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Re: "Dipende da te"
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E' roba da ricchi. E ultimamente non ne ho sentito parlare bene. Non dovrebbe essere pacifico che alcune cose le fanno alcune persone e non altre? Chi non può fare certe cose non le fa. Ne fa altre. Perchè devo per forza essere costretto a parlare in pubblico se non solo non ne sono capace ma allo stesso tempo non mi va di farlo? Lo lascio fare a chi può e vuole farlo. Io posso fare altre cose. Apprezzatemi per le altre cose che posso fare bene e magari per come sono dentro. Non disprezzatemi per quello che non so fare. "Da ciascuno secondo le sue capacità. A caiscuno secondo i suoi bisogni". |
Re: "Dipende da te"
E poi, che il mondo non sia pieno di minacce, mi pare che lo sia.
I giapponesi uccisero mezzo milione di cinesi in poche settiamane. Ad Aleppo è in corso una strage infinita. Qui, in Italia, nel recente referendum se ti azzardi a dire come hai votato quello del fronte opposto se potesse ti ucciderebbe. L' amara verità è che la specie umana è ferocissima; non per niente stiamo distruggendo questo pianeta. C'è da temere e come. |
Re: "Dipende da te"
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Stai bene isolato? Stacci. Nessuno ti dice niente. Anche se devi ammettere che è complicato. Capita l'occasione in cui fa piacere o addirittura serve un supporto esterno. Il tutto dipende da quanto te la stai raccontando. Io ne ho conosciute parecchie di persone che affermavano di essere felici nella loro solitudine, salvo poi scoprire che avevano passato l'esistenza ad anestetizzarsi il cuore per impedirsi di provare quelle emozioni dolorose che altrimenti avrebbero spinto per cercare un contatto umano. Devi innanzitutto essere sincero con te stesso. È strano che tu vada ad una cena tra sconosciuti e poi dici che stai bene senza parlare. Sicuro? Oh, d'altra parte il problema l'hai sollevato te aprendo il thread. Ma noialtri non ti si può aiutare o suggerire contro ciò che tu credi necessario. Se quindi pensi che questa difficoltà sociale non sia rilevante, che la tua non sia rassegnazione da "volpe e uva", allora continua così. Vivrai molti anni identici a quelli che hai già vissuto. Ps: esistono psicologi economici, specie nei poliambulatori. Io pago 35 a seduta (è il minimo tabellare). E c'è pure il servizio pubblico, nello sventurato caso anche quei soldi siano troppi. Quote:
Questo alimenta ulteriormente paura e sfiducia, ti impedisce di vivere un'esistenza serena, e di avere confidenza nelle tue capacità di gestire le situazioni. Foss'anche per poter parlare di politica, di persona, confrontandosi nel merito delle idee ma senza dimenticare reciprocamente la propria umanità. Penso di essere intervenuto oltremodo in questo thread, quindi augurandomi di averti offerto qualche spunto di riflessione mi congedo. Ma se ti aspetti che la tua vita migliori per cause esterne.... ti toccherà aspettare. "Dipende da te". Scegli. Stessa vita per il resto dei tuoi giorni; oppure provare a cambiare. |
Re: "Dipende da te"
Bè, ho sbagliato, negli ultimi interventi, a focalizzare l'attenzione su me stesso.
Ammetto questo errore. Non era questo lo scopo del mio thread. Io volevo considerare la famosa frase "Dipende da te" che qui tutti si sono sentiti rivolgere dal punto di vista generale. Sul suo significato sociale e come è vissuta da tutti quelli che fanno parte di questo forum. Evidentemente non è facile non personalizzare. La mia felicità e la mia vita individuale non contano. Quello che volevo sottolineare è che questa società accetta solo individui che rispondono a ben determinati requisiti. Cio, non mi appare giusto; ma non per me, per tutti, anche per chi non vive in questa condizione. Una parte utile di umanità viene infatti esclusa "a prescindere". Una parte che potrebbe essere utile anche a chi ha i requisiti considearati gusti. La colpevolizzazione delle vittime serve ad assolvere il sistema nel suo complesso. La felicità consiste nell' essere a posto con la propria coscienza. Essere stati coerenti con i propri valori. Lascerò il mondo consapevole di esserlo stato. |
Re: "Dipende da te"
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Re: "Dipende da te"
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Re: "Dipende da te"
io penso che assieme ad un "dipende da te " dovrebbe starci anche "io però posso aiutarti, se vuoi " altrimenti è un modo per lavarsene le mani..
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Re: "Dipende da te"
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ho avuto un amico così con un'acne tremendo e so che ha sofferto moltissimo, quando l'ho conosciuto io era sempre 'infestato' poi con gli anni è molto migliorato, ce l'ha fatta in tutto direi di certo ha avuto diverse donne (se la cosa conta non so) è molto popolare , ma rimane un introverso, solo che lui si è messo in discussione ha affrontato la vita con coraggio e per ricordare un post precedente è andato dallo psicologo una volta sola e non ha più continuato , non è tipo da analisi, ecco perchè sono un pochettino scettico quando si parla di psicoterapia ; poi bisogna vivere buttarsi altrimenti è tutto inutile ... |
Re: "Dipende da te"
"Dipende da te" mi è stato detto da parecchie persone, alcune l'hanno detto per me altre contro di me.
Ma a parte tutto so, che se non riesco è perché al momento non mi è possibile fare. |
Re: "Dipende da te"
Il problema è il pregiudizio e quello NON DIPENDE DA NOI! In teoria si può anche raccontar balle per nascondere il proprio passato ma è una cosa che non si può nascondere all'infinito :testata:
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Re: "Dipende da te"
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Re: "Dipende da te"
A me da fastidio la frase dipende da te, quando non dipende da me
l'ultima volta che qualcuno l'ha detto, è stato uno che ha detto: se ti vuoi trasferire al nord puoi farlo, dipende da te, le cose se si vogliono si fanno si vediamo come lo posso fare visto che ho una madre che devo accudire e non riuscirei a fregarmene quindi non dipendono solo da noi le cose a volte |
Re: "Dipende da te"
Io tendo a sentirmi molto responsabile di ciò che mi succede nella vita. Per cui, anche se non me lo dicono gli altri, il "dipende da me" me lo dico da solo.
Certo, ci sono situazione e circostanze che non possiamo controllare. C'è la sorte, che non è governabile. Ma si può sempre cercare di fare il meglio, al netto di ciò che non è controllabile... e non sempre riesco a farlo. |
Re: "Dipende da te"
Le persone non si rendono conto di quali danno fanno queste frasi fatte.
Io che sono insicuro, ogni volta che sento una cosa del genere mi faccio sorgere sensi di colpa vari, che uniti all'oggettiva insolubilità di alcuni problemi, mi buttano ancora più giù |
Re: "Dipende da te"
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Come se qualcuno senza gambe possa farle ricrescere semplicemente volendo, o uno che non riesce ad arrivare a fine mese senza stipendio possa far condensare l'aria in banconote da 500 € solo con la forza del pensiero. Alcune situazioni sono semplicemente oggettive e la miglior cosa da fare è realizzarlo |
Re: "Dipende da te"
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Re: "Dipende da te"
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Adesso mi comporterei in modo diverso. Tuttavia, bisogna capire bene cosa si intende per essere propositivi e accoglienti. Se lo si è, lo si è a prescindere. Per esempio, avrebbe potuto scambiare qualche parola direttamente con me. E da lì capire se potevo gradire o meno il passo successivo. Se non poteva capirlo, non doveva farlo. Io ero un perfetto sconosciuto. Come poteva sapere se poteva piacermi o meno l'invito fattomi? Mi sarebbe potuto non piacere anche se mi fosse riuscito di farlo. Il che, solo per avermi costretto a farlo, gli avrei detto comunque "Addio". Non è stata accogliente e propositiva perchè si tratta di accoglienza selettiva. Accoglienza solo a chi sa parlare brillantemente in pubblico. Dal mio punto di vista la peggior selezione che ci sia. Mi sono sempre assunto troppi rischi; molti di più dei vantaggi che ho avuto, se ne ho avuti (non mi pare). La stessa solitudine è ovviamente un rischio, il più grande per me. Un rischio più grande di quello di esporsi in discorsi pubblici, sicuramente. Ma non è che io non corra questo rischio perchè non voglia. Ma perchè non posso per forza maggiore. I non fobici questo non lo capiscono. |
Re: "Dipende da te"
Aliquis, scusami davvero per l'ennesimo intervento, ma devi renderti conto che hai una visione distorta. Ed è questa che ti conduce a infelicità.
Sembri troppo orientato a far girare tutto attorno a te stesso. Quando affermi "la legge non ammette ignoranza" è come se stessi dando per scontato che le tue regole siano legge. Non è così. Le persone "normali" si buttano, provano, e poi si regolano in base ai risultati. Lei non poteva non parlarti solo perché non sapeva che ti sarebbe dispiaciuto, oppure che ti avrebbe messo in imbarazzo. Se vuoi migliorarti e diminuire le tue sofferenze devi accettare di rivedere criticamente le tue posizioni, altrimenti altro che rischi eccessivi. Ti stai solo costruendo una roccaforte di scuse per non affrontare le tue difficoltà e negare a te stesso i tuoi bisogni. |
Re: "Dipende da te"
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Tuttavia, ho già modificato allo stato attuale il mio comportamento in base a quell' episodio. L' età ti fa maturare. Ma in quel momento la mia percezione era quella. Credo che alla domanda "Raccontaci qualcosa!" avrei potuto rispondere: "Qualcosa!". Ma l'ansia non mi fa venire queste battute di spirito. Tuttavia, è sbagliato pensare che io sia infelice. E provo disagio a parlare di nuovo in termini di "io" e di "mio". Questo episodio l'ho citato più che altro per cercare di far capire come si sente un sociofobico. Se uno non può seguire le regole è naturale che sviluppi il desiderio di cambiarle. Non per se stesso esclusivamente ma anche per gli altri che condividono la sua condizione. E anche per i non fobici. Abbiamo molto da offrire. Siamo sentimentali e romantici. Ma è un romanticismo che rimane dentro di noi. |
Re: "Dipende da te"
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Il fatto è che la tua storia non mi torna. Intendiamoci, sono d'accordo al 100% sul fatto che ciascuno debba perseguire la propria felicità in base a bisogni, capacità e caratteristiche, e ciascuna di queste può essere differente dagli altri. Ma quando scegli o accetti una strada non comune, come l'isolamento sociale (o quasi), devi mettere in conto che stai andando controcorrente. Puoi farlo? Certamente, nessuno te lo impedisce. Il punto è che devi essere saldo nel tuo proposito. Se un giorno dovessi scoprire che te la stai cantando e suonando (come per l'appunto accadde a me), ti accorgerai che hai buttato la tua vita a cercare di ritagliarti un angolo protetto d'universo, quando avresti potuto impegnarti per migliorare in quelle capacità che ancora possiedi in forma inespressa (siamo animali sociali, le basi dei rapporti umani ce le abbiamo hardwired dentro di noi, non c'è bisogno di niente fuorché della capacità di osare). Quando tu, aprendo un thread simile, dichiari di accusare il colpo sentendoti rivolgere certe accuse (come il "dipende da te"), a mio avviso dimostri di non esser così disinteressato dalle situazioni sociali come ora ti vorresti presentare. La mia sensazione -forse mi sbaglio, però prendila in esame- è che tu abbia elaborato questo schema autoassolutorio per impedirti di metterti in discussione. Per poter autodifendere il tuo ego dalle critiche che altrimenti tu per primo solleveresti verso te stesso, e che sai perfettamente essere dolorosissime. Cioé, ti faccio un esempio basandomi su un aneddoto realmente accadutomi: mi metto una camicia rosa chiaro. Qualcuno mi fa una battuta sul fatto che abbia una camicia rosa. Posso ignorarlo. Posso rispondergli "ignorante, Sean Connery ha sdoganato il rosa per l'uomo ben nel '60". Posso fare lo scemo e stare al gioco, dicendo con accento effemminato "ah gvazie cavo, tvovi che dia visalto alla mia vivilità?". Posso fare un sacco di cose. Ma il fatto è che, quando mi sono preparato per uscire di casa e mi sono specchiato, mi sono visto bene con la mia camicia rosa. Sono io che decido che la camicia rosa mi sta bene. Che non è affatto né di cattivo gusto né indice di una preferenza omosessuale (se anche fosse, non ci sarebbe stato nulla di male, purchè fosse stata mia intenzione convogliare quel messaggio). Quindi difendo le mie istanze. Sono assertivo, e quindi intangibile. Significa che sono a posto con la coscienza. Viceversa, se la cosa mi tocca, evidentemente c'è qualcosa che non mi torna. Evidentemente è stato stimolato un nervo scoperto, una mia insicurezza. Io ti invito a fare introspezione sulle tue insicurezze, per riuscire a rendere coerente la tua argomentazione di fondo (sono fatto così, sono diverso, perché dovrei omologarmi agli altri) con l'immagine che si ricava dai tuoi interventi (estrema insicurezza, incapacità di difendere con assertività il proprio dichiarato bisogno di solitudine, sensazione anzi che questa solitudine pesi e non si sappia come sconfiggerla, ma senza volersi mettere alla prova in quelle sfide che porterebbero all'automiglioramento, ma che mi sembra ti inducano un terrore del quale sei riluttante a fare ammissione). Per risolvere il tuo conflitto interiore, quello che ti porta a sentirti ferito ad ogni "Dipende da te", dovrai fare uno sforzo di sincerità, ammettendo che ti fa paura sia dichiarare che, pur consapevole che raggiungere buoni livelli di socialità dipende solo da te, non sei interessato allo sforzo perché ti accetti come persona asociale, sia dichiarare a te stesso che non ti senti forte a sufficienza da metterti alla prova, attuando un percorso graduale (suggerisco psicoterapico), che ti porti a conquistare delle capacità sociali minime in grado di permetterti un senso di integrazione coerente con il tuo vero io. Quello vero, non quello nascosto dietro a mille autogiustificazioni. Spero di non esserti apparso troppo duro. Sappi che sto scrivendo le stesse cose che avrei desiderato mi fossero state dette anni fa (e infatti alla fine qualcuno l'ha fatto). |
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