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Re: Lettera di Michele
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Gli ideali sono belli e nobili ma si vive nella realtà. L'Italia offre aiuti, sussidi, supporto, cure mediche?. Sì. È possibile fare meglio? Certo. Esistono però dei limiti, delle difficoltà. Le risorse non sono infinite. Non trovare lavoro nell'ambito desiderato è sicuramente triste. Tuttavia si può sempre cercare altro. Folleanonimo abbiamo tutti dei problemi ma sta a noi cercare di superarli o conviverci come possibile. Per esempio io non ho amici, una relazione e non ho potuto frequentare l'università per via di problemi gravi in famiglia. E quindi? Quindi faccio quello che posso con le carte che mi sono rimaste in mano. Mi piacerebbe avere una vita diversa, un lavoro più vicino alle mie passioni, un po' di serenità? Certamente. Però la vita è questa e devo farmene una ragione. Bisogna accontentarsi. |
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Re: Lettera di Michele
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Per il resto non si tratta di andare avanti facendo finta di nulla. Non puoi fare finta di nulla quando vedi che per te certe cose sono impossibili o irraggiungibili per x motivi. Mica fa piacere, eh. La consapevolezza c'è, quella non manca mai. |
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Per dirti un 19enne si è suicidato pochi mesi buttandosi da un ponte e ha fatto un video poco prima in cui diceva che la vita non ha molto senso, che il lavoro non si trova e che stava facendo uno stage gratuito ed era trattato sa schiavetto...questo fa capire che il sistema, questo sistema, che tanti stimano, è marcio. Alcuni addirittura dicono che le regole sono queste e se non ti sta bene te ne vai a fan..... siamo alla follia |
Re: Lettera di Michele
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Re: Lettera di Michele
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Altro che cocci.. non mi erano rimasti nemmeno quelli. Eppure eccomi qui. Sono viva. E - per favore - non parlarmi di forza d'animo perché non sono mai stata parente di Nembo Kid. Io però non ero depressa, probabilmente la differenza è questa. Esistono strumenti per affrontare la depressione e spesso lo stato cerca di aiutare.. purtroppo a volte non basta. |
Re: Lettera di Michele
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Io non credo molto nell'aiuto altrui disinteressato da sconosciuti, si deve intravedere un sistema che incontri l'interesse dei "partecipanti". O bisogna almeno cerca di farsi voler bene dai singoli o avere qualcosa da dare loro in cambio. Per il resto non condanno a prescindere i gesti estremi, certo è in genere anche quello un atto egoistico, perché le persone care ne soffriranno.
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Re: Lettera di Michele
il fatto che tanti dicano " e che pretendeva?" " e vabbe' io mi son sbattuto, non e' che ci si puo' aspettare solo rose e fiori" che si giudica ogni sua parola "qui dice cose assurde (mah, chi puo' dirlo, auguriamocelo) qui e' infantile"...insomma io di empatia e di pietas ne percepisco poca pure in questo forum quindi mi immagino al di fuori gente piu' inserita con meno problemi quanta possa averne... e' anche per quello che uno se non ha grandi affetti che lo sostengano (ora non conosco a fondo il suo caso ma evidentemente i genitori e parenti non gli erano sufficienti) dice "ma che sto a lottare in sto mondo spietato di serpi da cui guardarsi e difendersi...goodbye"
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Re: Lettera di Michele
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Forse ho dovuto imparare perché non avevo alternative, in barba a fragilità e sensibilità varie. Probabilmente non volevo dare altri problemi in famiglia. Forse ne ho vissute talmente tante da non potermi permettere di avere degli obiettivi. Avevo anch'io dei sogni, eh. E la mia vita non è il Carnevale di Rio. Ma sì, forse sono privilegiata e non comprendo la solitudine. |
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Anch’io vivo una vita nulla da diversi anni e non mi parlo nemmeno coi vicini di casa... |
Re: Lettera di Michele
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Il problema è proprio questo mescolare cose differenti come se invece non lo fossero. Un conto è la pietas per il suicida, un altro è accettare come ragionevoli le tesi che ha lasciato. Un conto è comprendere lo sfogo, un altro dar ragione a chi tenta di equipararlo ad un ragionamento razionale. |
Re: Lettera di Michele
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Re: Lettera di Michele
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Re: Lettera di Michele
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Re: Lettera di Michele
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O meglio, parliamo di ciò che tu proietti in quello che leggi, che può anche avere un significato ma ha un' attinenza molto relativa con il punto di partenza. |
Re: Lettera di Michele
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Non me ne sono infischiata della mia famiglia. Molte scelte le ho fatte proprio in funzione di essa. E sì, la fragilità la metti da parte quando c'è qualcosa di più importante. Non sempre puoi permetterti di essere al centro della tua stessa vita, a volte esistono priorità diverse e bisogna ragionare tenendone conto. Voltare pagina? Non ho voltato pagina. Semplicemente i giorni di susseguono, mi sveglio, faccio quello che devo fare e poi torno a dormire (quando ci riesco). |
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Re: Lettera di Michele
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