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Re: La sindrome del bravo ragazzo
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Il motivo è semplice. Il tipo tranquillo che non ama farsi notare, che non è propositivo non piace. Quasi a nessuno. Ripeto, ci saranno eccezioni, ma è la minoranza. E preciso che parlo per quello che vedo io negli ambienti e contesti vissuti da me. Non posso parlare a nome di quello che vedono e vivono gli altri. Io sono sempre stato uno sulle mie, non mi è mai piaciuto mettermi in mostra, fare il buffone, sapientone, arrogante, brillante, che fa battute eccetera. Casualmente non mi ha mai calcolato nessuna. Sarà un caso? Può darsi... |
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A me suona male il farla facile rivolto ai post di utenti che hanno problemi uguali o simili e semplicemente cercano di uscirne. Anche io ho una diagnosi di disturbo evitante (ma non di fs) e 9 anni di terapia alle spalle, non due mesi, se dico una cosa la dico perchè magari anche io ho o ho avuto lo stesso problema e ho trovato il modo di migliorarlo o ci sto lavorando, non perchè mi ergo a psicologa de noialtri, non lo dico da esterna, lo dico da interna e mi scoccia che se cerco di dare un'opinione diversa dal "ti capisco" che non porta da nessuna parte, venga fatta l'allusione a chi non ha problemi e parla facile. Magari ci siamo spiegati e capiti male, non lo escludo, era solo un puntualizzare su questo fatto. |
Re: La sindrome del bravo ragazzo
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Re: La sindrome del bravo ragazzo
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Re: La sindrome del bravo ragazzo
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Tu mi hai risposto che non era il periodo adatto e io ricordo di averti risposto di farti risentire se avessi cambiato idea, che ci avrebbe fatto molto piacere. Mai più sentito. Quindi stride un pò quel che scrivi qui se poi quando qualcuno vorrebbe conoscerti ti tende una mano ( con estrema calma, senza pressione alcuna ) e te prendi a fai finta di nulla. Poi oh magari ti stavamo sul cazzo e quindi amen, però mi vien da pensare che magari ti saranno capitate anche altre situazioni simili e hai reagito alla stessa maniera, quindi magari potresti anche fermarti a pensare che non sono solo gli altri ad escluderti. Scusa se scrivo ciò ma son anni che leggo che ti senti isolato e che nessuno ti considera e non è propriamente vero, ecco. Quote:
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Re: La sindrome del bravo ragazzo
E poi.. qui arriva il difficile, perché non c'è una risposta chiara ed esaustiva per tutti, però bisogna essere onesti con se stessi e farsi qualche domanda, fra cui la seguente:
Io ci voglio veramente stare con la gente? Per quanto mi riguarda potrei rispondere: "si, ma solo con determinate persone e solo in determinate condizioni". Ho messo quindi dei paletti abbastanza restrittivi. Le persone con una socialità sana hanno anche loro i paletti, ma sono paletti più labili e che racchiudono una cerchia più ampia. Non gli vanno a genio tutti, gli andranno a genio il 20% delle persone, che è cmq molto meglio del nostro 5%.. o 2%. Un mio amico, l'unico, con cui mi vedo a frequenza bi o trimestrale mi ha chiesto "che fai a capodanno?" io "mah niente, tu?" lui "non lo so, ancora mi sto organizzando, sto vedendo qualche posto.." io "ah ok, poi in caso ci risentiamo.." quindi non ho alimentato la discussione, non ho fatto proposte, anzi l'ho volutamente lasciata morire, perché nel mio immaginario rapidissimo c'era già la visione di stare in un locale con lui, la fidanzata e amici/amiche della fidanzata (che non conosco e per quel poco che conosco non c'ho niente in comune). Non ho potuto neanche dire "venite a casa mia la sera del 31!", capirai, non saprei organizzare una cena in un sabato normale figuriamoci una sera importante (per loro) come capodanno. C'è la disabitudine che frena, ma anche il fatto che.. quelli non li conosco, quella forse mi urta, quell'altro così, quell'altro colà.. ed ecco che in parte siamo anche noi ad essere respingenti.. o più carino dire "evitanti" |
Re: La sindrome del bravo ragazzo
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Re: La sindrome del bravo ragazzo
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non mi state sul cazzo, come potreste se neanche vi conosco? (dal vivo dico, online uno/a mi può stare pure simpatico ma conta poco) Oddio poi magari se uno è troppo di sinistra o femminista mi viene un po' male a frequentarlo XD, però non sarebbe un problema grosso.. un mio caro amico del passato era della lazio :) quindi ci si adatta. Io non posso uscire con un gruppo di persone che non conosco, ma figurati, ma non è per cattiveria, è proprio perché se no non sarei un fobico :mrgreen: Fosse così facile.. capirai, sarei qui a prendermi gioco dei fobici o a cercar compagnia.. non è proprio così. Ecco perché poi a molti viene da pensare che qui non ci sono fobici veri ma soltanto gente un po' sola e tendenzialmente timida che cerca compagnia. Io dico che mi sento isolato.. non perché non ricevo inviti, anche se ne ricevo pochi, ma cmq sempre meglio di zero, ma proprio perché le persone che già conosco e che ho dovuto conoscere in modo "forzoso": scuola e lavoro.. e fra questi c'è qualcuno che mi piace.. bene, quelle persone che mi piacerebbe frequentare non hanno stimolo a frequentare me. Poi è possibile che mi esce una forza sovrumana, anzi sovrafobica ed esco con te da sola o con il tuo gruppo e mi stai/state molto simpatici e allora poi mi viene voglia di frequentarvi, ma magari poi la voglia passa a voi e potrei dire lo stesso e lamentarmi XD |
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Molto semplicemente, se c'è un minimo di volontà di uscir da una situazione che non far star bene, qualche tentativo si prova a fare. Però si, hai risposto in parte senza leggermi prima. |
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si riparla di volontà. non dico che i fobici non possono incontrare altri fobici, a qualcuno riesce, altri come me riescono a guidare e altri no. rientra tutto in "fobia sociale" ma ognuno ha suoi limiti. Il mio più grosso è l'ansia anticipatoria che ho in modo grave, poi su altre cose magari sono normale, guido da normale, lavoro da (quasi) normale, ma tante cose a causa della forte e onnipresente ansia anticipatoria sociale non riesco a farle. Anche all'interno della stessa fobia ci sono poi varie sfaccettature. La paura del rifiuto da parte delle donne in me è quasi assente, se invece è una persona che rientra in un ambito di conoscenze la paura è fortissima. Poi come successo ultimamente magari in modalità kamikaze ci provo lo stesso, ma per il rifiuto poi rasento il suicidio. Se mi rifiuta una barista di un lontano c.commerciale me ne frega zero. |
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Dove sarebbe la mia provocazione in tutto ciò? |
Re: La sindrome del bravo ragazzo
Quando avevo 20 anni ho provato anche se non mi piaceva ad andare in discoteca, negli anni 90,o in disco pub. Io ho sempre visto presi in considerazione quelli tutti molleggiati, sigaretta sull'orecchio, spinellati, che quando parlavano era tutto un :"cioè cioè oh ci facciamo una canna, oh cioè l'altro ieri ho conosciuto una tipa, oh cioè l'ho fatta bere, oh cioè ho sboccato tutta notte perché ho bevuto, però cioè ho limonato con una, ero li con la mia compa..."
Ho sempre visto cagati quelli li. Io fermo in disparte sui divanetti non sono mai stato cagato da nessuna. Questo a 16/22 anni. A 28/35 l'attenzione l'ho sempre vista verso uomini caciaroni, con la battuta pronta, brillanti, esplosivi, che ridono e si propongono. Io ho sempre visto queste situazioni. Per quale motivo devo dire il contrario se ho sempre visto queste situazioni? Per collegarmi al titolo della discussione, non credo che chi parla di bravo ragazzo intenda il chirichetto che aiuta il prete con i capelli a scodella. Mi ricordo i periodi dei sassi dal cavalcavia o dei teppistelli di paese che picchiavano senza motivo la gente, ricordi i commenti delle ragazze :"dio che fighi, che grandi, sono troppo grandi" ricordo le poche uscite a 30 anni in pizzeria, nei tavoli vicino i commenti verso uno tatuato e appariscente :"che figo". Chi sta sulle sue ed è timido non se lo caga nessuno, punto. Salvo poche eccezioni. |
Re: La sindrome del bravo ragazzo
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Re: La sindrome del bravo ragazzo
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Poi per dire, ci sono ragazze che sono attratti da coloro che si fanno di roba pesante ecc, ma sinceramente dal mio punto di vista non credo che ci sia tanto da essere invidiosi (perché spesso quando leggo certi discorsi, non il tuo, in generale, mi sembra di notare che si veda solo l'aspetto di avere qualcuna), come per chi si attacca alla gonna del uomo violento e non lo molla neanche dopo che ha sfoggiato tutto il suo arsenale. Io ci vedo solo persone problematiche se corrono dietro a persone altrettanto problematiche. |
Re: La sindrome del bravo ragazzo
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Re: La sindrome del bravo ragazzo
Jingle bellssssss si sta così bennnn
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E poi comunque se si prendono questi esempi è normale che si noti subito che hanno dietro un sacco di donne che gli sbavano, ma questi esempi non sono la normalità, la normalità la fanno quell'altro 99.99% di persone che stanno normalmente, senza essere dei vip o ricconi ecc, e quel 99.99% di persone comunque ha una socialità normale con le loro storie ecc. E comunque noto spesso che si prendono per esempio tipi famosi come dimostrazione che loro non hanno problemi di donne perché estro, tamarri ecc, secondo il mio punto di vista lo si fa spesso solo per poter dire "vedete, a noi che siamo chiusi, timidi, fobici, non ci cagano mai, vogliono solo quello palestrato ecc", quando la realtà è ben lontana da essere questa. |
Re: La sindrome del bravo ragazzo
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In ogni caso non ho provocato proprio nessuno coi miei interventi, ma vabè. |
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Re: La sindrome del bravo ragazzo
Vado a magnarmi na pizza
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Re: La sindrome del bravo ragazzo
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Comunque sì, la società è iniqua. |
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Perché una vita relazionale molto estesa implica anche un enorme investimento di energie, almeno per me è così, e se poi io individualmente non mi sento appagato da queste cose? Io non so a voi, ma a me viene voglia proprio poi di staccare la testa ai miei simili e cose del genere quando sono in contatto con questi e subisco rifiuti, umiliazioni e frustrazioni varie. Il terreno adeguato come lo trovi senza relazionarti? E se poi relazionandoti in continuazione trovi terreni adeguati in senso di condivisione e rispetto ma inadeguati per trovare una partner? Io personalmente ho trovato condivisione e rispetto in certi ambienti maschili, ma si era tutti abbastanza incapaci di relazionarsi con l'altro sesso (e le probabilità restavano uguali), in ambienti diversi invece non ho trovato condivisione e rispetto, c'era sempre una forma di competitività e gerarchie varie dove poi stavo messo male. Secondo me se si vuol trovare una partner bisogna cercare gruppi dove diventi tu il preferito in tal senso per contrasto, solo così aumentano significativamente le probabilità che una donna si interessi a te. Se riesci ad introdurti in un gruppo dove ci sono altri maschi e c'è una o più donne che ti interessano e sai che gerarchicamente stai messo meglio di loro... E' quasi fatta. Se devi aumentare le probabilità conviene cercare gruppi di inferiori (in termini di preferenze sessuali) dove sei tu uno di quelli che hanno più diritti, non di pari dove i diritti (soprattutto quelli di accoppiamento... Sono gli stessi). Comunque dipende anche da che tipo di donna cerchi, magari il tipo di donna che cerchi e che ti attrarrebbe non dà retta a gruppi di tuoi pari (o inferiori) che potresti frequentare, magari frequenta solo gruppi dove ci sono maschi migliori di te (in termini di preferenze sessuali e di accoppiamento), ed in tal senso sei fregato. Non ti basta solo relazionarti, devi proprio diventare un maschio più dominante acquisendo le caratteristiche attrattive che ti mancano. Non è solo più un problema legato all'essere aperti o meno alle relazioni... Ad esempio un barbone può essere apertissimo nel voler frequentare questo o quel gruppo, ma secondo me se non riesce a mettersi con una modella (faccio il solito esempio estremo, ma possiamo anche usare classi gerarchicamente più vicine, lo stesso il barbone è fregato) non è dovuto solo al fatto (che per difesa avendo afferrato certe dinamiche) è chiuso e non vuol frequentare certi ambienti dell'alta società. Se il barbone ci provasse soltanto a frequentare certi ambienti restando barbone, verrà allontanato di forza. Gli sarà permesso al più di farlo in quanto caso umano e oggetto di aiuti umanitari. La puoi estendere quanto ti pare la vita di relazione, il problema è più generale e la sua soluzione non dipende più da questo tipo di scelte, bisognerebbe cercare di squartare, fare a pezzi e ricomporre tutta l'organizzazione di classi e gruppi così come la osserviamo o modificare te stesso rivoltandoti come un calzino per andare incontro a certe preferenze femminili (del tipo di femmina che potrebbe attrarti). In base a come ho afferrato io il problema, la maggiore apertura da sola non basta. Bisognerebbe prima modificarsi in altri sensi (il barbone dovrebbe trovare lavoro, tenersi pulito, non vivere più per strada, diventare praticamente un'altra persona) e poi dopo magari si può pensare di poter frequentare altri gruppi di persone dove si verrà presi in considerazione. Un barbone le uniche possibilità di relazione tra pari (dove c'è rispetto e condivisione) le può avere con altri barboni. E se qua in mezzo non ci sono donne che lo interessano, che li frequenti o meno altri barboni non modifica in nessun senso le sue possibilità di accoppiamento visto che magari non ha nessun interesse a mettersi con un'altra barbona o le donne che vivono così. |
Re: La sindrome del bravo ragazzo
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Re: La sindrome del bravo ragazzo
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La parte razionale direbbe "buttati, che ti frega, siamo tutti esseri umani, andrà bene lo stesso" E' una guerra fra le due parti, e le guerre non si possono fare, bisogna mediare, fare qualcosa che accontenti entrambi. Ma la coscienza è la coscienza, conta di più e va accontentata di più. |
Re: La sindrome del bravo ragazzo
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Re: La sindrome del bravo ragazzo
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bisognerebbe buttarsi ma con le spalle larghe.. possibile, ma non facile. tutti discorsi al vento, lo so, in molti ci abbiamo provato ma ne siamo usciti sconfitti. Io non mollo cmq, rimando solo la battaglia, non posso mollare, ne va della mia vita. L'isolamento totale che mi si sta prospettando non fa per me. |
Re: La sindrome del bravo ragazzo
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Mi irritano delle persone perché mi sta sulle palle essere trattato in certi modi, va bene come spiegazione? Che spiegazione dovrei dare? :nonso: Se tu mi dici "ma non dovrebbe starti così tanto sulle palle esser trattato così perché altri non si irritano" avverto questa cosa qua come invasiva nei confronti di una mia preferenza base, qua c'è poco da analizzare. Potrei chiedermi anche: perché mi piacciono le donne e non gli uomini, o altro? :nonso: Secondo te se si spiega e analizza questa cosa qua in qualche modo, posso anche diventare omosessuale, cambiare orientamento o iniziare a sentirmi attratto dagli animali? Qua mi posso fare un mucchio di domande sulle mie reazioni (visto che ci sono individui omosessuali e via dicendo), ma cosa modificare e cosa lasciare inalterato secondo me dipende da quel che si percepisce come più periferico e più di base. Così come ci sono persone che non si irritano tanto ad esser trattate in certi modi ci sono persone che hanno altri orientamenti sessuali, ma da questo cosa si dovrebbe dedurre? Che io potrei avere le stesse preferenze di queste altre persone e riconoscermi sempre come tale? Potrei chiedermi anche "Perché mi piacciono le donne e non altro? Visto che ci sono individui attratti sessualmente anche da altro". Se a monte non riconosco come estranea o periferica una preferenza, difficilmente cercherò di modificarla volontariamente (le energie per effettuare questo cambiamento non le potrà di certo stanziare la mia organizzazione). Io potrei in linea di principio anche castrarmi o evirarmi da solo (magari così ridurrei drasticamente il desiderio sessuale e magari non si porrebbe nemmeno più il problema), ma difficilmente farei da solo una cosa del genere perché ho una preferenza avversa nucleare e di base nei confronti di questo tipo di cambiamento qua. In linea di principio potrei esser modificato così, ma mi può modificare solo qualcosa di esterno tramite una forma di violenza che aggredisce il nucleo duro della mia identità attuale, la mia identità attuale non potrà essere collaborativa nei confronti di questo agente esterno qua, mi sembra ovvio, dovrebbe farmi cambiare senza cercare il mio consenso e collaborazione. Se mi si vuol modificare senza violenze di questo tipo, bisognerà cercare altre forme di cambiamento che siano coerenti con le mie preferenze, certe strade sono già sbarrate a monte, o si cercano e si propongono altre vie o niente. Certe forme di autoaggressione (o modificazione) identitaria certi tipi di identità non possono esprimerle o agirle, la loro struttura a monte impedisce certe forme di cambiamento, anche se in linea di principio risultano attuabili e possibili. |
Re: La sindrome del bravo ragazzo
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Io potrei dire che mi irrita indossare la sciarpa (cosa vera in effetti: mi irrita qualsiasi cosa mi prema sulla giugulare, non ho mai saputo il perché), ma se coprirmi quella zona mi aiuta parzialmente a proteggermi dai malanni, allora lo faccio. Si ingoia una medicina amara per non ingoiarne altre più amare. Se però dici che la solitudine tutto sommato per te è accettabile... |
Re: La sindrome del bravo ragazzo
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Vedo che proprio non sono riuscito a spiegarmi. A me non irrita il 90% delle persone, se sto per conto mio non mi irrita nulla in questo senso, mi irritano i rifiuti e certi modi di esser trattato che diventano molto probabili, nel mio caso, quando interagisco con delle persone che potrebbero piacermi. Dall'altra parte però mi mancano relazioni con l'altro sesso di un certo tipo, ma non so nemmeno se esponendomi in continuazione risolverei il problema davvero. Se mi guardo intorno persone più simili a me che si relazionano con persone dell'altro sesso che potrebbero piacermi, io non ne vedo da nessuna parte. Accoppiate alle donne che mi attraggono vedo persone che conducono tutt'altro stile di vita o che hanno un altro aspetto o che sanno fare cose che io non so fare e perciò poi penso che dovrei modificarmi in certi modi molto drastici e non basterà espormi. E qua si pone l'altro problema relativo all'identità, certe modifiche che mi renderebbero appetibile non riesco ad autoinfliggermele, certi stili di vita che osservo non riuscirei a reggerli proprio. Avrei magari l'amore ma poi magari vorrei staccare la testa all'altra persona che "mi ama" (come ho detto prima), perché occuperei una posizione nella relazione in cui mi sento "costretto ad essere per...". Nemmeno poi ci starei volentieri in queste relazioni così, un po' di esperienza ce l'ho per capirlo. Così non sto bene, ma non è detto poi che starei bene colà, col colà che hai in mente tu o quelli che sostengono che esponendosi o modificandosi in certi modi specifici si risolverà il problema. Non escludo che possa esistere un colà positivo (in assoluto non posso escluderlo, non riesco ad immaginare di certo tutto quel che potrei fare, magari si possono ipnotizzare le donne con una parola che nessuno ha mai pronunciato... :mrgreen:), ma sinceramente adesso non ho più idee e riproporre sempre quelle trite e ritrite che si leggono nei manuali personalmente non mi aiuta. Anche qua non escludo che idee del genere non possano iutare altre persone che magari si trovano in posizioni abbastanza diverse da quella che occupo io. |
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Re: La sindrome del bravo ragazzo
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Tu hai qualche idea su come riuscirci? Ti ascolto. Se però si avranno risultati tra diversi secoli, alla fine a me personalmente potrebbe anche non fregarmene nulla, non è che poi se ci guadagnano qualcosa delle persone simili a me che vivranno tra qualche secolo ci guadagno qualcosa io personalmente visto che io non voglio avere figli (e non avrò progenie o nipoti o altro e perciò non ho grandi interessi di questo tipo). Ci vuole qualcosa che sia significativo per me, che migliori davvero la mia esistenza finché più o meno riesco a sopravvivere, il sacrificio per l'umanità o la tal classe non è di certo un gran valore per me se io individualmente mi dovrò solo sacrificare. Investo poco su queste cose qua, e mi frega poco anche di una qualche gloria dopo la morte, ci tengo poco a diventare un eroe del genere, mi si tratti bene in vita che tanto i fiori sulla mia tomba non li potrò di certo guardare o annusare. Sono prima un individuo e poi membro di questa o quella classe o specie, difendo gli interessi della classe di cui faccio parte nella misura in cui questo contribuisce a difendere gli interessi della mia persona terrena, distruggere la mia persona per far sopravvivere altri membri della classe per me non ha senso. Se il tutto ha degli interessi, questi sono interessi del tutto, non condivisi necessariamente anche dalla parte. Ad una cellula che fa parte della coda di una lucertola non gliene può fregare di meno che la lucertola sopravvive più facilmente se le si stacca la coda, questa parte non ha alcun interesse nel far sopravvivere il tutto in tal senso. |
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