti per cambiare in qualsiasi senso?
Se cambi solo la convinzione relativa al tuo valore senza cambiare effettivamente altro perché mai dovresti ricevere feedback positivi che prima non ricevevi? La sola convinzione di esser perfetto e di avere il massimo valore sociale ti renderebbe tale agli occhi degli altri?

Ecco, io mi sforzo pure, ma non riesce a convincermi questa cosa qua perché delle persone con certi disturbi mentali convinte di avere un gran valore che poi non gli viene riconosciuto (e i cosiddetti feedback positivi non ci sono) ce ne sono molte.

E' vero che io valuto il mio valore sociale in funzione del mio modo di vivere (nel senso che quanto più questo risulta armonico con i giudizi sociali più feedback positivi riceverò) ma non è vero che il mio modo di vivere (qualunque esso sia) verrà valutato positivamente dalle altre persone soltanto in funzione del valore positivo che gli autoattribuisco. Posso negoziare un po' con gli altri, questo sì, ma anche qua è una questione di strategia (modo di comportarmi) e non di convinzione.

Ultima modifica di XL; 26-08-2016 a 02:04.
Ringraziamenti da
Doomguy (28-08-2016)
Vecchio 26-08-2016, 01:57   #9
Esperto
L'avatar di filosofo
 

Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio

Se mi dici "è soltanto una tua convinzione relativa al tuo valore attuale che produce questi effetti", poi coerentemente non dovrai suggerirmi di modificare comportamento e modo di vivere, perché se mi si suggerisce questo allora direi che non è più vero che era la convinzione sul mio valore a produrre certi effetti, è il mio modo di vivere effettivo che produce questi effetti.
All' 1.48 di notte con decine di ore di sonno da recuperare, mi vengono in mente due possibili percorsi:

1 - lavoro sulla creazione della mia nuova realtà personale, partendo dal mio mondo interiore e portando all'esterno una versione più funzionale di me stesso, che riceverà feedback diversi (tendenzialmente più positivi)

2 - c'è un filone psicoterapeutico che fa uso abbondante di stratagemmi per permettere al paziente di confrontarsi con le proprie paure bypassando la ragione e innescando quindi delle esperienze emozionali correttive. In quest'ultimo caso gli effetti vanno fisiologicamente a determinare un cambiamento nelle cause.

A intuito penso che il secondo approccio sia piuttosto performante per i casi in cui la persona è fortemente bloccata, impermeabile alle argomentazioni razionali.
Vecchio 26-08-2016, 03:35   #10
Esperto
L'avatar di Black_
 

Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Per me risulta difficile soprattutto cambiare modo di vivere e non mi ritrovo in questa descrizione qua.

Io sono convinto che una persona che vive in certi modi attualmente non riceverà feedback sociali positivi, di questo sono convinto.
Direi che risulta ovvio che se si cambia modo di vivere si riceveranno feedback positivi, ma di questo sono già convinto ora anche io, non è che devo esser persuaso.

Se mi dici "è soltanto una tua convinzione relativa al tuo valore attuale che produce questi effetti", poi coerentemente non dovrai suggerirmi di modificare comportamento e modo di vivere, perché se mi suggerisci questo allora direi che non è più vero che era la convinzione sul mio valore a produrre certi effetti, ere il mio modo di vivere effettivo che produceva questi effetti.

Secondo me si scambia un effetto per causa. Nel momento in cui riesco a modificare il mio modo di vivere e certi comportamenti risulta ovvio che riceverò poi feedback positivi e che attribuirò a me stesso un altro valore sociale. Ma è una convinzione a posteriori. Prima si cambia, poi si rafforza la convinzione in funzione del cambiamento. Se sei convinto di esser perfetto adesso, che motivi avresti per cambiare in qualsiasi senso?
Se cambi solo la convinzione relativa al tuo valore senza cambiare effettivamente altro perché mai dovresti ricevere feedback positivi che prima non ricevevi? La sola convinzione di esser perfetto e di avere il massimo valore sociale ti renderebbe tale agli occhi degli altri?

Ecco, io mi sforzo pure, ma non riesce a convincermi questa cosa qua perché delle persone con certi disturbi mentali convinte di avere un gran valore che poi non gli viene riconosciuto (e i cosiddetti feedback positivi non ci sono) ce ne sono molte.

E' vero che io valuto il mio valore sociale in funzione del mio modo di vivere (nel senso che quanto più questo risulta armonico con i giudizi sociali più feedback positivi riceverò) ma non è vero che il mio modo di vivere (qualunque esso sia) verrà valutato positivamente dalle altre persone soltanto in funzione del valore positivo che gli autoattribuisco. Posso negoziare un po' con gli altri, questo sì, ma anche qua è una questione di strategia (modo di comportarmi) e non di convinzione.
Comportamento e convinzione sono entrambe causa ed effetto l'un dell'altro!
È per questo che può essere sia un circolo vizioso che virtuoso, in base alla direzione.
Entrambi sono essenziali per il cambiamento, entrambi necessari.
Non si cambia pensando di cambiare, e non ci si comporta diversamente se non lo si vuole.
E in effetti è molto più semplice di quello che sembra: come ci siamo formati fino ad adesso? Appunto attraverso esperienze e convinzioni, che abbiamo fatto e che facciamo senza neanche saperlo.
Quindi cosa bisogna fare per cambiare modo di vivere? Farlo effettivamente tanto per iniziare: se non cambiamo atteggiamento, se non cambiamo azioni, se non cambiamo niente, allora non accadrà niente.
Io l'ho già fatto qualche tempo fa. Non è facile, ci vuole coraggio, e non si risolvono tutti i problemi del mondo.

Per filosofo: si è vero, anche io ho avuto modo di conoscere queste persone, e anche io le invidio profondamente.
Ma se hanno tali convinzioni(che anche io vorrei avere) è perchè hanno avuto determinate esperienze. Per questo è molto importante l'ambiente in cui vivi, le esperienze che hai fatto, le persone che frequenti. Educazione, crescita, famiglia e quant'altro.

Mi fermo qua, ciao.
Vecchio 26-08-2016, 08:35   #11
XL
Esperto
L'avatar di XL
 

Quote:
Originariamente inviata da filosofo Visualizza il messaggio
All' 1.48 di notte con decine di ore di sonno da recuperare, mi vengono in mente due possibili percorsi:

1 - lavoro sulla creazione della mia nuova realtà personale, partendo dal mio mondo interiore e portando all'esterno una versione più funzionale di me stesso, che riceverà feedback diversi (tendenzialmente più positivi)

2 - c'è un filone psicoterapeutico che fa uso abbondante di stratagemmi per permettere al paziente di confrontarsi con le proprie paure bypassando la ragione e innescando quindi delle esperienze emozionali correttive. In quest'ultimo caso gli effetti vanno fisiologicamente a determinare un cambiamento nelle cause.

A intuito penso che il secondo approccio sia piuttosto performante per i casi in cui la persona è fortemente bloccata, impermeabile alle argomentazioni razionali.
Ti riporto il meccanismo che si innesca quando faccio cose del genere. Provocato da muttley sto provando nuovamente a contattare persone in certi siti di incontri, insomma provo ad espormi, ma che succede quando faccio queste cose?

Penso di poter ottenere di più e di essere una persona che ha maggiore valore sociale -> mi espongo -> non ottengo quel che dovrei ottenere esponendomi secondo la nuova prospettiva più ottimistica del valore da attribuire a me stesso (che per un certo periodo va a sostituire l'altra, perché se credessi di valer come prima sicuramente io non mi esporrei neanche) -> Dopo tutto questo processo però poi cosa deduco? Che la convinzione "credo di avere più valore sociale di quello che mi attribuivo" è falsa e non viene affatto rinforzata ma indebolita ancora di più dal tentativo di esposizione fatto in questo modo.

Si mette in dubbio qualcosa e si prova, ma se questi feedback non arrivano bisogna dedurre che si deve cambiare anche qualcos'altro, e che non dipendeva tutto dalla credenza relativa al valore. Supponi che questi feedback ci saranno grazie a questa convinzione sul valore... E se poi non ci sono comunque quando la persona si espone in modo più fiducioso?

Se portare all'esterno qualcosa di più funzionale significa modificare il proprio aspetto, certi comportamenti, o il proprio status economico, il problema poi consiste nel riuscire a far queste cose qua e non nel modificare una credenza a monte sul proprio valore sociale che magari ci spingerà solo ad esporci senza aver cambiato nulla riproducendo lo stesso meccanismo che ci ha portati al punto in cui ci troviamo ora. Se ci si convince di valere e ci si espone in certe condizioni e situazioni senza aver cambiato altro (quell'altro che questo valore sociale lo va a modificare davvero) si riceveranno dei rifiuti comunque e si torna al punto di partenza secondo me.

Questo sistema funziona e può sbloccare qualcosa se ci sono poi i feedback positivi senza doversi sforzare di cambiare aspetto, stile di vita e cose del genere. Può essere usato in situazioni di lieve gravità secondo me o in situazioni in cui ci sono delle credenze false fortemente scollate (in modo irrealisticamente pessimista) dal modo in cui si viene percepiti e valutati.

Il tuo discorso iniziale verteva su delle convinzioni sul proprio valore (sociale), in quest'ultimo caso descritto invece non si ha a che fare con convinzioni ma con modi di comportarsi ed essere che non è detto dipendando direttamente da certe convinzioni relative al valore sociale che una persona si attribuisce adesso.

Ultima modifica di XL; 26-08-2016 a 09:42.
Vecchio 26-08-2016, 08:45   #12
Principiante
L'avatar di black_mirror
 

Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Ti riporto il meccanismo che si innesca quando faccio cose del genere. Provocato da muttley sto provando nuovamente a contattare persone in certi siti di incontri, insomma provo ad espormi, ma che succede quando faccio queste cose?

Penso di poter ottenere di più -> mi espongo -> non ottengo quel che dovrei ottenere esponendomi secondo la nuova prospettiva più ottimistica di me stesso (che per un certo periodo va a sostituire l'altra, perché se credessi di fallire sicuramente io non mi esporrei neanche) -> Dopo tutto questo processo però poi cosa deduco? Che la convinzione "credo di poter ottenere di più adesso così come sono" era scorretta, e viene anche rinforzata dal tentativo di esposizione fatto in questo modo.

Secondo me dovresti pensarla così:
con la concezione normale di me stesso non mi espongo quindi la possibilita' di realizzare il mio scopo è pari allo 0.
con la concezione ottimistica di me stesso mi espongo quindi la possibilita' di realizzare il mio scopo è maggiore di 0.
Vecchio 26-08-2016, 10:23   #13
Esperto
L'avatar di TheProphet
 

Io l ho capita così: la concezione pessimistica di se stessi porta ad agire per realizzare quell'Io brutto e sfigato che pensiamo di essere. Quindi entrambe le cose (pensare negativo e cambiare modo di vivere) sono sia cause che conseguenze.
Vecchio 26-08-2016, 10:35   #14
Banned
 

Io credo che il nostro rapporto con il reale, sia interamente fatto di percezioni, che a volte sono giustamente adattative (non faccio il bagno perché avverto che l'acqua è troppo fredda, oppure m'intono all'umore di un gruppo), altre volte sono erronee e inducono convinzioni erronee (a Pasquale sto antipatico -e non è vero-).

A volte non é la realtà che non va bene, ma le nostre informazioni e le conclusioni che ne traiamo.
Vecchio 26-08-2016, 10:43   #15
XL
Esperto
L'avatar di XL
 

Quote:
Originariamente inviata da black_mirror Visualizza il messaggio
Secondo me dovresti pensarla così:
con la concezione normale di me stesso non mi espongo quindi la possibilita' di realizzare il mio scopo è pari allo 0.
con la concezione ottimistica di me stesso mi espongo quindi la possibilita' di realizzare il mio scopo è maggiore di 0.
Con la differenza che però comunque consumo risorse e poi divento frustrato quando fallisco, devo mettere in conto anche questo.
Anche se gioco alla lotteria le probabilità sono maggiori di zero di vincere rispetto a quando non gioco proprio però se non vinco praticamente mai poi i soldi investiti li perdo comunque. Finché investi poco ci può anche stare, ma se poi devi investire di più e non guadagni nulla o molto poco (dal tuo punto di vista soggettivo) rispetto a quello che investi, anche se le probabilità di vincere non sono nulle investendo in certi modi, io penso che non convenga neanche più investire nella possibilità di vincere.
In effetti dicono che non conviene giocare proprio a giochi come il superenalotto proprio per questo. Se non giochi non hai la possibilità di vincere (probabilità uguale a 0), se giochi un biglietto questa possibilità c'è (probabilità diversa da 0), e seguendo il tuo ragionamento dovrebbe convenire giocare, ma è proprio questo ragionamento fallace che permette a chi mette su questi giochetti di arricchirsi.
Io se guadagno poco invece poi mi incazzo comunque, forse sto addirittura peggio di quando non investo perché penso che il gioco non valga la candela, non so voi.
Se investi delle risorse in relazione ad un guadagno atteso e il guadagno atteso non c'è non piombi in una posizione psicologica positiva quando questo guadagno è inferiore a quello atteso, anche se non è nullo.

Anche se guadagni qualcosa ma non lo ritieni proporzionale ai tuoi sforzi stai male comunque. Si focalizza sempre l'attenzione sul caso che riesce, ma la situazione in cui c'è un caso che riesce contro un milione è ben diversa dalla situazione in cui c'è un caso che riesce contro due o tre.

Io sono motivato ad agire (perché consumo comunque risorse nel far questo) in relazione al guadagno atteso, se non c'è questo guadagno o risulta inferiore a quello atteso la mia motivazione ad agire va a farsi benedire poi.

Mi sono accorto di funzionare così, quel che investo dipende dalle probabilità con valuto di poter ottenere qualcosa, non semplicemente dal fatto che sia possibile ottenere questo qualcosa. Se dopo un po' non lo ottengo nella misura in cui mi aspetto di ottenerla in base al mio investimento, questo investimento lo ritiro o investo davvero molto meno.

Ultima modifica di XL; 26-08-2016 a 11:23.
Vecchio 26-08-2016, 11:01   #16
Esperto
L'avatar di Da'at
 

Quote:
Originariamente inviata da filosofo Visualizza il messaggio
Ma guarda, banalmente, non so se ad esempio ti hanno mai dato indicazioni sulla postura, sul guardare negli occhi le persone per più tempo.. cose del genere.

Una buona soluzione può essere segnarsi su un diario eventuali feedback positivi in seguito all'adozione dei nuovi comportamenti.
Lasciando da parte il negativo, o convertendolo sotto forma di osservazione per fare ancora meglio nelle prossime occasioni.

Quando le pagine cominciano a diventare tante e le passi in rassegna, è un grosso rinforzo emotivo e ti stimola a perseguire la strada del cambiamento su cui ti sei avviato.
Sono scettico, ste cose le ho provate, con risultati non soddisfacenti alle aspettative.

I migliori miglioramenti che sono riuscito a migliorare sono stati quelli avvenuti senza alcuno sforzo, semplicemente sbocciati dalle circostanze.


Un fiume che scende da un monte cercherà il percorso più semplice per arrivare al mare. Se trova un ostacolo lo aggira. E se gli ostacoli sono tanti, si fà lago.
Vecchio 26-08-2016, 11:03   #17
Esperto
L'avatar di varykino
 

ognuno ha la propria realtà , quante volte hai fatto qualcosa pensando di farla nel modo esatto e invece stavi facendo tutt altro?

quante volte hai cantato in macchina credendo di cantare come freddy mercury? invece poi venivi registrato e sembravi un capovaccaio ferito?

questo per dire che puoi agire come vuoi , ma ognuno avrà una visione di quello che fai in modo diverso e non puoi controllarla sta cosa .
Vecchio 26-08-2016, 11:05   #18
Intermedio
L'avatar di bhoo
 

Quote:
Originariamente inviata da filosofo Visualizza il messaggio
Un subdolo inganno, teso dalla nostra parte razionale, è quello del "constatare".
Cercare il vero anziché crearlo.

Questa è una cosa che mi fotte in cervello da almeno 14 anni filati.

Noi non facciamo una reale esperienza del "vero", specialmente in ambito sociale.
Osserviamo ciò che accade con la sensazione di captare tutto, mentre in realtà stiamo applicando una serie di filtri, frutto delle nostre capacità sensoriali e di quello che trovo comodo definire come "assetto mentale", determinato da genetica, imprinting ricevuti, educazione, vissuto esperienziale, convinzioni, valori di riferimento, ecc. ecc.


Cosa significa questo, in soldoni?
Che potremmo passare - senza particolari sensi di colpa - dal cercare ciò che è vero al cercare (o meglio, creare) ciò che ci è funzionale.

Significa che potremmo costruirci una serie di convinzioni e un'autoimmagine che giochino a nostro favore, anziché effettuare constatazioni - pur sempre improprie in linea di principio - che magari ci remano contro.

In un certo senso, significa andare oltre la "realtà" per come ci appare e prendere il controllo di ciò che pensiamo e crediamo, e questo ci permetterebbe a sua volta di poter esercitare un effetto trasformativo sulla "realtà", in questo caso a nostro favore.

Tradotto,
se Dr Phobic con enorme pazienza ed esercizio riesce ad abbracciare l'identità di Mr Movida (il figobullo a cui molti anelano), stiamo esercitando un impatto proattivo sulla realtà, e otterremo dei feedback diversi, delle esperienze diverse, con tutto il corredo di conseguenze.
Anche se non saremo il Mr Movida perfetto.
Magari non lo saremo mai, e potrebbe non essere così importante, peraltro...
Qui si tratta sostanzialmente di cominciare a invertire il senso di marcia, fare piccoli passi per prendere slancio. E possiamo farlo "forzando" un pò le cose. Viceversa, sarà molto difficile.

Solennemente, stiamo costruendo la nostra realtà anziché sorbirci quella che - per responsabilità anche nostre - ci stiamo sorbendo.

L'inganno, almeno per come la vivo io, è "constatare" come vanno le cose, metterle sotto il vetrino, credendole vere, e castrando gli impulsi verso il cambiamento che si muovono più o meno sottoterra da tanto tempo. Perché non sono allineati con ciò che vedo.

Della serie: "Intanto non è vero" o "eccone un'altra che mi direbbe di no", ecc. ecc.

Ci sono persone - che invidio profondamente - le quali, pur con mancanze più o meno palesi, sono talmente convinte del proprio valore, hanno un proprio senso di "realtà" molto più solido della realtà che il mondo proporrebbe loro di default, e riescono a ottenere dei risultati altrimenti impensabili.

Quella è libertà, quello è potere.


Ma bisogna uscire dall'"inganno". E crearne un altro, favorevole per noi.

Qualcuno si ritrova?

Per me è e sarà durissima, ma voglio provarci. Magari cambio pure nick, non mi aiuta
Leggi Nardone?
Recentemente ho letto un suo articolo, che parlava più o meno della stessa cosa.
Però li non diceva di prendere un altra persona come "modello" da seguire, per dare l'input al cambiamento, ma di
crearcelo noi stessi, immaginando come saremmo se non fossimo nella nostra condizione attuale. Ad esempio immaginando come saremmo domani, se durante la notte fosse accaduto un "miracolo" che ci ha liberati dalle paure. E di cercare di orientare il nostro comportamento e i nostri pensieri in quel senso: cercare di comportarci "come se" ad es. fossimo guariti.

Io ci provo alla fine non ho niente da perdere......
Vecchio 26-08-2016, 11:57   #19
Principiante
L'avatar di black_mirror
 

Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Con la differenza che però comunque consumo risorse e poi divento frustrato quando fallisco, devo mettere in conto anche questo.
Anche se gioco alla lotteria le probabilità sono maggiori di zero di vincere rispetto a quando non gioco proprio però se non vinco praticamente mai poi i soldi investiti li perdo comunque. Finché investi poco ci può anche stare, ma se poi devi investire di più e non guadagni nulla o molto poco (dal tuo punto di vista soggettivo) rispetto a quello che investi, anche se le probabilità di vincere non sono nulle investendo in certi modi, io penso che non convenga neanche più investire nella possibilità di vincere.
In effetti dicono che non conviene giocare proprio a giochi come il superenalotto proprio per questo. Se non giochi non hai la possibilità di vincere (probabilità uguale a 0), se giochi un biglietto questa possibilità c'è (probabilità diversa da 0), e seguendo il tuo ragionamento dovrebbe convenire giocare, ma è proprio questo ragionamento fallace che permette a chi mette su questi giochetti di arricchirsi.
Io se guadagno poco invece poi mi incazzo comunque, forse sto addirittura peggio di quando non investo perché penso che il gioco non valga la candela, non so voi.
Se investi delle risorse in relazione ad un guadagno atteso e il guadagno atteso non c'è non piombi in una posizione psicologica positiva quando questo guadagno è inferiore a quello atteso, anche se non è nullo.

Anche se guadagni qualcosa ma non lo ritieni proporzionale ai tuoi sforzi stai male comunque. Si focalizza sempre l'attenzione sul caso che riesce, ma la situazione in cui c'è un caso che riesce contro un milione è ben diversa dalla situazione in cui c'è un caso che riesce contro due o tre.

Io sono motivato ad agire (perché consumo comunque risorse nel far questo) in relazione al guadagno atteso, se non c'è questo guadagno o risulta inferiore a quello atteso la mia motivazione ad agire va a farsi benedire poi.

Mi sono accorto di funzionare così, quel che investo dipende dalle probabilità con valuto di poter ottenere qualcosa, non semplicemente dal fatto che sia possibile ottenere questo qualcosa. Se dopo un po' non lo ottengo nella misura in cui mi aspetto di ottenerla in base al mio investimento, questo investimento lo ritiro o investo davvero molto meno.

Si sotto questo punto di vista hai ragione, quando spendi tanto per riuscire in qualcosa e alla fine non va in porto è dura riprendersi e guardare oltre. Il binomio tra il superenalotto e l'ottenere qualcosa non mi è piaciuto molto perché sono probabilità molto diverse (pensa che la probabilità di vincere il montepremi al superenalotto è una su 622 milioni), secondo me nella maggior parte delle volte è meglio tentare anche sapendo che c'è il rischio di fallire. È un po' come la vita, alla fine tutti "saranno sconfitti" ma questo non ci ferma nel realizzare i nostri obbiettivi e credo che non ci sia niente di più gratificante che realizzarsi.
Vecchio 26-08-2016, 12:12   #20
Banned
 

Per fare ciò che hai detto, bisogna avere stabilità mentale e un'alta autostima, mica niente. Per le persone deboli, essere se stessi vuol dire essere ciò che gli altri pensano di noi (spero di essermi spiegato bene ). Comunque se vuoi provaci, facci sapere
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