Re: La questione maschile e come discuterne (video interessante)
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Bè, ma non è comunque così semplice. Se io so di essere una sega in tot ambiti è chiaro che poi affronterò un nuovo ambito essendo influenzato negativamente da quelli precedenti, che pur magari non attinenza alcuna con quello nuovo.
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Allo stesso modo non ho complessi fisici più grandi di altre persone che gli spogliarelli li fanno e io non li farei mai, nemmeno se avessi la certezza che tutti mi urlino figaaa gnoccaaa :D Tu vedi la timidezza solo come esito di un complesso che si ha su un determinato ambito? Se fosse così, chi trema quando firma avrebbe complessi sullo scrivere.Mah C'è qualcosa di più complicato alla base di una timidezza/ fobia, e la fobia spesso non riguarda solo gli ambiti in cui ci si sente carenti. Io ad oggi ho una discreta autostima, sono quasi narcisista, ma la fs e la timidezza non migliorano, anzi. Una fobia è una paura irrazionale che a volte deriva da un evento traumatico( il cane mi ha morso=ho fobia dei cani) ma a volte no. Hai mai avuto un attacco di panico? Ti può venire mentre sei seduto sul divano a guardare la TV, senza che tu stia consciamente in quel momento pensando a nulla di brutto o pauroso. La mente è complessa, è complessa anche la timidezza con tutte le sue sfaccettature, da timidezza lieve a panico sociale. Cioè qui siamo a negare la timidezza, ma di che parliamo, boh. |
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Comunque Claire non escludere tout court l'opzione spogliarelli, ti ci vedrei tanto come performer Burlesque.
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Mi riferivo a quando si scarica la responsabilità della propria solitudine e sofferenza su, genericamente, "le donne". Non c'è niente da mettere a posto con quattro parole. Sono situazioni complesse nel senso che dipendono da tanti elementi, circostanze di vita, caratteristiche personali e sociali etc. Se mai è la teoria del video che taglia coll'accetta e in quattro parole scarica la responsabilità sulle donne. Poi dipende dalla visione che uno vuole avere, se a uno gli piace (o crede nel-) la visione da "mercato" seguirà quella. Se si hanno valori diversi è inutile discutere, se non si crede ai sentimenti, all'umanità ma si vede tutto con criteri da economia delle relazioni/biologia. [Non mi riferisco a te ma parlo in generale. Chi è cinico si faccia la sua pernacchia e tiri dritto. Secondo me così si vive male, guardando all'altro sesso come ad un avversario, un nemico, guardando l'altro con cinismo e distacco (alla fine è una difesa della mente come un'altra più che una visione lucida della realtà), ma se qualcuno alla fine trova la "pace" vivendo così sono fatti suoi. Il problema è quando poi si sparge negatività che attecchisce su chi vive in una situazione di sofferenza e con uno stato mentale già indebolito e alterato rendendolo incline a scivolare in un abisso di pensieri negativi e distorsioni mentali.] |
Re: La questione maschile e come discuterne (video interessante)
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Può essere che la tua paura non è legata all esito della performance ma magari al fatto che daresti un immagine di te che non desideri dare. Ad esempio non è che delle donne non fanno le pornoattrici amatoriali solo per paura di non essere all'altezza della performance, ma anche per paura di esser giudicate male dalla buona societá in altri sensi. Con un minimo di riflessione si riescono ad afferrare a grandi linee questi motivi. |
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Lasciando stare il fatto che li farei o no, proprio NON ce la farei, nemmeno se sognassi di fare la cantante o la spogliarellista. La volontà o i gusti o lo stile di vita non c'entrano nulla quando si hanno attacchi di panico, le cose non le fai perchè non ci riesci punto. Non riesco nemmeno a fare una parte importante del mio lavoro e altre cose che mi piacciono e che rispecchiano l'immagine di me che voglio dare. Tipo guidare.Poi anche il karaoke, sarebbe bello! Se persone che stanno in forum, attivi, da lustri, ancora non hanno afferrato cosa sia una fobia, il panico, la timidezza eccetera, e che bisogna ancora dare spiegazioni, c'è qualcosa che non va qui. Io capisco che alcuni possano provare solo disagio e non arrivare al panico, o che capiscano fino alla timidezza ma non afferrino la fobia(anche se non è difficile, tutti conosceranno qualcuno che ha la claustro o l"aracno...),ma che si venga a dire che sei fobico in una situazione ad altissima esposizione perché sei moralista e non ti vuoi spogliare, io boh. |
Re: La questione maschile e come discuterne (video interessante)
No, Claire, in effetti non capisco. Stai dicendo che stai male perché sei malata, invece secondo me uno sta male perché ha un preciso virus o a causa di un'infiammazione.
Questo invece è un tratto della pagine Wikipedia di Ariana Grande: Ha altresì ammesso di avere sofferto di disturbi da stress post-traumatici e disturbi d'ansia a seguito dell'attentato di Manchester del 22 maggio 2017.[213][214] Ha raccontato sui social media di essere quasi scappata durante la sua performance nella trasmissione A Very Wicked Halloween del 2018 a causa della sua ansia.[215] Ha poi dichiarato di aver ricevuto cure da professionisti di salute mentale per più di un decennio da quando i suoi genitori hanno divorziato.[216] |
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La fs non è: una cosa mi ha traumatizzato quindi la voglio evitare, è ben più complessa la faccenda. Questa cosa qui è più disturbo evitante che fs. E anche le altre fobie. Non mi hanno mai squartato con un ago, però ne ho una gran fobia, come mai? |
Re: La questione maschile e come discuterne (video interessante)
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Se fosse l atto a creare disagio lo si proverebbe in pubblico e in privato, se è il pubblico a produrre cose del genere bisognerá a grandi linee pur temere qualcosa che è collegata a questo, non ti pare? Io non sto parlando dell intensitá del timore ma dei motivi per cui ti fa paura fare certe cose. Se ad esempio un ragazzino ha la fobia della scuola ci si puó chiedere piú nello specifico cosa teme? O no? Potrebbe aver paura che altri ragazzini lo menino, o delle interrogazioni, di prendere un brutto voto e deludere i genitori, non è che la fobia di qualcosa, solo perchè intensa deve rappresentare un qualcosa di completamente opaco ed incomprensibile. |
Re: La questione maschile e come discuterne (video interessante)
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E invece la fs non guarda in faccia ste cose, ho fs sia di fare la cubista, che non è una mia aspirazione percui ci posso sopravvivere, che di parlare in un gruppo e di guidare, e quello un po' mi spiace, sai com'è. |
Re: La questione maschile e come discuterne (video interessante)
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In tal senso il timore della guida diventa in parte comprensibile ed è collegato ad un aspetto specifico della tua personalitá. Magari un altra persona ha paura quanto te di mettersi al volante ma i motivi sono diversi, magari ha paura di farsi male lei ad esempio. Per questo penso abbia senso poi interrogarti sul perchè avresti paura di esibirti in pubblico, se questa cosa non è legata alla paura di eseguire una cattiva performance e non è legata al fatto che hai paura di essere considerata poi una poco di buono o donna oggetto o cose simili, cos è che ti infastidisce piú nello specifico? |
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Ovviamente anch'io appartengo alla categoria di condizione tragica. |
Re: La questione maschile e come discuterne (video interessante)
non so come siamo finiti a parlare di burlesque e di disturbo post traumatico :D
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Re: La questione maschile e come discuterne (video interessante)
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Per un fobico sociale stare davanti ad un pubblico é il livello massimo( lo dice la mia specialista, non io),considerato che non riesce nemmeno a chiedere un etto di prosciutto alle volte.E che la maggior parte delle persone normie prova disagio in tale situazioni di esposizione altissima. Sarebbe come per un aracnofobico entrare in una vasca di tarantole. Il motivo è nascosto nelle pieghe della mente. Se non riuscissimo a fare solo quello che non ci va non vi sarebbe un forum dedicato. |
Re: La questione maschile e come discuterne (video interessante)
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Significativo che utenti attivissimi da tanti anni non sappiano cosa sia la fs (ma sappiamo tutto di LMS). Ma lo sapevo già quando ho chiesto chi ha la diagnosi e mi hanno risposto in tre. |
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Oppure che so, vedo qualcuno che conosco per strada, e inizio a pensare "E ora cosa gli/le racconto?", "e se mi chiede 'sta cosa?", "e se fa questo e quell'altro", "si creerà quel solito silenzio imbarazzante e farò la figura dello scemo", "Non mi ricordo nemmeno come si chiama, uff che memoria di merda", "Meglio che faccio finta di non vederlo e tiro dritto"... Oppure sempre al banco salumeria mi è capitato una volta che la tipa non sentisse bene (o ha fatto finta di non sentirmi, era un po' stronza) perché non parlo ad altissima voce e mi diede un altro prodotto, così io quando vado là in parte ripenso a questa cosa e vado un po' in agitazione anche per questo. A me passano un mucchio di cose per la testa, legate alla mia esperienza e altro, a te niente? L'ansia è in parte correlata nel mio caso a certe preoccupazioni, rischi, cose che vorrei non accadessero, di far la figura dello scemo, a te è totalmente opaca la cosa? Quando sei in pubblico occhio e croce non riesci a correlare a quali preoccupazioni concrete (o immaginarie) è associata questa ansia? Sarà che magari io faccio caso a quel che mi passa per la testa. Comunque siamo Fuori Tema, smettiamo se no qua si incavolano. Che poi può essere che è come dici tu, per alcuni l'ansia è elevata ma non è completamente opaca la cosa, per altri potrebbe essere opaca, se gli chiedi cosa in concreto e più nello specifico li preoccupa non saprebbero raccontare nulla. Comunque la fobia sociale è una fobia motivata proprio dalla preoccupazione del giudizio negativo... Prendo la definizione da un sito... "La fobia sociale o Disturbo d’Ansia Sociale è un disturbo d’ansia, in cui la paura caratteristica consiste nel credere di essere osservati e giudicati negativamente in situazioni sociali o durante lo svolgimento di un’attività in pubblico. Ciò che principalmente si teme è il giudizio negativo degli altri. In genere, le persone affette da questo disturbo temono, in situazioni sociali e comunque non familiari, di poter dire o fare cose imbarazzanti e di esser giudicati ansiosi, impacciati, stupidi, incompetenti, strani, goffi, deboli o “pazzi”. da un altro sito "La fobia sociale (o disturbo d’ ansia sociale) è un disturbo psicologico caratterizzato da un’intensa e persistente paura di affrontare le situazioni sociali in cui si è esposti alla presenza e al giudizio altrui per il timore di apparire incapace o ridicoli e di agire in modo inopportuno". Non è totalmente opaca questa paura per come viene definita, non è una paura dello stare in pubblico e basta, è correlata al giudizio negativo che la persona immagina che questo pubblico le rivolgerà contro. Questa cosa della paura in cui le motivazioni risultano opache mi sembra più vicina alla descrizione degli attacchi di panico o di certe fobie specifiche. D'accordo con te sul fatto comunque che non necessariamente queste preoccupazioni devono originarsi da situazioni traumatiche. |
Re: La questione maschile e come discuterne (video interessante)
A me capita che ci siano situazioni ridicole in cui non ho il coraggio di chiedere determinate cose (es: chiedere di farmi dare il prosciutto: forse perché non l'ho mai fatto e ho paura che mi chiedano qualcosa che non sappia, tipo "che prosciutto" e io non so che cazzo dire; oppure "quanti etti?", visto che non so quali sono le quantità) mentre ci sono altre in cui mi sento molto meno timido nonostante siano molto più pesanti sulla carta, come per esempio fare un'esposizione di fronte a molte persone (poi chiaramente sono comunque stressato, ma appunto più stressato che intimidito).
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Re: La questione maschile e come discuterne (video interessante)
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Anche quando non pensi consciamente a niente la fs si manifesta lo stesso, e l'esempio estremo sono proprio gli attacchi di panico a ciel sereno. Che si verifichino quando l'esposizione è massima mi pare solo logico, senza andare a cercare motivazioni legate al pudore o a complessi particolari che sì, possono anche entrarci ma il problema è che tu hai paura del giudizio delle persone perché hai un disturbo che ti scatena questa paura, da cosa nasca questo disturbo è soggettivo e ancora in studio. Io ho un'idea circa l'origine del mio ma non riguarda tutti i fobici. A me pare lapalissiano il perche un fobico non riesca a fare il karaoke o il burlesque, dato che è una situazione talmente esposta da creare disagio anche a chi non è fobico ma non è particolarmente sfacciato. Non mi scervello a capire il perché, il perchè è che ho la fs e quindi avendo una sensibilità maggiore all'esposizione "normale", il panico in una situazione ad esposizione estrema è scontato.Se fossero solo i pensieri consci a determinare le reazioni, ci si potrebbe lavorare bene, ma le reazioni incontrollate avvengono proprio perché non si è consci di quello che ti sta dicendo il cervello per scatenare quella reazione. Se mi trema la voce ad ordinare la pizza, cosa posso aspettarmi se mi metto a cantare davanti a 50 persone? Non so, forse non mi spiego, non so dire meglio. Se fossi fobica solo del burlesque, o solo della guida, o solo di mangiare in pubblico, o solo di fare ginnastica, potrei sì pensare che c'è qualche idea su quella specifica situazione che mi fa reagire, ma se uno ha la fobia delle persone, ogni azione "in vista" spaventa, con sfumature individuali e a vari livelli, ma sempre paura della gente è, non rifiuto post trauma o altro. Oppure se si vuole parlare di origine traumatica, si deve cercare il trauma sociale generale, non in uno specifico ambito, perchè non è una fobia di una singola cosa sociale, ma di tante, a volte di tutte. Vediamo se con questa domanda mi spiego: Che senso ha cercare di capire perché ho paura della blatta gigante, se so che ho paura di tutti gli insetti, pulci comprese? Ovvio che se vedo la blatta gigante ho più paura rispetto alla pulce, è logico e non è perchè mi ha morso una blatta da piccola, più probabile che mi abbia morso una pulce semmai, altrimenti avrei paura solo delle blatte . Invece ho paura della pulce e ovviamente tutto ciò che è più grande della pulce mi spaventerá ancora di più. |
Re: La questione maschile e come discuterne (video interessante)
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per fortuna con l'andar degli anni le cose sono migliorate, nn mi definisco più fobico e anche la timidezza è superata, però sono sempre solo non lego, non ho amici, forse ormai sono solo un vecchio asociale |
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Quindi ricapitolando : paura del giudizio, paura delle espressioni facciali, controllo delle situazioni. Il problema è che il mio vecchio psy non mi voleva incasellare e prima di aspettare una diagnosi che non arrivava mai mi sono stancato... |
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Interessante intervento quello di Ondine...
Ti rispondo molto brevemente su alcuni punti.... 1) Io i social (più che altro utilizzavo i Forum prima dell'avvento di Facebook) per conoscere gente li ho sempre usati pochissimo la mia esperienza è sul campo e cioè quando in passato timidamente mi proponevo... Prescindendo dalle esortazioni al suicidio adolescenziali in quanto cesso (che ok vanno presi come manifestazioni di immaturità data l'età) di quantità di letame me ne è stata scaricata addosso a quintali e fino ad una certa età (quando poi ho smesso di provare allo stato attuale non mi avvicinerei ad una donna per provarci neanche con la pistola puntata alla testa) la cosa è andata avanti senza soluzione di continuità... Per non parlare di quando nella mia vecchia compagnia le ragazze (che in mia presenza si confidavano liberamente tale era la consapevolezza del mio essere ormai innocuo nei loro confronti) esprimevano il loro odio verso il "cesso" e non verso il timido...Odio puro alternato alla derisione più becera....Questo a onor del vero capitava anche da parte degli uomini nei riguardi delle donne ma molto più facilmente erano i ragazzi davvero belli (ricercati, apprezzati ed amati) a manifestare insofferenza verso i cessi a pedali (testuali parole) che osavano provarci con loro (perchè con i bei ragazzi "Interessanti" in linea generale le ragazze non hanno problema a farsi avanti) mentre in caso contrario il giudizio di odio era molto più diffuso fra tutte belle o brutte che fossero... Cioè non è che uno matura certe opinioni necessariamente perchè non ha visto il mondo o lo ha visto solo attraverso le lenti deformate della galassia redpill o incel che sia ma perchè bene o male (o costretto dalle circostanze come è capitato a me) un minimo di esperienza sul campo se l'è fatta... Poi che in certe realtà come il Forum dei brutti si sconfini nell'aggressione verso il sesso opposto è poco ma sicuro infatti io non frequento se non da lurker quei luoghi (alla lunga l'odio porta solo ad ulteriori patimenti oltre ad essere ingiustificato...Le donne hanno ogni sacrosanto diritto di preferire il maschio "Interessante" e/o bello e/o violento) ma mi permetto di dire che esistono anche realtà molto attive e politicamente corrette dove viene instillato l'odio generalizzato verso gli uomini...... 2) Ritengo ondine che ognuno qui parli in base alla propria esperienza e agli ambienti che frequenta nella propria vita... Io e te abbiamo avuto percorsi diversi ma non mi permetterei mai di banalizzare e sfottere il tuo cosa che invece avviene nei confronti di chi ha certi pensieri...(e non è felice di averli bada bene...E' la vita e il comportamento delle ragazze nei suoi confronti che lo porta a pensarla cosi) Poi la rete si amplia ed il comune denominatore diventa sempre più diffuso arrivando a confluire in vere e proprie comunità dove si dimenticano le basi e si arriva ad odiare il prossimo (cosa sbagliata)... Ma se la rete è talmente diffusa vuol dire che forse un fondo di verità c'è o sbaglio? Altrimenti come avrebbe fatto a diffondersi? Questo vale anche per la controparte... E' verissimo che le donne siano molto meno privilegiate in certi ambiti e che esistano realtà di violenza domestica dove sono vittime di partner criminali... La nascita di certe realtà e di certe modalità di pensiero estreme (penso al veterofemminismo) sono la conseguenza di certe problematiche... In queste realtà l'odio verso l'uomo (e la derisione verso certe problematiche maschili) è alla millesima potenza ma nessuno si sognerebbe mai di banalizzarle e nessuno non l'ha nemmeno fatto... Neanche in sto Forum... Non noti i due pesi e le due misure? Un saluto.. |
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Mi piacerebbe rispondere a Claire sul discorso timidezza/fobia ma sarei off topic qui....
Ritengo che le circostanze avverse (almeno cosi è capitato a me) quando provocano delle specie di terapie d'urto assolutamente non volute qualche effetto lo provochino... Io fino ai 25 anni (scuola a parte) non uscivo praticamente mai di casa ma poi sono stato costretto dalle circostanze a farlo... Fino ai 32 anni non mi è mai capitato di cambiare le mutande ad un genitore malato di sesso opposto (la sola idea mi provocava incubi, dolore e pianto ininterrotto), di andare davanti ai medici, di dover spingere (io che cerco di convincere qualcuno??? La sola idea mi provocava ilarità) per ottenere certi aiuti poi le circostanze mi hanno costretto a farlo... Fino ai 41 non avrei mai pensato di rimanere solo al mondo in balia degli eventi e della realtà circostante e poi è successo (pensa a mio padre, quando lo imploravo di non abbandonarmi, dicevo che mi sarei ucciso se lui se ne fosse andato) e a distanza di un anno e mezzo quasi sono ancora qui a prendere del piagnina molto malmesso ma meno di quanto pensassi... Allora la realtà è questa... O non sono mai stato realmente fobico (però fino ai 25 anni avevo il terrore di uscire di casa)... Oppure le cause di forza maggiore hanno sconfitto la mia fobia... Non saprei appena rivedrò la psicologa gliene parlerò... |
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We are fottutes...:mannaggia:
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Quello che la tizia non ha capito è che essere femministe significa lottare per i pari diritti, non lottare per i diritti delle donne a scapito degli uomini. (Per ulteriori delucidazioni in merito rimando al post #66 del mio diario). |
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Ad ogni modo, avevo visto il documentario tempo fa, quindi vado a memoria: 1) sono d'accordo che presenti l'MRA facendone vedere tutti i lati positivi e nessun lato oscuro (che pure è presente) 2) sono d'accordo che faccia vedere la femminista pazza urlatrice dai capelli rossi dando l'impressione di dipingere le femministe tutte come pazze urlatrici :mrgreen: e quella parte personalmente l'avrei evitata, ma d'altra parte il concetto che ricordo venisse espresso non era che tutte le femministe abbiano l'obiettivo di lottare per diritti a discapito degli uomini, ma che tutte le femministe intervistate respingessero in toto le argomentazioni del MRA (non so poi quanto sia vero, ma questo veniva espresso nel documentario) 3) almeno a quanto ricordo il finale non consisteva in una presa di distacco dall'intero femminismo in quanto tale ma da un certo tipo di femminismo e nella presa di coscienza che ci siano anche altri punti di vista validi Personalmente il documentario, pur nei suoi limiti, mi era comunque sembrata una testimonianza interessante su come i movimenti di genere non riescano proprio a farcela ad andare oltre e venirsi incontro. Dal momento che oggigiorno non penso abbia senso una battaglia unilaterale, ma che certe problematiche abbiano proprio a che vedere con il rapporto tra i sessi, per cui per cambiare certe concezioni patriarcali non basta la presa di coscienza della donna ma serve anche la sensibilizzazione dell'uomo (e viceversa per cambiare certe concezioni che danneggiano l'uomo serve anche la sensibilizzazione della donna) e visto che come dici correttamente il femminismo "buono" non lotta per avere certi diritti a discapito degli uomini, ma per la parità dei diritti, io mi chiedo se il primo passo non sarebbe proprio etichettarsi in modo diverso, che ne so "paritarismo" o "egualitarismo", che altrimenti quando si ragiona sul femminismo è paradossalmente più il tempo che si perde a dire che non è quello che sostiene la superiorità femminile, che però d'altra parte è quello che volenti o nolenti il nome evoca (ovviamente parliamo del mondo occidentale che conosciamo, avrà certo ancora senso parlare di "femminismo" in altre realtà, laddove la battaglia sia agli inizi e manchino proprio i diritti fondamentali). |
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seguendo questa logica allora anche la Corea del Nord è una democrazia perché si autodefinisce tale. se noi andiamo a vedere cosa fanno e dicono le femministe, vediamo benissimo che la parità è l'ultima delle loro preoccupazioni. un movimento che afferma l'ignobile falsità secondo cui le donne vengono pagate di meno a parità di lavoro non è un movimento serio. lo scopo del femminismo è estorcere soldi e potere attraverso il vittimismo. e se tutte le donne sono vittime, allora necessariamente ne consegue che tutti gli uomini sono oppressori. io sta parità non ce la vedo, dizionario o non dizionario. |
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ma alla fine si è capito perchè le donne son tutte fidanzate? :interrogativo:
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