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Re: Il Libro Nero della Scuola?
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la maggior parte dei miei compagni dello scientifico è andata a far filosofia. altri lettere, altri lingue, qualcuno storia dell'arte, uno solo economia, ad esempio |
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Re: Il Libro Nero della Scuola?
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Anzi. Ma quasi tutte le versioni parlano di guerre, guerre e guerre e le parole che impari sono quasi esclusivamente: guerra, lancia, accampamento, fiume, soldati, comandante, cavalli e simili; togliere alcune di queste versioni inutilmente ripetitive non penso che impoverisca l'animo dell'alunnoche che forse sarà maggiormente arricchito da versioni che parlano di filosofia. |
Re: Il Libro Nero della Scuola?
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Ma tra le tante insegnanti di latino che abbiamo avuto, solo una ci faceva tradurre al contrario (dall'italiano al latino). Operazione in cui facevo molta meno fatica. Anzi, mi piaceva, nonostante la mia completa idiosincrasia verso una materia che reputavo totale perdita di tempo. C'è anche da dire che probabilmente il fatto che non si comprenda più l'importanza dello studio di queste lingue imho è legato alla perdita di esclusività del percorso liceale. |
Re: Il Libro Nero della Scuola?
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Si presuppone in queste teorie che certe idee che passano per la testa ad una persona sorgano sempre ed in ogni caso spontanee dal nulla e le crei l'individuo in totale libertà dal contesto perché non ha niente da fare, ma in pratica non è così sempre. Se ad una ragazza adolescente sovrappeso un tipo con cui ci ha provato le ha detto che è un cesso - faccio esempi che capitano praticamente e che conosco in prima persona - la mancanza di avvenenza che poi percepirà questa ragazza in relazione al proprio aspetto e corpo avrà a che fare anche con eventi del genere. Più che cercare un colpevole qua si tratta solo di dire le cose come stanno. Non è detto che tutti siano paranoici e sviluppino certe idee scollate da come vengono poi percepiti effettivamente dalle altre persone. Una persona può non sentirsi amabile anche perché non lo è davvero (così com'è adesso) dal consorzio umano. In generale comunque io ribalto la prospettiva. Una persona (esclusi rarissimi casi) non si accetta perché crede di non essere accettata dalle persone per lei significative così com'è. Una persona che in prospettiva non deve vedere nessuno perché mai dovrebbe preoccuparsi di com'è fatta in modo così ossessivo? E' questa credenza il vero problema e non è detto che sia sempre falsa, se non è falsa non si ha a che fare con un problema di ideazione scollata da correggere. E' corretta la mia idea tanto è vero che le persone che si percepiscono come poco piacevoli o giudicate male (a vari livelli) per star meno male si chiudono in casa ed evitano di vedere altre persone. Se fosse solo il proprio giudizio indipendente il problema principale, nella stragrande maggioranza dei casi questo ci sarebbe dentro e fuori in egual misura. Il proprio giudizio relativo all'autoaccettazione (nella stragrande maggioranza dei casi) non è indipendente dal contesto (o meglio da quel che si crede sia il contesto con cui si ha a che fare). Se il problema consistesse in una forma di autopercezione negativa scollata dalla credenza relativa al come si vien percepiti e giudicati dal contesto, questi provvedimenti non dovrebbero aiutare in nessun modo la persona a star meno male e non avrebbero alcun senso. Perché truccarsi o coprire una macchia con un vestito se poi tu saprai comunque che là c'è quella macchia ed è la cosa in sé che disturba? Si crede che questo difetto disturbi gli altri e svalorizzi la propria persona agli occhi di questi, per questo poi si usano questi stratagemmi. Il problema grosso e altamente disturbante non è causato dal fatto che a te non piace la macchia ma dal fatto che credi che non piaccia ad altre persone. Ora tanto può essere che questo è un pensiero falso, tanto può essere che sia vero. Ma è ben diversa questa descrizione qua dalla teoria che mette su un autogiudicarsi per sfizio decontestualizzato che creerebbe tutto il resto. Qua si ha a che fare con delle credenze sui giudizi contestuali non con un autogiudicarsi che non si sa nemmeno perché mai dovrebbe esistere. |
Re: Il Libro Nero della Scuola?
Sul greco e il latino mi sento di dire che sono utilissimi perchè la loro comprensione apre le porte ai testi dell'antichità classica. Ed è da lì che deriva la nostra civiltà. La scienza è nata nell'antica Grecia, così come la filosofia, la politica, la democrazia. Magari fossi stato capace di leggere quei testi......
Io in latino, al magistrale (iniziato su indicazione, errata, dei docenti delle medie) andavo malissimo, così come nelle altre lingue e in matematica; ma questo è un altro discorso. Penso che latino e greco debbano essere studiati, ma da chi li sceglie liberamente e consapevolmente (intendo, da chi è conscio della loro importanza) e con il giusto metodo, che può anche variare da persona a persona. Sono dell'idea che la didattica non sia ancora una disciplina scientifica, e per scientifico intendo qualcosa che si basa sulla concretezza oggettiva dei fatti. |
Re: Il Libro Nero della Scuola?
Le materie non servono a trovare lavoro, ma a formare la testa.A far muovere neuroni, a imparare a ragionare.
Che poi non funzioni è un altro discorso. Toglieranno anche il corsivo,tanto non serve, per allora spero di non insegnare piú. |
Re: Il Libro Nero della Scuola?
Alcune scuole superiori servono anche per trovare lavoro, visto che formano competenze verso certi tipi di lavoro (anche molto specifici) piuttosto che per altri. Per i licei il discorso è un po' diverso perchè la scelta in effetti spesso non viene fatta sulla base di 'cosa vorrei fare da grande', ma in teoria andrebbe comunque fatta sulle conoscenze verso cui si sente di aver maggior predisposizione e/o che interessano di più. Per chi non opta per istituti più specifici, visti magari come limitanti, e ha preferenze e attitudini che vanno più verso il settore delle scienze (le "scienze certe") dovrebbe trovare un percorso che segua queste sue inclinazioni: lo studio di un'ulteriore lingua, non più usata, da questo punto di vista è ridondante; quello che ci sarebbe da imparare sul mondo classico (che comunque è un aspetto centrale per chi fa delle scelte proprio in base a quell'interesse -> liceo classico) si può apprendere da contributi di storia, letteratura (integrare letteratura latina in italiana eventualmente), filosofia e anche storia dell'arte.
P.S. e magari anche riferimenti storici delle rispettive discipline all'interno di programmi di materie come fisica e matematica |
Re: Il Libro Nero della Scuola?
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Per la serie: e gli altri checcé stanno affà :mrgreen: |
Re: Il Libro Nero della Scuola?
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"La mia idea è falsa perché..." :interrogativo: Adesso sono convinto di aver ragione, non è che devo darmela, semplicemente lo comunico. Se non ne fossi convinto adesso non direi che l'altra idea di muttley è scorretta. Può essere che nel mio ragionamento ci sono falle e non me ne accorgo adesso, però finché non le vedo la mia convinzione questa resta e non capisco perché non posso comunicarlo. |
Re: Il Libro Nero della Scuola?
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Re: Il Libro Nero della Scuola?
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Re: Il Libro Nero della Scuola?
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La realtà è che siamo ancora sia ad Aristotele e Platone (superiorità della teoria e disprezzo per le cose pratiche) che a Cartesio (separazione tra mente e materia, e superiorità di chi è in grado di ragionare; inferiorità di chi non è in grado, che deve acquisire tale capacità dal superiore, se non vuole restare inferiore). Capisco perchè in Italia, a differenza che altrove, non si impari l'inglese. Viene insegnato nelle scuole non perchè venga compreso (e quindi sia utile per comunicare con l'estero) ma per far acquisire una presunta capacità di "ragionare". Lo ripeto, in vita mia ho conosciuto una sola docente degna di questo nome. Era americana. Peccato che sia durato soltanto pochi mesi, quel corso....... Penso che l'Italia sia qualcosa di schifoso. Forse dovrei cambiare titolo: Il Libro Nero dell'Italia! Oppure: Lo Stivale del Disonore. |
Re: Il Libro Nero della Scuola?
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Permette di conoscere i grandi autori del passato – non solo "lèggere". Tradurre dal latino permette di sviluppare una logica di tipo matematico. Tradurre dal latino insegna l'analisi, la sintassi, l'osservanza del particolare nell'insieme, abitua all'attenzione per gli usi linguistici e i costrutti lessicali. Ci permette di entrare nella storia delle parole, del linguaggio e della società. Esempio: da dove deriva la nostra parola "religione"? Leggendo Lucrezio scopriamo che il termine latino "religio" fonda le proprie radici nel verbo "religo", incatenare, e diventa in alcuni scritti di Plinio il Vecchio, per provocazione etimologica, sinonimo di "superstitio", superstizione. Ci sono persone che la mente hanno il desiderio di aprirla, e hanno il desiderio di conoscere le proprie radici. Ce ne sono altre che trovano più utile spik inglish per poter giocare ai videogiochi online. |
Re: Il Libro Nero della Scuola?
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Re: Il Libro Nero della Scuola?
Il latino è sempre stata la lingua d l pensiero scientifico, della teologia, delle scienze giuridiche. Gli universitari del medioevo avevano in questa lingua lo strumento che gli permetteva di seguire le lezioni tenute in qualsiasi università.
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Re: Il Libro Nero della Scuola?
Appunto, Gummo, tu parli di "ripulire le mele marce" e che "chi non legge muore"
Quindi, una scuola che condanna allo sterminio chi non è in grado di adattarsi ad essa....mi sembra il minimo che chi è condannato a morte dalla scuola, desideri la morte di quest'ultima. |
Re: Il Libro Nero della Scuola?
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