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Re: 30 anni, mai stato fidanzato e va bene così
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L'attrazione fisica non dipende per forza dall'aspetto fisico e lo dico per varie esperienze. Continuare a piacere una volta che si ha una relazione è impegnativo, è quasi un lavoro continuo e costante. Da entrambe le parti se si vuole che la relazione vada avanti. Piacere all'inizio non è detto sia naturale,a volte (spesso) devi impegnarti a far vedere il meglio di te. Se poi si parla di sesso e via, allora si, quasi sempre è un fatto di chimica naturale. Ma non è sicuro al 100% neanche questo. Passaste meno tempo a decidere com'è il mondo, basandovi su pochi soggetti, e iniziaste a sbattervi veramente per affrontarlo sareste più sereni. Non è facile e ricevere porte in faccia è terribile, ma almeno si è fatto qualcosa rispetto a stare fermi nella nostra cameretta a dirci quanto siamo brutti e che nessuno ci amerà mai. Questo discorso nasce dal fatto che anch'io per anni ho fatto la stessa cosa, poi ho deciso che provarci e fallire era meglio che stare lì a compiangermi e autoconvincermi di cose che alla fine variano da persona a persona. Fossimo cento persone su questo pianeta capirei anche, ma siamo quasi otto miliardi...Forse c'è un po' di più di quello che viene mostrato, della norma e delle persone stronze che abbiamo incontrato. Inviato dal mio HUAWEI VNS-L31 utilizzando Tapatalk |
Re: 30 anni, mai stato fidanzato e va bene così
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Re: 30 anni, mai stato fidanzato e va bene così
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1. Si può mettere l'accento sulle differenze con gli altri. 2. Si può mettere l'accento sulle affinità con gli altri. C'è un margine di interpretazione soggettiva. Se attui la reazione n.1, verrai accusato dalle altre persone di insuccesso e non solo, di essere vittimista, di descriverti peggiore di quello che sei, di eccedere nell'autocritica per non metterti in gioco. Se attui la reazione n.2 verrai accusato di cantartela e suonartela, di non essere sincero, nemmeno con te stesso. Entrambi quindi sono accusati di preferire troppo la zona comfort. Qualunque cosa dirai, se sei di insuccesso, ci saranno persone che ti criticheranno per come gestisci la situazione. Analizziamo il tuo caso. Mi sembri puntare sulle affinità con gli altri, o meglio, accettando la tua particolarità ti poni sullo stesso livello degli altri, con un tuo ruolo definito, ma non meritevole di gogna o di chissà quale percorso di rafforzamento. Ci sta che qualcuno se ne prenda a male perché la gente teme di "accettarsi", lo vede come un definitivo distaccamento dalla normalità e quindi non si stacca dal proprio solito originario obiettivo: essere normie. Quella che proponi è un'altra normalità: la normalità dell'insuccesso. Se tu avessi invece rifiutato la normalità dell'insuccesso, preferendo la normalità personale secondo gli schemi dettati da chi il successo l'ha avuto, avresti ricevuto le critiche, avresti offeso e infastidito, altrettanto comprensibilmente, chi empatizza con la tua situazione e si sente protagonista degli insulti classisti che dici a te stesso. L'insuccesso è come un cancro: lo accetti o non lo accetti, sempre il cancro hai. Non ho preso una posizione netta, l'ho presa in litri thread, ma una cosa la devo dire, anzi due. Prima di tutto questo blaterare tanto della zona comfort,tanto criminalizzata dagli stessi che schematizzano in maniera netta che single è sofferenza e relazione è felicità: perchè il comfort è feccia mentre la felicità è oro? Premesso che la felicità è un sentimento a breve termine, per poi trasformarsi alassimo in serenità; ma la serenità che cos'è se non uno stato confortevole? A Lalisa invece che dice che "preservare l'equilibrio mi sembra una scusa". Una scusa???? Ma come lo vedete il mondo relazionale? Parlare di scuse è come il parlare di colpe, in un ambito in cui bisogna ricercare il maggior benessere possibile, non stiamo mica in un processo o in un posto di lavoro. Faccio fatica a leggere concetti come "fare x è una scusa per non fare y". Mi somiglia a "paraculo, devi sudarti la pagnotta, invece hai preso una scorciatoia e te ne sei approfittato. Sei colpevole." |
Re: 30 anni, mai stato fidanzato e va bene così
Per piacere e creare attrazione e interesse in un'altra persona bisogna secondo me essere sereni, devono venire naturali certi percorsi e certi comportamenti devono essere spontanei. Una persona depressa, con bassa o nulla autostima, che da sempre non ha nessuna situazione sociale e/o sentimentale, con problemi di evitamento e fobia, difficilmente riesce a uscire da una situazione del genere. Non è sufficiente dire prendi, esci e fai come gli altri. Non sono situazioni semplici da risolvere, non è come dire "cià che vado in cucina a bere un bicchiere d'acqua o domani mattina vado a tagliare l'erba del giardino.. Per molte persone con questi problemi, bisogna tenere conto che arrivano e sono tuttora da zero esperienze e con la morsa della depressione pronta a stringerti.
Quando si dice che chi ha questi problemi deve svegliarsi e che è colpa anche sua della situazione in cui si trova, non sono per niente d'accordo. Non credo che a qualcuno piaccia essere in queste condizioni ne tantomeno che faccia apposta a precludersi ogni possibilità verso gli altri. Il punto fondamentale è un altro secondo me :la fuori chi è davvero disposto ad accettare una persona con queste problematiche? A parole tutti, ma nei fatti concreti, qualsiasi persona si romperebbe le balle a stare con uno depresso, asociale, fobico, evitante, e il motivo è semplice. Quale è la strada più corta e logica? Che nel mondo c'è tanta scelta, un ventaglio di scelta talmente ampio che nessuno/nessuna ha tempo e voglia di perdere tempo a dietro a una persona introversa e problematica e virano la prua altrove... È troppo semplice dire siete voi che vi precludete il fatto di essere attenzionati dagli altri. Ma ci precludiamo cosa, che ti evitano come la rogna e ti danno del caso umano e dello sfigato se non vivi e non fai le cose che fanno loro? Io posso anche mettermi in testa di provare a pensare che può esistere qualcuno che mi accetta per come sono, ma guarda un po', caso strano, fino adesso non ho mai trovato nessuno, perché vieni sempre giudicato come strano, asociale, caso umano, non all'altezza e non degno... quindi non è così facile dire ah ma siete voi che vi auto isolate... ma se per la moltitudine la fuori sei un caso umano, vale la pena di fare sbattimenti assurdi se tanto la loro opinione è quella? Il gioco vale la candela? Pensate che chi è in queste condizioni gli piaccia esserci dentro? È troppo facile dire da domani impegnati, esci, prendi, vai....ma si è capito che con la depressione si viaggia col 10%, massimo 20% delle energie fisiche e mentali? Si è capito che molti fra noi hanno tremori, sudorazione e ansia anche ad andare dal panettiere o mettere una semplice firma? |
Re: 30 anni, mai stato fidanzato e va bene così
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Anch'io soffro di mutismo selettivo (fare amicizia sembra impossibile) e anche se parlo mi sento scema e noiosa. Magari è anche così. Ma negli anni in cui ho deciso fosse sicuramente così e che le amicizie non mi interessassero e stessi meglio sola, alla fine andava sempre peggio. Adesso ho solo deciso di provarci e di cambiare mentalità, di fatto non è cambiato nulla ancora. Magari non cambierà mai, ma se non ci provo come faccio a saperlo. Inoltre autoconvincersi in questo caso, mi sembra molto ipocrita perché, almeno io, nel profondo sapevo che la cosa mi faceva veramente male. Come ho detto al momento non è cambiato niente, sono sempre da sola. Ma la speranza e la volontà mi fanno vivere leggermente meglio. I pianti e lo sconforto ci sono ancora, però la speranza aiuta, non è più disperazione senza via d'uscita. Mi aiuta tanto anche riconoscere che le persone non sono per forza tutte delle stronze o con una testa unica. Per qualcuno sarò veramente noiosa o chissà cosa, ma per altri magari no. Penso comunque che ognuno debba trovare la sua dimensione e il suo modo di sopravvivere. Inviato dal mio HUAWEI VNS-L31 utilizzando Tapatalk |
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Il fatto che sia in questo forum a parlare di questo particolare tema e il modo in cui parla continua a lasciarmi dubbi sul fatto che realmente lui abbia accettato SERENAMENTE (e lo sottolineo) questa situazione. Poi ripeto che potrei benissimo sbagliarmi e se davvero è soddisfatto della sua vita è ottimo! |
Re: 30 anni, mai stato fidanzato e va bene così
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E poi giudichi gli altri... rimani convinto che ti fa tanto bene. E non rispondere che non è necessario. Inviato dal mio HUAWEI VNS-L31 utilizzando Tapatalk |
Re: 30 anni, mai stato fidanzato e va bene così
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Re: 30 anni, mai stato fidanzato e va bene così
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Non rispondere lo dici a qualcun altro faccio un po’ quello che voglio |
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Re: 30 anni, mai stato fidanzato e va bene così
Soddisfatto ha riportato la sua esperienza, se lui è appunto soddisfatto della situazione, noi chi siamo per giudicare? :)
concordo sul discorso che fa circa gli equilibri personali. a prescindere dalle pregresse esperienze o meno, avere un compagno/a comporta una rivisitazione dei propri equilibri: non ci sono più solo "io", ma si parla di "noi". come gli equilibri cambiano quando una coppia ha un figlio o più. le priorità e le cose importanti non sono per forza le stesse da single o da conviventi/sposati. necessariamente queste situazioni che vedono la variazione degli equilibri nostri e degli altri non sono sempre semplici da attuare e sicuramente in alcuni casi richiedono sforzi e sacrifici che non sempre siamo disposti a fare. dipende cosa è importante per noi e se siamo in grado di affrontare le conseguenze delle nostre azioni. è abbastanza noto che se abbiamo già dei problemi di base non è trovandoci un fidanzato/a che li risolviamo, ed io concordo su questo, ed anzi li amplifichiamo, proprio perchè ci troviamo a dover ridefinire degli equilibri che già di base sono ballerini se abbiamo delle difficoltà personali/sociali/relazionali in piedi. quello che può fare l'altro/a, se vogliamo avere un approccio propositivo, è darci la giusta motivazione a risolvere questi nostri problemi :) secondo me il problema principale non sta tanto nelle persone, quanto nella società che "impone" un modello che giudica normale, e tutto ciò che è fuori dallo schema non va bene. se a 30 anni e passa non hai un compagno/a, non convivi o non ti sei sposato, o non hai figli, hai necessariamente un problema. la società ormai ha definito che questa è la regolina da rispettare.. siamo troppo condizionati dagli altri, siamo succubi di questa società così impostata che essere fuori schema ci porta ad avere un sacco di complessi. |
Re: 30 anni, mai stato fidanzato e va bene così
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Ma per quanto mi riguarda non è quelle pressione che mi spinge a voler sentire il calore di un'altra mano sulla mia o, quando guardo un qualcosa di bello, girarmi e leggere negli occhi della persona che ho affianco che anche lei condivide la stessa sensazione. |
Re: 30 anni, mai stato fidanzato e va bene così
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Per quanto riguarda me, di quello che pensa la società non me ne importa niente. A me piacerebbe avere qualcuno accanto per me, per stare meglio io. Non l'ho mai visto come un problema dire che sono single e non mi interessa assolutamente niente di quello che possono pensare. |
Re: 30 anni, mai stato fidanzato e va bene così
Secondo me invece il modello famiglia sta andando a farsi benedire. Convivenze/matrimoni in picchiata, figli idem (col covid pure di più, si toccheranno quest'anno nuovi record negativi). Se non sei accoppiato ad una certa età non sei più un alieno come in passato.
Il problema semmai è arrivare a 30 anni (ma anche prima) senza aver mai avuto una storia, allora lì è sicuramente indice che qualcosa non va. |
Re: 30 anni, mai stato fidanzato e va bene così
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Re: 30 anni, mai stato fidanzato e va bene così
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Vorrei vedere le statistiche per sapere quanti/e 30enni, che non hanno mai avuto contatti col sesso opposto, siano arrivati in quella condizione per motivazioni personali (disinteresse, asessualità, ecc...) o perchè sempre respinti ad ogni tentativo di approccio. |
Re: 30 anni, mai stato fidanzato e va bene così
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Gli incel sono i celibi involontari. Che vuoi dire? Che dovrebbero provarci con tutte altrimenti non sono involontari? E una donna deve dire sì a uno che non gradisce solo per non essere considerata incel? I gusti sessuali, difficili o facili che siano, non sono volontari. |
Re: 30 anni, mai stato fidanzato e va bene così
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Tu hai scritto che la condizione di solitudine potrebbe essere una normalità come l'omosessualità. Peccato che per quest'ultima categoria, se Dio vuole sparissero gli omofobi, potrebbero condurre una vita normale e senza sofferenze (a parte le classiche, ma fanno parte della vita). Per il resto non dico che ci sia obbligo di dire di a chicchessia ma da lì a dire che vivere una vita senza contatti col sesso opposto (francamente non conosco il fenomeno incel, ossia se consista solo nel celibato o anche tutto il resto) possa essere normale la vedo una forzatura. Però se vuoi prova ad argomentare la cosa, sono curioso di sapere come potrebbe essere la normalità. |
Re: 30 anni, mai stato fidanzato e va bene così
Forse penso di aver capito il punto a cui vuoi arrivare:
Normalità --> meno pressioni sociali --> meno vergogna della propria condizione --> accettazione --> serenità. Ok, per chi come detto sopra vive male la cosa solo per pressioni esterne allora il discorso fila e, anzi, se può portare anche solo qualcuno a vivere meglio spero che possa avvenire. |
Potrei dire che l'assenza dell'aspetto sentimentale / sessuale qualche "disagio" me lo crea ma per le condizioni che rendono tale una relazione probabilmente non sono pronto, o più categoricamente, non sono adatto. Spostandoci invece nell'ambito delle storie più superficiali, credo che per quelle contino molto gli aspetti "materiali" (aspetto, rispondenza a degli standard sociali e di genere), in particolare per gli uomini, per cui effettivamente è un'opportunità reale per pochi, oltre che poi non è che uno o più incontri casuali cambino di molto la propria situazione.
Limitando quindi il discorso alle relazioni "serie", la domanda da porsi è: perché dovrei cercare una relazione? La presenza di impulsi sessuali da soddisfare per me non è una risposta sufficiente, perché nel volere un rapporto con una persona ci sarebbero alla base motivazioni più importanti, e se vuoi essere "amato", devi anche "amare", a maggior ragione se non puoi puntare su un'attrazione principalmente in un senso (verso di te), che normalmente è dovuta a caratteristiche che ti permettono di piacere a tanti. Non vorrei aderire troppo alle ben note teorie ma non credo che ci sia molto da discutere che se sei povero un partner non lo trovi per quel motivo, e ognuno cerca qualcuno che almeno idealmente possa rendere migliore la propria vita (anche le donne che vengono picchiate, nel cui caso nella loro testa il partner evidentemente può rispondere in qualche modo a qualche loro esigenza, o comunque desiderio). Ma comunque il problema principale è rispondere alla domanda di sopra. Anche perché non credo al colpo di fulmine, se mi innamorassi veramente sarebbe perché ci sarebbe già stata una frequentazione che mi ha portato a quello, in cui sono stato convinto che una relazione con quella persona ha buoni presupposti e che sarei disposto a impegnarmi per farla funzionare, e questa seconda cosa non è scontata. Oltre al fatto che potrei subire eccessivamente il colpo dell'essere eventualmente lasciato o comunque giudicato negativamente come partner, come uomo, ecc. ecc. Il peso delle responsabilità aggiuntive e la paura del rifiuto sembra superare il bisogno di uscire dalla solitudine sentimentale, la vedo in questi termini, non ci trovo la possibilità di realizzazione di un desiderio realistico, la felicità non la intravedo come meta raggiungibile attraverso un'altra persona né al contrario tramite la propria autosufficienza e basta, in realtà per me la sua essenza non è niente di certo, non credo nella sua esistenza, è come Dio. Non c'è una spinta sufficiente che mi travolga per farmi attivare, alla luce di queste considerazioni. Dovrei farlo per dovere |
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