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Re: Il Libro Nero della Scuola?
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Re: Il Libro Nero della Scuola?
Al di là comunque della scelta delle materie da studiare, io direi che in un ambiente del genere qualsiasi cosa si studi la si studierà male.
Come si spiega poi che se delle persone vanno a seguire delle lezioni private migliorano nella materia x? :nonso: Se è vero che tutti non volevano studiare a monte per partito preso, anche le lezioni private sarebbero dovute essere inutili. E' più vero per me che l'istruzione nel pubblico così com'è pensata non funziona tanto bene. Come fa un insegnante a seguire 20-30 persone? :interrogativo: Se ognuna di queste volesse fare una domanda di chiarimento all'insegnante non ci sarebbe tempo. Che bisogno c'è a questo punto di vedersi materialmente se poi le interazioni devono essere ridotte all'osso per mancanza di tempo? Dopo l'appello si guarda l'insegnante che fa la sua lezione così come si guarda un video, poi compiti a casa, poi interrogazioni. Così me la ricordo io la scuola. Poi aggiungiamoci lo stress ambientale dovuto al fatto che alcune scuole sembrano mini riformatori e la frittata è fatta. Spesso è la famiglia (là dove può ed ha un minimo di cultura) e tutto il resto che sopperisce a queste mancanze . |
Re: Il Libro Nero della Scuola?
Bisogna sforzarsi di allargare tutto a una visione generale.
Io penso che il sapere, lo studio, sia un bisogno umano. Il cervello stesso ha una conformazione tale che non può stare senza nutrirsi di conoscenza, senza pensare, senza riflettere. Per noi umani questo è come per gli ucceli volare, per la gazzella correre, per i delfini nuotare. Se non fosse stato così la civiltà non sarebbe mai nata. L'uomo è un animale culturale. Ma, il problema è, questo bisogno, l'acquisizione del sapere, deve essere per forza doloroso? Per un fringguello non è doloroso nè cantare nè volare. A scuola ci viene insegnato che è doloroso e che è giusto che lo sia. Eppure, non credo che chi ha costruito la civiltà umana, chi ha inventato, chi ha creato, abbia sofferto per questo. Perchè non si può apprendere senza sofferenza? Ma non è nemmeno questo il problema principale. Il problema principale è che la scuola si basa su un insegnamento collettivo e programmato, uguale per tutti, calato dall'alto. Calato burocraticamente e burocraticamente gestito. Gli individui sono tutti diversi. Come ho visto in una azzeccata vignetta, il nostro sistema educativo è come colui che ordina a un branco di animali di specie diverse, elefanti, giraffe, scimmie, gazzelle, leoni, di arrampicarsi su di un albero. Chi lo fa viene promosso. (ovviamente, la scimmia; elefanti e giraffe sono messi male). Parametri fissi, uguali per tutti, ci trasformano tutti in numeri, in non-persone. L'apprendimento dovrebbe essere individualizzato e dinamico, nei due sensi, non a senso unico. Ogni cervello è diverso. Perchè, se io certe cose non le comprendo, devo essere pubblicamente disprezzato ed emarginato? Non potrei essere apprezzato per quella parte di cose che comprendo? Non sarebbe ancora un grosso problema, se nell'Italia di oggi chi non ha fatto le superiori non venisse automaticamente emarginato dal lavoro, comprese le persone di età avanzata e che magari per tutta la vita hanno lavorato con cognizione di causa. Perchè, se io ho imparato dalla mia esperenza e so lavorare, devo essere emarginato lo stesso perchè tanti anni fa non ho proseguito gli studi? Eppure, noto quest'odio in giro.... |
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Io ho studiato (male) solo latino, ma se si deve togliere qualcosa non inizierei da lì |
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Vorrei vedere se non avessi imparato a leggere a scuola come ti saresti formato da solo... La scuola non serve ad insegnarti tutto, ma a farti capire come farlo |
Re: Il Libro Nero della Scuola?
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Io non volevo assolutamente addossare tutta la "colpa" a chi gestisce (visto che i principali triggerati da sto topic sono insegnanti), ma a tutto l'insieme dell'ambiente scolastico, in cui si trovano falle dal punto di vista didattico e non. Un discorso molto generale quindi, che deriva molto dall'esperienza e dall'osservazione di certe realtà, che fanno capire quanto molte volte sia più che altro una pagliacciata e una perdita di tempo e risorse mentali. Del resto il topic non parla di una problematica specifica. In generale quindi, la mia opinione è tra il neutro e il negativo, e il mio consiglio per chi intraprende le medie e superiori sarebbe essenzialmente: istruzione≠scuola e istruzione>scuola, tutto qui. |
Re: Il Libro Nero della Scuola?
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Invece, i programmi, e parlo delle medie, di alcune specifiche materie, non li ho, a suo tempo, assimilati; nè ci riesco ora quando mi sforzo di leggere tali argomenti sui libri. Il QI (inventato da un impostore, e del tutto inattendibile) non c'entra nulla. Così come non c'entra la volontà. Da quello che ho capito, io penso per immagini. Non riesco ad apprendere i concetti astratti, i linguaggi simbolici. O, almeno, forse non nel modo in cui lo isegnano. Quando, pochi anni fa, ebbi una docente americana in un corso di inglese, mi accorsi con stupore di comprendere.......perchè lei inseganava facendo ricorso alle immagini e alle conversazioni quotidiane. Poca grammatica, che comunque veniva dopo. La mia condizione è comune, e di solito appartiene a persone di genio. Faraday era come me; pensava per immagini, non capiva nulla di matematica. Eppure, senza di lui il campo elettromagnetico non sarebbe stato scoperto. Ramanunjan, all'opposto, capiva solatnato la matematica, ed era zero in tutte le altre materie. Fu bocciato sempre, in tutte le scuole, eppure fece scoperte fondamentali e fu ammesso alla Royal Society. Wilelm Kolkoff non imparò mai a leggere; un altro doveva leggere per lui. Un analfabeta, quindi. Eppure inventò la dialiasi; quanti devono la vita a lui? Come vedete il QI non c'etntra nulla. C'entra, credo, l'ottusità di chi non comprende la varietà e la ricchezza del cervello umano. Grazie per il criceto; mi conferma che chi è titolato spesso non ha una minima cognizione di cosa sia la cultura. Perchè significa "Cultos", in latino riverenza, rispetto, ammiarzione per l'Universo e per tutti coloro che lo abitano. Fa rima con educazione. E si, magari la scuola insegna a disprezzare le persone e quindi è, per forza di cose, anticulturale. |
Re: Il Libro Nero della Scuola?
Il principio fondamentale che deve regolare lo svolgersi dell'attività scolastica è questo: l'istituzione scolastica deve rimanere separata dalla società. Mi spiego meglio: la scuola non deve risentire delle istanze economiche, sociali, politiche del momento storico nella quale è inserita. La scuola è un luogo deputato esclusivamente alla formazione dello studente e questa missione non deve essere intaccata dalle brame del manager, dell'imprenditore, del politico e del genitore di turno. Lo studente deve vedere la scuola come un luogo protetto dal contraddittorio, mutevole e cangiante contesto sociale nel quale si trova a vivere; un luogo nel quale vivrà un periodo unico della sua vita, lontano dalle logiche del mercato e dalla cultura della fabbrica e dalla loro pretesa dell'utile immediato.
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Re: Il Libro Nero della Scuola?
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Re: Il Libro Nero della Scuola?
A scuola ho incontrato persone terribili e fanastiche, compagni e professori.
Affermare che la scuola sia un male da "libro nero" mi sembra un po' esagerato e lo dico da persona che ha quasi tutti i giorni gli incubi sul periodo scolastico, visto il trauma che è stato per me. |
Talvolta mi stupisco di quanta distanza possa esserci fra le mie opinioni e quelle altrui, anche se so bene che sia qualcosa di decisamente fisiologico. Ecco, leggendo ed affrontando simili discussioni rimango basito dalla frequenza, dalla popolarità e dalla ostinazione con le quali si palesa la posizione per cui lo studio del greco e del latino non sarebbe fruttuoso e conveniente, e per cui la sua difesa sarebbe considerata come un esercizio di retorica segnato da un vano ed orgoglioso passatismo, nonché da una ineludibile incompatibilità con le esigenze della attualità, come se la dimensione scolastica dovesse correre dietro ai suoi capricci per definirsi e per conseguire l'obiettivo della consegna di certi strumenti culturali allo studente. Insomma, penso che ragionamenti di questo tipo siano uno dei risultati di una mentalità eccessivamente utilitaristica improntata ad una concezione di scuola osservata esclusivamente (o quasi) come passaggio propedeutico all'inserimento nel mondo del lavoro, (passando, eventualmente, per la tappa intermedia dell'università) che non si addice a ciò che dovrebbe essere, a una certa nobiltà che le appartiene in quanto luogo della formazione dell'individuo. È pur vero, purtroppo, che non è cosa frequente che si riesca effettivamente a renderla tale, e le colpe sono variamente distribuite fra le istituzioni, l'apparato burocratico, il corpo docenti, gli studenti, il personale scolastico nelle sue varie traduzioni: insomma, non credo affatto che si possa individuare una categoria in grado di fregiarsi dell'assoluta carenza di colpe.
Quel che è sicuro è che non è ammissibile che si svolga l'attività didattica in sedi che a definirle vetuste, fatiscenti ed inappropriate si farebbe loro un complimento; che a lezione un insegnante debba gestire classi eccessivamente affollate e conseguentemente ingestibili; che vi siano contunui ed ininterrotti scandali, polemiche, ingiustizie e scontri sugli esiti dei concorsi e di tutto ciò che ne deriva; che vi sia un mostruoso precariato; che un giovane desideroso di dare uno sfogo alla propria vocazione trovi più ostacoli che spazi di espansione al suo scopo; che siano ignorati e tollerati fenomeni di bullismo e di violenza; di sicuro c'è pure, infine, che questo misero angolo di forum non mi (e non ci) consentirà di certo di esaurire in esso tutti i punti critici della cosa. |
Comunque vorrei capire in cosa consiste l'utilità del latino per chi sceglie lo scientifico, che quindi sarà indirizzato a facoltà universitarie non di tipo letterario o linguistico.
Io andavo bene in latino (come nelle altre materie), l'insegnante era in gamba e la materia mi piaceva pure (entro certi limiti), ma non ne ho visto un' utilità diretta, se poi devo immaginarmi in cosa possa aver dato il suo contributo particolare, al di là di quello che già fa letteratura, filosofia e storia allo scientifico, mi sembra un'operazione poco lineare. Per il resto non credo che la scuola possa essere stravolta, non è possibile far seguire un percorso individuale diverso per ogni singolo alunno perché andrebbero moltiplicati per un certo numero gli insegnanti, e perché il tempo e l'età comunque avanzano e se uno non ce la fa entro tot anni mi sembra più logico che ripeta invece di venir portato avanti in modo indefinito. Se a 18 anni non ha maturato le conoscenze che ci si aspettava che si dovrebbe fare? Ci vorrebbe poi una suddivisione troppo ramificata per tener conto di tutti i possibili e diversi mancati risultati degli alunni. |
Re: Il Libro Nero della Scuola?
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