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Re: La qualità
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Re: La qualità
Ieri sera al concerto è venuto anche uno che conosco. Un tale che, come tanti, assiste ai concerti senza manco sapere chi suona. Uno come tanti, che apprezza la buona musica ma non ha un solo disco in casa, o un impianto per ascoltarlo decentemente. Uno di quelli che non sa nulla di nomi o fatti legati al mondo della musica, che non sa abbinare una canzone all'artista che l'ha scritta, e via dicendo. In sostanza, un ascoltatore passivo. Dopo il concerto mi fa: -Non mi sono piaciuti moltissimo. Da come ne parlasti, m' aspettavo grandi cose. Invece non sono niente di speciale. Io allora ho cercato di farlo ragionare sul fatto che non avendo un minimo di familiarità con certe sonorità prog/psichedeliche è difficile trarre conclusioni positive, o negative, a riguardo. Dice che a lui sono sembrate delle prove, una lunga jam session. Che non è per niente convinto di quello che dico, e che la musica quando è di qualità piace indipendentemente dalla ricchezza del proprio background. Io dico che a volte aiuta conoscere anche la storia dei musicisti, i primi lavori, ecc., e che effettivamente la scaletta non è stata grandiosa, ma restano comunque una spanna sopra tanti, nel genere. Alla fine potremmo dire che senza i Tortoise non esisterebbero svariate forme di sperimentazione odierne nel rock. Dice che a lui non sono sembrati bravissimi come musicisti. I Tortoise. Non bravissimi. I capoccioni del math-rock. Provo a fargli capire come funzionano i ritmi sincopati, ma è tempo perso. Non lo capisco manco io. Dice che è musica da supermercato. Io dico che hanno sicuramente un lato easy-listening, come quasi tutti i post-rocker di Chicago. Ma lui non sa nulla di post-rock, di definizioni o altro. Lui esterna le proprie impressioni senza filtrarle attraverso alcun sistema di valutazione. Io lo capisco, non ci riuscirei mai, ma lo capisco. Alla fine gli dico che la prossima volta che ci vediamo metto su un paio di pezzi dai primi lavori, tanto per sentire cosa ne pensa. Mi guardo intorno e capisco che sono circondato. Nessuno tra i presenti sembra entusiasta della serata. Sono usciti di casa tanto per fare qualcosa di diverso. La musica a volte è ok, un paio di birre, due chiacchere di politica interna e via. Qualità un cazzo.
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Re: La qualità
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I gusti si possono affinare ed educare, e risentono delle esperienze del singolo individuo. Quindi non necessariamente i gusti personali sono un indicatore della qualità di un brano o di una composizione musicale. E' per questo che anche la musica di qualità può non piacere a tutti. O, per dirla con parole migliori delle mie: Quote:
Questa dovrebbe incontrare l'ammirazione di tutti, per esempio, ma probabilmente non sarà così: |
Re: La qualità
Secondo me l'arte non solo è soggettiva, ma forse neppure esiste
Infatti, essa è modellata dalla moda, dai costumi e dalle abitudini dell'epoca in cui si vive. Prendiamo l'esempio degli impressionisti, erano banditi addirittura dalle mostre d'arte, erano trattati come appestati, eppure ora sono una corrente importantissima per quanto riguarda l'arte. Ma a quell'epoca andava di moda altro, e quindi venivano bistrattati. Quello che ci arriva a noi e che chiamiamo "arte" lo è solo perchè è stato portato in trionfo dalla gente, che l'ha fatto diventare icona del suo tempo facendolo arrivare a noi. Non possiamo sapere se, tra 100 anni, non saranno considerate opere d'arte lavori che oggi bistrattiamo, proprio come successe con gli impressionisti. infatti chi è decide i canoni di bravura?? perchè è paul gilbert ad essere un maestro della chitarra e non un altro? chi ha deciso chi è bravo e chi fa schifo? la società, e la società cambia, magari tra 100 anni paul sarà considerato un mentecatto, mentre ci sarà un nuovo chitarrista che spopolerà suonando in maniera diversa, così come 60 anni fa il rock era una musica per pazzi, disadattati ed indemoniati. Nessuno decide i canoni se non la società, che cambia, l'illuminismo è stato soppiantato dal romanticismo, un illuminista avrebbe riso in faccia Goethe, eppure quest'ultimo è uno dei massimi scrittori di ogni tempo, giustamente. Per non parlare di Apollinaire, nel Rinascimento avrebbero avuto un infarto a vedere il suo nuovo stile di scrittura, eppure fu un innovatore. Ora mi direte, sì ma cavolo parli di Apollinaire e Goethe! Vero, ma parlo di loro ora, ai giorni nostri, ma ai giorni loro la società era diversa e col cavolo che se ne parlava cosi, vedete non se ne esce è un circolo senza fine |
Re: La qualità
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Stai insomma disconoscendo i presupposti che hanno permesso a ciò che piace a te di non essere considerato "letame" dai più, come invece lo considerano ancora alcuni (tipo il mio insegnante di piano di cui ho già parlato). Quote:
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Re: La qualità
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In realtà credo di essere concorde col tuo assunto: che dei paramentri oggettivi per valutare (nel senso di: vagliare, cioè soppesare nei suoi elementi) un'opera esistano penso di averlo sostenuto anche nel mio messaggio precedente. Eppure non sono sufficienti a decretare univocamente quale creazione sia più o meno degna rispetto a un'altra. Ossia: rilevano un mero fatto empirico, ma raggiunta una data soglia di magistero tecnico (che è fissata come condicio sine qua non per farne arte etimologica: prodotto d'artigianato secondo date regole) si rende impossibile stilare graduatorie che non abbiano elementi d'arbitrarietà. È perciò che, perché il proprio parere possa avere pretese di attendibilità, credo sia necessario un pensiero critico articolato. In effetti però, finora non mi sembra di averti visto motivare il presunto merito che attribuisci ai brani che citi (non è una provocazione). Quote:
Questo, anzitutto scardinando le certezze arbitrarie (forma canzone, tonalità, omofonia; ma anche: gradevolezza e culto del "bello"). Tuttavia un ascolto inconsapevole non è sufficiente, si rende necessario un metodo. Semplicemente esporsi, ad esempio, a serialismo, rumorismo, spettralismo, ecc. non comporta necessariamente l'assimilazione della loro essenza. Né, quindi, uno sviluppo del proprio criterio di valutazione. Ci si renderà solo meno disabituati a tali sonorità, non le si sarà davvero comprese: si tratterà soltanto di un fatto sensibile. La musica si esprime anche in una dimensione intellettuale, ed è in tale ambito che bisogna intervenire: prendendo coscienza della teoria, della storia, della personalità dei singoli autori e dei loro intenti comunicativi, ecc. Il solo ascolto non basta se si vuole sviluppare un pensiero critico (il che, del resto, dovrebbe essere autoevidente). |
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