Originariamente inviata da hermes88
(Messaggio 2544834)
Io ho 32 anni e vi capisco perfettamente. Ho avuto una sola relazione di 4 anni, molto infelice e piena di litigi, finita per mia iniziativa perché lei evidentemente stava con me solo per status (ho un buon lavoro e sono di buona famiglia) e vedeva in me un buon partito. Ma non mi voleva particolarmente bene, come dimostrato dal fatto che di vedermi non le fregava mai un granché. Così l’ho lasciata, sicuro di potermi presto rimettere in gioco.
Mai avrei pensato però che a distanza di un paio di mesi mi sarei trovato in Smart working forzato per via di una pandemia e costretto a tornare a casa dei miei genitori, nella mia città di origine, per non patire la solitudine e non cadere in depressione stando tutto il giorno da solo in un monolocale, in preda ai pensieri e alle ossessioni. E così, per non mettere a rischio la mia famiglia con la quale sono tornato a vivere da marzo evito di partecipare a eventi con più persone che potrebbero però portarmi a fare nuove amicizie. Mi limito ad uscire sporadicamente con 3/4 amici più sfigati di me. Sulle app non riesco a conoscere nessuna, nessuna mi degna di risposta, zero. Delle colleghe con cui mi sento per lavoro, nessuna minimamente interessata. E fisicamente non credo nemmeno di essere questo cesso inguardabile. Insomma, quando si dice che il lockdown è duro e faticoso per tutti si dice una mezza verità. Se avessi 60/70 anni, una moglie e dei figli di uscire di casa e vedere gente non mi fregherebbe nemmeno niente, la mia vita l’avrei vissuta. A 30 anni, da single, depresso, bisognoso di relazioni e di costruirsi un futuro anche sul piano relazionale (non di solo lavoro si vive), è tutta un’altra storia.
Concordo poi con chi dice che le difficoltà per quelli “non fighi” si sono accentuate negli ultimi anni. Io penso sempre a mio padre (68 anni): non bello, con un carattere di m***a quando aveva 25/30 anni, di famiglia povera, classico bravo ragazzo. Conobbe mia madre, che era invece una bella donna, quando lui non aveva nemmeno un lavoro, studiava appena, non aveva una lira per piangere (il successo professionale arrivò molto dopo e con enormi sacrifici per entrambi). Ebbene, ha avuto il primo figlio quando aveva 28 anni e il secondo (Me) quando ne aveva 36. Oggi uno come mio padre farebbe molta più fatica a trovare una ragazza, probabilmente sarebbe nella mia condizione, e forse io ne avrei fatta di meno se fossi nato negli anni 50. I tempi sono molto cambiati e i social, a mio parere, avendo creato un’abbondanza mai vista prima di scelta e possibilità, paradossalmente hanno reso i rapporti molto più difficili rispetto a 40/50/60 anni fa.
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