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Re: Lettera di Michele
Dalla lettere non mi pare che pretendeva, dice che si è sbattuto provandole tutte ma si è visto solo chiudere porte in faccia. Quanto poi ci sia del vero non lo sapremo mai. Poi voler lavorare da grafico e avere una fidanzata non mi sembrano obiettivi irrealistici, non è che voleva diventare Presidente degli Stati Uniti o sposare una diva di Hollywood.
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Re: Lettera di Michele
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Perché un certo schema di pensiero anche se poi ci ha provato lo porterà ad aspettarsi cose irrealistiche anche dal rapporto che può avere avuto con una ragazza o nel mondo del lavoro da grafico. Delusioni a go go |
Re: Lettera di Michele
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Ce l'hanno quasi tutti, almeno una in tutta la vita... |
Re: Lettera di Michele
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Non so da dove saltino fuori certe schematizzazioni. Nice try per il negazionismo psichico, purtroppo resta evidente il fatto che la soglia di tolleranza di certe cose è soggettiva. |
Re: Lettera di Michele
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Mettiamo caso che lo stato te la consegni una perché é un tuo diritto, ma te la da sotto il 7 purtroppo per carenza di fondi:ridacchiare: e per te sotto il 7 non é giusto(gli altri l hanno avuta meglio, gli altri quelli pure quelli stronzi e inzenzibbili) quindi la pretendi sopra il 7, poi te la danno sopra il 7 perché nn c'è la fanno più a sentirti che ti lamenti, fai campagne contro il governo brutto e cattivo, quindi ti accontentano ma poi scopri che è rompicoglioni, allora nn ti piace più e la pretendi pure dolce sensibile e accomodante. Ma anche stavolta questa ha qualcosa che nn va, tipo scoreggia troppo... Allora? Che si fa, nessuna arriva al tuo ideale, che fai ti accontenti della scoreggiona? :D |
Re: Lettera di Michele
ha fatto bene a suicidarsi se la sua condizione di insoddisfazione si protraeva da molto tempo e se c'erano le premesse affinché proseguisse a lungo, dalla lettera sembra così.
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Re: Lettera di Michele
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E' irrealistico aspettarsi che la vita sia degna di essere vissuta se si possono instaurare legami e relazioni (quello che riesce a quasi tutti)? Allora è irrealistico anche aspettarsi di non contrarre malattie gravi come quella di Dj Fabo (cosa che riesce a quasi tutti), quindi anche lui era un viziatone che batteva i piedi... |
Re: Lettera di Michele
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Chi decide cosa è degno oppure no? Aiutino? Basta guardarsi allo specchio. |
Re: Lettera di Michele
Anche a me sembra che si faccia l'equazione: smettere di pretendere = la vita diventa accettabile.
L'ultima è una valutazione soggettiva (con tutti i distinguo del caso, ovviamente), e distribuire patenti da "viziato" o "immaturo" lascia il tempo che trova. Può darsi che l'autore della lettera non sia riuscito a tirarsi fuori dai propri problemi psicologici. Può darsi anche che realmente non se la sentisse, sotto sotto, di vivere la sua vita, e di non averlo saputo comunicare che in modo passivamente rabbioso e pretenzioso. Insomma, non guardiamo il dito, o almeno non pensiamo che non indichi nulla di reale solo perché l'unghia è smangiucchiata. Del resto, mica è tanto scontato riconoscere e sentirsi di comunicare in maniera limpida il proprio dolore. |
Re: Lettera di Michele
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Invece qui mi sembra che altre persone stiano decidendo sulla vita di qualcuno. Cosa ne sai della vita di Michele per dare a lui del viziato mentre invece DJ Fabo aveva tutte le ragioni per considerare intollerabile la sua esistenza? |
Re: Lettera di Michele
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Re: Lettera di Michele
Inoltre non mi è molto chiaro cosa si suggerisca in concreto di fare, quando si invita ad accettare che non si hanno diritti. Ripetersi questa formuletta come un mantra? Convincersi di crederci, ingoiando e ignorando la rabbia (che continua a condizionarci)? Abbracciare una rassegnazione passiva (come dice Winston), dato che la nostra capacità di desiderare è e resta legata al senso di giustizia?
Pavese nella sua lettera di addio ha scritto "perdono tutti e a tutti chiedo perdono", eppure poi si è suicidato (rabbiosamente) comunque. Cosa è necessario per regolare le proprie emozioni? Davvero bastano una strigliata scema e un invito a "crescere"? |
Re: Lettera di Michele
Suicidiamoci tutti va.
Invece di capire e analizzare, accettiamo che se in una mente vi é una pretesa assurda e irrealistica (un costrutto mentale astratto del cazzo) che non può essere realizzata (perché si crede di non essere capaci di arrivarci o troppo esigenti perché si crede che nn c'è lo meritiamo visto che siamo i figli di mandrake) non c'è altro da fare che suicidarsi. Per avvalorare la tesi prendiamo ad esempio dj fabo, mi raccomando cose che c'entrano quanto una pizza con l ananas |
Re: Lettera di Michele
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E cosa ha di diverso il caso di DJ Fabo, che la malattia fisica > malattia psicologica? Nel 2020 ormai certe distinzioni dovrebbero essere superate... |
Re: Lettera di Michele
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Adattarsi a una realtà diversa non è una non-vita ma semplice elasticità. Gli obiettivi possono cambiare (e questo anche in situazioni ideali), si può smettere di sognare certe cose e trovare una forma di appagamento in altre. Può capitare di dover pensare più a terzi che ai propri desideri. C'è tanta varietà :nonso: Però alla fine è sempre vita.. fatta dimensioni e spazi diversi (più stretti?) ma spesso non esiste poi tutta questa possibilità di scelta. |
Re: Lettera di Michele
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Re: Lettera di Michele
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Re: Lettera di Michele
Secondo me molti questa lettera non l' hanno letta, o quantomeno non hanno prestato sufficiente attenzione: in effetti è un testo lungo e oltre le tre righe ho imparato non si possa pretendere mai nulla.
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Re: Lettera di Michele
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Re: Lettera di Michele
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