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muttley 24-10-2012 20:58

Elogio della depersonalizzazione
 
Vorrei spezzare un'arancia in favore della depersonalizzazione, ovvero la dissociazione dal senso di sé, erroneamente ritenuta un disturbo psicologico da questa nostra civiltà occidentale, malata e individualista.
Nessun sé, nessun problema, come ebbi modo di scrivere altrove...ebbene: perché dobbiamo avere un carattere, una personalità, identificarci in un'immagine costruita in sinergia da noi e dagli altri? A che serve la coscienza di sé, dell'io, dei propri meriti/demeriti, valori/disvalori, quando sono proprio queste le cose che ci fanno più soffrire?
Quanti di noi hanno avuto paura di cimentarsi nel fare qualcosa perché quest'atto avrebbe potuto ledere la loro già fragile autostima e dar loro conferma di un radicato senso di inferiorità?
E anche tutte quelle persone che, al contrario, possiedono un ego smisurato e imponente...sono forse esse felici nel dover sempre dimostrare (a chi poi?), con annesso sfoggio di vanagloria, di essere i migliori?
Lasciamo perdere il ritratto che ci siamo creati, smettiamola di identificarci con un ipotetico, inutile e pericoloso "io" e identifichiamoci con l'atto (più o meno come mi disse Marco Russo quella sera in cui gli rovesciai il vino sulla camicia), come se riuscissimo ad osservarci dall'esterno.
Che ne pensate? :)

Marco Russo 26-10-2012 03:58

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
Peccato che questo thread non abbia ricevuto l'attenzione che meritava.

Sono sempre più convinto che la via per l'illuminazione risiede proprio nell'accettare l'idea che la scelta è un'illusione, e che noi non siamo attori ma strumenti.

E inoltre, ma qui mi sa che mi spingo in territori davvero inesplorati, che la vita non esiste. E' solo un'astrazione, un fenomeno accessorio e contingente, come la coscienza.

barclay 26-10-2012 08:18

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
Quote:

Originariamente inviata da Marco Russo (Messaggio 898607)
la scelta è un'illusione

Chi sei tu e cosa hai fatto a Marco_Russo?! (cit.) :mrgreen:

Fallitoperenne 26-10-2012 09:54

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
Quote:

Originariamente inviata da Marco Russo (Messaggio 898607)
Peccato che questo thread non abbia ricevuto l'attenzione che meritava.

Sono sempre più convinto che la via per l'illuminazione risiede proprio nell'accettare l'idea che la scelta è un'illusione, e che noi non siamo attori ma strumenti.

E inoltre, ma qui mi sa che mi spingo in territori davvero inesplorati, che la vita non esiste. E' solo un'astrazione, un fenomeno accessorio e contingente, come la coscienza.

hai ragione al 101%.Comunque,l'illusione aiuta ad ingannare il breve lasso di tempo che ci separa dalla morte.
I più fortunati muoiono prima.Sia chiaro:NON E' un elogio del suicidio,giusto per evitare qui pro quo.

muttley 26-10-2012 19:24

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
La prossima volta mi ricorderò di aggiungere la parola "ragazze" al titolo :sisi:

Winston_Smith 26-10-2012 19:32

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 897112)
Nessun sé, nessun problema, come ebbi modo di scrivere altrove...ebbene: perché dobbiamo avere un carattere, una personalità, identificarci in un'immagine costruita in sinergia da noi e dagli altri? A che serve la coscienza di sé, dell'io, dei propri meriti/demeriti, valori/disvalori, quando sono proprio queste le cose che ci fanno più soffrire?

E perché essere noi stessi dovrebbe farci soffrire? Perché identificare i nostri problemi in noi stessi? Noi non siamo i nostri problemi (cit.)

muttley 26-10-2012 19:37

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
Avere una coscienza individuale troppo marcata, un senso di sé troppo forte può portare alla sofferenza. E' il sé a soffrire...si parla di orgoglio ferito, io ferito...eliminare queste cose per eliminare la sofferenza...

Winston_Smith 26-10-2012 19:40

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 899368)
Avere una coscienza individuale troppo marcata, un senso di sé troppo forte può portare alla sofferenza. E' il sé a soffrire...si parla di orgoglio ferito, io ferito...eliminare queste cose per eliminare la sofferenza...

Eliminare cosa? Sé stessi?
Come se la sofferenza venisse fuori sempre e soltanto dalla coscienza troppo marcata.

Who_by_fire 26-10-2012 19:40

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 897112)
Che ne pensate? :)


Vaffanculo! :ridacchiare: (ma non rivolto a te: depersonalizzato :mrgreen: )

muttley 26-10-2012 19:42

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 899373)
Eliminare cosa? Sé stessi?
Come se la sofferenza venisse fuori sempre e soltanto dalla coscienza troppo marcata.

E da cosa verrebbe fuori la sofferenza (spirituale)?

Quote:

Originariamente inviata da Who_by_fire (Messaggio 899374)
Vaffanculo! :ridacchiare: (ma non rivolto a te: depersonalizzato :mrgreen: )

Sei troppo occidentale :sisi:

Winston_Smith 26-10-2012 19:44

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 899379)
E da cosa verrebbe fuori la sofferenza (spirituale)?

Dal male (morale) che riceviamo o vediamo nel mondo, dalla mancata soddisfazione delle nostre aspirazioni (spirituali) ... hai voglia.

muttley 26-10-2012 19:49

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
E' proprio una coscienza troppo marcata che ci rende così permeabili al male (morale o meno) e alle aspirazioni fallite...se tu ci provi con una ragazza partendo da un disegno di te che ti sei confezionato su misura (quello di non piacere alla maggioranza delle donne), un eventuale rifiuto ti peserà come un macigno. Ma se invece di costruirti un senso dell'io così forte, ti limitassi a cercare ciò che ti piace per il puro piacere che può regalarti, senza pensare al fatto che un eventuale successo o insuccesso possa confermare o smentire l'immagine di te che ti sei dato, il rifiuto potrà essere meno devastante.

Winston_Smith 26-10-2012 19:54

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 899392)
E' proprio una coscienza troppo marcata che ci rende così permeabili al male (morale o meno) e alle aspirazioni fallite...

Essere insensibili al male, di contro, porta all'indifferentismo morale e al nichislimo. O al nazismo.
E il male esiste, non è che se lo inventa la nostra coscienza per farci stare male.

Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 899392)
tu ci provi con una ragazza partendo da un disegno di te che ti sei confezionato su misura (quello di non piacere alla maggioranza delle donne), un eventuale rifiuto ti peserà come un macigno. Ma se invece di costruirti un senso dell'io così forte, ti limitassi a cercare ciò che ti piace per il puro piacere che può regalarti, senza pensare al fatto che un eventuale successo o insuccesso possa confermare o smentire l'immagine di te che ti sei dato, il rifiuto potrà essere meno devastante.

In questo caso io parlerei di scelta del giusto target e del giusto obiettivo, piuttosto che di conferma o smentita dell'immagine di sé.

Who_by_fire 26-10-2012 19:57

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 899379)
Sei troppo occidentale :sisi:


Vergognarsi di essere occidentali è un luogo comune postmoderno.

Winston_Smith 26-10-2012 19:59

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
Quote:

Originariamente inviata da Who_by_fire (Messaggio 899405)
Vergognarsi di essere occidentali è un luogo comune postmoderno.

Sì, in effetti non capisco perché uno dovrebbe vergognarsi di essere occidentale più di quanto un altro dovrebbe vergognarsi di essere orientale. Non si era detto che non esistevano le culture superiori?

muttley 26-10-2012 20:13

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 899397)
Essere insensibili al male, di contro, porta all'indifferentismo morale e al nichislimo. O al nazismo.
E il male esiste, non è che se lo inventa la nostra coscienza per farci stare male.

Ho parlato di impermeabilità, del non lasciarsi ferire, non di insensibilità.

Quote:

Originariamente inviata da Who_by_fire (Messaggio 899405)
Vergognarsi di essere occidentali è un luogo comune postmoderno.

L'occidentalità ha i suoi aspetti deteriori (eccessivo individualismo selon moi) come del resto li avrà anche l'orientalità

muttley 26-10-2012 20:15

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
Quote:

Originariamente inviata da Dedalus (Messaggio 899412)
Io minimo = incapacità di responsabilizzazione e capacità normativa = anarchia dei desideri = che possono essere soddisfatti dando ad ognuno di essi quel che vuole quando lo vuole* = integrazione perfetta al sistema capitalista**.

Che poi è quel che molti vogliono, dunque a me va bene così.[/SIZE]

Un'equazione alquanto fantasiosa, non c'è che dire :D

Winston_Smith 26-10-2012 20:17

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 899434)
Ho parlato di impermeabilità, del non lasciarsi ferire, non di insensibilità.

Hai parlato di eccesso di coscienza verso determinate cose, io ho ricordato che l'assenza di coscienza genera mostri. Ergo, eliminare l'(auto)coscienza è poco raccomandabile.

muttley 26-10-2012 20:19

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 899441)
Hai parlato di eccesso di coscienza verso determinate cose, io ho ricordato che l'assenza di coscienza genera mostri. Ergo, eliminare l'(auto)coscienza è poco raccomandabile.

Un conto è la coscienza dello stato delle cose, un conto è la coscienza di sé. L'autocoscienza consiste nel comprendersi e nel conoscersi ma non per costruire un'immagine tetragona e indistruttibile del sé, bensì per capire dove si sbaglia e come riparare ai propri errori.

Winston_Smith 26-10-2012 20:22

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 899444)
Un conto è la coscienza dello stato delle cose, un conto è la coscienza di sé.

La seconda si costruisce anche grazie alla prima, e viceversa.

Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 899444)
L'autocoscienza consiste nel comprendersi e nel conoscersi ma non per costruire un'immagine tetragona e indistruttibile del sé, bensì per capire dove si sbaglia e come riparare ai propri errori.

Quindi non è del tutto negativa.

muttley 26-10-2012 20:25

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
Comprendersi per annullarsi...

Vanitas piano con le parole o ti segnalo alla moderazione :D

muttley 26-10-2012 20:33

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
Si forma non in maniera automatica, ma in maniera involontaria (non siamo noi a decidere chi farà parte della nostra vita appena nati e come ci educherà).
Quanto al carattere, è modificabile e, pur non arrischiandomi a dire fino a che punto, ritengo che l'obiettivo finale dell'essere umano dovrebbe consistere nell'intraprendere una progressiva strada verso la depersonalizzazione.

Comunque sappi che io sono un utente di lunga data, con me non è permesso l'utilizzo di determinati vocaboli :D

Winston_Smith 26-10-2012 20:38

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 899451)
Comprendersi per annullarsi...

Aridaglie col nichilismo.
La spersonalizzazione totale è l'anticamera del Grande Fratello (e se lo dico io :occhiali: ).

muttley 26-10-2012 20:44

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 899471)
Aridaglie col nichilismo.
La spersonalizzazione totale è l'anticamera del Grande Fratello (e se lo dico io :occhiali: ).

Tu lo chiami nichilismo, io lo chiamo stoicismo. E comunque la spersonalizzazione è ovviamente impossibile in tutto e per tutto, ma è un ideale a cui tendere :occhiali:

Quote:

Originariamente inviata da Vanitas (Messaggio 899473)
Ma fammi il piacere.

Sei già stato segnalato alla moderazione, preparati al ban :sarcastico:

Winston_Smith 26-10-2012 20:47

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 899481)
Tu lo chiami nichilismo, io lo chiamo stoicismo.

Mi risulta che lo stoicismo non c'entri una fava con l'argomento di questo topic. Non predicava l'annullamento della coscienza, che io sappia.

Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 899481)
E comunque la spersonalizzazione è ovviamente impossibile in tutto e per tutto, ma è un ideale a cui tendere :occhiali:

Una distopia, per l'esattezza. La dottrina analoga a quella del Socing nell'Estasia aveva un bel nome: Annullamento dell'Io.

Layne 26-10-2012 20:50

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 899481)
Tu lo chiami nichilismo, io lo chiamo stoicismo. E comunque la spersonalizzazione è ovviamente impossibile in tutto e per tutto, ma è un ideale a cui tendere :occhiali:

Mi fai venire in mente "Vitangelo Moscarda": lui ci ha provato, ma stava per uscire pazzo...Dunque, nel caso, prendi le dovute precauzioni. :ridacchiare:

muttley 26-10-2012 20:53

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 899484)
Mi risulta che lo stoicismo non c'entri una fava con l'argomento di questo topic. Non predicava l'annullamento della coscienza, che io sappia

Lo stoicismo predica il distacco dalle cose terrene...ti pare che il nichilismo c'entri con la depersonalizzazione? Parla di assenza di finalità, mentre la depersonalizzazione stessa è un fine. E comunque qui si parla di annullare una coscienza forte, il concetto del carattere, della personalità, frutto di una visione deteriore e individualista dell'essere umano.
Rinunciare alla personalità non significa rinunciare alla distinzione tra bene e male, anzi è proprio la creazione del mito del carattere a creare i fraintendimenti comunicativi e le incomprensioni che generano poi conflitti e divergenze ideologiche.

Marco Russo 26-10-2012 22:00

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
sono tutti ossessionati dall'essere se stessi, essere veri, essere originali, non essere imologati.
queste sono cazzate.

più che al grande fratello winston io tenderei al brave new world, che per me è un romanzo utopico, non distopico.

Winston_Smith 27-10-2012 00:42

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
Quote:

Originariamente inviata da Vanitas (Messaggio 899489)
No, vedi che c'entra, diceva di essere "immuni" dalle passioni, etc

C'entra ma non è la stessa cosa diciamo.

Essere immuni dalle passioni non vuol dire annullare la coscienza.

Winston_Smith 27-10-2012 00:53

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 899494)
Lo stoicismo predica il distacco dalle cose terrene...ti pare che il nichilismo c'entri con la depersonalizzazione? Parla di assenza di finalità, mentre la depersonalizzazione stessa è un fine.

Lo stocismo non predica l'annullamento della coscienza, il nichilismo sì.
Come ti ha risposto Vanitas, con la depersonalizzazione si annulla ogni fine. Se il sé non esiste, che senso ha tendere a un fine? Chi tenderà a questo fine? Tutto diventa un magma indistinto, tutto è uguale a tutto e nulla ha senso se io non esisto, se nessuno esiste.

Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 899494)
E comunque qui si parla di annullare una coscienza forte, il concetto del carattere, della personalità, frutto di una visione deteriore e individualista dell'essere umano.
Rinunciare alla personalità non significa rinunciare alla distinzione tra bene e male, anzi è proprio la creazione del mito del carattere a creare i fraintendimenti comunicativi e le incomprensioni che generano poi conflitti e divergenze ideologiche.

Una forzata uguaglianza tra gli esseri umani (non intesa nel senso politico e legalitario del termine, ma nel senso della perdità dell'identità individuale) non può che portare al male. Se non esiste la persona, non esiste neanche l'altro da sé e non esistono l'altruismo e la morale, che essenzialmente consiste nel non ledere la libertà altrui.

Quote:

Originariamente inviata da Marco Russo (Messaggio 899565)
sono tutti ossessionati dall'essere se stessi, essere veri, essere originali, non essere imologati.
queste sono cazzate.

Certo, è una figata invece mettersi tutti insieme a belare la stessa nota come un gregge di pecore (che tra parentesi è quello a cui la cultura dominante vuol far tendere: non vedo così tanta gente ossessionata dall'essere originali e questo forum ne è la prova). Ecco cosa succede quando si elimina l'individualità (dal minuto 2:40):


Quote:

Originariamente inviata da Marco Russo (Messaggio 899565)
più che al grande fratello winston io tenderei al brave new world, che per me è un romanzo utopico, non distopico.

La società in cui sei incasellato fin dalla nascita in una classe di individui? Te la lascio volentieri.

Marco Russo 27-10-2012 12:34

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
Quote:

Originariamente inviata da Bourée (Messaggio 899761)
Uh! avrei pensato piuttosto a un elogio dell'autodeterminazione cosciente di sé. L'esatto contrario. Se si intende auspicare a una liberazione da schemi preconcetti che vengono imposti attraverso l'educazione e il vissuto in società e che potrebbero, quindi, costringere il singolo a vivere una condizione non ideale per sé, allora mi troverei d'accordo. Se, invece, si intende tendere a una omologazione passante per l'annientamento delle singole espressioni di sé, allora mi chiedo: perché elogiare un modo di vivere che, personalmente, trovo già ampliamente espresso in questa società come fosse, invece, nuovo e diverso? Voglio dire, messer Muttley, che a mio parere questa società è già così maledettamente di massa da risultare soltanto illusoriamente individualista.

sono due lati della stessa medaglia: la società a mio avviso spinge l'individuo nella ricerca parossistica di una sua individualità attraverso il consumo, ed è attraverso di questo che l'individuo acquista originalità. Io contesterei (in teoria, in pratica ci sono dentro fino al collo) il meccanismo alla base in quanto l'originalità proposta ovvero come esercizio di una scelta condizionata è ovviamente un'illusione. A questo punto meglio l'omologazione di stampo soviet (provocazione), esempi pratici: sono assolutamente favorevole alle divise scolastiche e ai dress code d'ufficio, cosí come mi piace il "venerdí casual". L'elemento distintivo acquista un valore sincero e sentito proprio quando è contrapposto all'elemento unitivo. Noitutti esseri umani siamo tutti uguali e siamo tutti diversi, dipende dalla prospettiva di analisi (macroscopica o microscopica). Mi sembra che in questa società invece la spinta sia tutta sul cercare forzosamente distinzioni, con l'effetto fracassone e l'ovvia conseguenza di produrre distinzioni serializzate (a stampino talvolta).

liuk76 27-10-2012 13:17

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
Discussione interessante ma troppo filosofica e mentale per i miei gusti e per la mia propensione odierna a riflessioni di tal portata :)

Rimuginare troppo su molte questioni filosofiche porta ai pericolosi nichilismo e insensatezza di tutto.


Depersonalizzazione? Vade retro Satana ;)

Non sono per l'estremo individualismo perché sono un sostenitore, per certe cose, dell'agire in senso collettivo, altruista e socialista (politicamente parlando).

Al tempo stesso trovo distopica una società dove c'è poca differenziazione, dove le persone arrivano ad omologarsi, essere fin troppo simili, essere poco critiche e passive nei confronti di tutto e di tutti perché, tanto, si evita di avere una coscienza individuale e si attinge da quella collettiva.

A quel punto, cosa differenza Tizio da Caio?

Pensando alle due tematiche di cui mi piace discutere, ovvero relazioni/sentimenti e sesso :D, senza una personalità una vale l'altra...
Si assisterebbe ad una società orgiastica e basata sul poliamore.
Probabilmente dopo le prime settimane passate a fare gang bang, diventerebbe tutto dannatamente noioso.
Che incubo! :P

Vedo che c'è paura del male, della sofferenza, dell'esserne permeabili.
La sofferenza, il male fanno parte della vita ed è anche necessario viverli ed imparare a reggerli.
Anche la bassa autostima e le implicazioni legate al senso d'inferiorità a causa di un'eccessiva personalità (secondo le teorie presentate) sono tutti scenari psicopatologici e non normali.

Perché modellare la società ad immagine e somiglianza di ciò è antagonista alle proprie fobie? E' un vincere facile.... :)

Poi, è anche vero che c'è tanto di cambiare di questa società ma io sono ben lieto di avere un po' d'individualismo, personalità, coscienza del mio io e di essere dannatamente materialista e terreno su alcune cose

Who_by_fire 27-10-2012 15:50

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
Quote:

Originariamente inviata da Bourée (Messaggio 899899)
Però secondo me così si rischia di confondere i piani di interpretazione. Se per depersonalizzare, si intende "spogliarsi" (neanche troppo metaforicamente) delle divise estetiche che questa società ci impone (ovvero non sentirsi obbligati ad apparire come la società si aspetta che si appaia con l'illusione che sia una nostra consapevole scelta quando, invece, solo di bisogni indotti si tratta), sono in sintonia; e sono in sintonia anche quando si suggeriscono le divise per scuola (per tanti motivi, il principale dei quali è una questione di reddito). Ma depersonalizzare non è solo una questione estetica... è anche, e soprattutto, dalla coscienza di sé che ci si vuole liberare (mi sembra di aver capito). In quest'ultimo caso faccio difficoltà a capire perché auspicare ciò. Insomma, a me non importa minimamente come si appare (uguali, diversi, con le divise, i capelli tutti lunghi e via dicendo) se si è in grado di essere sé stessi nell'intimo. La diversità, passa dalla diversità di pensiero. Non di presenza. Ed è questa diversità che vedo scarseggiare nella nostra società di depersonalizzati (è difficile, ad oggi, schierarsi con la minoranza, difendere il colpevole, etc...).


Se mi fossi impegnato a leggere i vari post e a rispondere al topic credo che non avrei saputo rispondere meglio! :bene:

rainy 28-10-2012 01:30

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
Stai proponendo una rivoluzione copernicana improponibile.
Quando si gode di bassa autostima che si dia più importanza al proprio ego o alle azioni/cose che richiedono attenzione, costanza e applicazione non cambierà un bel nulla

muttley 30-10-2012 14:19

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
Quote:

Originariamente inviata da Winston_Smith (Messaggio 899739)
Lo stocismo non predica l'annullamento della coscienza, il nichilismo sì.

E' una tua lettura del tutto arbitraria e personale, ad ogni modo io non ho parlato di nichilismo, che rappresenta la rinuncia ad agire secondo finalità.

Winston_Smith 30-10-2012 15:58

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 902723)
E' una tua lettura del tutto arbitraria e personale

Che non mi pare sia solo la mia, ad ogni modo forse dovresti spiegarti meglio:

Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 897112)
Nessun sé, nessun problema, come ebbi modo di scrivere altrove...

Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 899451)
Comprendersi per annullarsi...

Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 902723)
ad ogni modo io non ho parlato di nichilismo, che rappresenta la rinuncia ad agire secondo finalità.

Con le parole del filosofo Pier Paolo Ottonello (n. 1941) possiamo affermare:

« Il nichilismo come negazione radicale o metafisica, è dunque negazione del senso dell'essere e degli enti in quanto significato e realtà sostanziali e valorativi, che possono essere tali solo in quanto fondati nell'assolutezza dell'essere. Nichilismo è dunque, essenzialmente, l'assoluta negazione di ogni assolutezza, che percorre le strade o dell'indeterminazione dell'essere e degli enti o dell’univocità radicale essere nulla »


(fonte: Wikipedia)

Del resto, se si nega l'esistenza della propria individualità, non si vede perché la successiva conseguenza logica non dovrebbe essere negare anche quella altrui, e di conseguenza mettere in discussione, nichilisticamente, i diritti (da un punto di vista sia etico che giuridico) che a quella vengono associati. Io non esisto come singolo individuo => posso pensare, provare e fare tutto e il contrario di tutto perché non ho carattere definito => quello che ricevo dall'esterno può essere visto come male o bene indifferentemente perché non ho una personalità definita che possa giudicarlo come tale, e a seconda della multiformità del mio carattere quello che ricevo dall'esterno può farmi male o bene => lo stesso può valere per gli altri => non ha senso parlare di diritti individuali => non ha senso qualunque forma di etica => nichilismo.

muttley 30-10-2012 19:21

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
Partiamo da punti di osservazione differenti: tu fai del mio discorso una lettura ontologica con implicazioni etiche, quando l'intento soggiacente all'intera discussione riguarda tutt'altro...a me interessa demistificare la tendenza a incasellare le persone a seconda dei rispettivi caratteri e ad insegnare sin dall'infanzia a identificarsi in tratti comportamentali predefiniti.
Faccio un discorso totalmente riferito a me e alla mia esperienza: allo stato attuale delle cose non mi interessa che la gente mi giudichi in un determinato modo, non voglio essere giudicato negativamente ma nemmeno desidero essere riconosciuto come una persona dotata di determinate caratteristiche piuttosto che di altre. E ritengo anche più utile, nell'affrontare persone e situazioni, un approccio volto ad avvicinarsi il più possibile ad un'ideale di depersonalizzazione...un esempio? Devo fronteggiare un colloquio di lavoro ma anche un semplice tentativo di avvicinamento con scopi amicali/sentimentali ad una persona: se io mi affaccio a dette situazioni con un'idea di carattere (e tutto ciò che essa comporta, dai pregi ai difetti, dalle potenzialità alle debolezze) troppo definita, finirò per far deviare l'intero percorso dell'evento secondo quelli che sono i miei pregiudizi di conferma. Penso di non essere abbastanza preparato per affrontare quel colloquio o per ottenere l'amicizia/affetto di quella persona? Probabilmente finirò per dare vita a situazioni di fallimento da me stesso autogenerate. E la stessa cosa vale anche per quelle persone dotate del difetto opposto, ovvero un'eccessiva considerazione di sé nonché vanagloria. Possono queste persone raggiungere ogni volta il loro obiettivo basandosi su una percezione amplificata delle proprie forze? Probabile, ma è altrettanto probabile che finiscano per applicare altri filtri distorsivi alla realtà che possono sfociare in forme di megalomania o fastidioso narcisismo.
E la ricetta per ovviare a tutto è, secondo me, affrontare quello che dobbiamo affrontare solo ponendoci un obiettivo, senza pensare a come siamo fatti (resta poi da considerare che noi non siamo fatti in un modo, ma ci sentiamo fatti in un modo), all'immagine che siamo soliti affibbiarci e quant'altro.

Marco Russo 30-10-2012 19:53

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
come sai ho un certo qual scetticismo in relazione all'assolutizzazione del potenziale cambiamento e al rifiuto categorico di concetti più attinenti alla sfera della staticità, da me invece considerati plausibili ritenendo io stesso alcuni piccoli aspetti verosimilmente troppo hardwired per essere modificabili con tempi e modalità realistiche.
Ciononostante mi fa riflettere che l'approccio qui proposto offre un punto di convergenza tra il mio modo di vedere l'Uomo e il tuo, proponendo di ignorare, per assurdo, che suddette differenziazioni esistano. Nel caso poi queste dovessero effettivamente esserci emergeranno naturalmente, senza le forzature o le sovracostruzioni tipiche di chi rende statico ciò che è per natura fludo.
Essere uguali per essere diversi, essere aperti al cambiamento per capire dove non si può cambiare, essere flessibili per scoprire la propria rigidità. Separare gli aspetti contingenti da quelli necessari.

Marco Russo 27-11-2012 00:30

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 897112)
Vorrei spezzare un'arancia in favore della depersonalizzazione

ci ho fatto caso solo ora :miscompiscio:

Winston_Smith 04-04-2013 15:38

Re: Elogio della depersonalizzazione
 
Quote:

Originariamente inviata da muttley (Messaggio 1042751)
Avrei comunque un buon libro da consigliarti in merito

Quale sarebbe?


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