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Comunque, il buco nel tuo discorso è semplice, se dopo 12 ore di "fame" chiunque si attivasse perché prima era viziato, allora lavorerebbe e vivrebbe come gli altri. Gli altri inabili al lavoro avrebbero la pensione a garantire quella vita. I senzatetto da dove sbucano fuori allora? Sono cartelloni pubblicitari? |
Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
Ah che bello fare paternali su piedistalli ricoperti di feci e di lacrime (fatte precedentemente in maniera diarroica per paura della figa, dello stare in casa, della solitudine senza vita sociale e così via) per sentirsi un pò meno caccole del solito, eh? basta semplicemente scegliere il soggetto "bloccato" in una situazione che non ti riguarda (e che probabilmente non ti ha mai riguardato) et voilà. Quando avete finito, tornate a lagnarvi sui soliti discorsi uomo vs donna, voglio amici ma non li voglio, mi sento solo/a ma pussavia, voglio la figa ma cerbiattina, non voglio stare in casa, oddio il weekend, le ferie e mo che faccio...manco voi sapete che cazzo volete..però basta pisciare su quelli che non lavorano e all'improvviso ci si riscopre..normali. O meglio, più normali di altri sfigati. Almeno ci si sente apposto. E allora giù di pallottole, spariamo sulla croce rossa, almeno al ritorno avremo usato anche noi le armi su qualcuno vincendo..perchè la possibilità di vincere sulle nostre paure non l'abbiamo. Di quelle preferiamo frignare (però frignare come fregna, capita a me, i veri problemi della vita sono il non riuscire a trombare, mica avere problemi con il lavoro! sfaticati!).
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Il mio migliore amico è un "normale", e potrebbe tranquillamente stare sul forum; pochi rapporti, zero esperienze con l'altro sesso, bassa statura... Eppure non ci sta, nemmeno immagina l'esistenza di un forum del genere, o di una vita diversa dagli schemi, ecc. L'incapacità/malavoglia nel lavoro è invece un qualcosa di molto al di fuori dagli schemi, non appartenente alla sfera dei concetti di tanti "normali", pertanto incompresa e poco tollerata. Non è un qualcosa alla portata di tutti... |
Pensate che pensano i normali di uno che prende mille euro dal divano,forse danno il bonus col rdc sono altri duecento
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Sto ironizzando chiaramente ma lo capisco,per uno che ha sempre lavorato anche un periodo di ricarica stasi viene concepito poco..
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Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
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ho mollato un indeterminato a 1800 al mese perché non ero pronto, dopo aver superato un concorso difficile. per me non è stato un percorso lineare, adesso sto peggio ma sono più libero |
Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
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Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
Il fatto è che al giorno d'oggi trovare lavoro non è facile per nessuno, quindi spesso la gente si accontenta. Però ci sono lavori che sono impossibili da svolgere per alcune persone con problemi legati all'ansia sociale e tra questi ci sono i lavori più facili da trovare come camerieri e altri lavori simili dove si sta a contatto con la gente. Per alcuni è praticamente impossibile svolgere lavori del genere, il livello di ansia sarebbe elevatissimo e verrebbero cacciati subito dai titolari perché non sarebbero produttivi.
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Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
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Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
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Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
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Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
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"muovere il culo e lavorare" è senz'altro una cosa utilissima, su questo siamo d'accordo. Tuttavia per arrivare a farlo è necessario superare tutta una serie di ostacoli che si possono presentare. Può non essere affatto una cosa immediata, in cui si pensa "ora muovo il culo!" e allora d'un tratto ci si sente pieni di energia e determinazione e ci diamo sotto con la ricerca del lavoro; poi si trova il lavoro e giù a lavorare senza intoppi come macchine perfettamente funzionanti. Se davvero ti interessa dare soluzioni, allora c'è anche da considerare i problemi che ostacolano la ricerca del lavoro, il lavorare, il mantenimento di un lavoro. Servono soluzioni a quei problemi. Se bastasse dire "lavora!", "datti da fare!", allora gli inattivi e disoccupati quasi non esisterebbero :mrgreen: |
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Per quanto sia traumatico, ad una certa bisogna buttarsi tra la gente normale, forse non si troverà il lavoro dei sogni, ma magari si può instaurare qualche buon rapporto d'amicizia che te lo rende più leggero. Negli altri casi, l'epilogo non sembra promettente.... |
Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
Raga ma viviamo in un paese dove la depressione si pensa che sia uguale a essere tristi, dove si pensa che avere l'ansia significhi avere l'ansia di baciare dopo 5 minuti il tipo in discoteca, dove andare dallo psicologo è visto come una cosa da pazzi, come prendere un farmaco è visto come essere un pazzo che corre nudo accoltellando la gente, ha senso parlare di invalidità? Chi ha problemi psicologi in Italia l'invalidità è molto difficile possa prenderla, siamo in un paese dove i problemi psicologici (quelli proprio invalidanti), non vengono riconosciuti, anzi sono uno stigma, qualcosa di cui vergognarsi, di serie b rispetto a quelli fisici. Ecco perchè lascia un po' il tempo che trova, secondo me, farla facile dicendo vabbè se stai male prendi l'invalidità altrimenti non stai male veramente
Pure per i problemi fisici comunque la danno non così facilmente eh, io ho problemi di udito certificati ma visto che sono più complessi del solito (il mio timpano è posto e il suono arriva, ma non capisco, come se sentissi una lingua straniera), l'invalidità non me l'hanno voluta dare, mi hanno letteralmente spinto fuori dallo studio dicendomi pensa ad altro |
Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
Fa sorridere leggere "beh se hai problemi davvero così grossi ti danno l'invalidità" e poi leggere lo sminuire dei problemi psicologici praticamente dicendo banalità come "se vuoi puoi", "basta darsi da fare", "tutti hanno problemi", questa è una mentalità che hanno tutti (o quasi) qua in Italia, perciò evidentemente non è facile prendere invalidità o altro
E io non faccio parte di questa categoria ma mi metto nei loro panni, io mi sono rovinato da solo negli ultimi due anni e ora penso a come farla finita, è diverso Cioè se qualcuno pensa che essere DEPRESSI (non avere la distimia o avere la tristezza esistenziale del ommmmioddio non appartengo a questo mondo, ho solo una laurea 5 amici e un partner, ommmioddioooo cosa ci faccio qua, i'm creep i'm weirdo), sia risolvibile con la buona volontà ha la stessa visione di chi pensa che una malattia si può curare con le preghiere, uguale uguale, anche se fa figo dire al depresso massì datti da fare su, fa sentire migliori, meno sfigati come diceva impasse ieri |
Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
magari te la danno anche l'invalidità per la depressione, ma al 30-40% non ti spetta nulla economicamente, se non l'inserimento nelle categorie protette
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Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
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Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
Se finisco sotto un ponte faccio il busker voce e chitarra acustica, ho già un repertorio di canzoni abbastanza ampio.
Per il momento però lavoro (da 25 anni) ma non durerò fino alla pensione, mi do ancora 1-2 anni massimo di autonomia. |
Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
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I telefoni cellulari di fatto non esistevano, qualche ricco li possedeva, ma si usava ancora la rete TACS, gli smartphone erano ancora considerati fantascienza, Internet di fatto non esisteva ancora (o meglio la Rete era in pratica per pochi addetti), il Computer più diffuso probabilmente era il Commodore 64 (di fatto lo si prendeva per i giochi), le Console moderne non erano ancora nemmeno state immaginate (c'era il NES al limite). In TV c'erano ancora Corrado, Mike Bongiorno, Vianello ... gli unici che c'erano sia allora che oggi erano Bonolis, Scotti, Greggio e Piero Angela (anche se ormai è anzianissimo). |
Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
Quelli che dicono che chi non riesce a lavorare basta che chieda la pensione, forse lavora per pagarsi gli sfizi. 280 euro autonomie non te ne danno, al massimo sono un aiuto per chi ti sta mantenendo , ma difficilmente sono la soluzione, di certo non per tutti, non per chi deve pagarsi l' affitto e di che vivere. Chi ha ste soluzioni facili in tasca è perché non sa di che parla.
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Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
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comunque, aver maturato così presto tutte queste esperienze ti ha senz'altro favorito. Nel mio caso ad esempio il primo problema riguardo al lavoro è proprio che sarei scartato quasi da tutti avendo esperienze e qualifiche molto scarse. |
Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
Non capisco come un esempio così specifico possa essere d'esempio per altre situazioni così tanto variegate e diversificate in tutti gli aspetti.
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Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
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Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
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Comunque, passiamo al lato pratico: non avevi ansia sociale a quanto ho capito, ma non ti piacevano i rapporti sul posto di lavoro, cosa abbastanza comune direi. Non avevi altri problemi mentali che ti precludessero di vivere il lavoro normalmente, in quanto ti sei ammalata dopo per via dello stress. Siamo piuttosto fuori dalle dinamiche di gran parte dei disoccupati sul forum... In senso strettamente lavorativo, la commessa, la cassiera, la barista, la cameriera, sono figure in cui il sesso femminile è largamente preferito. Non voglio sminuire quanto hai fatto, ma attualmente certi lavori sono molto meno accessibili al maschio; se poi ha pure problemi di "certa natura"... I lavori senza competenze facilmente accessibili a un maschio sono abbastanza pochi e richiedono quasi sempre una certa esperienza. In alcune parti d'Italia non è così, ma se non si ha la fortuna di essere nati lì, è quasi sempre un gioco a perdere, vista la necessità di pagare affitto, spese, auto, ecc. La volontà non è sufficiente, un uomo che per anni è stata bloccato per qualsiasi motivo, non viene più assunto per fare il muratore, il piastrellista, il falegname... È necessario essere già pronti per certi lavori. |
Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
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Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
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che in italia ci sia questo scoglio dei 30 anni è un dato di fatto, l'età conta molto, in altri paesi no, non lo dico io |
Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
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Dire: "Io ho fatto così" non ha senso, siccome non c'è una sovrapponibilità tra situazioni. |
Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
Io comunque dubito che qua dentro abbiamo tutti delle disabilità così grandi da renderli del tutto inabili al lavoro. Se mi dite che uno non lavora perchè il lavoro si fa fatica a trovarlo sono d'accordo ma che non lo si fa perchè non si è in grado di fare nemmeno un lavoro mi sembra molto strano.
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Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
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Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
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sono frasi che non considerano tutta una serie di paure, ansie, difficoltà, ostacoli. |
Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
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Solo che per parte di questi lavori ci vogliono qualifiche che non ho e che al momento non sono nelle condizioni di riuscire a conseguire. Poi vi è un'altra ampia parte di lavori che potrei benissimo svolgere se soltanto qualcuno mi insegnasse e mi permettesse di imparare. Invece si cerca prevalentemente gente che ha già esperienze e che non va formata da zero. Oppure ci sono lavori che farei volentieri ma per i quali c'è scarsa offerta, come il commesso in negozi di dischi o libri. Mettiamo inoltre che non ho la patente e che non parlo un inglese fluido: anche volendo, è oggettivamente difficile che possa lavorare, pur non avendo difficoltà nell'interagire col pubblico come un tipico fobico. |
Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
Ormai per lavorare chiedono esperienza anche per fare il caffè in un bar al paesello in provincia di Udine, per dire, il baretto del paesello di 1000 abitanti chiede esperienza perchè non ha tempo di spiegarti 5 minuti come si fa un caffè all'unico cliente alcolizzato che ha. Voi direte, ma che ci vuole a fare un caffè. Nulla, è questo il punto! Non ti prendono se non hai quell'esperienza. Bisognerebbe avere il fegato di andare li a dire, il lavoro che offri è molto semplice e banale, non serve l'esperienza, fammi fare una giornata pure gratis e ti dimostro che imparo in 5 minuti. Chiedono esperienza per far tutto. Io mi sono candidato per fare l'operaio di confezionamento, cioè cose che fanno anche persone con disabilità fisiche o intellettive, non mi hanno mai chiamato. Come se mi fossi candidato per lavorare alla NASA. Una volta, in una pizzeria mi ha servito un ragazzo down bravissimo che aveva problemi alle mani, eppure riusciva a fare il suo lavoro assolutamente bene, nonostante tipo gli mancassero dita. Nessuno ha voglia di formare, tutti pensano che il proprio lavoro sia qualcosa che deve essere spiegato in vent'anni, super importante e super difficile (i boomer hanno un ego smisurato)
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Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
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Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
Parti dal presupposto che tu un lavoro lo troverai non certo per accontentare tuo padre e tua madre ma per vivere, che mi pare la cosa più importante.
E, soprattutto, per essere finalmente indipendente e potertene andare da una casa in cui ti gridano in faccia e ti rompono i coglioni ciclicamente. "Sono un fallito che non potrà mai lavorare" equivale a darsi una martellata sui piedi e poi lamentarsi perchè si cammina male. Se rifiuti a priori l'idea allora significa che non ne hai nemmeno così tanta voglia, un po' come quelli che ti dicono: "Sì sì, io voglio lavorare, però no un lavoro nel weekend, no un lavoro che mi occupa il pomeriggio, no un lavoro faticoso, no un lavoro che mi fa alzare troppo presto..." Sì, vabbè, allora aspetta che arrivi qualcuno che ti dia un lavoro su misura, beato a te. Arriva il momento in cui bisogna accettare che lavorare è una gran rottura di coglioni che comporta sacrifici e ci costringe a sopportare tante situazioni, ma quando l'alternativa è stare a casa senza fare una sega e sentire persone che ti rinfacciano di non fare una sega allora bisogna chiedersi quale delle due si è disposti a sopportare di più. Io non sopporto la non-indipendenza; preferisco lavorare e rompermi i coglioni ma avere un posto mio in cui tornare dopo il lavoro in cui non c'è nessuno che mi rinfaccia nulla. A 30 anni direi che sarebbe pure ora. |
Re: Ho fatto un errore che non voglio rifare
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