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Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
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Quando poi, tra 1-2 anni o quando sarà, avrai intenzione di prenderti un appartamento o anche un monolocale in affitto avrai i risparmi che ti sarai messo da parte nel frattempo, più lo stipendio che continui a percepire. E' una gran rottura, lo ripeto, non sto dicendo che sia facile perchè sennò adesso arriva il fenomeno di turno a dire "eh ma come la fai semplice" e varie altre fesserie di questo tipo. Non è né facile né rilassante, ma da qualche parte si dovrà pur iniziare o no? Altrimenti non lamentatevi se a casa vi rompono i coglioni, evidentemente preferite quella situazione piuttosto che lavorare. Io se fossi rimasto a casa con mio padre anche solo 1 mese di più probabilmente adesso sarei in galera per patricidio. |
Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
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due estati fa mi sono proposto per la raccolta nei campi perché sentivo in tv che frignavano perché non trovavano nessuno, non mi ha mai contatto nessuno |
Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
Sta a vedere che tutti sti gran cavalieri del lavoro sono degli impiegatucci di basso livello :sisi:
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Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
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Io preferirei lavorare, ma tra l'avere una preferenza verso una certa cosa e l'arrivare a ottenere quella cosa, ce ne passa. Non è che se uno sta in una situazione è perché allora tutto sommato non ci si trova davvero male. La paura di fare figure ridicole ai colloqui non sapendo come giustificare gli anni di vuoto chi me la toglie? Eh, la preferenza non basta. |
Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
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Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
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Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
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Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
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infatti penso espatrierò, se riesco a entrare in una scuola espatrierò con qualifiche, altrimenti senza, amen un ragazzo che conosco ha cominciato a fare esperienza in un settore dopo i 30 anni e ora dopo 5 anni è manager di una filiale dell'azienda in Olanda, qua in Italia sarebbe barbone. Un ragazzo comunque bravo che si da da fare per carità non uno qualunque |
Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
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Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
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E' facile trovare lavoro? Ti aspettano tutti a braccia aperte? Te lo vengono ad offrire a domicilio? No a tutto. Quello che contesto è l'atteggiamento -anche parecchio immaturo a parer mio- di dire che cerca lavoro solo per far contenti madre e padre che gli rompono i maroni, e che siccome non lo ha trovato in 2 settimane allora da adesso "non farà più lo stesso errore perchè tanto è un fallito e sa che non potrà mai lavorare." Come se il lavoro servisse a far contenti gli altri e non a campare. Questa roba detta da un 30enne preoccupa un po', sembra quasi il dispettuccio che vuoi fare ai tuoi quando sei un adolescente senza renderti conto che in realtà danneggi solo te stesso. Del lavoro è difficile tutto, dal trovarlo allo svolgerlo ogni giorno, ma certo che se parti con questo atteggiamento e poi ti lamenti che a casa ti rompono le palle allora c'è qualcosa che non va. Che ti devono fare, una standing ovation? |
Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
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Se non è invalidante questo, non so cosa lo sia… |
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Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
Ma tu hai letto che l'op è invalido certificato( e comunque si colpevolizza dandosi del fallito per i lavori in cui non ce l'ha fatta) prima di spiegargli paternalisticamente le difficoltà della vita adulta?
Molto probabilmente le può spiegare lui a te, ho ragione di credere che ne sappia di cose sulla difficoltà del vivere che non sai e non saprai, perché per tua fortuna non ti sono toccate. Anche se lavori. |
Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
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Partiamo dal presupposto che lavorare è una gran rottura di coglioni, quasi sempre, dal lavoro umile e sporco al lavoro d'ufficio dove qualcuno ogni due minuti ti chiama per fracassarti...vabbè hai capito.
Chi ti dice il contrario o è un demente o un masochista. Perché la vita andrebbe vissuta e goduta, non a lavorare come bestie 8-9-10-12 ore al giorno. Il problema è che se non sei di famiglia ricca ti tocca, prima o poi, oggi o tra 10 anni, dovrai sbattere la testa nello spietato mondo del lavoro dove è pieno di stronzi, rompicoglioni, approfittatori e sfruttatori. E sarà sempre peggio, fidati, sfrutteranno sempre di più. Tornando alla tua domanda, io non cercherei lavoro per i genitori, per far contenti loro, io non ho lavorato per tanto tempo e poi ho iniziato a lavorare ma unicamente per me stesso, del parere dei genitori etc...non me ne è mai fregato niente, tantomeno quello di conoscenti e parenti. Cerca lavoro e fallo per te. Ritengo sempre che non fare un cazzo sia bellissimo, veramente, alzarsi quando si vuole, andarsene al mare, uscire, cazzeggiare, però la vita da povero è questa. Non si scappa. Non me ne vogliano adesso i fanatici dell'abnegazione e stacanovisti. |
Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
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Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
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come uscirne non lo so. Se tu lo sai, fammi un fischio |
Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
Qui ci sono molte discussioni su svariati argomenti, spesso piene di consigli e di persone comprensive. Però a volte quando si parla di lavoro si torna ai soliti "muovete il culo", "siete viziati", "sei privilegiato perché ci sono i bambini poveri che non possono scegliere il lavoro da fare". Frasi che non credo abbiano mai fatto bene a nessuno.
Credo che mi sia successo assai raramente di vedere qualcuno che non lavora perché davvero "non ha voglia di far nulla", spesso i motivi sono altri, e chi sta qui sopra probabilmente non è il tipo di persona che non va a lavorare perché è impegnato a spendere i soldi dei genitori in feste e roba simile, che il modo in cui di solito la società dipinge chi non ha un lavoro. C'è la difficoltà a trovare amici, c'è la difficoltà ad approcciare le donne e c'è pure quella che riguarda il lavoro. Se voi ce l'avete fatta a superare i vostri problemi con il lavoro semplicemente "muovendo il culo", non è detto che sia così per tutti. A volte la scelta non è tra stare a casa a piangere e "muovere il culo", ma tra stare a casa a piangere e saltare dal balcone dopo la prima settimana di lavoro perché non si regge lo stress. O tra stare a casa e fare 100 colloqui di lavoro con 100 figure imbarazzanti e ritornare a chiudersi in casa. Nessuno mette in dubbio che il lavoro sia una parte importantissima della vita, ma proprio per questo i problemi in questo ambito non andrebbero banalizzati così tanto secondo me. |
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