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Re: La questione maschile e come discuterne (video interessante)
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Re: La questione maschile e come discuterne (video interessante)
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Per un fobico sociale stare davanti ad un pubblico é il livello massimo( lo dice la mia specialista, non io),considerato che non riesce nemmeno a chiedere un etto di prosciutto alle volte.E che la maggior parte delle persone normie prova disagio in tale situazioni di esposizione altissima. Sarebbe come per un aracnofobico entrare in una vasca di tarantole. Il motivo è nascosto nelle pieghe della mente. Se non riuscissimo a fare solo quello che non ci va non vi sarebbe un forum dedicato. |
Re: La questione maschile e come discuterne (video interessante)
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Significativo che utenti attivissimi da tanti anni non sappiano cosa sia la fs (ma sappiamo tutto di LMS). Ma lo sapevo già quando ho chiesto chi ha la diagnosi e mi hanno risposto in tre. |
Re: La questione maschile e come discuterne (video interessante)
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Oppure che so, vedo qualcuno che conosco per strada, e inizio a pensare "E ora cosa gli/le racconto?", "e se mi chiede 'sta cosa?", "e se fa questo e quell'altro", "si creerà quel solito silenzio imbarazzante e farò la figura dello scemo", "Non mi ricordo nemmeno come si chiama, uff che memoria di merda", "Meglio che faccio finta di non vederlo e tiro dritto"... Oppure sempre al banco salumeria mi è capitato una volta che la tipa non sentisse bene (o ha fatto finta di non sentirmi, era un po' stronza) perché non parlo ad altissima voce e mi diede un altro prodotto, così io quando vado là in parte ripenso a questa cosa e vado un po' in agitazione anche per questo. A me passano un mucchio di cose per la testa, legate alla mia esperienza e altro, a te niente? L'ansia è in parte correlata nel mio caso a certe preoccupazioni, rischi, cose che vorrei non accadessero, di far la figura dello scemo, a te è totalmente opaca la cosa? Quando sei in pubblico occhio e croce non riesci a correlare a quali preoccupazioni concrete (o immaginarie) è associata questa ansia? Sarà che magari io faccio caso a quel che mi passa per la testa. Comunque siamo Fuori Tema, smettiamo se no qua si incavolano. Che poi può essere che è come dici tu, per alcuni l'ansia è elevata ma non è completamente opaca la cosa, per altri potrebbe essere opaca, se gli chiedi cosa in concreto e più nello specifico li preoccupa non saprebbero raccontare nulla. Comunque la fobia sociale è una fobia motivata proprio dalla preoccupazione del giudizio negativo... Prendo la definizione da un sito... "La fobia sociale o Disturbo d’Ansia Sociale è un disturbo d’ansia, in cui la paura caratteristica consiste nel credere di essere osservati e giudicati negativamente in situazioni sociali o durante lo svolgimento di un’attività in pubblico. Ciò che principalmente si teme è il giudizio negativo degli altri. In genere, le persone affette da questo disturbo temono, in situazioni sociali e comunque non familiari, di poter dire o fare cose imbarazzanti e di esser giudicati ansiosi, impacciati, stupidi, incompetenti, strani, goffi, deboli o “pazzi”. da un altro sito "La fobia sociale (o disturbo d’ ansia sociale) è un disturbo psicologico caratterizzato da un’intensa e persistente paura di affrontare le situazioni sociali in cui si è esposti alla presenza e al giudizio altrui per il timore di apparire incapace o ridicoli e di agire in modo inopportuno". Non è totalmente opaca questa paura per come viene definita, non è una paura dello stare in pubblico e basta, è correlata al giudizio negativo che la persona immagina che questo pubblico le rivolgerà contro. Questa cosa della paura in cui le motivazioni risultano opache mi sembra più vicina alla descrizione degli attacchi di panico o di certe fobie specifiche. D'accordo con te sul fatto comunque che non necessariamente queste preoccupazioni devono originarsi da situazioni traumatiche. |
Re: La questione maschile e come discuterne (video interessante)
A me capita che ci siano situazioni ridicole in cui non ho il coraggio di chiedere determinate cose (es: chiedere di farmi dare il prosciutto: forse perché non l'ho mai fatto e ho paura che mi chiedano qualcosa che non sappia, tipo "che prosciutto" e io non so che cazzo dire; oppure "quanti etti?", visto che non so quali sono le quantità) mentre ci sono altre in cui mi sento molto meno timido nonostante siano molto più pesanti sulla carta, come per esempio fare un'esposizione di fronte a molte persone (poi chiaramente sono comunque stressato, ma appunto più stressato che intimidito).
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Re: La questione maschile e come discuterne (video interessante)
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Anche quando non pensi consciamente a niente la fs si manifesta lo stesso, e l'esempio estremo sono proprio gli attacchi di panico a ciel sereno. Che si verifichino quando l'esposizione è massima mi pare solo logico, senza andare a cercare motivazioni legate al pudore o a complessi particolari che sì, possono anche entrarci ma il problema è che tu hai paura del giudizio delle persone perché hai un disturbo che ti scatena questa paura, da cosa nasca questo disturbo è soggettivo e ancora in studio. Io ho un'idea circa l'origine del mio ma non riguarda tutti i fobici. A me pare lapalissiano il perche un fobico non riesca a fare il karaoke o il burlesque, dato che è una situazione talmente esposta da creare disagio anche a chi non è fobico ma non è particolarmente sfacciato. Non mi scervello a capire il perché, il perchè è che ho la fs e quindi avendo una sensibilità maggiore all'esposizione "normale", il panico in una situazione ad esposizione estrema è scontato.Se fossero solo i pensieri consci a determinare le reazioni, ci si potrebbe lavorare bene, ma le reazioni incontrollate avvengono proprio perché non si è consci di quello che ti sta dicendo il cervello per scatenare quella reazione. Se mi trema la voce ad ordinare la pizza, cosa posso aspettarmi se mi metto a cantare davanti a 50 persone? Non so, forse non mi spiego, non so dire meglio. Se fossi fobica solo del burlesque, o solo della guida, o solo di mangiare in pubblico, o solo di fare ginnastica, potrei sì pensare che c'è qualche idea su quella specifica situazione che mi fa reagire, ma se uno ha la fobia delle persone, ogni azione "in vista" spaventa, con sfumature individuali e a vari livelli, ma sempre paura della gente è, non rifiuto post trauma o altro. Oppure se si vuole parlare di origine traumatica, si deve cercare il trauma sociale generale, non in uno specifico ambito, perchè non è una fobia di una singola cosa sociale, ma di tante, a volte di tutte. Vediamo se con questa domanda mi spiego: Che senso ha cercare di capire perché ho paura della blatta gigante, se so che ho paura di tutti gli insetti, pulci comprese? Ovvio che se vedo la blatta gigante ho più paura rispetto alla pulce, è logico e non è perchè mi ha morso una blatta da piccola, più probabile che mi abbia morso una pulce semmai, altrimenti avrei paura solo delle blatte . Invece ho paura della pulce e ovviamente tutto ciò che è più grande della pulce mi spaventerá ancora di più. |
Re: La questione maschile e come discuterne (video interessante)
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per fortuna con l'andar degli anni le cose sono migliorate, nn mi definisco più fobico e anche la timidezza è superata, però sono sempre solo non lego, non ho amici, forse ormai sono solo un vecchio asociale |
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Quindi ricapitolando : paura del giudizio, paura delle espressioni facciali, controllo delle situazioni. Il problema è che il mio vecchio psy non mi voleva incasellare e prima di aspettare una diagnosi che non arrivava mai mi sono stancato... |
Re: La questione maschile e come discuterne (video interessante)
Interessante intervento quello di Ondine...
Ti rispondo molto brevemente su alcuni punti.... 1) Io i social (più che altro utilizzavo i Forum prima dell'avvento di Facebook) per conoscere gente li ho sempre usati pochissimo la mia esperienza è sul campo e cioè quando in passato timidamente mi proponevo... Prescindendo dalle esortazioni al suicidio adolescenziali in quanto cesso (che ok vanno presi come manifestazioni di immaturità data l'età) di quantità di letame me ne è stata scaricata addosso a quintali e fino ad una certa età (quando poi ho smesso di provare allo stato attuale non mi avvicinerei ad una donna per provarci neanche con la pistola puntata alla testa) la cosa è andata avanti senza soluzione di continuità... Per non parlare di quando nella mia vecchia compagnia le ragazze (che in mia presenza si confidavano liberamente tale era la consapevolezza del mio essere ormai innocuo nei loro confronti) esprimevano il loro odio verso il "cesso" e non verso il timido...Odio puro alternato alla derisione più becera....Questo a onor del vero capitava anche da parte degli uomini nei riguardi delle donne ma molto più facilmente erano i ragazzi davvero belli (ricercati, apprezzati ed amati) a manifestare insofferenza verso i cessi a pedali (testuali parole) che osavano provarci con loro (perchè con i bei ragazzi "Interessanti" in linea generale le ragazze non hanno problema a farsi avanti) mentre in caso contrario il giudizio di odio era molto più diffuso fra tutte belle o brutte che fossero... Cioè non è che uno matura certe opinioni necessariamente perchè non ha visto il mondo o lo ha visto solo attraverso le lenti deformate della galassia redpill o incel che sia ma perchè bene o male (o costretto dalle circostanze come è capitato a me) un minimo di esperienza sul campo se l'è fatta... Poi che in certe realtà come il Forum dei brutti si sconfini nell'aggressione verso il sesso opposto è poco ma sicuro infatti io non frequento se non da lurker quei luoghi (alla lunga l'odio porta solo ad ulteriori patimenti oltre ad essere ingiustificato...Le donne hanno ogni sacrosanto diritto di preferire il maschio "Interessante" e/o bello e/o violento) ma mi permetto di dire che esistono anche realtà molto attive e politicamente corrette dove viene instillato l'odio generalizzato verso gli uomini...... 2) Ritengo ondine che ognuno qui parli in base alla propria esperienza e agli ambienti che frequenta nella propria vita... Io e te abbiamo avuto percorsi diversi ma non mi permetterei mai di banalizzare e sfottere il tuo cosa che invece avviene nei confronti di chi ha certi pensieri...(e non è felice di averli bada bene...E' la vita e il comportamento delle ragazze nei suoi confronti che lo porta a pensarla cosi) Poi la rete si amplia ed il comune denominatore diventa sempre più diffuso arrivando a confluire in vere e proprie comunità dove si dimenticano le basi e si arriva ad odiare il prossimo (cosa sbagliata)... Ma se la rete è talmente diffusa vuol dire che forse un fondo di verità c'è o sbaglio? Altrimenti come avrebbe fatto a diffondersi? Questo vale anche per la controparte... E' verissimo che le donne siano molto meno privilegiate in certi ambiti e che esistano realtà di violenza domestica dove sono vittime di partner criminali... La nascita di certe realtà e di certe modalità di pensiero estreme (penso al veterofemminismo) sono la conseguenza di certe problematiche... In queste realtà l'odio verso l'uomo (e la derisione verso certe problematiche maschili) è alla millesima potenza ma nessuno si sognerebbe mai di banalizzarle e nessuno non l'ha nemmeno fatto... Neanche in sto Forum... Non noti i due pesi e le due misure? Un saluto.. |
Re: La questione maschile e come discuterne (video interessante)
Mi piacerebbe rispondere a Claire sul discorso timidezza/fobia ma sarei off topic qui....
Ritengo che le circostanze avverse (almeno cosi è capitato a me) quando provocano delle specie di terapie d'urto assolutamente non volute qualche effetto lo provochino... Io fino ai 25 anni (scuola a parte) non uscivo praticamente mai di casa ma poi sono stato costretto dalle circostanze a farlo... Fino ai 32 anni non mi è mai capitato di cambiare le mutande ad un genitore malato di sesso opposto (la sola idea mi provocava incubi, dolore e pianto ininterrotto), di andare davanti ai medici, di dover spingere (io che cerco di convincere qualcuno??? La sola idea mi provocava ilarità) per ottenere certi aiuti poi le circostanze mi hanno costretto a farlo... Fino ai 41 non avrei mai pensato di rimanere solo al mondo in balia degli eventi e della realtà circostante e poi è successo (pensa a mio padre, quando lo imploravo di non abbandonarmi, dicevo che mi sarei ucciso se lui se ne fosse andato) e a distanza di un anno e mezzo quasi sono ancora qui a prendere del piagnina molto malmesso ma meno di quanto pensassi... Allora la realtà è questa... O non sono mai stato realmente fobico (però fino ai 25 anni avevo il terrore di uscire di casa)... Oppure le cause di forza maggiore hanno sconfitto la mia fobia... Non saprei appena rivedrò la psicologa gliene parlerò... |
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We are fottutes...:mannaggia:
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Re: La questione maschile e come discuterne (video interessante)
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Quello che la tizia non ha capito è che essere femministe significa lottare per i pari diritti, non lottare per i diritti delle donne a scapito degli uomini. (Per ulteriori delucidazioni in merito rimando al post #66 del mio diario). |
Re: La questione maschile e come discuterne (video interessante)
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Ad ogni modo, avevo visto il documentario tempo fa, quindi vado a memoria: 1) sono d'accordo che presenti l'MRA facendone vedere tutti i lati positivi e nessun lato oscuro (che pure è presente) 2) sono d'accordo che faccia vedere la femminista pazza urlatrice dai capelli rossi dando l'impressione di dipingere le femministe tutte come pazze urlatrici :mrgreen: e quella parte personalmente l'avrei evitata, ma d'altra parte il concetto che ricordo venisse espresso non era che tutte le femministe abbiano l'obiettivo di lottare per diritti a discapito degli uomini, ma che tutte le femministe intervistate respingessero in toto le argomentazioni del MRA (non so poi quanto sia vero, ma questo veniva espresso nel documentario) 3) almeno a quanto ricordo il finale non consisteva in una presa di distacco dall'intero femminismo in quanto tale ma da un certo tipo di femminismo e nella presa di coscienza che ci siano anche altri punti di vista validi Personalmente il documentario, pur nei suoi limiti, mi era comunque sembrata una testimonianza interessante su come i movimenti di genere non riescano proprio a farcela ad andare oltre e venirsi incontro. Dal momento che oggigiorno non penso abbia senso una battaglia unilaterale, ma che certe problematiche abbiano proprio a che vedere con il rapporto tra i sessi, per cui per cambiare certe concezioni patriarcali non basta la presa di coscienza della donna ma serve anche la sensibilizzazione dell'uomo (e viceversa per cambiare certe concezioni che danneggiano l'uomo serve anche la sensibilizzazione della donna) e visto che come dici correttamente il femminismo "buono" non lotta per avere certi diritti a discapito degli uomini, ma per la parità dei diritti, io mi chiedo se il primo passo non sarebbe proprio etichettarsi in modo diverso, che ne so "paritarismo" o "egualitarismo", che altrimenti quando si ragiona sul femminismo è paradossalmente più il tempo che si perde a dire che non è quello che sostiene la superiorità femminile, che però d'altra parte è quello che volenti o nolenti il nome evoca (ovviamente parliamo del mondo occidentale che conosciamo, avrà certo ancora senso parlare di "femminismo" in altre realtà, laddove la battaglia sia agli inizi e manchino proprio i diritti fondamentali). |
Re: La questione maschile e come discuterne (video interessante)
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seguendo questa logica allora anche la Corea del Nord è una democrazia perché si autodefinisce tale. se noi andiamo a vedere cosa fanno e dicono le femministe, vediamo benissimo che la parità è l'ultima delle loro preoccupazioni. un movimento che afferma l'ignobile falsità secondo cui le donne vengono pagate di meno a parità di lavoro non è un movimento serio. lo scopo del femminismo è estorcere soldi e potere attraverso il vittimismo. e se tutte le donne sono vittime, allora necessariamente ne consegue che tutti gli uomini sono oppressori. io sta parità non ce la vedo, dizionario o non dizionario. |
Re: La questione maschile e come discuterne (video interessante)
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Re: La questione maschile e come discuterne (video interessante)
ma alla fine si è capito perchè le donne son tutte fidanzate? :interrogativo:
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